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Autore: eevilalice    30/03/2011    2 recensioni
"Dimenticate i diamanti, è il cioccolato, credo sarete d’accordo, il miglior amico delle ragazze", Carole Matthews
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Theobroma

Disclaimer: non sono inglese, non ho 45 anni e non navigo nell'oro. Quindi, no, tutti i personaggi qui descritti non sono di certo miei.

N.d.T.: la one-shot che segue è stata scritta da eevilalice che l'ha pubblicata sia su Hawthorn&Vine che su GrangerEnchanted. Il termine Theobroma, a chi interessasse, deriva dal greco antico e significa, più o meno, 'cibo degli dei', inoltre Theobroma cacao è il nome scientifico dato da Linneo nei tempi che furono alla pianta di cacao. Che cosa c'entri il cioccolato e che ruolo abbia nella storia suppongo si possa considerare il filo conduttore di tutta la fic. Come al solito se qualcosa lascia un po' a desiderare...beh, me ne prendo tutta la responsabilità. Ringrazio infine chi ha letto e/o commentato Accidental e Vae Victis.

Buona lettura,

LuxLucis

Theobroma

Hermione si soffiò il naso per quella che aveva stimato essere la centesima volta in quella settimana; sperava esistesse un incantesimo per cancellare le lacrime, asciugare il naso e far sparire gli occhi rossi che deturpavano il suo viso.

Tutto era andato storto.

Lei e Ron si erano appena lasciati il week end precedente, dopo essersi messi insieme finalmente, finalmente, prima delle vacanze. Niente di drammatico, nessuna scenata, semplicemente…non aveva funzionato, nonostante Hermione avesse sempre creduto che fossero fatti l’uno per l’altra. Pensava che tutti i loro litigi nel corso degli anni fossero stati il segno di una qualche tensione sessuale, di una reale scintilla, di un’intesa profonda, ma una volta diventati ufficialmente una coppia, qualcosa era cambiato e tutto si era spento, ammosciato, letteralmente morto.

In più, come ciliegina sulla torta, la scuola stava finendo e per quanto fosse stimolata dalle sfide, i cambiamenti non la entusiasmavano. Adorava la scuola, la scuola adorava lei e le cose andavano sempre meglio da quando Harry aveva sconfitto Voldemort l’estate precedente: nel mentre era diventata Caposcuola, si era dimostrata particolarmente abile a rammendare i rapporti tra le varie case dopo la guerra, dando l’esempio con la tregua e semi-sopportazione del suo collega Caposcuola, Draco Malfoy, aveva, inoltre, i voti più alti di tutto il suo anno ed era già stata contattata per proposte di lavoro dal Ministero e da svariate compagnie private, nonostante non avesse ancora finito la scuola e stesse preparando i MAGO. Dov’era la sfida in tutto ciò?

E come aveva fatto a finire i fazzoletti, si chiese, tirando rumorosamente su col naso e dando un’occhiata in giro per la stanza. Maledizione. Ho lasciato l’altra scatola sul tavolo, le venne in mente, mentre si alzava dal letto e attraversava la camera per raggiungere la porta. Aprendola, si riscosse, sorpresa di vedere Draco, con il pugno alzato come se fosse stato in procinto di bussare e con una scatola nell’altra mano.

“Scusa”, disse, senza sapere il perché. Che cosa ci faceva lì? Di solito rimaneva a cena più a lungo. Se lo avesse saputo non avrebbe mai e poi mai osato uscire dalla sua stanza in quello stato.

Draco spostò il peso da un piede all’altro, fissando un punto oltre di lei per fingere disinteresse, fece poi un vago cenno con la mano che reggeva la scatola, sottile ed oblunga, e cominciò a borbottare qualcosa.

“Cosa?” rispose, stranita: non  l’aveva mai sentito parlare in modo poco chiaro e senza mostrare assoluta (troppa) sicurezza di sé.

Un altro borbottio, questa volta accompagnato da un rapido e fugace sguardo alla scatola, che – riuscì ora a vedere Hermione – era stata elaboratamente impacchettata, come si poteva vedere dai fronzoli e dai nastri penzolanti.

“Draco, davvero, non riesco a capire quello che stai dicendo.”

Fece in modo di guardarla negli occhi per un attimo, arrossendo furiosamente ed aprendo a scatti la mandibola mentre ripeteva con fatica, “Vorresti.un.cioccolatino.Granger.” Non appena finito di parlare, distolse immediatamente lo sguardo allungandole la scatola.

“Oh, ehm, io, uhm,” borbottò stupidamente, prendendo l’involucro e guardandolo confusa. Questa era nuova. Anche se lei e Draco avevano fatto in modo di andare in qualche modo d’accordo e di collaborare, data la loro posizione di Capiscuola, non potevano esattamente definirsi grandi amiconi.

Si ficcò le mani in tasca e scrollò le spalle. “Alle ragazze…a loro non piace il cioccolato? Quando sono tristi o, uhm, isteriche o roba del genere?”

Hermione decise di lasciar correre la parte delle ‘isteriche’. “Oh, s-sì. La maggior parte, credo…”

Lui rialzò bruscamente il capo. “A te no?”

E questo che cosa vuol dire? “Sì, certo. È solo che sono uscita per, ehm, per prendere altri fazzolettini.” Disse facendo un cenno col capo in direzione del tavolo della loro stanza comune.

Lui si voltò, dando un’occhiata ai fazzoletti e poi la guardò di nuovo, accorgendosi solo in quel momento degli occhi gonfi e del naso rosso; a quel punto cominciò a marciare verso il tavolo, afferrando il pacchetto rabbiosamente, come se avesse qualcosa contro di lui, e nel frattempo Hermione colse l’opportunità per alzare il coperchio della scatola di dolci, sbirciando all’interno. C’erano file e file di cioccolatini fondenti, disposti in modo ricercato e confezionati singolarmente, e sopra di loro un foglio di pergamena ripiegato. Prima che lei avesse la possibilità di leggerlo, Draco le stava porgendo qualcosa – il pacco di fazzoletti – e a quanto pare, se il suo sguardo poteva essere di qualche indicazione, era ancora furibondo contro il povero ed innocente involucro di carta.

“Non posso credere che tu ti stia disperando ancora per Weasley,” brontolò, sorpassandola ed entrando nella sua camera. “Quanto è passato, un mese?” disse poi, appoggiando il pacchetto sul suo baule

“Una settimana”, lo corresse lei, troppo depressa per rendersi conto che Draco aveva appena fatto irruzione nella sua camera da letto.

“Oh”, sembrava realmente sorpreso. “Be’, comunque è ridicolo. Come se Weasley fosse mai stato tuo pari intellettualmente. O tuo pari in qualsiasi cosa.”

Suo malgrado, sorrise all’ironia della situazione: Draco Malfoy che si faceva paladino della parità e dell’uguaglianza, ed ignorò anche gli insulti rivolti a Ron. Quando poi lui balzò sul suo letto, lei allungò la mano per prendere un cioccolatino e, nel tenere alzato il coperchio della scatola, sfiorò il foglio di pergamena. A quel punto non riuscì più a trattenersi e lasciò che la curiosità avesse la meglio: scritte con una grafia femminile e fiorita, lesse le parole, Ho promesso che non mi sarei mai dimenticata. Con affetto, Mamma.

Mentre il suo sorrisetto si trasformava in un ampio ghigno, prese un cioccolatino e passò indietro la scatola ad un Draco ancora perso nelle sue elucubrazioni.

“Sul serio, come se un sacco di ragazzi non ti avessero già notata al Ballo del Ceppo del quarto anno. Perché accontentarsi del minimo? Sei la prima del nostro anno, appena sopra di me per una frazione di punto, hai fatto in modo di domare quel groviglio di capelli che ti ritrovi…”

“Draco, te li ha mandati tua mamma questi?” interruppe Hermione,

“Cosa?” disse Draco, saltando giù dal letto e scompigliando così le file di cioccolatini nella scatola. Guardò all’interno e all’improvviso diventò più pallido del solito, poi, irrigidendosi, raddrizzò le spalle e rispose. “Sì, e allora?”

Ora era Hermione quella distratta, persa nel ricco, cremoso, paradisiaco cioccolatino fondente che aveva appena addentato. “O – mio – Dio,” si lasciò scappare, con gli occhi chiusi e la voce alterata per l’estasi dolciaria.

Distendendo le braccia, Draco allungò una delle sue eleganti dita verso il viso di lei, con lo sguardo fisso sulla sua bocca. “Hai qualcosa…,” cominciò senza terminare la frase, avvicinando il pollice al labbro inferiore di lei e strofinandolo gentilmente. In quel momento il cuore di Hermione cercò di uscire dalla cassa toracica.

Draco indietreggiò come se lei fosse stata una bestia feroce. “Ehm, puoi tenere tutta la scatola” le disse e succhiò trasognato il cioccolato dal suo pollice, centrando in pieno lo stipite mentre usciva dalla stanza. Un momento dopo si sentì il suono secco della porta sbattuta di camera sua.

Hermione sorrise: ecco, questa sì che era una sfida.

   
 
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