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Autore: DeepBlueMirror    30/03/2011    5 recensioni
Una raccolta di oneshot (tendente alla long nei capitoli successivi) dedicate ad alcuni personaggi della Wammy's house che ben conosciamo. Iniziamo con... Mello. Leggerissimo OOC dovuto a personaggi non approfonditi nel manga (Linda e Matt)e per lo sviluppo delle relazioni nel gruppo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Linda, Matt, Mello, Near
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Linda'
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Verde islam, verde trifoglio, rosso amaranto, blu polvere, oro, bianco...

 

Il trillo insistente del cellulare interrompe il mio lavoro.

 

Sbuffo, posando pennello e tavolozza e afferrando il telefono con una certa stizza: sono le quattro del mattino, in pieno momento creativo, dopo giorni che fatico a trovare l'ispirazione per i miei dipinti.

 

Non è un buon momento, no.

 

- Qui Linda Rivereel. Sono piuttosto impegnata, quindi la prego di andare dritto al punto...-

- Amorevole come una iena, eh? Siamo nel bel mezzo di un blocco del pittore, se così posso dire?-.

Per poco non lascio cadere il telefono, tanta è la sorpresa:- Matt!!!! -.

- Ora sì che riconosco la mia donna di ghiaccio, sempre pronta a sciogliersi al suono della mia voce sensuale! Bello pseudonimo, comunque...* - ride la voce roca all'altro capo del telefono, riportandomi indietro nel tempo, anni e anni fa.

Quando eravamo ancora ragazzini chiusi in una struttura che era insieme la nostra casa e la nostra prigione.

La Wammy's House era stata luogo di momenti gioiosi e di incontri speciali: avevo trovato dei buoni amici nella schiera di bambini estremamente dotati che occupavano l'orfanotrofio in attesa della scelta dell'erede di L.

 

Quella scelta che, in un modo o nell'altro, condizionava la nostra intera esistenza.

 

Matt era uno di questi, forse il mio migliore amico: una di quelle persone oneste, riservate e meravigliosamente ottimiste, gioiose nonostante la avversità che la vita ha posto loro di fronte.

- Sono anni che non ti fai sentire... Come hai avuto il mio numero?- domando, sedendomi sulla poltrona accanto alla finestra e fissando lo sguardo sul mare in lontananza: la mia carriera di pittrice mi ha permesso di mettere da parte un po' di denaro e di comprare una viletta con vista su una spiaggia bianca e silenziosa.

- Non è stato difficile vista la sua fama, signorina... Aggiungi l'aiuto di un certo uccellino pallido di nostra conoscenza... Et voilà- risponde con il suo solito tono ironico; il mio udito coglie lo scattare di un accendino e il suono prodotto da un lieve sbuffo: non ha perso il suo brutto vizio.

- Sei in contatto anche con Near, allora?-

- Diciamo che l'ho visto di recente, per una faccenda complicata tra uomini di mondi quali siamo...-

- Ah, Matt, il giorno in cui otterrò una risposta seria da te credo che mi commuoverò-.

Un'altra risata ilare segue al mio commento sarcastico: - Se è così, allora farò di tutto per accontentarti... Sei l'unica marmocchia della Wammy's che non sono riuscito a fare frignare-.

- Ahi, deve essere terribile per il tuo ego gigante, Rosso - sghignazzo, alzandomi dalla poltrona e dirigendomi verso la cucina, assetata: un bicchiere di sangria appena fatta è quello che ci vuole.

- Puoi dirlo forte, bellezza -

- Potresti venire a trovarmi, così potrei chiederti scusa di persona -.

Il silenzio è tutto ciò che riempe gli istanti successivi la mia proposta ironica, ma non troppo.

Matt mi manca, come tutto ciò che ha fatto parte della mia infanzia: mi mancano il giardino verde, i castelli di carte, il profumo di legno e cioccolata, il vecchio pianoforte scordato nel salone, le poltrone piene di giocattoli, l'atmosfera accogliente e rassicurante.

Nonostante tutto, la mia vita da sette anni a questa parte è stata malinconica e solitaria: i miei dipinti rappresentano quasi tutti scorci di paesaggi impressi nella memoria negli anni in cui ho vissuto alla Wammy's house.

 

- Non è una cattiva idea, sai... Potrei farti un'improvvisata, sperando di beccarti in una mise compromettente – risponde Matt nel suo solito tono scanzonato; eppure avverto qualcosa di differente nella sua voce.

- Del tipo? - domando, versando un po' di bevanda rossa in un bicchiere colorato e sedendo al tavolo, il bicchiere nella mancina e il cellulare nella destra.

- Uhm... Bigodini e maschera per il viso?-

- Già, e magari due fette di cetriolo sugli occhi! -.

Ridiamo entrambi come due idioti, ma avverto distintamente che Matt si è fatto leggermente teso, nervoso, forse.

 

- Linda -

- Dimmi -

- ... Hai una gran bella casa -.

 

A quelle parole il mio cuore si ferma.

 

Mi alzo, trasognata, dirigendomi nuovamente verso il salotto ingombro di tele.

Non è possibile, Linda.

Deve essere uno dei tuoi soliti sogni ad occhi aperti.

Hai sbagliato brocca e ti sei scolata un bicchiere intero di vodka, sì.

Hai dormito poco e ti sei addormentata sulla tavolozza, stai solo immaginando di aver udito la voce di Matt non solo dalla cornetta del telefono, ma anche dalla stanza accanto.

 

Non è possibile, no?

 

- Ti sei fatta silenziosa... Comunque, davvero, non pensavo che gli imbrattatele guadagnassero così tanto! Questo poltrona è comodissima... Il resto del mobilio, poi! Altro che quella specie di catapecchia in cui passo le giornate... Mello sarà verde di invidia quando glielo dirò-.

 

Un bellissimo miraggio.

La figura comodamente seduta sulla poltrona rossa che occupavo fino a poco prima deve essere un miraggio.

Eppure il mio cuore non può fare a meno che traboccare di gioia e sperare.

 

- Matt?-.

La figura si alza, dirigendosi verso di me con passo leggermente strascicato, lo stesso di sette anni fa: mi aspetto un commento arguto, una battuta ironica, qualcosa che mi confermi che il giovane uomo di fronte a me sia veramente Matt.

Strano, ma dalle sue labbra non esce alcuna parola, né risata: i suoi occhi, celati da un paio di goggles, sembrano più grandi e profondi di quanto ricordi.

- Matt...- ripeto, la voce rotta, mentre un paio di braccia forti mi avvolgono in una stretta salda e affettuosa.

 

 

 

 

 

-Come hai fatto ad entrare?-.

La mia poltrona starà soffrendo sotto i nostri pesi combinati, ma non ho alcuna intenzione di allontanarmi da Matt: ancora fatico a credere che sia qui.

- Linda, mi stai strangolando - ridacchia, ricambiando immediatamente la mia stretta assassina, - Comunque sono passato dalla tua finestra spalancata -.

Annuisco, respirando il profumo della sua pelle chiara e gettandogli un'occhiata curiosa: il suo sguardo è rilassato, calmo, simile a quello del Matt che ha accompagnato la mia infanzia, così come la massa di capelli scarlatti e disordinati e il largo sorriso felino.

I tratti del suo volto sono però più decisi, maturi, ed è decisamente cresciuto in altezza.

- Sei un uomo, ormai...- sospiro, ricevendo una risata sonora e un' arruffata di capelli in risposta:- E tu sei una donna, ormai... Una donna molto bella, tra l'altro -.

- Sei sempre il solito Playboy -

- E tu la solita Donna di Ghiaccio – si lamenta, strizzandomi un occhio e continuando ad accarezzarmi la schiena, mentre mi stringo ancora di più a lui.

 

-Ti va di bere qualcosa?-

- Perchè no-.

 

 

- Come sta Mello? Prima l'hai nominato, se non sbaglio-.

Matt si accende una sigaretta, accettando il bicchiere di sangria che gli porgo; mi siedo di fronte a lui al tavolo della cucina, osservando le trame delicate del fumo che esala dalle sue labbra piene: quelle stesse labbra che mi avevano creato difficoltà quando l'avevo ritratto nel giardino della Wammy... Avevo dovuto disegnarle almeno una decina di volte prima di essere soddisfatta.

Sorrido, presa dai ricordi, per poi rivolgere la mia attenzione alle parole tranquille del mio vecchio amico: - Mello sta bene, testardo, iperattivo e isterico come al solito-.

- E Near?-

- Come ti ho già detto, l'ho visto solo per questioni di lavoro-

- Un lavoro con Mello?-.

Un guizzo nei suoi lineamenti mi porta a comprendere che le mie domande lo mettono a disagio:- Vorrei poterti rispondere, Linda, ma...-.

- No, va bene così- lo interrompo con un gesto noncurante - Perdona la mia indiscrezione-.

Matt sorride, aspirando un'altra boccata di fumo: - Non sei cambiata, eh? Sei rimasta la buona amica che ricordavo. Mi spiace solo di essere riuscito a venire solo ora-.

- Non fa nulla... D'ora in poi potremmo vederci più spesso, no?-.

Matt scuote la testa.

Il suo sorriso si è intristito.

- Onestamente, non lo so-.

Rimango immobile, mentre la preoccupazione comincia a farsi strada nella mia mente confusa: - Cosa intendi dire?-.

- Intendo dire che il mio... Lavoro attuale... È complicato, mi tiene occupato per ore e ore tutti i giorni... Non mi è possibile uscire spesso- mi spiega con aria tranquilla, cercando il mio sguardo teso con i suoi grandi occhi verdi e celati dalle lenti gialle degli occhiali.

- Devo dedurre che passavi di qui per caso?-

- Ti sembrerà assurdo, ma il mio tabaccaio di fiducia è a pochi metri da qui.Quindi ho dovuto fare solo una breve deviazione. Avevo voglia di vedere che fine avevi fatto, ma non mi aspettavo che tu fossi così vicina! Near è piuttosto informato sul tuo conto, conserva parecchi articoli su di te e sulle tue mostre d'arte. È stato gentile a darmi il tuo numero e il tuo indirizzo, devo ammetterlo... Credo che abbia voglia di vederti anche lui, Linda-.

- Anche a me farebbe piacere... Anche vedere Mello-.

Matt annuisce, rivolgendomi un lieve inchino: - Riferirò, ma'am-.

 

 

 

- Beh, allora... Passa di qui quando vuoi, mi raccomando-.

Matt mi abbraccia calorosamente sulla soglia: - Farò il possibile per portarti anche l'Orso Scorbutico e l'Uomo delle Nevi-.

- Ci conto, Matt. A presto-.

 

 

 

 

Lo osservo mentre si allontana con la sua stramba andatura rilassata, accendendo l'ennesima sigaretta.

Mi auguro che questo sia un nuovo inizio, ma qualcosa mi dice che non sarà un inizio gioioso.

Matt ha evitato la mia domanda, sento che non mi ha detto tutta la verità riguardo il perchè ritiene sia difficile vederci.

Temo che il suo lavoro non sia solo complesso e stancante.

Temo che sia pericoloso.

 

 

Sospiro, rientrando in casa e apprestandomi a tornare al mio nuovo dipinto: quattro ragazzini di spalle,tre maschi e una femmina, che ammirano il tramonto in un giardino pieno di fiori colorati; le loro chiome risaltano alla luce color ambra,i vestiti ricadono morbidamente sui corpi esili, in un gioco di luci e ombre delicate, specie sul pigiama bianco del ragazzino a destra.

Avvicino il pennello alla tela e mi fermo, sorpresa.

 

C'è un biglietto poggiato sul cavalletto, accanto alla tela incompiuta:

  

 

E brava la mia incantevole artista!

Ti sei davvero superata,

                                Matt

 

 

 

 

 

 

Sorrido, felice.

Mi sei davvero mancato, Matt.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Buonasera e... Perdono!!!! Mi spiace per l'aggiornamento terribilmente in ritardo, ma ho avuto un periodo piuttosto nero... Spero che questo capitolo vi faccia passare un momento piacevole.

Irene


  
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