Capitolo 4
Non si sarebbe mai aspettata che aprendo quella porta, quel preciso istante
l'avrebbe maledetto per molto tempo.
- Ma...come...- riuscì a blaterare la ragazza in evidente panico. Naturalmente,
quello stato fu subito colto al volo dal ragazzo che si trovava fuori dalla
porta.
- Ma bene...guarda un pò che coincidenza che la mia
gattina preferita si trovasse nell'appartamento sotto il mio. E dire che volevo
giocare al gatto con il topo, devo ammettere che così mi hai nettamente
facilitato le cose - disse il ragazzo passandosi la lingua sulle labbra con
voglia famelica.
- Non è possibile...non ci credo, deve essere uno scherzo...
- Nessuno scherzo, tesoro. O meglio, diciamo che è uno scherzo del destino
molto favorevole...per me! - la poveretta continuava a rimanere immobile
sull'uscio, tenendo serratamente con la mano la porta, come se ciò la aiutasse
a rimanere ancora in piedi. Ciò che però le stava facendo perdere le forze
nelle gambe fu la mano di lui che viscidamente gli aveva toccato una guancia e
ora scendeva pericolosamente verso il braccio.
- Non mi toccare...mi fai schifo....lasciami....
- Dici così ma in realtà lo vuoi quanto me!
- Ti ho detto di NON TOCCARMI! - come se mossa da una scarica elettrica, la
ragazza spintonò l'oggetto del suo dolore lontano da lei, urlando come un
isterica. Ciò attirò l'attenzione dell'altro ragazzo che si trovava in cucina.
- Myka va tutto bene?Ho sistemato la signora solo che
non torni più ed ero curioso di sapere chi era alla porta - ma quando gli occhi
del ragazzo entrarono in contatto con le due figure dinnanzi a lui, con un
semplice scatto si parò davanti all'amata bloccando la mano di Koji.
- Razza di bastardo, cosa ci fai qui?Come hai fatto a trovarci? - aveva il
sangue agli occhi e tremata tanto era nervoso - cosa volevi fare a Myka?
- Ecco il cavalier servente che sprizzante del
pericolo viene a salvare la sua bella - gignò il
ragazzo - sei diventato un cane davvero fedele Eichy,
non credevo ti avrebbe addestrato così bene - a sentir quelle parole, il
castano perse l'ultimo barlume diintegrità mentale
che aveva e si apprestò a mollare un cazzotto in pieno viso a quel viscido
bastardo, mentre con l'altra mano gli teneva ferma la maglia per il colletto,
quando si sentì afferrare e tirare per un braccio da Myka.
- Ti prego Eichy lascialo stare, non abbassarti al
suo livello. E poi siamo a casa di un anziana, non facciamo figura da niente
per lui! - la ragazza continuava a tenerlo stretto nonostante lui cercasse di
togliersi dalla presa. Poi lo sentì rilassarsi e cedere del tutto, intrecciando
infine le loro mani e spostandola dietro di lui.
- Com'è gentile e premuroso - si ritrovò a pensare la fanciulla - come
ho fatto a scegliere Koji in passato al suo
posto?Dovevo davvero essere cieca.
- Hai ragione amore mio, ma la prossima volta non ti assicuro di potermi
controllare. Per ora ce ne andiamo, ma evita di stare sulla nostra strada in
futuro - detto ciò tirò la ragazza verso la cucina, salutarono cordialmente
l'anziana signora e passarono di fianco a Koji senza
degnarlo di uno sguardo. Anche se, di sfuggita, la ragazza potè
scorgere un suo sorriso di soddisfazione.
Camminarono a passo veloce come se cercassero di allontanarsi dalla sofferenza
e dal dolore di aver riaperto una vecchia ferita nel cuore di entrambi ma
sapevano che purtroppo non sarebbe stato così. Tagliarono per un parco, di
solito la sera non c'era nessuno, sedendosi su una panchina per cercare di
calmarsi e prendere fiato. Calò un imbarazzante silenzio che nessuno dei due
sapeva o voleva interrompere.
- Eichy... - ruppe finalmente lei quel silenzio
insopportabile - sono contenta che ti sei fermato in tempo - sorrise dolcemente
e gli poggiò una mano sulla sua. Lo sentiva ancora tremare di rabbia e sperava
di riuscire a calmarlo un pò, anche se lei non stava
messa meglio. Ma la reazione del ragazzo fu del tutto diversa da come si
aspettava. Come una molla balzò in piedi dalla panchina iniziando ad urlare
come un pazzo.
- Io invece non sono contento!Avrei voluto spaccargli la faccia togliendogli
quel sorriso beffardo che non ha perso nel tempo. L'avrei pestato non una, ma
mille volte e sinceramente non capisco perchè tu ogni
volta che c'è l'occasione non me lo permetti di fare. Come se volessi
difenderlo...cos'è il rivederlo ti ha fatto di nuovo innamorare di lui, eh Myka?Avevi paura che gli rovinassi quel bel visino con il
quale ti abbindola ogni volta? - aveva finalmente urlato tutto quello che si
portava dentro. Rabbia. Paura. Angoscia. Peccato che farla uscire così e
in quel momento, fu una delle azioni che in futuro il ragazzo avrebbe rimpianto
amaramente. Riuscì a riprendere un pò il controllo
quando vide il viso di Myka innondato
di lacrime.
- Eichy...è questo che pensi di me nel tuo cuore?Che
io possa tornare con Koji e lasciarti dopo averti
usato come uno zerbino? - prese una piccola pausa per continuare - avevi tutte
queste paure e non me ne hai mai parlato, ti sei portato tutto dentro invece di
affrontare con me la questione?
- E come potevo affrontare la questione se ogni volta che lo nominavo sembravi
indemoniata. Hai sempre pensato solo a te, non ti sei mai domandata come
potessi sentirmi io in questa situazione, che cosa potrei aver provato nel
sentirlo la prima volta a telefono. Ma no, non potevi, perchè
eri troppo preoccupata per te! - anche se non voleva dirle tutte quelle parole
cariche di cattiveria, non riusciva a fermarsi. Neanche quando lei si rabbuiò e
impalidì così tanto quasi da perdere i sensi.
- Mi dispiace, sono un egoista. E' vero, non ho mai pensato a quello che tu
potessi provare, ma...se non volevo farti picchiare Koji
era per non farti perdere il lavoro, in quanto come militare non puoi
azzuffarti come e quando ti pare. Su questo sono sincera - cercò di continuare
anche se ormai i singhiozzi erano diventati sempre più forti - se ho deciso di
stare con te l'ho fatto perchè ti amo...non mi è mai
sfiorata l'idea di tornare con lui, perchè...perchè ti considero il mio mondo, tu sei tutta la mia
felicità. Sei amico, fidanzato e famiglia...ho solo te. Avevo solo te!
- marcò l'ultima frase la ragazza - Mi dispiace davvero tanto, se tu...se tu
non sei sereno con me, per colpa mia o altro, allora è meglio che la cosa
finisca qua. Basta sofferenze per te, non te lo meriti, non voglio farti stare
ancora più male di quanto già stai. - si alzò barcollante dalla panchina e si
posizionò davanti al ragazzo incrociando le mano sul ventre. Gli lanciò un
sorriso malinconico tra le lacrime e sussurrando un leggero addio, tanto
flebile da non essere quasi percepito, girò le spalle e si incamminò fino a
scomparire dalla vista del ragazzo.
Quando Eichy la vide andare via, anche se volva
urlarle di restare, che era un emerito idiota e che non pensava minimamente a
quelle parole, restò bloccato nel momento in cui lei aveva detto di finirla.
Non si sarebbe mai aspettato quelle parole anche se dopo il suo discorso
probabilmente anche lui avrebbe fatto lo stesso. Poi una cosa attirò la sua
attenzione riportandolo indietro nel tempo, quando lei era sulla crisi della
disperazione e lui gli era stato accanto. Anche in quel momento, prima di
tentare il suicidio, aveva quell'espressione di vuoto negli occhi...e aveva
fatto esattamente lo stesso sorriso.
- Merda, che cazzo ho fatto. - si ritrovò a pensare il ragazzo - Devo
trovarla...devo trovarla assolutamente o stavolta credo che non la rivedrò mai
più.
To be continued…