Innanzitutto grazie a tutte per
i commenti *w* sono felice
che vi piaccia, sì sì!
@Francy allora avevo capito
bene, avevo pensato proprio a te
vedendo il tuo nick!!
@Rosa mia ♥
l’età
ora non te la posso dire :D la scoprirai nel prossimo capitolo, forse
o.O non
sono ancora certa se scriverla nel quarto.
Anyway,
buona
lettura :D
*Una settimana dopo*
Mi intrufolai nella
camera di mio figlio Lucas per
svegliarlo, non era rimasto molto soddisfatto della casetta in legno
preparata
con fatica e sudore, così decisi di fargli un ulteriore
regalo, che avrebbe
reso felice anche Matt. Spostai frettolosamente le tende e spalancai la
finestra
facendo filtrare il sole nella stanza:”SVEGLIAAA!”
urlai. “Vaffanculo!”,
rispose Lucas assonnato. “Buongiorno anche a
te…” – “Per quale cazzo di
motivo
mi svegli alle 9 di mattina?!”. Urlò portandosi il
lenzuolo fin sopra la testa.
“Prima di tutto modera i termini, e
secondo…muoviti! C’è lo zio Shannon che
ci
aspetta giù!”. Lucas fece sbucare di nuovo la
testa:”Perché è qua?”
– “Vestiti
e lavati. Quando scenderai, lo scoprirai!”.
Ci mise 15 minuti a
sistemarsi, aveva battuto il record,
solitamente ci metteva mezz’ora, peggio di una donna. Lucas
prese posto a
tavola, di fianco a mio fratello che stava addentando un bombolone.
“Beh? Ora
posso saperlo?”, chiese mio figlio. “Oggi lo zio e
il papà ci portano in un
negozio di musica!”, spiegò Matt.
“A
fare cosa?”. Shannon quasi si strozzò con la
colazione:”Ma io dico! Non mi
sembra la reazione giusta la tua. Cazzo, ti portiamo a comprare uno
strumento
musicale, non un cazzo di motorino di seconda mano!”
– “Ma non so cosa farmene
di uno strumento…” – “Io lo
voglio!”, aggiunse Matt.
Dopo un’ora di
suppliche e di discorsi ragionevoli,
riuscimmo a convincere Lucas a seguirci nel negozio. Percorrevamo in
macchina
le strade del Colorado, mio fratello guidava la sua gip comprata due
mesi prima,
di cui andava molto fiero:”Guardate adesso cosa fa lo zio
Shan, allacciate le
cinture!”, ammiccò uno sguardo che mi convinse
poco. Si bloccò in mezzo ad una
strada deserta e diede un colpo di acceleratore alla Gip.
“Shannon che cazzo
fai?” chiesi spaventato. “Ora lo vedrai”.
Il gel che misi quella mattina non
era proprio a effetto mattone come descriveva la confezione, mi
ritrovai i
capelli tutti all’indietro. Mio fratello percorse la strada a
quasi 200 km\h accompagnato
dalle urla di divertimento dei miei figli e dalle mie di paura. La
corsa durò
15 minuti che per me erano sembrati infiniti:”Ma dico, ma sei
matto?!” sbottai.
“Lo faccio sempre, conosco queste strade come le mie
tasche!”, si difese. “Queste
cose falle quando sei da solo!” – “Dai,
papà!”, si intromise Matt sbuffando.
Ancora infuriato scesi
dalla macchina e ci avviammo all’interno
del negozio. Mai mi sarei immaginato di trovarmi di fronte uno
spettacolo del
genere. Un negozio a due piani tutto pieno di strumenti musicali. Io,
Matt e
Lucas restammo con il naso rivolto verso l’altro per qualche
minuto. “Ma è….gigante!”,
esclamò Matt. “Questa frase me la dicono spesso le
donne!”, mio fratello se ne
saltò fuori con una delle battute del cavolo che non
facevano ridere nessuno…a
parte i miei figli:”Hey voi due! Cosa ridete?!”
– “Come sei noioso, mamma mia!”,
mi disse Lucas allontanandosi per andare a guardare una chitarra.
“Bene, che
strumento volete?”, chiesi ad entrambi.
“Chitarra!”
urlò Matt. Mi voltai verso Lucas, ma da lui non ebbi alcuna
risposta. “Lui
vuole la batteria…” rispose Shannon al posto suo.
Ci rimasi male, speravo che
anche lui seguisse le mie tracce, invece decise di avere suo zio come
punto di
riferimento. “Ok, andiamo a sceglierla subito
allora…”.
Ci avviammo nel reparto
delle batterie, vidi la mia famiglia
osservare tutto con stupore e meraviglia. Per i miei figli
probabilmente era la
prima volta che mettevano piede in un posto del genere. “Che
ne dici di questa?”,
ne indicai una. “Non va bene” – “Shannon
deve decidere lui, non tu!” ripresi mio fratello.
“Il rullante non va bene, è
troppo piccolo!”, sbuffai:”Lo si cambia!”
– “Mi dici che senso ha comprare una
batteria e cambiarne poi il pezzo? Prendila subito completa,
no?” – “Non fare
il signor ‘Sotuttoio’, con me non attacca. Lo
facevi anche da piccolo!”.
Shannon scosse la testa e rimase zitto. “Lucas questa non va
bene, scegline un’altra…”
dissi osservando Shannon che mi faceva la voce. “Non
l’avevo nemmeno scelta io
quella…” si lamentò Lucas.
“Ti sto dando una mano ragazzino. Questa? Ti
piace?”,
indicai una batteria rossa e bianca. “Non ci
siamo…”, Shannon si intromise di
nuovo. “Porca puttana Shannon, cos’ha questa che
non va? Il rullante è ancora
troppo piccolo?” – “Senti, vuoi far
suonare uno strumento decente a tuo figlio?
Bene, segui i miei consigli. Quando poi dovrai compare la chitarra a
Matt,
allora me ne starò zitto! La vedi la grancassa?
Si vede ad occhio nudo che fa un suono di merda,
senti”. Shannon
cominciò a picchiettare la mano andando a ritmo con la
testa. “A me sembra un
ottimo suono!” commentai. “Ma smettila di dire
stronzate, con questa non vai da
nessuna parte….quella…è
perfetta!”, ne indicò una nera, lucida, grande
e…perfetta.
Sì, odiavo ammetterlo, ma quella che aveva appena indicato
era meglio di
qualsiasi altra batteria presente in quel reparto. “Questa mi
piace!”, disse
Lucas. Beh, ovvio che gli piaceva, l’aveva scelta suo zio.
“Quella
è una Ludwig. E’ un pezzo raro, da collezione ed
è
costosa. Era molto utilizzata negli anni 60 e udite udite, la
lanciò Ringo,
batterista dei Beatles. Non uno qualunque. Passò di mano in
mano. La suonarono Jimi
Hendrix,
John Bonham dei
Led Zeppelin,
Nick Mason dei Pink Floyd, Trè Cool dei Green Day e ve ne ho
elencati solo
alcuni. E’ stata costruita in mogano, riconosciuto come il
legno dalle caratteristiche
acustiche eccezionali”. Una ragazzina con una coda lunga
appoggiata sulla
spalla destra ci descrisse a meraviglia la batteria che Shannon aveva
scelto.
Avrà avuto l’età di Lucas e tutto
questo sapere sulla musica, mi stupì. Teneva
in braccio un cagnolino che aveva l’aria di uno
già visto da qualche parte. “E’
tuo quel cane?” chiesi. “No, me l’ha dato
in eredità Kurt Cobain …” rispose.
“Ramona,
santo cielo, quante volte ti ho detto di non infastidire i miei
clienti?...oh…signor
Leto, che piacere rivederla!”. Finalmente mi ricordai dove
potevo aver visto
quel cane. Era Kelan, e la sua padrona era la signora bionda che
incontrai
settimana scorsa.”Buongiorno a lei. E’tutto suo
questo?” chiesi sorpreso. “Ora
sì, era di mio marito, ma ha lasciato tutto a
me…scusate il comportamento di
mia figlia, ha il vizio di intromettersi nei discorsi
altrui..”, la signora era
alquanto imbarazzata, come se il talento di sua figlia le desse
problemi. “Ci è
stata di grande aiuto Ramona. Eravamo indecisi su quale batteria
comprare e
abbiamo deciso, prendiamo questa!”. La signora mi sorrise,
aveva dei denti
bellissimi, bianchi, dritti. E sul lato della bocca si formavano delle
fossettine. “La portate subito via o ve la faccio
consegnare?” – “Meglio la
consegna a domicilio!” – “Ok, la
farò impacchettare da uno dei miei commessi!”
–
“Perfetto!”. Ci fu un silenzio imbarazzante, che
venne interrotto da mio figlio
Matt:”Ora scegliamo la mia chitarra?” –
“Ve la posso consigliare io…” rispose
Ramona. “Sicuro!”. Ci voltammo tutti verso Lucas e
io capii al
volo che quella
ragazzina gli piaceva.
Ci mettemmo solo 10
minuti a sceglierla, quella ragazzina
era piena di esperienza, e a mio figlio sarebbe servita una persona
così al suo
fianco:”Senti, Ramona, perché tu e tua mamma non
venite a cena da noi questa
sera?”, Lucas mi fulminò.
“Ah…emm….avrei un
impegno….devo vedere se riesco a
spostarlo….” – “Questo
è il mio numero, chiamaci!” –
“D’accordo…grazie per
l’invito!”.
Prese il bigliettino e lo infilò nella borsa.
“Grazie ancora per i consigli,
fatti sentire eh!”, urlai mentre ci avviammo tutti verso la
macchina. A dir la
verità, mi interessava la madre, ma purtroppo non ero
riuscito ancora una volta
a sapere il nome:”Secondo voi quel cane gliel’ha
veramente regalato Kurt
Cobain?” chiesi una volta salito in macchina. Nessuno
rispose, risero tutti.
Probabilmente quella ragazzina mi stava prendendo per il culo.