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Autore: lastessazoediieri    31/03/2011    1 recensioni
Heyla!:) La storia parla di un figlio di Hermes che un giorno scopre di avere poteri sovrannaturali. L'ho fatta partire in medias res, da quando Peter, il figlio di Hermes, arriva al camp e gli viene assegnata la stanza, quindi non c'è la cerimonia di riconoscimento... Non sapevo come farlo senza copiare Rick Riordan... Perfavore recensite anche se solo con ''Bello'', "Continua ma... (aggiungete voi)" ''Brutto'', ''Terribilmente schifoso'' !! Grazie mille!! :)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi con un nuovo capitolo Di "Il Figlio di Hermes"!!! :D
Visto che tutti lo fanno vorrei per prima cosa ringraziare Ella_Sella_Lella e Koochi che mi seguono sin dall'inizio e anche kimartwins18che non so se mi segue ancora, ma che ringrazio ugualmente! :)
Bene questo capitolo è con il POV di Melissa... :O E' un po' corto ma fa niente... :| Spero...
Spero vi piaccia :D
 
 
 
Nel mio sogno ero in una stana con Rita e Peter. Rita era felice e sorrideva, Peter era sdraiato a terra e piangeva. Mi chinai su di lui e gli misi una mano sulla testa. Scottava.
D'un tratto mi sentii una mano sulla spalla e mi accorsi che era fatta di una materia simile alle nuvole. Mi scansò da Peter e gli punto un scettro al cuore, dal quale uscì una luce blu e rossa che trafisse il cuore si Peter che diventò cenere.
Volevo correre da lui ma il mostro si girò verso di me e disse " Dovrai fare una scelta, giovane Melissa. O lei - disse indicando mia sorella - O lui - indicò la cenere - Se si incontrano uno dei due morirà."
A quel punto avevo tirato fuori la spada ma l'ombra mi aveva preceduto e mi trafisse col suo scettro.
 
Quando mi svegliai c'era Alyssa che mi guardava con espressione preoccupata che diceva qualcosa che non riuscii a decifrare.
Di fianco a lei c'era Peter che mi guardava triste. Mi alzai a sedere e abbracciai Peter. Era vivo!
Non per molto...
- Vi somigliate davvero tanto... - poi mi guardai attorno - Dove siamo? - chiesi vedendo che non era niente di simile all'ufficio in cui eravamo entrati prima.
 
- In prigione e adesso dobbiamo andare a fare un torneo con mostri che di sicuro ci uccideranno - disse Milo.
 
- Dobbiamo andare! - Questa voce non mi era familiare. Mi girai per vedere chi era stato. Un orribile mostro squamoso ci guardava arrabbiato. - Sbrigatevi! - urlò.
 
Peter si mise in piedi e mi tirò su. Il mostro ci aspettava davanti alla porta.
 
- Dobbiamo scappare - mi sussurrò Peter provocandomi solletico.
 
- E come facciamo? - domandai cercando di non ridere.
 
- Noi vi porteremo fuori di qui volando - naturalmente avrei avuto paura di volare ma in quel momento non pensavo ad altro che a scappare - Dillo ad Alyssa e Milo perfavore - mi chiese mentre ci dirigevamo alla porta della nostra cella.
 
Cos'ero la serva per caso? Stavo per tirargli una sberla ma le mie braccia erano diventate pappa per cani.  Mi girai per andare da Alyssa che stava davanti a me.
 
Quando ebbi finito di dirle il messaggio lo recapitò a Milo poi si girarono verso Peter per annuirgli.
Mi voltai a mia volta per guardare Peter in faccia per scoprire che stava osservando i miei capelli. Aveva ancora quell'espressione triste, quasi malinconica.
Distolse lo sguardo per fissarlo su un punto indefinito della strada che stavamo percorrendo.
 
In quel momento mi accorsi che col mostro c'era un'altra sagoma con indosso una coperta scura.
Chi era?
 
Non ebbi il tempo di riflettere che inciampai sul un sasso inesistente e Peter mi prese, come a solito.
 
- Grazie - gli dissi ma non udii alcuna risposta.
 
Arrivati ad una porta il mostro ci superò e l'aprì.
Quello che c'era fuori era uno spettacolo orripilante. Una miriade di mostri si riversavano sugli spalti intorno ad un'arena. Non appena eravamo entrati nel campo avevano cominciato a urlare.
 
Galleggiando sopra l'arena c'era un'isola nella quale sedevano, probabilmente le persone importanti, tra le quali doveva esserci anche Medea.
 
Non appena arrivai a questa conclusione i miei presagi si avverarono poichè Medea si era allontanata dall'isola su una nuvoletta bianca e ci era venuta incontro.
 
- Allora ragazzi siete pronti? - ci chiese con un sorriso allegro sul viso, come se non gli importasse niente della nostra vicina morta, che probabilmente era vero.
Il suo sorriso però era così allegro che portava allegria anche dentro di me e per un momento mi dimenticai che stavo per morire e sorrisi come un ebete.
Avrei continuato a sorridere se Peter non mi avesse messo una mano sulla spalla con l'intento di risvegliarmi. Mi girai e lo ringraziai con lo sguardo.
 
- Credo che voi siate abbastanza pronti - sorrise di nuovo e mi guardò dritto negli occhi - Adesso io libererò i vostri avversari e voi dovrete decidere contro chi combattere. Adesso decidete l'ordine in cui mori... cioè combatterete. - sorrise di nuovo e poi ci lasciò per alzarsi in aria per parlare ai spettatori.
 
Comiciò dicendo - Abitanti della mia Isola! ... - e non riuscii ad ascoltarla perché Peter interruppe i miei pensieri.
 
- Dobbiamo scappare - disse di nuovo - Ma dobbiamo salvare Alcinoo... -
 
- E come facciamo? - lo interruppe Shelly.
 
- Adesso io, Milo e Alyssa vi prenderemo in braccio e vi porteremo in salvo sulla terra ferma poi torneremo per liberare Alcinoo... -
 
- E se chiedessimo a Dioniso di mandare qualcuno per salvarlo? - chiese Milo - Non abbiamo molto tempo per trovare Electra e Rita... -
 
 Quel nome mi rattristò. Sapevo che Peter sarebbe morto se l'avessimo trovata ma volevo ritrovarla e riabbracciarla per almeno una volta. Ero davvero costretta a scegliere qualcosa di così grande? La vita di Peter era nelle mie mani?
 
- Melissa tu che ne pensi? - mi chiese Alyssa.
 
- Uh... Credo che non abbiamo abbastanza tempo per portare con noi Alcinoo... Dovremo chiedere a Dioniso. - dissi cercando di sembrare convincente anche se sapevo di essere sembrata piuttosto      .
 
Con mia grande sorpresa tutti annuirono e accolsero l'idea con entusiasmo. Erano di sicuro impazziti.
 
- ..Diamo inizio ai giochi! - urlò Medea in quel momento. - Aprite le porte! - aggiunse ridacchiando ai due mostri che erano comparsi vicino alle porte che circondavano l'arena.
 
Ci voltammo tutti a guardarla mentre dava ordine ai suoi sudditi di aprire un portone nero che stava dalla parte opposta dell'arena.
 
Ero rimasta immobile dietro Alyssa.
 
- Melissa tu devi scappare... - disse non voltandosi per guardarmi in faccia. - Tu sai come trovare Electra e Rita... -
 
- Ma.. Ma non.. Non posso lasciarvi qui e non so neanche come partire... -
 
- Peter ti porterà fuori di qui con l'aiuto di Elpis... - disse scrutando le porte aperte.
 
- Elpis? -
 
Non mi rispose ma prese per il braccio Peter e la figura con la coperta. Sussurrò ai due probabilmente ciò che aveva già detto a me e diede un bacio sulla guancia di Peter - Andate! Il più veloce possibile -
 
Peter aveva una faccia alquanto stravolta ma non ribattendo ad Alyssa mi prese il braccio a me e Elpis, probabilmente, e, senza che io me ne rendessi conto, si liberò in aria alla velocità della luce uscendo dalla bolla d'aria.
Non appena Elpis ci formò la bolla d'aria intorno alla testa mi sentii svenire. Quasi come se mi leggesse la mente Peter mi strinse a se e lo sentii mormorare un "Grazie" ad Elpis.
 
Mentre Peter nuotava verso la superficie, guardando indietro, notai un grosso tentacolo avvicinarsi a noi. Fui pervasa dalla paura ma prima quell'orribile coso ci potesse afferrare Peter uscì dall'acqua e prese velocità verso il cielo, ora azzurro.
 
Mi resi conto di essermi aggrappata a Peter  anche con le gambe e lo stavo trafiggendo con le unghie.
 
Cercai di scusarmi ma non avevo voce a causa della paura e smisi di torturarlo.
 
 
- Adesso dove andiamo? - mi chiese con una nota malinconica nella voce.
 
- Non lo so - dissi con un filo di voce.
 
- Non hai la mappa - che stupida! Sì che ce l'avevo!
 
Mi sfilai la mappa dalla tasca dei jeans, cercando di non lasciare Peter e gliela porsi. Per farlo dovette scollarmi da lui e fui costretta a guardarlo in faccia. La sua voce aveva detto la verità: anche sulla faccia di Peter c'era tristezza.
 
- Quindi dobbiamo andare in Canada - disse senza emozione.
 
Scrutai la mappa - Sì a Vancouver... - dissi indicando con un dito la nostra prossima destinazione, perdendo quasi l'equilibrio.
 
- Bene - disse secco - Tieniti forte - disse pochi secondi prima che partisse a tutta velocità, ma questa volta non persi l'equilibrio e non dovetti uccidere Peter.
 
 
 
 
Stavamo volando da un'ora, in silenzio e il cielo si era fatto scuro. Avevamo rallentato e l'avevo percepito dall'aria che non mi sferzava più la faccia.
Ero stanchissima, ma dovevo stare sveglia se no Peter avrebbe dovuto faticare di più. Anche lui era stanco e l'avevo capito perché continuava a sbadigliare e a sgranchirsi.
 
- Come stai? - mi parlò per la prima volta.
 
- Bene... Se sei stanco potremmo fermarci... -
 
- No dobbiamo arrivare a destinazione - disse trattenendo uno sbadiglio.
 
- Sei stanco, dobbiamo fermarci Peter... I poteri degli semi-dei non durano per sempre. Abbiamo bisogno di riposarci anche noi. Scendi e troveremo un hotel dove stare... -
 
- Melissa... - cercò di replicare.
 
- Peter non accetto obb... - non riuscii a finire la frase perché Peter si mise un dito sulla bocca.
 
- Che c'è? - chiesi senza ricevere risposta. Mi misi ad ascoltare il buio e a scrutare il cielo scuro.
 
Peter si girava di continuo a causa di rumori inesistenti. Guardai nella direzione in cui guardava lui - Peter non saremo mica nell'area degli aeroplani? - Due lucine rosse stavano davanti a noi, ferme.
 
- Peggio  - disse tetramente.
 
In un secondo le lucine si moltiplicarono e ovunque guardassi c'erano coppie di piccole luci.
 
- Sono mostri - dissi, mentre sentivo il mio cuore cominciare a correre come un impazzito nel mio petto - Cosa facciamo? Non abbiamo neanche le armi! - dissi in preda ad una disperazione crescente.
Dedussi che a Peter non piacesse rispondere e solo agire di testa sua quando si lasciò andare come un sacco di patate verso la terra.
 
In quel momento gli occhietti rossi vennero fuori dalle nuvole scure per inseguirci. Così riuscii ad identificare la loro forma: erano giganti uccellacci neri con enormi artigli che  si stendevano per prenderci.
 
- Peter veloce! - dissi terrorizzata.
 
Peter virò verso il basso sempre più velocemente ma uno dei mostri ci superò e prese Peter per la gamba trascinandolo verso l'alto. Un altro di quei schifosi uccelli mi staccò da Peter e mi porto nella direzione opposta.
 
-Lasciami andare!! - urlai dimenandomi.
 
D'un tratto un coltello comparse nella mia mano e senza pensare a come fosse comparso lì trafissi la zampa del mostro che mi lasciò cadere.
 
Ecco stavo facendo caduta libera da mille metri da terra e acquistavo velocità ogni secondo di più. Era una delle scene che sognavo la notte per i quali mi svegliavo sudata.
Mi misi le mani al petto pregando "E' solo un sogno! Adesso mi sveglio e Holly mi porterà la colazione! E' solo un SOGNO!" ma non succedeva niente vedevo gli alberi piccolissimi farsi vicini.
 
Poi non ricordo più nulla.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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