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Autore: hermy88    27/01/2006    1 recensioni
Draco ed Hermione. Gli opposti si incontrano, si scontrano, si innamorano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Arriva la Granger!- dissi sottovoce ai miei due amici, Tiger e Goyle. Vederla però, mi aveva dato una strana sensazione di felicità mai provata prima. Attribuii il tutto al voto di Pozioni dell’ora prima, non meritato. Ma io, Draco Malfoy, potevo permettermelo. Hermione, la Mezzosangue, era mano per mano a quel grandissimo imbecille di Ron Weasley, il purosangue più povero mai visto. Ma anche qui, vederla così vicina a quel verme, provai un impeto di gelosia immotivata, la voglia di cancellare Weasley per sempre dalla faccia della terra. Aveva preferito quella sottospecie di lumaca lentigginosa a me, ricchissimo e fascinoso? Mi resi conto di ciò che stavo pensando e scossi la testa, innervosito. - Ehi, Draco!-. La voce di quella totale gallina di Pansy mi trapanò il cervello. Era innamorata di me, ma io no. Di chi ero innamorato? Della Granger, mi suggeriva il cuore, nascosto sotto strati e strati di cattiveria. No, impossibile. Io e la Mezzosangue? - Ciao- la salutai svogliato, ma ripresi subito la mia aria di strafottenza all’arrivo di Potter, l’essere che odiavo di più in questa scuola. - Potter! Sei arrivato finalmente! Allora, oggi cosa hai intenzione di propinarci stavolta? Hai salvato di nuovo il mondo ieri notte, vero? Hai delle occhiaie….-. Potter si stava arrabbiando, ed era pronto a saltarmi addosso, peccato che arrivò Hagrid, il guardiacaccia più incapace del mondo intero. - Giorno a tutti!- disse- Oggi studiamo questi piccoli animaletti- indicò un piccolo contenitore di quelle che sembravano cimici nere- Come si chiamano, lo sapete?- Hermione alzò la mano. E ti pareva. Se quella non si mette in mostra almeno venti volte al giorno muore. La guardai un attimo. I lunghi capelli mossi venivano leggermente spostati a destra e a sinistra dal vento e il sole li rendeva brillanti. Sorrideva. Che bel sorriso. La mia aria doveva essere sognante, perché Pansy mi sventolò la mano davanti alla faccia. - Draco! Stai bene?-mi domandò. Io annuii, trattenendo a stento la voglia di spostarla bruscamente dalla visuale di Hermione. - Sono Onischi, il cibo preferito degli Asticelli!-rispose lei intanto ed io sorrisi al suono della sua voce. Non ascoltai una singola parola di quello zotico e guardai solo lei, come in trance. Tiger e Goyle mi osservavano spiazzati e anche Pansy non era da meno, ma non mi importava. Decisi di andare a parlarle. - Ehi, Granger!- dissi. Lei mi ignorò e si avviò con Weasley al castello. - Dai!Ti devo dire una cosa importante!- ripetei. - Stai zitto, non voglio sentire i tuoi inutili discorsi, Malfoy! Di certo avrai intenzione di rinfacciarmi che sono una Mezzosangue!- sbottò. Detto questo se ne andò innervosita e io ci restai come un cane. So che non mi ero mai comportato bene con lei, ma trattarmi così! Arrabbiato e deluso, me ne andai a pranzo, fregandomene alla grande di Tiger e l’altro stupido che attendevano un mio ordine ,e di Pansy. A pranzo non mangiai niente, continuando a guardare verso il tavolo dei Grifondoro. E’ proprio bella, so che non dovrei pensarlo, ma mi piace. Weasley non se la merita. Lei ha bisogno di…..di chi? Di me. Che modestia. Ma lo so, io la renderei felice. Mica come quel topo dai capelli rossi. - Draco!- Pansy, seguita dai due ebeti- Te ne sei andato così, io ero preoccupata….- - Stai zitta! Sto male, va bene?-. Mi alzai e me ne andai su, da solo, controllato dallo sguardo di molti Serpeverde stupiti. Io dire di stare zitta a Pansy? Incredibile. Ma chi sono diventato? Hermione sorrise divertita, forse per la mia reazione. Mi rendo conto che non ho fatto una buonissima figura. Ma chi se ne importa, sono soddisfatto di aver chiuso la bocca a quella. Una roba nera si fermò davanti a me. Un gufo con una lettera. Slacciai l’elastico e curioso, la aprii. Mio padre. Draco, come sai, sono reietto nel rifugio dell’Oscuro. Vorrei sapere come stai. Stasera avremo una specie di riunione nella Foresta Proibita e devi esserci anche tu. Il Signore Oscuro deve parlarti urgentemente. Aspetto con fiducia la risposta. Stranamente gentile. Troppo. Il gufo attende. Presi una penna e risposi. Ci sarò e sto bene, grazie. Draco Finito. A mio padre piace arrivare al sodo subito e non voglio fargli perdere tempo. Rimisi la lettera alla zampa del gufo e lui volò via. Devo tirare fuori il mantello nero, pensai guardandomi il marchio impresso a fuoco nella mia pelle. Quel teschio nero e il serpente che gli esce dalla bocca. Se mi ricordo come sono diventato Mangiamorte, mi viene da ridere. L’Oscuro Signore che mi ha fatto giurare, poi quel semplice tocco, quel dito freddo sul mio braccio e la comparsa di quel marchio. Bruciava di matti, ma io strinsi i denti. Ero diventato Mangiamorte. Una strada già tracciata per me da mio padre. In fondo non mi dispiace affatto. E non sono affatto sicuro di dire la verità. Salii su alla sala comune e mi stesi sul letto, deciso a far ordine nei miei pensieri. L’Oscuro non deve sapere. Mezzanotte. Mi alzai insonnolito e mi cambiai. Il mantello nero mi andava giusto. Presi la bacchetta e lentamente scesi le scale. Nessuno deve sentirmi, pensai più volte. Andai al ritratto, che si aprì di scatto. Il nostro ritratto è sempre sveglio, per fortuna. Attento piuttosto a non farmi sentire, sbattei più volte contro qualche spigolo, ma non avevo il coraggio di accendere la bacchetta. Silenzio totale. O no? Un impercettibile scricchiolio giunse alle mie orecchie, ma decisi di non farci caso. Ero vicino alla sala del Grifondoro e andai ancora avanti, ma improvvisamente…. - Ahia!- disse una chiara voce femminile. Io, impauritissimo, la aiutai a rialzarsi. - Ti sei fatta male?- chiesi, cercando di camuffare la voce, ma evidentemente non ci riuscii. - Malfoy? Che ci fai in giro a quest’ora?- sussurrò quella voce, e io capii. L’ultima persona capace di andare in giro a quell’ora. Hermione. Il mio cuore cominciò a battere fortissimo. - Dovrei chiederti la stessa cosa, Granger- risposi io, beffardo. Lei inspirò rumorosamente. - Ero andata a fare un giretto, ma tu?- - Un giretto anch’io- - Non è vero! Perché hai questo mantello? Sembra uno di quelli per i Mangiamorte…- disse lei, ironica. - E’ per confondermi con il buio e comunque perché dovrei credere a te se tu non credi a me?-. Se ci fosse stata luce, avrei sicuramente notato il volto scarlatto di Hermione e ne avrei certamente sorriso. - Bè, allora io non dico niente e tu non dici niente, così non ci mettiamo nei guai- disse lei, un po’ preoccupata. - Chiaro, Granger. Tu non mi hai visto, io non ti ho visto. Buonanotte- - Notte, Malfoy- mi rispose lei, secca. Io le sorrisi e scappai alla riunione. Affrontai le critiche dell’Oscuro con determinazione, tanto che mio padre ne fu fierissimo. - Bravo Draco, e ora corri al castello, che se quel rimbambito di Silente se ne accorge…- e mi sorrise. Cosa incredibile. Felice, tornai al castello. - Draco! Che faccia stanca che hai! Sei malato?- mi disse Pansy. Scossi la testa e guardai il tavolo del Grifondoro. Cosa? Mi stava guardando! A me! Mi stava guardando davvero! Io le sorrisi e lei ricambiò apertamente. Che felicità, la vita oggi mi è amica. Trasfigurazione. Vomiterò tutto il pane tostato e la marmellata sul banco, poi Difesa contro le Arti Oscure, se si può chiamare così. Erbologia, ma a cosa mi servirà, dico io. Niente Pozioni. Peccato, avevo una certa voglia di vedere gli amati Grifondoro. Per fortuna si mangia. Come stamattina, incrocio giusto lo sguardo di Hermione. Ci sorridiamo. Stop. Ma io sono felice così, grazie. E poi quel piccolo segreto che ci portiamo dentro è un legame in più. Mi sento troppo romantico e mi faccio un po’ schifo. Ma quando si è innamorati si diventa così, dovrei saperlo. Quando mio padre si era innamorato follemente di Bellatrix, non riuscivo a sopportarlo. E dovevo anche tenere la bocca chiusa con mamma. Ma, per la gioia di tutti, è durato poco. Anche perché la Lestrange se ne infischiava di mio padre. Quanto ho riso in quei giorni. Finii di mangiare e io e gli altri salimmo su alla sala comune, in attesa delle quattro, per l’allenamento di Quidditch. Le ore passarono in fretta ed era già un quarto alle quattro. Scendemmo e apriamo il portone. Già arrivati. Potter e gli altri facevano allenamento. Come al solito ci sarà discussione. Ci cambiammo nello spogliatoio e uscimmo. Sloper ci vide e scese dalla scopa. - Abbiamo prenotato noi…- ascoltai per metà le lamentele varie. Hermione è sugli spalti. Come vorrei volare da lei e anche solo starle vicino. - Quindi ve ne andate!- concluse Sloper. - No- dissi semplicemente. Non avevo intenzione di farmi mettere i piedi in testa. E che cavolo. - Come no! Non vi vuole nessuno qui, via!-. Sloper iniziava ad arrabbiarsi sul serio. - Già- sbottò Potter. Dio, che odioso. Ma gli risposi senza arrabbiarmi. - Potter, nessuno ti ha interpellato-. Gentile. Potter sgranò gli occhi e sorrise beffardo. Voleva approfittarne. - Hai paura?- - Potter, quando finirai di comportarti come un bambino? Non voglio arrivare alle mani-. Potter spalancò la bocca e Ron si avvicinò a noi, minaccioso. Anche Hermione venne, ma sembrava tranquilla. - Sarai tu il bambino, Malfoy! E se vogliamo picchiarci, sono qua!- urlò Ron. Infantile al massimo. Non capivano che ero cambiato? - Leggete il labiale: state zitti! E comunque, Sloper, possiamo fare a metà. Quello di destra è tuo, il sinistro è il nostro. E saremo tutti onesti, non ci interessano le vostre tecniche- e sorrisi. - Non è vero! Volete copiarci!-. Sospirai. Ero cambiato diventando più maturo, ma gli altri sembravano ringiovaniti di parecchi anni. - Se ti va bene, è cosi, altrimenti se non va bene ce ne andiamo e basta. Forza, andiamo a cambiarci, non voglio più avere a che fare con questi “ragazzi”-sottolineai la parola e feci per andarmene. - Non è giusto, però!-. Al suono di quelle parole quasi svenni. Hermione era accorsa in mio aiuto? Mi girai e vidi che tutti la guardavano stupitissimi. - Ognuno ha il diritto di allenarsi, no? Siate bravi, controllerò io che non guardino dalla vostra parte e al massimo scaglierò qualche incantesimo a chi non mi ascolterà!- disse lei. Sloper la guardò contrariato, ma annuì. Noi salimmo sulle scope, ma io ( e solo io) andai prima da Hermione. - Grazie, sei stata davvero gentile, Granger…non ho capito ancora il perché- le domandai, sorridendo. Lei arrossì un po’, ma mantenne lo sguardo fermo. - Perché non mi sembrava giusto, tutto qua- rispose. Salii sulla scopa più contento. Sapevo che qualche mese fa non l’avrebbe fatto. Significava qualcosa? Un Bolide in faccia mi fece ricordare di essere in campo. Lanciai un urlo fortissimo. Il naso mi sanguinava e tremavo tutto. Tiger aveva lanciato il Bolide, ma non aveva fatto apposta. Con le forze che mi rimanevano, scesi a terra. E l’ultima cosa che vidi fu che Hermione stava quasi per piangere.
   
 
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