Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: Unsub    01/04/2011    2 recensioni
Il nuovo team è finalmente tornato a casa. Ognuno di loro ha preso la propria decisione. Ma saranno tutte rose e fiori ? Avranno fatto la scelta giusta? Perchè questo nuovo caso sembra mettere in discussione tutte le loro vite?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emily Prentiss, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Profiler'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
15 Capitolo XVI. What friend are for

Prentiss era concentrata sulla voce dall’altro capo del telefono, improvvisamente si voltò verso Puka e le fece cenno di accendere la TV. Le immagine del telegiornale scorrevano veloci sullo schermo, il tema del giorno era il maniaco a cui davano la caccia e che aveva già ucciso cinque giovani donne.
Il cronista era fermo davanti alla sede di Quantico e parlava concitatamente, mentre sullo schermo scorrevano i nomi ed i dati delle vittime accertate. Prentiss staccò la cornetta dall’orecchio e fece cenno di alzare il volume.
-    … la polizia di Washington D.C. ha formalmente chiesto l’intervento dell’Unità Analisi Comportamentali. Voci non confermate ci informano che l’F.B.I. non ha ancora risposto alla richiesta del dipartimento di polizia. La squadra dell’agente supervisore Emily Prentiss è famosa per aver risolto molti casi simili, ma, a quanto pare, il bureau non ha la minima intenzione di inviare questo team di esperti per fermare quello che è ora noto come il “maniaco di Dupont circle”. C’è da chiedersi se la sicurezza dei cittadini non sia tenuta in scarsa considerazione da questi burocrati, visto che non sembrano intenzionati ad aiutare nella cattura del killer che, ricordiamo, ha già ucciso cinque volte. Il panico si sta diffondendo nella popolazione femminile, così come…
Prentiss spense l’apparecchio con un sorriso compiaciuto, mentre tornava a parlare con il suo misterioso interlocutore.
-    Mi rendo conto benissimo della situazione… le posso assicurare che nessuno di noi ha parlato con la stampa – altro sorriso furbo – Siamo a vostra completa disposizione per risolvere questo increscioso… “incidente”. Sì, posso contattarli tutti nel giro di pochi minuti. Certo signore, senz’altro.
Riattaccò il telefono e si voltò verso la sua squadra, i ragazzi la guardavano stupiti e con gli occhi sgranati.
-    Ma come diavolo…? – cominciò Chris non trovando le parole.
-    Sapete che gli agenti di collegamento hanno buoni rapporti con i reporter? – rispose Emily strizzando l’occhio.
-    JJ! – esclamò Jack con un sorriso luminoso.
-    Non potremo chiedere altri favori in futuro, però il capo dell’agenzia mi ha appena chiamata informandomi che la vostra sospensione è stata temporaneamente revocata. Potremo affrontare quelli della commissione interna dopo aver risolto il caso. Non vorremo mica mettere in imbarazzo il bureau dando conferma a queste “voci non confermate”?
-    Quando si comincia? – chiese JJ impaziente.
-    Ci vuole tutti alla stazione di polizia il prima possibile. Quindi direi che è il caso di muoverci, visto che dobbiamo passare prima a ritirare i vostri tesserini e le vostre pistole.
Puka poggiò una mano sulla spalla di Prentiss e le regalò un sorriso luminoso.
-    Capo, te l’ho mai detto che sei la migliore?
-    E’ inutile che continui con le lusinghe, tanto non se ne parla di quell’aumento di stipendio – le rispose Emily tra il serio e il faceto.
-    Peccato, ci speravo – sospirò Cassie con aria drammatica.

Erano seduti in sala riunioni, tutti visibilmente nervosi. Nonostante la telefonata del capo dell’F.B.I. che revocava la loro sospensione, erano stati informati che prima di riavere i tesserini e le armi dovevano aspettare qualcuno. Morgan non si era fatto vedere, mentre loro aspettavano di sapere cosa stava succedendo ancora.
Improvvisamente la porta si aprì lasciando entrare Derek seguito da un uomo moro vestito con un tailleur e dall’aria professionale, stringeva in mano una valigetta ventiquattrore e sorrise all’indirizzo di Chris e Jack.
-    E’ stato dato l’ordine che veniate tutti assistiti da un avvocato, dovrete rilasciare delle dichiarazioni davanti alla commissione prima di poter tornare al lavoro – Morgan si mise a sedere e guardò ognuno di loro negli occhi – Non voglio che vi facciate illusioni, la situazione è piuttosto delicata e l’inchiesta interna è ancora in atto. Questo è l’avvocato Henry LaMontagne, alcuni di voi lo conoscono già, si è offerto di difendervi e mi sembra un’ottima cosa vista la sua specializzazione in cause di lavoro. Ognuno di voi parlerà da solo con l’avvocato e poi vi recherete uno alla volta nella sala della commissione. Domande?
Sei teste fecero un segno di diniego per poi tornare a concentrarsi sull’ultimo arrivato, che prese il posto lasciato libero da Morgan e tirò fuori una serie di cartelle con un block-notes.
-    Comincerei con Chris se non vi dispiace – disse il bel ragazzo moro dagli occhi azzurri – Potete aspettare nell’openspace mentre finisco di parlare con lui.
La squadra lasciò da soli i due che si guardavano sorridendo.

-    Allora, Chris, sempre nei guai per colpa delle gonnelle, eh? – esordì Henry appena restarono soli.
-    Prima che tu possa farti un’idea sbagliata, ti avverto che con l’agente Irons è una cosa seria. Non rischierei il posto per la storia di una notte – tenne a puntualizzare lui, mentre guardava l’amico di infanzia – Ci sono dei precedenti: i miei genitori, Morgan e Prentiss…
-    Sì, conosco la storia. Ho cercato di prendere tutte le informazioni utili prima di venire qui… Ora parliamo seriamente, non hai davanti il bambino con cui giocavi da piccolo, ma il tuo avvocato. C’è qualcosa che dovrei sapere?
-    Hai detto di aver già preso informazioni, cosa potrei aggiungere?
-    Da quanto tempo va avanti?
-    Due mesi – Reid cominciò a picchiettare sul tavolo nervoso.
-    Quindi era passato solo un mese da quanto la Irons era entrata nell’Unità… questo non gioca molto a nostro favore, ma dobbiamo giocare la mano anche con queste carte. Ci sono stati episodi in cui il vostro legame ha interferito con il lavoro?
-    No, assolutamente – il ragazzo assunse un’espressione convinta – C’è una netta separazione tra la nostra vita privata e il nostro lavoro. Non permettiamo che i nostri sentimenti personali interferiscano nelle indagini.
-    Cerca di ricordartela a memoria questa risposta, la commissione ti farà senz’altro domande simili. Perché eri fra i sospetti per questo caso?
-    Conoscevo una delle vittime e abbiamo discusso la sera in cui è stata uccisa. Ci sono dei testimoni e io… credo che una delle cose che le ho detto possa essere considerata una minaccia.
-    Hai un alibi?
-    Ero con Isabel. Sono stato scagionato.
-    Solo grazie alla parola della tua ragazza?
-    No. La notte dell’ultimo omicidio i detective incaricati dell’indagine mi tenevano sotto sorveglianza, ho passato a casa tutta la notte e loro possono testimoniarlo.
-    Eri solo?
-    No – ammise lui in imbarazzo.
-    Ancora Irons?
Chris annuì incerto. Le domande che gli stava rivolgendo erano fatte con un tono inquisitorio che non gli piaceva per niente. Si chiese da che parte stesse Henry.
-    L’ex agente Hotchner ha dichiarato di essere il tuo avvocato e ti ha assistito durante l’interrogatorio della polizia e del vice procuratore. E’ corretto?
-    Sì. Nonostante io avessi chiesto più di una volta di fare una telefonata, gli agenti non mi lasciavano chiamare nessuno. Hotch era stato avvertito da Jack ed è corso in aiuto.
-    Quindi sei rappresentato già da lui, corretto?
-    Solo nell’inchiesta della polizia, non ho mai avuto bisogno di un avvocato di fiducia… e poi, se proprio ne devo scegliere uno, credo che quel ruolo sia tuo di diritto – sorriso all’amico.
-    Ti tirerò fuori dai guai, fidati vecchio mio – Henry chiuse il fascicolo e lo guardò dritto in volto – Ricordati: risposte brevi e coincise, ancora meglio solo un sì o un no. Non strafare e non lasciarti innervosire, se ti sembra che una domanda sia poco chiara dillo chiaramente e loro saranno costretti a riformularla. Se dovessi accorgermi che fanno domande che esulano dal seminato ti metterò una mano sul braccio e tu dovrai tacere. Se farò obiezioni tu non mostrarti sorpreso, faccia da poker e non parlare se non direttamente interpellato. Tutto chiaro?
-    Cristallino.
-    Andiamo.

Continua…
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: Unsub