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Autore: Miha    02/04/2011    0 recensioni
Si può amare qualcuno così tanto da considerarlo una parte di te?E se lui ti lascia per un altra, cosa potrebbe risarvare il destino?Il destino...lui gioca sempre con i nostri sentimenti e anche questa volta non ha risparmiato nessuno.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4



Non si sarebbe mai aspettata che aprendo quella porta, quel preciso istante l'avrebbe maledetto per molto tempo.
- Ma...come...- riuscì a blaterare la ragazza in evidente panico. Naturalmente, quello stato fu subito colto al volo dal ragazzo che si trovava fuori dalla porta.
- Ma bene...guarda un che coincidenza che la mia gattina preferita si trovasse nell'appartamento sotto il mio. E dire che volevo giocare al gatto con il topo, devo ammettere che così mi hai nettamente facilitato le cose - disse il ragazzo passandosi la lingua sulle labbra con voglia famelica.
- Non è possibile...non ci credo, deve essere uno scherzo...
- Nessuno scherzo, tesoro. O meglio, diciamo che è uno scherzo del destino molto favorevole...per me! - la poveretta continuava a rimanere immobile sull'uscio, tenendo serratamente con la mano la porta, come se ciò la aiutasse a rimanere ancora in piedi. Ciò che però le stava facendo perdere le forze nelle gambe fu la mano di lui che viscidamente gli aveva toccato una guancia e ora scendeva pericolosamente verso il braccio.
- Non mi toccare...mi fai schifo....lasciami....
- Dici così ma in realtà lo vuoi quanto me!
- Ti ho detto di NON TOCCARMI! - come se mossa da una scarica elettrica, la ragazza spintonò l'oggetto del suo dolore lontano da lei, urlando come un isterica. Ciò attirò l'attenzione dell'altro ragazzo che si trovava in cucina.
- Myka va tutto bene?Ho sistemato la signora solo che non torni più ed ero curioso di sapere chi era alla porta - ma quando gli occhi del ragazzo entrarono in contatto con le due figure dinnanzi a lui, con un semplice scatto si parò davanti all'amata bloccando la mano di Koji.
- Razza di bastardo, cosa ci fai qui?Come hai fatto a trovarci? - aveva il sangue agli occhi e tremata tanto era nervoso - cosa volevi fare a Myka?
- Ecco il cavalier servente che sprizzante del pericolo viene a salvare la sua bella - gignò il ragazzo - sei diventato un cane davvero fedele Eichy, non credevo ti avrebbe addestrato così bene - a sentir quelle parole, il castano perse l'ultimo barlume diintegrità mentale che aveva e si apprestò a mollare un cazzotto in pieno viso a quel viscido bastardo, mentre con l'altra mano gli teneva ferma la maglia per il colletto, quando si sentì afferrare e tirare per un braccio da Myka.
- Ti prego Eichy lascialo stare, non abbassarti al suo livello. E poi siamo a casa di un anziana, non facciamo figura da niente per lui! - la ragazza continuava a tenerlo stretto nonostante lui cercasse di togliersi dalla presa. Poi lo sentì rilassarsi e cedere del tutto, intrecciando infine le loro mani e spostandola dietro di lui.
- Com'è gentile e premuroso - si ritrovò a pensare la fanciulla - come ho fatto a scegliere Koji in passato al suo posto?Dovevo davvero essere cieca.
- Hai ragione amore mio, ma la prossima volta non ti assicuro di potermi controllare. Per ora ce ne andiamo, ma evita di stare sulla nostra strada in futuro - detto ciò tirò la ragazza verso la cucina, salutarono cordialmente l'anziana signora e passarono di fianco a Koji senza degnarlo di uno sguardo. Anche se, di sfuggita, la ragazza potè scorgere un suo sorriso di soddisfazione.

Camminarono a passo veloce come se cercassero di allontanarsi dalla sofferenza e dal dolore di aver riaperto una vecchia ferita nel cuore di entrambi ma sapevano che purtroppo non sarebbe stato così. Tagliarono per un parco, di solito la sera non c'era nessuno, sedendosi su una panchina per cercare di calmarsi e prendere fiato. Calò un imbarazzante silenzio che nessuno dei due sapeva o voleva interrompere.
- Eichy... - ruppe finalmente lei quel silenzio insopportabile - sono contenta che ti sei fermato in tempo - sorrise dolcemente e gli poggiò una mano sulla sua. Lo sentiva ancora tremare di rabbia e sperava di riuscire a calmarlo un , anche se lei non stava messa meglio. Ma la reazione del ragazzo fu del tutto diversa da come si aspettava. Come una molla balzò in piedi dalla panchina iniziando ad urlare come un pazzo.
- Io invece non sono contento!Avrei voluto spaccargli la faccia togliendogli quel sorriso beffardo che non ha perso nel tempo. L'avrei pestato non una, ma mille volte e sinceramente non capisco perchè tu ogni volta che c'è l'occasione non me lo permetti di fare. Come se volessi difenderlo...cos'è il rivederlo ti ha fatto di nuovo innamorare di lui, eh Myka?Avevi paura che gli rovinassi quel bel visino con il quale ti abbindola ogni volta? - aveva finalmente urlato tutto quello che si portava dentro. Rabbia. Paura. Angoscia. Peccato che farla uscire così e in quel momento, fu una delle azioni che in futuro il ragazzo avrebbe rimpianto amaramente. Riuscì a riprendere un il controllo quando vide il viso di Myka innondato di lacrime.
- Eichy...è questo che pensi di me nel tuo cuore?Che io possa tornare con Koji e lasciarti dopo averti usato come uno zerbino? - prese una piccola pausa per continuare - avevi tutte queste paure e non me ne hai mai parlato, ti sei portato tutto dentro invece di affrontare con me la questione?
- E come potevo affrontare la questione se ogni volta che lo nominavo sembravi indemoniata. Hai sempre pensato solo a te, non ti sei mai domandata come potessi sentirmi io in questa situazione, che cosa potrei aver provato nel sentirlo la prima volta a telefono. Ma no, non potevi, perchè eri troppo preoccupata per te! - anche se non voleva dirle tutte quelle parole cariche di cattiveria, non riusciva a fermarsi. Neanche quando lei si rabbuiò e impalidì così tanto quasi da perdere i sensi.
- Mi dispiace, sono un egoista. E' vero, non ho mai pensato a quello che tu potessi provare, ma...se non volevo farti picchiare Koji era per non farti perdere il lavoro, in quanto come militare non puoi azzuffarti come e quando ti pare. Su questo sono sincera - cercò di continuare anche se ormai i singhiozzi erano diventati sempre più forti - se ho deciso di stare con te l'ho fatto perchè ti amo...non mi è mai sfiorata l'idea di tornare con lui, perchè...perchè ti considero il mio mondo, tu sei tutta la mia felicità. Sei amico, fidanzato e famiglia...ho solo te. Avevo solo te! - marcò l'ultima frase la ragazza - Mi dispiace davvero tanto, se tu...se tu non sei sereno con me, per colpa mia o altro, allora è meglio che la cosa finisca qua. Basta sofferenze per te, non te lo meriti, non voglio farti stare ancora più male di quanto già stai. - si alzò barcollante dalla panchina e si posizionò davanti al ragazzo incrociando le mano sul ventre. Gli lanciò un sorriso malinconico tra le lacrime e sussurrando un leggero addio, tanto flebile da non essere quasi percepito, girò le spalle e si incamminò fino a scomparire dalla vista del ragazzo.

Quando Eichy la vide andare via, anche se volva urlarle di restare, che era un emerito idiota e che non pensava minimamente a quelle parole, restò bloccato nel momento in cui lei aveva detto di finirla. Non si sarebbe mai aspettato quelle parole anche se dopo il suo discorso probabilmente anche lui avrebbe fatto lo stesso. Poi una cosa attirò la sua attenzione riportandolo indietro nel tempo, quando lei era sulla crisi della disperazione e lui gli era stato accanto. Anche in quel momento, prima di tentare il suicidio, aveva quell'espressione di vuoto negli occhi...e aveva fatto esattamente lo stesso sorriso.
- Merda, che cazzo ho fatto. - si ritrovò a pensare il ragazzo - Devo trovarla...devo trovarla assolutamente o stavolta credo che non la rivedrò mai più.

To be continued…

 

  
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