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Autore: Arwen_theevenstar    01/04/2011    3 recensioni
Questa è una storia d'amore tra una ragazza di nome Silvia e Shannon, nata quasi per caso in un castello sperduto, ma strane coincidenze porteranno i due ad allontanarsi... PS SAREI MOLTO CONTENTA SE LASCIASTE DELLE RECENSIONI, IN MODO CHE IO POSSA CAPIRE COSA NE PENSIATE SIA DELLA STORIA SIA SU COME SCRIVO.GRAZIE MILLE!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Pensieri di Shannon* La guardavo correre col suo cavallo come un’amazzone e il cuore mi saltò in gola. Avevo fatto bene a parlare con Monica e Cristina. Tutte quelle seghe mentali che mi ero fatto sul conto di Silvia… erano soltanto paure. Abituato a vivere nell’ambiente dei media avevo sempre paura che qualcuno mi fregasse, ma ho dubitato della persona sbagliata. In tutti quei mesi che mi sentivo con loro, mi hanno sempre confermato la solita tesi: Silvia ti ama, da pazzi, ma non vuole accettarlo. Perché non voleva? Le avevo provate tutte: mettere foto con altre ragazze, twittare frasi ambigue… qualsiasi cosa pur di avere una sua reazione. Ma nulla. Nessun twit, nessuna email, niente di niente. Era così diversa da Alena o da tutte le altre. Lei non voleva apparire, e aveva paura dei suoi sentimenti, di se stessa. Il tempo di elaborare pochi pensieri ed arrivò come un fulmine. Grazie a Dio le sue amiche mi avevano avvisato di questa loro giornata. Mi guardava dall’altro lato del lago e quando iniziò a familiarizzare la mia sagoma lasciò le briglie. Scese dal cavallo che andò subito ad abbeverarsi. Era nel panico. Sarebbe voluta ripartire all’istante ma il cavallo aveva bisogno di rifocillarsi e di fermarsi un po’. Arrivai di là, con calma. La osservavo. Non volevo perdermi un’istante di quegli attimi. Erano mesi che non la vedevo ed ero felice. Lei era bellissima come sempre nella sua Tshirt bianca. –“Sai di solito per correre uso la moto non il cavallo…ma tu vai forte con questo simpatico tizio…come si chiama?”. Era impacciata e confusa. –“Si chiama Indio. .. hai presente i film di Sergio Leone?”. Scesi da cavallo, “ La mia invece si chiama Jill…hai presente i film di Sergio Leone?” gli risposi sorridendo. L’ennesima coincidenza che incatenava le nostre vite. Era sconvolta. La abbracciai. Sentivo il suo cuore scoppiarle nel petto, ma si divincolò. Riprese razionalità –“Senti parla chiaro. Cosa sei venuto a fare? A passare un po’ di tempo con la tua puttana italiana? Se è per questo puoi anche tornare da dove sei venuto. Ho visto che non ti risparmi , complimenti. Hai proprio un bel book fotografico su twitter”. Fece per rimontare a cavallo ma la bloccai. “Ascolta: io sono venuto per te, perché mi manchi e perché anche se faccio una vita diversa dalla tua, non posso fare a meno della tua presenza. Sono mesi che mi tengo in contatto con le tue amiche, le foto di twitter erano per provocare una tua reazione. Ti ho fatto male lo so, ma pensa quanto sono stato male io a sapere di te e Jared, volevo soltanto che fossi tu a cercarmi.” Le scese una grossa lacrima e le sue labbra si incresparono mentre il sole ci stava regalando un tramonto mozzafiato. –“A quale pro avrei dovuto cercarti? Io non ti ho chiamato perché tu l’ultima sera te ne sei andato senza darmi spiegazioni, e ho pensato non fossi realmente interessato a me. Poi vedo tutte quelle foto e quelle frasi… e ho pensato : eccolo si è svelato…il divo di Hollywood superficiale e stronzo. Mi sono fatta fregare, mi hai fatto male, tanto.” Disse riprendendo lucidità. Mi sentivo in colpa per averla fatta soffrire, ma anche io avevo patito le pene dell’inferno quando lei era stata con Jared ,talmente tanto che pensai di non poter reggere un altro colpo del genere, e per vigliaccheria decisi di abbandonare la nostra relazione. Restammo li a parlare per molto tempo,era strano essere così lucidi e coscienti dei nostri sentimenti. E’ vero ci eravamo fatti del male, ma sapevamo che non potevamo più stare lontani. La luce del tramonto rendeva le colline circostanti come infuocate. Eravamo io e lei, seduti al bordo di un lago in aperta campagna. Non c’era niente di niente, ma per me c’era lei, l’indispensabile alla mia esistenza. Le cinsi le spalle e le misi il giubbino di pelle addosso. –“Ho notato che sentivi freddo e…” Mi guardò con quegli occhi resi miele liquido da quella luce. “Questa frase mi sembra di averla già sentita...hey Dude… vedi di non fregarmi stavolta perché io ti amo”. Mi spiazzò. La strinsi più forte, era la mia donna e non potevo più lasciarla andare. “Ti amo” Le diedi un bacio lungo e intenso, quasi non mi accorsi che Monica e Cristina erano arrivate. “Hey …ma che teneri… che dici Cri, abbiamo fatto bene ad organizzare questa sorpresina alla nostra Silvietta?” intervenne la bionda:” Sicuro Mony… ora però devi prenderti cura di lei Shan… ha perso 2 mesi della sua vita, deve recuperare”. Le due ragazze ripresero la camminata… lentamente le loro ombre scomparvero all’orizzonte, mentre noi restammo abbracciati nella penombra. Come al solito il suo profumo mi inebriava. Era un eccitante naturale e le saltai addosso. Mi mancava lei, mi mancava la sua fisicità, il suo tocco, la sua pelle il suo sapore. Avevo assaggiato un’astinenza troppo lunga che faceva salire in me la voglia di farla mia.Lì, in quel momento. La spogliai lentamente mentre nella semi oscurità ammiravo la sua pelle candida. Era morbida e liscia, mi mandava in estasi. Era un gioco reciproco il nostro e anche lei mi spogliò avida. Ero già talmente eccitato che non lasciai tanto spazio ai preliminari. E lo facemmo li in mezzo alla natura. Lei si sedette sopra di me ed era bellissima, le sciolsi i capelli e la guardavo muoversi selvaggia ed elegante al tempo stesso. Stavamo facendo l’amore,non c’era più nulla a dividerci, niente segreti, tradimenti, menzogne. Eravamo finalmente liberi da tutto, eravamo liberi di amarci e di volerci. Eravamo un tutt’uno,letteralmente travolti dalla passione. Ci rivestimmo in silenzio, la baciai in fronte prima di aiutarla a montare Indio che già scalpitava per tornare al maneggio. “Ti amo piccola. Ho aspettato 41 anni per trovarti e ora non ti lascerò più andare, mai più,promesso”. Rimontai Gill che impavida della notte iniziò a trotterellare sul sentiero del ritorno, mentre Indio bollente riprese la sua veloce corsa verso il maneggio,poi si fermò a qualche centinaia di metri ad aspettare la sua grigia compagna, poi, complici ripartirono entrambi per una gara a perdifiato in quell’immensa campagna.
   
 
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