Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: FuckMeShanL    01/04/2011    5 recensioni
Si sa che hai giorni d'oggi, essere genitore è 'il lavoro' più difficile al mondo, soprattutto se lo si deve fare da solo. Risucirà il nostro Leto a crescere i figli facendogli capire il valore della vita?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Innanzitutto grazie a tutte per i commenti *w* sono felice che vi piaccia, sì sì!

@Francy allora avevo capito bene, avevo pensato proprio a te vedendo il tuo nick!!

@Rosa mia ♥ l’età ora non te la posso dire :D la scoprirai nel prossimo capitolo, forse o.O non sono ancora certa se scriverla nel quarto.

Anyway, buona lettura :D

*Una settimana dopo*

Mi intrufolai nella camera di mio figlio Lucas per svegliarlo, non era rimasto molto soddisfatto della casetta in legno preparata con fatica e sudore, così decisi di fargli un ulteriore regalo, che avrebbe reso felice anche Matt. Spostai frettolosamente le tende e spalancai la finestra facendo filtrare il sole nella stanza:”SVEGLIAAA!” urlai. “Vaffanculo!”, rispose Lucas assonnato. “Buongiorno anche a te…” – “Per quale cazzo di motivo mi svegli alle 9 di mattina?!”. Urlò portandosi il lenzuolo fin sopra la testa. “Prima di tutto modera i termini, e secondo…muoviti! C’è lo zio Shannon che ci aspetta giù!”. Lucas fece sbucare di nuovo la testa:”Perché è qua?” – “Vestiti e lavati. Quando scenderai, lo scoprirai!”.

Ci mise 15 minuti a sistemarsi, aveva battuto il record, solitamente ci metteva mezz’ora, peggio di una donna. Lucas prese posto a tavola, di fianco a mio fratello che stava addentando un bombolone. “Beh? Ora posso saperlo?”, chiese mio figlio. “Oggi lo zio e il papà ci portano in un negozio di musica!”, spiegò Matt.  “A fare cosa?”. Shannon quasi si strozzò con la colazione:”Ma io dico! Non mi sembra la reazione giusta la tua. Cazzo, ti portiamo a comprare uno strumento musicale, non un cazzo di motorino di seconda mano!” – “Ma non so cosa farmene di uno strumento…” – “Io lo voglio!”, aggiunse Matt.

Dopo un’ora di suppliche e di discorsi ragionevoli, riuscimmo a convincere Lucas a seguirci nel negozio. Percorrevamo in macchina le strade del Colorado, mio fratello guidava la sua gip comprata due mesi prima, di cui andava molto fiero:”Guardate adesso cosa fa lo zio Shan, allacciate le cinture!”, ammiccò uno sguardo che mi convinse poco. Si bloccò in mezzo ad una strada deserta e diede un colpo di acceleratore alla Gip. “Shannon che cazzo fai?” chiesi spaventato. “Ora lo vedrai”. Il gel che misi quella mattina non era proprio a effetto mattone come descriveva la confezione, mi ritrovai i capelli tutti all’indietro. Mio fratello percorse la strada a quasi 200 km\h accompagnato dalle urla di divertimento dei miei figli e dalle mie di paura. La corsa durò 15 minuti che per me erano sembrati infiniti:”Ma dico, ma sei matto?!” sbottai. “Lo faccio sempre, conosco queste strade come le mie tasche!”, si difese. “Queste cose falle quando sei da solo!” – “Dai, papà!”, si intromise Matt sbuffando.

Ancora infuriato scesi dalla macchina e ci avviammo all’interno del negozio. Mai mi sarei immaginato di trovarmi di fronte uno spettacolo del genere. Un negozio a due piani tutto pieno di strumenti musicali. Io, Matt e Lucas restammo con il naso rivolto verso l’altro per qualche minuto. “Ma è….gigante!”, esclamò Matt. “Questa frase me la dicono spesso le donne!”, mio fratello se ne saltò fuori con una delle battute del cavolo che non facevano ridere nessuno…a parte i miei figli:”Hey voi due! Cosa ridete?!” – “Come sei noioso, mamma mia!”, mi disse Lucas allontanandosi per andare a guardare una chitarra.

“Bene, che strumento volete?”, chiesi ad entrambi. “Chitarra!” urlò Matt. Mi voltai verso Lucas, ma da lui non ebbi alcuna risposta. “Lui vuole la batteria…” rispose Shannon al posto suo. Ci rimasi male, speravo che anche lui seguisse le mie tracce, invece decise di avere suo zio come punto di riferimento. “Ok, andiamo a sceglierla subito allora…”.

Ci avviammo nel reparto delle batterie, vidi la mia famiglia osservare tutto con stupore e meraviglia. Per i miei figli probabilmente era la prima volta che mettevano piede in un posto del genere. “Che ne dici di questa?”, ne indicai una. “Non va bene” –  “Shannon deve decidere lui, non tu!” ripresi mio fratello. “Il rullante non va bene, è troppo piccolo!”, sbuffai:”Lo si cambia!” – “Mi dici che senso ha comprare una batteria e cambiarne poi il pezzo? Prendila subito completa, no?” – “Non fare il signor ‘Sotuttoio’, con me non attacca. Lo facevi anche da piccolo!”. Shannon scosse la testa e rimase zitto. “Lucas questa non va bene, scegline un’altra…” dissi osservando Shannon che mi faceva la voce. “Non l’avevo nemmeno scelta io quella…” si lamentò Lucas. “Ti sto dando una mano ragazzino. Questa? Ti piace?”, indicai una batteria rossa e bianca. “Non ci siamo…”, Shannon si intromise di nuovo. “Porca puttana Shannon, cos’ha questa che non va? Il rullante è ancora troppo piccolo?” – “Senti, vuoi far suonare uno strumento decente a tuo figlio? Bene, segui i miei consigli. Quando poi dovrai compare la chitarra a Matt, allora me ne starò zitto! La vedi la grancassa?  Si vede ad occhio nudo che fa un suono di merda, senti”. Shannon cominciò a picchiettare la mano andando a ritmo con la testa. “A me sembra un ottimo suono!” commentai. “Ma smettila di dire stronzate, con questa non vai da nessuna parte….quella…è perfetta!”, ne indicò una nera, lucida, grande e…perfetta. Sì, odiavo ammetterlo, ma quella che aveva appena indicato era meglio di qualsiasi altra batteria presente in quel reparto. “Questa mi piace!”, disse Lucas. Beh, ovvio che gli piaceva, l’aveva scelta suo zio.

“Quella è una Ludwig. E’ un pezzo raro, da collezione ed è costosa. Era molto utilizzata negli anni 60 e udite udite, la lanciò Ringo, batterista dei Beatles. Non uno qualunque. Passò di mano in mano. La suonarono  Jimi Hendrix,  John Bonham  dei Led Zeppelin, Nick Mason dei Pink Floyd, Trè Cool dei Green Day e ve ne ho elencati solo alcuni. E’ stata costruita in mogano, riconosciuto come il legno dalle caratteristiche acustiche eccezionali”. Una ragazzina con una coda lunga appoggiata sulla spalla destra ci descrisse a meraviglia la batteria che Shannon aveva scelto. Avrà avuto l’età di Lucas e tutto questo sapere sulla musica, mi stupì. Teneva in braccio un cagnolino che aveva l’aria di uno già visto da qualche parte. “E’ tuo quel cane?” chiesi. “No, me l’ha dato in eredità Kurt Cobain …” rispose. “Ramona, santo cielo, quante volte ti ho detto di non infastidire i miei clienti?...oh…signor Leto, che piacere rivederla!”. Finalmente mi ricordai dove potevo aver visto quel cane. Era Kelan, e la sua padrona era la signora bionda che incontrai settimana scorsa.”Buongiorno a lei. E’tutto suo questo?” chiesi sorpreso. “Ora sì, era di mio marito, ma ha lasciato tutto a me…scusate il comportamento di mia figlia, ha il vizio di intromettersi nei discorsi altrui..”, la signora era alquanto imbarazzata, come se il talento di sua figlia le desse problemi. “Ci è stata di grande aiuto Ramona. Eravamo indecisi su quale batteria comprare e abbiamo deciso, prendiamo questa!”. La signora mi sorrise, aveva dei denti bellissimi, bianchi, dritti. E sul lato della bocca si formavano delle fossettine. “La portate subito via o ve la faccio consegnare?” – “Meglio la consegna a domicilio!” – “Ok, la farò impacchettare da uno dei miei commessi!” – “Perfetto!”. Ci fu un silenzio imbarazzante, che venne interrotto da mio figlio Matt:”Ora scegliamo la mia chitarra?” – “Ve la posso consigliare io…” rispose Ramona. “Sicuro!”. Ci voltammo tutti verso Lucas e io capii al volo che quella ragazzina gli piaceva.

Ci mettemmo solo 10 minuti a sceglierla, quella ragazzina era piena di esperienza, e a mio figlio sarebbe servita una persona così al suo fianco:”Senti, Ramona, perché tu e tua mamma non venite a cena da noi questa sera?”, Lucas mi fulminò. “Ah…emm….avrei un impegno….devo vedere se riesco a spostarlo….” – “Questo è il mio numero, chiamaci!” – “D’accordo…grazie per l’invito!”. Prese il bigliettino e lo infilò nella borsa. “Grazie ancora per i consigli, fatti sentire eh!”, urlai mentre ci avviammo tutti verso la macchina. A dir la verità, mi interessava la madre, ma purtroppo non ero riuscito ancora una volta a sapere il nome:”Secondo voi quel cane gliel’ha veramente regalato Kurt Cobain?” chiesi una volta salito in macchina. Nessuno rispose, risero tutti. Probabilmente quella ragazzina mi stava prendendo per il culo.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: FuckMeShanL