Storia partecipante allo “Storytelling” Contest indetto da Fabi_Fabi sul forum di EFP
Autore
(il nome che desiderate per il banner):
Robinki
Titolo: I
want to break free
Personaggi: Minerva
McGranitt
Avvertimenti:
One-shot
(503 parole!)
Genere: Generale,
Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Osservava
rigida la sua immagine sulla superficie fumosa.
Il suo volto era severo, i suoi occhi trasmettevano un’unica sensazione: austerità.
NdA
(facoltative):
Bene, bene. Inizialmente avevo pensato: beh, ci sono pochissime fic
su Minerva, non sarà poi tanto difficile scriverne una senza
cadere nel banale. E invece mi sbagliavo, oltre ad essere
estremamente difficile scegliere il tema, ho avuto serissime
difficoltà nel calarmi nel personaggio e alla fine ne è
uscito questo! Ecco il risultato delle mie fatiche pomeridiane,
ovviamente non manco mai di ridurmi all’ultimo minuto! Qui ho
voluto rappresentare una Minerva in un momento di solitudine, che
cerca un ricordo nel suo Pensatoio, forse per trarvi forza o solo per
una necessità nascosta, chissà. Non vorrei si evincesse
un’eccessiva rigidità del personaggio, ho semplicemente
cercato di scavare nel passato di questa personalità di cui
non sappiamo poi molto e che ho sempre visto come una donna dalle
mille sorprese: rigida e severa per lo più, ma scatenata e
appassionata nei momenti importanti. Magari quello che avrei voluto
rimarcare è che in sostanza,
però, nei confronti della sua figura mantiene sempre un minimo
di rigore, che non può evitare di imporsi. *Finger Crossed*
Spero ti piaccia!
I want to break free
Osservava rigida la sua immagine sulla superficie fumosa.
Il suo volto era severo, i suoi occhi trasmettevano un’unica sensazione: austerità.
I capelli asfissiati nella crocchia dietro la nuca sembravano agognare la libertà.
Restò immobile per alcuni istanti, poi immerse la bacchetta nel recipiente e subito distese il volto in un sorriso.
Una bambina di sette anni si erse dalla foschia e iniziò a ruotare lentamente.
Guardava fissa dinanzi a sé.
Aveva vispi occhi castani e una chioma di lunghi capelli bruni.
Faceva le linguacce e poi scoppiava a ridere.
Percepì la necessità di immergere il viso nella sostanza nebulosa e, dopo averlo fatto, poté godere di una visuale dall’alto del luogo nel quale la fanciulla si trovava.
La stanza che le si presentò era rettangolare e esibiva un arredamento essenziale: uno specchio, un letto e un armadio. La bambina era piazzata dinanzi al primo.
All’improvviso si allontanò, per avvicinarsi alla finestra alle sue spalle.
Girò la testa verso la porta con uno sguardo di sfida e iniziò a prendere la rincorsa.
Indietreggiava con un luccichio negli occhi, stringendo i pugnetti lungo i fianchi.
Raggiunse la vetrata, poggiandovi la schiena contro e lanciò un' ultima furtiva occhiata, come se temesse l’arrivo di qualcuno.
Poi si lanciò verso il letto, gridando di gioia, e quando fu a pochi passi da questo, spiccò un salto.
Finì lunga distesa sul morbido materasso, iniziando a rimbalzare, e la sua risata cristallina di diffuse nell’aria.
Improvvisamente la porta della stanza di spalancò, rivelando sulla soglia una donna che guardò la bambina con rimprovero.
Le sopracciglia sollevate le conferivano un’aria intollerante e le narici frementi e dilatate lasciavano intendere che non gradisse lo spettacolo difronte al quale si trovava.
Portava i capelli stretti in una complicata geometria sul collo e un vestito castigato la copriva dal collo in giù.
La ragazzina la fissò intimorita e ad un cenno del braccio della donna, che le indicava di lasciare la stanza, obbedì immediatamente.
Mentre sorpassava la porta, ricevette uno scappellotto sulla nuca e sentì che la madre le artigliava i capelli per legarglieli.
E mentre la stanza sfumava per essere sostituita da una cucina ben arredata, ritrasse il capo dal Pensatoio.
Tornando a guardare la luminosa superficie caliginosa, quella le restituì il riflesso di una donna anziana.
Il suo sguardo adesso non recava tracce di quella rigidezza che prima lo permeava.
Sembrava emozionato.
Minerva McGranitt restò immobile, sorpresa da quel turbinio di sensazioni che la stava invadendo.
In un attimo sciolse i capelli che si sparpagliarono sulle esili spalle e fissò lo specchio con lo sguardo di sfida che prima aveva visto sul volto della bambina.
Si voltò e a passo deciso si avviò verso l'uscita, determinata. Aveva abbassato la maniglia e si accingeva a lasciare la stanza, quando si bloccò.
Tornò sui suoi passi e si esaminò allo specchio.
Passò una mano sulla fronte e scosse piano il capo.
Dopo un attimo di esitazione, sollevò la bacchetta e con un colpo secco i capelli tornarono nello stretto chignon.
Dopodiché infilò rapida la porta.