Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: RondineSapientina    01/04/2011    4 recensioni
Remus riaprì gli occhi e, quando incontrò quelli grandi e scuri della ragazza, il suo cuore perse un colpo.
-Perché non vuoi lasciarti amare?- gli chiese lei quasi in un sussurro, mentre con la mano gli sfiorava una cicatrice sulla guancia.

Ecco a voi una missing-moments su Remus e Ninfadora! Vi siete mai chiesti cosa potrebbe essere successo il giorno di Natale nel sesto libro? E se Lupin fosse poi andato da Tonks? Questo, secondo il mio modesto parere, è quello che potrebbe essere successo.
Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell’autrice:  bene allora questa è una one-shot su uno dei missing-moments di Lupin e Tonks. L’ambientazione è quella del giorno di Natale del sesto libro. Il mini flashback, infatti, è preso proprio dal libro. Un piccolo consiglio: leggete la fanfiction, mentre ascoltate “Total eclipse of the heart”, cantata però da Glee! Io l’ho fatto e l’ho trovato fantastico! *-* Però è sempre la mia opinione da autrice della storia, quindi non conta! xD
Spero comunque che vi piaccia!
Un bacio abby_nigel


 



 

Total eclipse of the heart


 Lupin vagava per le strade di Londra da più di mezz’ora, mentre la neve continuava a cadere a fiocchi e a ricoprire ogni cosa. La città era completamente deserta, eccetto qualche sporadico passante, che probabilmente si affrettava a raggiungere i propri cari per il pranzo di Natale. Remus, però, di fretta non ne aveva, anche perchè non aveva nessuno con cui festeggiare il Natale. Era la punizione per essere un lupo mannaro, un mostro. Dover vivere in eterna solitudine.
Quella mattina era passato alla Tana a fare visita agli altri, su insistenza di Molly. Era stato comunque confortante rivedere dei volti familiari: Arthur e Molly, Bill, Fleur, Harry. Eppure era un altro il volto che aveva cercato speranzoso, quando era entrato nella stanza.
 

-Ho invitato la cara Tonks qui oggi, ma non è voluta venire. Le hai parlato di recente, Remus?

Le parole di Molly ancora riecheggiavano nella sua mente.

-No, non sono stato in contatto con nessuno- aveva risposto lui sbrigativo –Ma Tonks ha la sua famiglia da cui andare, no?

-Mmm. Forse. Ma veramente ho avuto l’impressione che pensasse di trascorrere il Natale da sola.

Dopo quella frase, Molly gli aveva lanciato uno sguardo truce e accusatore, come se fosse colpa di Remus, se Tonks non era lì con loro.
 

“In realtà E’ colpa mia…”.

Pensò Lupin mestamente. Ad un certo punto due fidanzati, che camminavano mano nella mano sul marciapiede opposto, attirarono la sua attenzione. Si lanciavano sguardi sdolcinati e si sorridevano a vicenda. Remus provò un moto di invidia per quei due giovani, così innamorati l’uno dell’altra e ignari dei pericoli che stavano per incombere su tutti loro. Si strinse nel cappotto, per una folata di vento freddo e pungente che lo aveva fatto rabbrividire.

“Sono solo…”.

Era vero. La missione per Silente non gli permetteva di avere contatti con nessuno; così era costretto ad isolarsi e a mimetizzarsi in mezzo a un branco di lupi mannari, rozzi e brutali, facendo emergere il lato peggiore di sé. Quello della bestia, del mostro, contro cui, invano, combatteva da anni. Si voltò indietro, per lanciare un ultimo sguardo ai due fidanzati, che ormai lo avevano superato, mentre l’idea di assecondare per una volta il proprio istinto prendeva corpo nella sua mente.

“Lo so che poi me ne pentirò…”.

Così chiuse gli occhi e si Smaterializzò, per poi comparire di fronte a quella porta che ormai conosceva bene. Inspirò profondamente, lasciando che l’aria gelata gli invadesse i polmoni, e poi bussò.

-Andate via! Non ho intenzione di ascoltare i vostri stupidi canti di Natale!

-No, Tonks…- disse lui titubante –Sono io…Remus…

Ci fu qualche secondo di silenzio e poi la porta si aprì lentamente, emettendo degli striduli cigolii. Davanti a lui comparve una Tonks dai capelli color grigio topo e dallo sguardo spento. Indossava un pigiama di pile, che aveva lo stesso colore dei capelli e che acuiva il pallore e la magrezza del viso.

-Cosa vuoi?- domandò lei.

-Volevo vedere come stavi. Molly mi ha detto che avresti passato il Natale da sola…

-Non per colpa mia…- tagliò corto lei.

-Posso entrare? Fa freddo qui fuori- chiese lui, cercando di cambiare discorso.

Ninfadora ci pensò per qualche secondo, poi si fece da parte, facendogli segno di entrare. Quando Remus varcò la soglia, notò che il piccolo appartamento era piuttosto buio e trascurato. Doveva essere per via dell’umore della ragazza.

-Vuoi del tè?- chiese lei, poco cortesemente.

-Sì, lo gradirei volentieri…

Tonks annuì meccanicamente, lasciando l’uomo all’ingresso. Dopo poco Remus la sentì armeggiare in cucina con le pentole. Lui, intanto, si era spostato in salotto e, dopo essersi guardato un po’ attorno, si sedette sul divano. Alla fine Ninfadora lo raggiunse, ma rimase in piedi, appoggiata allo stipite della porta, mentre lo osservava silenziosamente.

-La missione sta andando bene?- chiese lei, quasi distrattamente.

-Sì, abbastanza bene…grazie…

Tra i due calò un silenzio imbarazzante. Erano tante le cose che avrebbero voluto dirsi, ma un po’ per timore un po’ per la situazione che si era creata, nessuno dei due parlò per qualche minuto. Fu Remus il primo a rompere quel silenzio.

-Tonks, mi dispiace che tu stia soffrendo così per…per…

-Per te?- concluse lei –Ti meraviglia tanto questa cosa? Remus, se sei venuto qui per pietà, puoi anche andartene! Non ho bisogno della tua compassione!

-Allora di cos’è che hai bisogno?

-Di te- rispose lei decisa.

Tonks sostenne lo sguardo dell’uomo fino a che il bollitore in cucina non cominciò a fischiare; così lei andò nell’altra stanza per finire di preparare il tè. Dopo un po’ Lupin sentì il rumore di qualcosa di metallico cadere fragorosamente per terra, seguito dalle imprecazioni della ragazza. Quando giunse in cucina, vide il bollitore rovesciato per terra e Ninfadora che si massaggiava una mano.

-Mi sono scottata e ho fatto cadere il bollitore…- spiegò lei sbrigativa, mentre si chinava per ripulire.

-Aspetta ti do una mano!

Lupin si abbassò per aiutarla e fu proprio in quel momento che le loro mani si sfiorarono. Tonks a quel tocco ritirò immediatamente la propria e, abbassando lo sguardo, disse

-Non preoccuparti. Faccio da sola…

Dopo quelle parole raccolse il bollitore e, dando le spalle all’uomo, ricominciò a versare l’acqua nel contenitore di metallo. Remus, allora, le si avvicinò da dietro e delicatamente le pose una mano sul braccio.

-Tonks,- continuò lui –non voglio che tu soffra così per me. Non meriti questo…

Ninfadora si voltò verso di lui, mentre le lacrime cominciarono a rigarle il volto.

-Potrai anche impedirmi di stare con te, ma non di amarti…

Remus chiuse gli occhi come per darsi forza, per resistere alla tentazione di abbracciarla, di assaporare le sue tenere labbra, di dirle che la amava; ma per il bene di Tonks doveva reprimere quei sentimenti e far prevalere la ragione.

-Ti prego, Ninfadora. Sii ragionevole…

-Non chiamarmi così!- sputò lei con rabbia –Remus proprio non vuoi capirlo?! Io ti amo, ti amo più di qualsiasi altra cosa!

Mentre pronunciava quelle parole, gli si era avvicinato tanto da poter sentire il respiro di lui sul suo viso. Remus riaprì gli occhi e, quando incontrò quelli grandi e scuri della ragazza, il suo cuore perse un colpo.

-Perché non vuoi lasciarti amare?- gli chiese lei quasi in un sussurro, mentre con la mano gli sfiorava una cicatrice sulla guancia.

Lupin chiuse nuovamente gli occhi per il piacere che quel tocco leggero gli stava procurando. Dischiuse di poco le labbra come per dire qualcosa, ma non riuscì a pronunciare nemmeno una parola, che Tonks aveva già poggiato le proprie labbra sulle sue. In un primo momento Remus era rimasto immobile, mentre una sensazione di calore dal ventre si diffondeva in tutto il corpo. Ma non appena Ninfadora si discostò, lui la attirò di nuovo a sé, cingendole la vita con le mani. La baciò di nuovo con più passione e trasporto di prima.

“Come mi sei mancata…”.

Già, gli era dannatamente mancata, ma non poteva dirglielo. Gli erano mancati i suoi adorabili capelli fucsia, i suoi grintosi occhi neri, il suo dolce viso a forma di cuore, le sue labbra rosee, le sue fragorose risate. Le era mancato tutto di lei. Dopo un po’ Tonks gli passò le braccia attorno al collo, non riuscendo più a resistere alla tentazione. Lui le diede dei leggeri morsi sul collo, come per imprimerle a pelle una specie di ricordo del loro piccolo momento di passione, mentre con le dita le sfiorò delicatamente la schiena. Ninfadora rabbrividì di piacere a quel tocco, mentre continuavano a baciarsi, ad aggrapparsi l’uno all’altra. Erano stati lontani per troppo tempo e non riuscivano a resistere al desiderio che avevano l’uno dell’altra. Ad un certo punto Tonks si staccò dalle labbra dell’uomo e, guardandolo fisso negli occhi, gli chiese

-Mi ami, Remus?

Lupin si trovò colto alla sprovvista e la guardò come confuso.

-Tonks, io…

-Rispondimi!- gli ordinò lei.

Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Remus, abbassando colpevole lo sguardo, rispose

-Non posso…

A quelle parole lei sciolse il suo abbraccio e disse

-Allora vattene. E’ inutile e doloroso che mi baci, se poi non riesci ad amarmi. Ora ti prego, vattene e lasciami stare…

-Tonks…- cercò di ribattere Remus, ma lei non gliene diede la possibilità di continuare.

-Ho detto vattene. Ti prego…

“Ha ragione…ha fottutamente ragione…”.

-Come vuoi…allora, addio…

Forse era meglio per entrambi, eppure lui non voleva lasciarla. Fin da quando aveva capito di amarla, si era sempre ripromesso di lasciarla andare, eppure in quel momento era riluttante a dirle addio. La guardò un’ultima volta, come per imprimere bene nella propria mente ogni singolo particolare del suo volto, del suo corpo. Anche se gli occhi di Ninfadora erano velati per le lacrime, trasmettevano comunque decisione e sicurezza. Ad un certo punto si fece forza e si avviò all’ingresso. Mentre apriva la porta, l’eco dei singhiozzi della ragazza lo bloccarono, stringendogli il cuore in una morsa dolorosa.

“Sì, è meglio per tutti e due…eppure perché siamo entrambi così tristi?”.

Quando fu fuori la casa e si fu chiuso la porta alle spalle, si voltò indietro un’ultima volta e pensò

“Ti amo Tonks…e ti amerò sempre…”.
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RondineSapientina