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Autore: thefung    30/03/2011    1 recensioni
Eppure, con te è stato diverso.
Sin dall’inizio, il giorno del tuo compleanno - il giorno in cui mi sono finalmente resa conto di provare qualcosa per te - ho sentito un qualcosa di nuovo.
Mi sono sentita come in un sogno, ho percepito per la prima volta quella sensazione di avere gli occhi a cuoricino o un milione di farfalle nello stomaco, di essere talmente felice da non riuscire a mangiare, da non riuscire a far altro che sorridere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SMILE
SMILE

Sembra passato un secolo.

Sembrano passati anni da quando tutto era così semplice, così felice, così incredibilmente perfetto.
Sembrano passate ore infinite da quando ti giravi continuamente nella mia direzione, ammiccando e sorridendo.
E io ricambiavo, sempre. Le mie labbra si stiravano involontariamente, come colte da un riflesso istantaneo, un bisogno vitale, impossibile da reprimere.
Tante mie compagne dicono che quando ti volti verso di me, ti faccio gli occhi dolci.
Ho sempre negato con fermezza, ma, sotto sotto, nel caso fosse vero, non mi sorprenderebbe.
Non potrei essere altro che dolce, con te. Non potrei mai arrabbiarmi.
O meglio, prima.
Sembra passato un secolo, invece è trascorsa solo una settimana, una delle più belle che io abbia mai vissuto.
Ricordo perfettamente la sensazione di contentezza che mi invadeva la mattina, appena sveglia. Nelle mie membra intorpidite correva un guizzo che mi faceva sentire più attiva che mai, felicissima al pensiero che entro poco avrei potuto rivederti.
Mi recavo a scuola con un’espressione felice, per la prima volta.
Le lezioni non erano più un incubo, i professori non erano più una tortura.
Bastava la tua presenza davanti a me.
Quante risate ci siamo fatti in quei giorni, noi due?
Tante, davvero tante. Così numerose e frequenti che ti sei anche beccato una nota.
Mi dispiace, ma io te lo dicevo che la prof ti stava guardando.
Avrei voluto difenderti, ma poi avresti capito tutto. Avresti capito che non mi stavi semplicemente simpatico, ma che dietro agli occhiali, alla maschera da ‘studentessa modello’ o da ‘ ragazza tranquilla’, ce n’era un’altra, una ragazza in piena fase di innamoramento nei confronti del suo compagno di classe russo, un gran figo che per tutto lo scorso anno aveva odiato: te.
Mi sono illusa, mi sono riempita la testa di false speranze, di cose che vedevo soltanto io e che non esistevano.
Lo sapevo in quel momento come lo so adesso.
Ma non riesco a pentirmene. Il benessere che ho provato in quei momenti, infatti, è un qualcosa che non avevo mai sperimentato e che mi ha fatto diventare un’altra persona, anche se per poco.
Mi ha fatto sentire bella, una caratteristica che, sinceramente, non userei mai per descrivermi. Mi ha fatto sentire simpatica, socievole. Mi ha fatto pensare di piacerti.
In questa settimana sono successe tante cose, troppe.
Una parola di troppo sfuggita dalle mie labbra, altre che si sono susseguite in bisbigli nei corridoi o nei bagni scolastici, sino a giungere a te.
Il passaparola che si è scatenato non appena ho rivelato a due persone che mi piacevi è stato pazzesco. Ma non avrei mai pensato che l’avresti saputo così presto. Non avrei mai pensato che avresti reagito così, nel modo più brutto di tutti.
Il più crudele ed il più inutile al tempo stesso. Quello che mi fa sentire debole, totalmente dipendente da te. Più del solito, ecco.
Mi stai ignorando.
Completamente e totalmente.
Il cambio dei posti ti è stato amico, devo ammetterlo, ma me ne sono resa conto ugualmente.
Mi sono accorta di quanto eviti di parlarmi, di guardarmi. Ti quanto tu faccia qualsiasi cosa che mi escluda.
Chiacchieri amabilmente con le tue vicine di banco, sorridi loro, ti offri nelle interrogazioni giusto per far loro un favore … cosa significa?
Ogni volta che ti vedo in queste circostanze, devo impormi di calmarmi, di rimanere tranquilla e reprimere quell’onda di disperazione mista a gelosia che tenta di soffocarmi.
Devo, ci riesco, ma non è semplice.
Tante volte vorrei alzarmi in piedi, far cadere per terra quella dannata seggiola grigia su cui sono costretta a sedermi per le cinque ore scolastiche, correre da te e darti uno schiaffo, riversarti addosso tutte le orribili sensazioni che questo tuo nuovo comportamento suscita in me, accusarti di quanto mi fai stare male.
Ti odio.
È un pensiero che mi balena spesso in testa, sempre più frequentemente.
Serve per darmi un minimo di calma, di appagamento.
Ma so che non è vero.
L’odio è un sentimento importante, passionale, ma l’esatto contrario dell’amore. E allora come faccio io a provarlo lo stesso, quest’ultimo?
Come faccio a mandarti a quel paese e, giusto due secondi dopo, sorridere come un ebete quando, per la prima volta nella giornata, mi rivolgi uno sguardo e un sorriso?
Mi manchi.
È una frase stupida da dire, ma sincera.
Mi manca essere seduta dietro di te, ammirare la tua nuca fingendo di osservare la lavagna, guardare i tuoi cambiamenti giorno per giorno, cogliere i tuoi comportamenti, le tue abitudini, aiutarti e suggerirti quando posso.
Mi manca vederti appoggiato perennemente al muro, piuttosto che allo schienale della seggiola, in modo da girarti più facilmente.
Mi mancano le tue battute, le tue risate, le tue frasi sconce sempre nel momento meno appropriato. Mi mancano i tuoi occhi bellissimi, di un azzurro che ti congela e scioglie nello stesso preciso istante.
Un  giorno ti ho sentito dire che vorresti cambiarti tutta la faccia, se potessi. Sai che ti ucciderei, in tal caso? Perché senza quella pelle pallida, quel naso dritto, quei capelli biondi spettinati e quegli occhi non saresti più tu. Rimarrebbe il tuo corpo muscoloso, la tua interiorità, è vero, ma non sarebbe la stessa cosa.
Non so cosa mi manchi maggiormente di quando eri davanti a me, di quando ci parlavamo, di quando mi consideravi.
So solo che ora ho paura.
Ho paura di lasciarmi andare ancora, di poter sperare in un qualcosa di più, di poter sognare.
Perché prima di te ci sono stati Luigi, Andrea, Biko e tanti altri ce ne saranno ancora.
Ma nessuno di questi amori è mai andato in porto, nessuno di loro ha mai ricambiato il mio sentimento. E ci sono passata sopra. Sono riuscita a farmene una ragione, col tempo.
Eppure, con te è stato diverso.
Sin dall’inizio, il giorno del tuo compleanno, il giorno in cui mi sono finalmente resa conto di provare qualcosa per te, ho sentito un qualcosa di nuovo.
Una sensazione che con Luigi, Andrea e Biko non avevo mai provato.
Mi sono sentita come in un sogno, ho percepito per la prima volta quella sensazione di avere gli occhi a cuoricino o un milione di farfalle nello stomaco, di essere talmente felice da non riuscire a mangiare, da non riuscire a far altro che sorridere.
Mi piaci? Sono infatuata da te? Sono innamorata di te?
Non me lo chiedere, perché non lo so, non ne ho idea.
So solo che nonostante tutto ciò che mi sta succedendo, nonostante il tuo ignorarmi sempre e comunque, il tuo fingere che io non esista … ci sono dei momenti in cui non riesco a reprimere il sorriso che, da quando sei entrato nel mio cuore, è entrato a far parte delle giornate.
Nonostante la sensazione che niente sarà più come prima, che l’unica cosa a cui ora devo pensare è ‘dimenticare e cercare di farmela passare’, sento una piccola parte di me che mi dice che non è finita.
Che forse c’è ancora una speranza, che forse devo continuare a lottare, a sperare. Che forse ti devo parlare. Che forse devo aspettare. Che forse devo continuare a sorridere.
Sì, perché è stato proprio questo ciò che tu mi hai donato, un qualcosa che non possedevo più da tanto, tanto tempo: il sorriso.



Questa OS è nata grazie alla canzone Smile di Avril Lavigne (da cui prende anche il titolo), una canzone che, non appena l'ho sentita, mi è sembrato mi appartenesse. L'ho scritta di getto questo pomeriggio, in un momento di sfogo, perciò non so cosa scrivere per commentare. Penso lo faccia già da sé.
Tre dediche in particolare:
- Alle mie lettrici, sperando che capiate che l'immenso ritardo negli aggiornamenti non è di mia volontà e che questa 'riflessione', seppure tratta dalla mia vita personale, vi possa piacere. Tornerò ad aggiornare, ve lo prometto, non appena la situazione sarà un po' più ... normale.
- Alle mie ortaggiuzzuole, GingerS e The Red One. Grazie per esserci sempre, anche quando io ci sono un po' meno, grazie per il sostegno, l'affetto e tutto il bene che mi volete. Vi ringrazio e ricambio il doppio.
- A Iakov, ovviamente, il ragazzo per cui l'ho scritta. Perché anche se probabilmente non la leggerai mai, è una testimonianza di quanto ti voglio bene. E grazie, grazie da morire.


Grazie a tutti coloro che hanno letto!
Se lasciaste una recensione mi fareste davvero molto, molto felice!
Un bacio a tutte!
Elena
   
 
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