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Autore: Quintessence    01/04/2011    2 recensioni
Il suicidio. La vita. La sproporzione dell'amore. Questi sono i miei temi, quali sono i tuoi?
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Cosa è successo ad Alessandra, perché Matteo decise di non amarla, come questo la uccise e come il contorno cambiò all'improvviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dieci ~ La Speranza


Il primo, amaro sentore. La previsione della beffa. Il pregustare la delusione. Il retrogusto dell'illusione. La speranza. Schifosa, bastarda, falsa e infida. E io l'ho incontrata, e posso dirvelo che è proprio una stronza! Anzi, forse è il caso di dirle che sono stato io a dargli una bella batosta per farla essere così, però non ho saputo resistere. Mi sono ritrovato in mano il cellulare, il suo numero in testa all'elenco -arrivato da chissà quale angolo del pianeta- e non ce l'ho fatta. Tutti sono curiosi di sapere cosa c'è scritto e se ho scritto questo benedetto SMS; ma fatevi un po' i fattacci vostri, che cavolo! Sono due mesi che non le parlo, ok? Sapete perché, stronzi voi e la speranza? Perché sono due mesi che NESSUNO le parla! A parte Federica, e solo ogni tanto.
Si chiama Esclusione, e non è divertente. Non l'abbiamo messo ai voti, non abbiamo mai detto 'da oggi non le parliamo più. Questo non l'avremmo mai fatto, per quanto siamo degli infimi e ne saremmo forse anche capaci; abbiamo troppa paura delle conseguenze e poi la cosa salterebbe fuori. Si sa come vanno, queste cose. E' una specie di tacito patto, piuttosto, visto che lei ha deciso di essere diversa da noi, di staccarsi. Di distinguersi.
Di indossare il giallo anziché il blu, di indossare i quadretti con le righe, di mettere stivali colorati a mano. La scelta è stata sua, o no? Questo ci ha fatto arrabbiare. Ecco, tendo sempre a dire Noi anziché Io. Non mi piace parlare di me. Io non ho fatto niente, sono solo stato coinvolto. Non ci sono capi. C'è solo il silenzio. Una volta l'ho vista addirittura con una specie di bastone in mano e un cartello che diceva qualcosa come "Parlami e ti gratto la schiena". Penoso. Inutile dire che sono corso via fingendo di non conoscerla.
Comunque, come dicevo, adesso sono due mesi che non ci parliamo. Lei, che prima ci provava a farsi accettare (jeans, trucco, queste robe qui) è tornata quella di sempre. Canta Imagine e i Pink Floyd a squarciagola la mattina e corre per i prati improvvisando danze maori all'intervallo. Io sto zitto, sospiro. Prima sembrava quasi normale, mi sentivo addirittura legittimato a parlare con lei. Magari fosse stato così facile... Mi rendo conto che avrei dovuto ballare con lei la danza maori, e fare il coro di Imagine ondeggiando al suo fianco. Ma ho sempre avuto ancora una volta paura del silenzio. Paura che mi avvolgessero, che prendessero anche me. Così, ho mollato, come ha fatto lei.
Ci ha rinunciato. A farsi benvolere, a fare la normale. Non posso farci niente, io.
Perché viviamo in un mondo di loro, giusto? Non è detto che essere te stesso sia un vantaggio in questo posto di schifo, e lo dico anche io che è un posto di schifo, perché tutti non aspettano altro che adeguarsi. Adeguarsi al grigio. A fare i compiti. A mettere i jeans. A mettere la matita. A giocare a pallone. Adeguamento continuo.
Ma se sono due mesi che non parlo con la ragazza che mi piace, almeno un sms me lo potete concedere? 
Sia mai.
In effetti c'è anche scritta una cosa stupida. C'è scritto "Come stai? Lo sai, mi spiace che in questi ultimi tempi non ci siamo parlati... Ma sai, gli impegni e la scuola.. ci sono finito in mezzo. Ma tu mi piaci davvero. Potrei essere innamorato di te. Forse" -Il forse è una cosa carina, penso. 
Opzioni->Invia->Rubrica->Ale.
A me piace di più Ale com'è adesso, con i colori e i fiori nei capelli e il resto. Ma così è un caos, non posso parlarle. Così getto nell'etere informatico l'sms, lo mando con un bel sorriso. E poi elimino le prove. E chi pensa mai che quella va a diffondere la notizia a macchia d'olio!? Ecco, adesso sono legato ad una persona impopolare. A una sfigata. Cosa devo fare?! Se la accetto, nessuno mi parla più. Se la rifiuto, la uccido. E allora mi crollano i nervi. Perché sembro un ragazzo tranquillo ma da quando tutti hanno saputo del mio sms quella mi ha fatto veramente girare le palle. E al ping pong le dico proprio così, che mi ha rotto e che non voglio che rovini oltre né la mia né la sua vita. Penso che se ci legassimo sarebbe tutto peggio, per entrambi. Io perderei loro, e lei perderebbe se stessa; e non voglio che nessuna delle due cose succeda, sinceramente.
Quindi vado avanti così, schiaccio la pallina e la guardo male, e spero che un giorno ci sarà un mondo in cui lei sarà più simile a loro e loro più simili a lei, e io potrò amarla come vorrò.
Nel frattempo, aspetto. Spero.
Un primo sentore, un campanello d'allarme. Sentore di delusione. Amaro sentore di tremenda illusione: la Speranza.
*

"Bastardo, l'hai illusa proprio così brutalmente!?"
"Non volevo. Insomma, doveva tenerlo segreto." -Ribatté Matteo. Scusa tanto, si disse, gli sms non sono mica pubblici. Loretta guardò entrare un verde possente nell'ampolla. Così potente creatore, e tanto potente distruttore il verde della speranza. Ancora poco tempo, alla fine. Forse un'ora o forse poco più. 
"L'ultima cosa che voglio domandarti prima di esaudire il tuo desiderio e scegliere come usare il tempo tornando indietro a salvarla..." -Disse con voce grave- "E' di pensare all'ultimo momento che l'ha caratterizzata; il momento in cui, credi, abbia deciso di suicidarsi. Un'emozione a piacere, allora"
Matteo alzò le sopracciglia e non gli venne niente in mente.
"Andiamo, lo saprai, no?" -Gli disse Loretta.
Allora lui si distese, mentre il ricordo prendeva forma.
"Sì, lo so" -Incredibile ma vero, era un ricordo positivo.


   
 
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