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Autore: Franky91    02/04/2011    1 recensioni
Kagome e Inuyasha... incontrarsi ancora oppure separati per sempre?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L’ansioso incontro

Corse verso casa e prendendo le cose essenziali, preparò il borsone, lasciò un biglietto al fratello e uscita di casa fermò un taxi e si fece portare all’aeroporto.

‘Inuyasha, aspettami. Sto arrivando.’, pensava mentre la macchina attraversava la città.

Giunta all’aeroporto, fece il biglietto, il check in e salita sull’aereo, cominciò a mangiarsi le unghie, ‘fa che arrivi in fretta.’

Lo stesso giorno che Kagome salì sull’aereo per tornare a casa, Inuyasha ricevette il pacchetto che lei le aveva mandato. Aprendolo vide la scatolina, la prese a osservando il ciondolo lo strinse tra le dita.

Lo tenne in mano mentre leggeva la lettera che la sua amata gli aveva mandato.

Diceva che la città era bellissima, che durante quei pochi momenti in cui si concedeva una passeggiata, aveva visto posti meravigliosi, che gli sarebbe piaciuto visitare con lui. Poi la lettera divenne più triste, parlava del nonno, il quale aveva un tumore difficile da curare, la cura non faceva molto effetto, però aveva fermato per un po’ l’avanzare delle cellule cancerogene. Scriveva che aveva paura di perderlo, di non ascoltare più le sue strane storie.

Infine le parole che Inuyasha aspettava di leggere con impazienza, le parole che gli facevano capire che non era l’unico che si sentiva solo, perso, spaesato, depresso. Quel ti amo che avrebbe voluto sentire ancora, pronunciato dalle sue labbra, poterla nuovamente stringere, lasciare che il suo profumo si imprimesse nella sua pelle.

 Teneva ancora quel piccolo ciondolo in mano. Senza pensarci un momento, se lo mise al collo, vicino al pendente con le foto. Si distese sul letto e con un sorriso che gli sfiorava le labbra, felice di avere notizie della sua amata prese sonno.

Kagome viaggiò in aereo per quasi tutta la notte, atterrato l’aereo alle prime luci dell’alba. Salì su un taxi e si fece portare al tempio Higurashi. Salì i gradini di accesso e raggiungendo la soglia del tempietto del pozzo, entrò e vi si appoggiò contro, Inuyasha sarebbe per forza dovuto passare di lì, infatti mezz’ora dopo si sentirono i suoi passi nel cortile.

Inuyasha entrò nel tempietto e si stava preparando per spiccare un salto fin dentro il pozzo, quando il suo  naso percepì un odore conosciuto, familiare, unico. Alzò lo sguardo e la vide, davanti al pozzo, in lacrime che lo guardava con la sua stessa espressione, stupore, amore, felicità albergavano nei suoi occhi.

“Inuyasha …”, sussurrò Kagome vedendolo, poi gli corse incontro e si gettò tra le sue braccia, piangendo.

Lui la strinse. “non ci credo, ti ho immaginato così tanto che ora sei qui …”, sussurrò lui affondando il viso nei suoi lunghi capelli scuri, odorandone il profumo.

“Scemo, sono tornata, ma devo ripartire …”, rispose lei.

Inuyasha si irrigidì “Come ripartire? Torni e poi te ne vai di nuovo?”, era deluso.

“Mi faresti finire? Torno in Italia con te, scemo. Mio nonno vuole parlare con entrambi e non fa che dire i nostri nomi. Sinceramente non so cosa voglia, però mia madre mi ha convinta a tornare perché non sappiamo quanto tempo gli resta …”, dicendo ciò, altre lacrime le si addensarono agli occhi.

Inuyasha la prese in braccio e, stringendola, afferrò la valigia di lei. Poi andò con lei nella sua stanza, mollò il borsone in un angolo e sempre stringendola, si sedette sul letto.

“Kagome … Devo dirti una cosa …. Mio fratello ha riportato in vita mio padre e mia madre”, lo disse tutto d’un fiato.

“Sono contenta, e hai parlato con lui?”. “Si, mi ha aiutato ad affrontare la tua partenza, e ho scoperto che sia loro che mio fratello, possono attraversare il pozzo”.

“Cosa? Sesshomaru e i tuoi genitori sono stati in casa mia?”, chiese allibita la ragazza.

“Si, ma solo perché io non mi allontanavo, i primi giorni, da questa stanza”, confessò il mezzo demone.

“Quanto mi sei mancato, ti amo da morire Inuyasha”, disse Kagome, avvicinando il proprio viso a quello di lui. “Anche tu mi sei mancata e non puoi immaginare quanto. Ti amo anche io”, chiudendo la distanza che separava le loro labbra con un lieve bacio.

Quel bacio inizialmente sembrava un soffio, poi entrambi cominciarono ad approfondirlo sempre di più, finché non si ritrovarono distesi sul letto. Kagome sfiorava le orecchie del suo amato, lui le baciava il collo, poi delicatamente cominciò a slacciare alcuni bottoni della sua camicia, e la stinse ancora di più a sé riavvicinando nuovamente le loro labbra. Le loro lingue giocavano, si cercavano, le mani di Inuyasha oltre a cingerla, la accarezzavano, la stuzzicavano.

Kagome d’altra parte, aveva già tolto all’hanyou la veste e il kimono e ora accarezzava il suo petto liscio e muscoloso. Inuyasha era disteso sopra di lei e la baciava avidamente, le tolse il reggiseno e cominciò a stuzzicarle il capezzoli che in breve tempo si inturgidirono, facendo gemere la ragazza di piacere. Inuyasha si liberò anche dei pantaloni e lei della gonna, si ritrovavano nudi, uno si fronte all’altra.

“Inuyasha …”, bisbigliò lei, attirandolo in un abbraccio, ed in breve tempo furono nuovamente sul letto, stretti l’una all’altro.

Inuyasha stava cominciando a sentire l’eccitazione di lei. “Kagome, sei sicura?”, gli chiese lui, serio.

“Si, sicurissima”, rispose lei, non permettendogli di ribattere, impossesandosi delle sue labbra.

“Ti voglio …”, bisbigliò mentre riprendevano fiato. Kagome giocava con le sue orecchie, gli toccava il petto, gli accarezzava la schiena, lo stava facendo impazzire. Sentì gli ormoni salire a mille, si sentiva surriscaldare, febbricitante.

“Vorrei stringerti all’infinito, sentirti perennemente sulla mia pelle …”, sussurrò Inuyasha, riprendendo a baciarla.

Kagome voleva che le mani di Inuyasha non si fermassero mai, che non lasciassero mai il suo corpo. Finalmente si sentiva completa, la perfetta metà di un intero. Rispose al bacio con molta più passione di quanta potesse immaginare di avere. I loro baci divennero molto più profondi, intimi, fino a che non raggiunsero il culmine della sopportazione del piacere che stavano provando.

Soffocarono i gemiti l’uno nella bocca dell’altra, ripresero fiato ed Inuyasha bisbigliò.

“Kagome … questa è la prima volta che …”, “Tranquillo, anche per me è la prima … però mi sembra che ce la stiamo cavando bene, no?”, sussurrò lei di rimando.

Ricominciarono a baciarsi, finché il loro piacere non arrivò al culmine, solo in quel momento i loro corpi si unirono, il membro di Inuyasha, penetrò dolcemente nella femminilità di Kagome. Inuyasha lentamente cominciò a spingere, Kagome non riusciva più a sopportare, aveva bisogno di qualcos’altro, perciò … ribaltando la posizione, cominciò a spingere con tutte le sue forze, non aveva mai provato piacere simile. Si chinò su Inuyasha e lo baciò, aumentando la velocità e allargando leggermente le gambe per accoglierlo più a fondo dentro di sé. Quando raggiunse l’orgasmo, Kagome urlò, mentre Inuyasha la stringeva forte e tornando alla posizione iniziale, condusse lui il gioco, facendo sì che Kagome affondasse le dita sulla sua schiena. Lui non aveva mai provato una cosa simile. Improvvisamente anche lui urlò, sentiva però le forze che cominciavano ad abbandonarlo, e dando l’ultima spinta, con il respiro affannato, ricadde su Kagome. Erano entrambi sudati, ma felici dell’esperienza condivisa.

Inuyasha, poggiato alla spalla di Kagome, respirava affannosamente e nel frattempo stringeva la mano della ragazza, con l’altra prese il lenzuolo e coprì entrambi i loro corpi, “Non sapevo che esistessero esperienze simili”, sussurrò, prima di addormentarsi.

“Neanche io, amore. Sono davvero felice di averla condivisa con te questa esperienza”, poi anche lei cadde in un sonno profondo, cullata dal respiro di Inuyasha.

Miroku, nell’epoca Sengoku, attendeva Inuyasha, il quale non arrivava.

“Ma dove si è cacciato quello scemo di un mezzo demone!”, imprecava il monaco.

Inu no Tashio attendeva il figlio. ‘Se non arriva in breve tempo lo vado a cercare.’

Passò un po’ di tempo ma di Inuyasha nessuna traccia.

“Miroku, torna a casa, cerco io mio figlio”, e detto questo si diresse verso la capanna che condivideva con Izayoi. “Tesoro? Vieni con me a prendere Inuyasha?”, disse rivolgendosi alla moglie che stava per fare colazione.

“Si, Inu”, finì di mangiare e si alzò.

Raggiunsero il pozzo, proprio mentre Sesshomaru passava di lì con Jaken.

“Figlio, hai visto tuo fratello?”, gli chiese. “No, padre”, rispose Sesshomaru con tono freddo.

Inu no Tashio, costretto, strinse la consorte e si calò nel pozzo, seguito dal figlio maggiore.

Sesshomaru si accorse subito dell’odore di Kagome. “Padre, credo che sia meglio non cercare Inuyasha”, disse rivolto al padre.

“E perché?”. “È arrivata Kagome, non credo che mio fratello voglia visite al momento”, rispose il demone.

“Ma ci ha detto che ce la faceva conoscere”, ribatté Il grande demone cane.

Izayoi nel frattempo si era avvicinata alla soglia di casa Higurashi e aprendo la porta era salita al piano superiore, molto lentamente e senza fare rumore aveva aperto la porta della stanza della ragazza e aveva visto i due giovani amanti dormire beati, l’uno stretto all’altra. Il marito era dietro di lei e vedendo i sorrisi sui loro volti, si rilassò.

Scesero di sotto.

“Sesshomaru, raccontaci tutto quello che è successo a quei due”, chiese il padre.

Sesshomaru si diresse in salotto e sedendosi, aspettò che anche il padre ed Izayoi facessero lo stesso, poi cominciò a raccontare dall’inizio, tutto ciò che aveva raccontato a lui il fratello.

Inuyasha e Kagome dormivano beatamente, quando la ragazza, vide in sogno il nonno “Inuyasha, Kagome”, si ridestò e aperti gli occhi, vide Inuyasha fra le sue braccia. L’indomani sarebbero dovuti partire, ma stavolta non era un addio e nemmeno un arrivederci. Sarebbero partiti insieme, mai più separati.

Kagome cominciò ad accarezzare le orecchie di Inuyasha, le quali cominciarono a muoversi.

“Non volevo svegliarti, però mi piace toccarti le orecchie …”, disse la ragazza, con dolcezza.

Inuyasha si sollevò e la baciò appassionatamente; ancora il fuoco della passione che bruciava in loro non voleva estinguersi e nuovamente si ritrovarono eccitati, stavolta Kagome non permise ad Inuyasha si penetrare, prima voleva sollecitare ancora il suo membro, così gli strusciò la sua femminilità contro finché non lo sentì rizzarsi, solo allora permise al mezzo demone di entrare ancora dentro di lei. Fu molto più potente della prima volta; in breve si ritrovarono abbracciati, sudati e le loro labbra unite, era come se fossero una sola cosa. I loro gemiti aumentarono, fino a che non giunsero insieme ad un orgasmo.

Mentre loro erano intenti a fare l’amore; Sesshomaru, con Inu no Tashio ed Izayoi, sentirono i gemiti dei due giovani e i demoni, percependo l’odore di eccitazione e sesso, uscirono spiegando ad Izayoi il perché; non era giusto negare la privacy a Inuyasha e Kagome, in fondo stavano insieme.

I ragazzi avevano cominciato ad aumentare ancora il ritmo ed ancora una volta, Inuyasha penetrò profondamente Kagome, lei gemeva di piacere, lo incitava a continuare, ad andare ancora più veloce.

“Ancora, di più. Inuyasha …”, urlò lei in preda al piacere. Inuyasha sentendo le imprecazioni di lei, cominciò a spingere ancora più forte, finché, la passione non si placò e allora stretti l’uno all’altra, rimasero abbracciati sul letto.

“Inuyasha, devo dirti una cosa. In Italia, c’è uno che mi viene dietro. Io gli ho detto che era fidanzata, ma questo non demorde”, sincera, Kagome voleva essere sincera con Inuyasha.

Il mezzo demone si staccò da lei, e sollevandosi dal letto, si rivestì in fretta.

“Inuyasha, dove vai?”, chiese la ragazza, confusa dal comportamento dell’hanyou.

“Spiegami una cosa semplice, perché non me ne hai parlato nella lettera che mi hai spedito?”, il mezzo demone era rabbioso, ma non con Kagome, con quel tizio italiano.

“Perché …”, tentò di spiegare lei, “perché sapevo che avresti reagito così”, disse tutto d’un fiato.

Inuyasha, la guardò per un momento, era furioso. Dopo di che uscì dalla finestra.

Kagome si alzò e tirandosi dietro il lenzuolo si avvicinò alla finestra “Inuyasha”, lo chiamò, ma non ottenne nessuna risposta.

Il mezzo demone era tornato nell’epoca Sengoku, aveva bisogno di pensare e ammazzare qualche demone maligno. Corse verso casa di Miroku.

“Ehi, monaco. Ci sono segnalazioni di demoni?”, chiese con impazienza.

Il monaco uscì di casa, seguito da una delle due figlie.

“Papà, ma perché zio Inuyasha è così arrabbiato?”, chiese la piccola.

“Tesoro, non lo so”, poi rispondendo ad Inuyasha “Si, in un villaggio vicino. Sono più di uno …”.

“Bene, avevo proprio bisogno di un po’ di movimento!”, esclamò il mezzo demone. E partì di corsa.

Kagome si rivestì il più velocemente possibile e giunta davanti il pozzo.

“Hai ragione Inuyasha, ma non potevo dirti una cosa del genere così. Almeno non per lettera”, bisbigliò, prima di calarsi dentro il pozzo.

La ragazza giunse dopo tanto tempo nell’epoca Sengoku. Si diresse verso il villaggio e scorgendo la figura di Miroku.

“Miroku, dove è andato Inuyasha?”, chiese senza mezzi termini.

Il monaco quando sentì la voce della Divina Kagome, per poco non cadde a terra.

“Di … Divina … Ka … Kagome, voi qui?”, il monaco era sorpreso.

“Miroku, ho fretta, dove è andato quello stupido di Inuyasha?”.

“Ehm …. È al villaggio vicino, hanno problemi con qualche demone”, rispose Miroku.

“Grazie”, e Kagome partì in quarta, doveva chiarire la situazione, come faceva a tornare in Italia e dire al nonno che aveva litigato con Inuyasha?

“Sango, è tornata Kagome!”, esclamò il bonzo rivolto alla moglie.

Inuyasha intanto era giunto al villaggio e aveva scovato i demoni che stavano provocando disordine.

Talmente era furioso con quel tizio che correva dietro alla sua donna che con un solo colpo di Tessaiga, distrusse tutti i mostri che aveva davanti. La gente del villaggio lo stava ringraziando quando arrivò Kagome in fretta e furia.

“Inuyasha”, la ragazza continuava ad urlare a perdifiato. Il mezzo demone non aveva molta voglia di parlare con lei, perciò, dopo essersi congedato, si avviò verso il lago che vi era nelle vicinanze.

Kagome lo seguì, e vedendo l’hanyou che rallentava, cominciò a camminare e giunta a tre metri da lui.

“Inuyasha, so che non avrei dovuto dirlo così, però …”, aveva cominciato, ma non riusciva a proseguire.

Inuyasha si voltò a guardarla. “Però cosa? Sei tornata per me, oppure per aiutare tuo nonno? Proprio non mi so spiegare perché. Sai quanto sono stato male per la tua partenza? Riesci ad immaginarlo? Tre anni che non ti vedo e quando finalmente riesco ad aprirti il mio cuore, accade questo”, era rosso in viso, gli occhi erano la tonalità più chiara di dorato che Kagome avesse mai visto.

“Per favore. Sono tornata per te, il nonno mi ha detto che dovevo tornare, stavo male. Sentivo la tua mancanza in maniera impossibile, perché mi dici tutto questo?”, gli occhi della ragazza si erano riempiti di lacrime e la voce le si era spezzata.

“Kagome,” il tono del mezzo demone era più pacato, lentamente si stava avvicinando a lei, “Kagome, non capisco, perché me lo hai detto dopo quel tumulto di emozioni che ci stava travolgendo?”, lo disse, mentre la stringeva tra le braccia, non voleva che vedesse le lacrime rigargli il volto.

“L’ho detto, perché, soprattutto dopo aver fatto l’amore con te, volevo essere sincera, onesta con te. Quel tizio è snervante, peggio di un cagnolino, non lo voglio vedere e me lo ritrovo dappertutto …”, Kagome aveva poggiato la testa sul petto di Inuyasha e sentì qualcosa di duro premerle contro la fronte.

Scostò leggermente il viso e sfiorando il punto preciso, toccò qualcosa. “Inuyasha, cosa porti al collo?”, chiese, curiosa.

“Ehm …”, oh, ma che carino è arrossito, “Beh … veramente non ricordavo di averlo ancora, comunque …”, disse, mentre sollevava la catenina e faceva arrivare davanti gli occhi di Kagome i ciondoli.

“Non credevo che lo avresti indossato. Quante storie hai fatto per metterti il pendente, ti ricordi che abbiamo litigato?”, sorrise, ripensando a quel momento.

“Si, però questo”, indicando il ciondolo, “questo è qualcosa di diverso dal pendente, è qualcosa che sigilla qualcosa di unico. Quindi perché non avrei dovuto indossarlo?”, spiegò l’hanyou.

Kagome lo guardò, sembrava che si fosse calmato. ‘Appena arriviamo in Italia e quel cretino si presenta, gli do via libera per togliermelo di torno.’, pensò.

Inuyasha osservava Kagome “Che hai? Perché quello sguardo?”, chiese sorridendo. ‘Sembra che la litigata sia finita.’, pensò la ragazza.

“Niente, pensavo a qualcosa che potresti fare per me giunti in Italia”, disse.

“Vuoi dire toglierti di torno quel cretino?”, comprese il mezzo demone. “Come lo hai capito?”, sbalordita.

“Semplice, il tuo sguardo si è infuocato, quindi eri arrabbiata, ovviamente non con me, anche se ne avresti tutte le ragioni, visto come mi sono comportato. Mi dispiace per quella reazione. È stata esagerata, però … se glielo hai specificato, perché ti viene ancora dietro?”.

“Ehm … vorrebbe farmi cambiare idea. Ma questo è assolutamente impossibile, quindi … Dove eravamo rimasti prima di quella frase?”, chiese maliziosa lei.

“Ehm … non ricordo, però si potrebbe ricominciare da capo, non credi?”, disse stringendola ancora più forte.

“Si, sono completamente d’accordo”, asserì lei.

Inuyasha mosse le orecchie. “Ehm … Kagome, abbiamo compagnia”, disse lentamente percependo l’odore del padre e della madre.

“Chi?”, chiese lei. “I miei genitori. A quanto pare sono entusiasti all’idea di conoscerti”.

“Quindi dobbiamo rimandare quello che avevamo in mente ad un altro momento?”, disse lei, facendo finta di mettere il broncio.

“Si, però sarà per poco e poi non devo avvisarli del fatto che vengo con te in Italia?”, specificò Inuyasha.

“Già. Però prima che arrivino …”, non riuscì a terminare la frase che già il mezzo demone aveva capito e la zittì con un bacio appassionato; continuarono a baciarsi, fino a quando non vennero interrotti da un.

“Ehm … Ehm ….”, fece Inu no Tashio.

 

 

Spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto, io non avevo mai pensato di scrivere qualcosa di simile … però dalle recensioni che ho ricevuto devo dire che la storia sta riuscendo bene, nonostante tutti gli inconvenienti che ho avuto, anche con il computer.

Bene adesso vorrei rispondere a chi mi ha lasciato qualche commento, sono stati tutti graditissimi.

Nozomi: grazie per le belle recensioni che mi lasci, mi fa piacere che la storia ti piaccia. Tommaso è il terzo incomodo che non si vuole mai arrendere, però … ops non devo svelare nulla se no che piacere c’è? Grazie mille per le parole che mi scrivi. Lo so che Inu l’ho reso un po’ troppo depresso, ma mi serviva così, poi si riprende non disperare.

Rossanadaipensaciunpotu: Tommaso doveva risultare antipatico e a giudicare dal risultato sono riuscita nel mio intento. Il signor Higurashi deve dire qualcosa, ma non sarà solo legato alla sua malattia. So che la storia è iniziata in modo triste, però …. Mi dispiace che la malattia del signor Higurashi, abbia riaperto delle ferite che avevi dentro, ma avevo bisogno di qualcosa di forte, per far proseguire la storia, mi dispiace molto per tuo nonno, ma ancora non so cosa accadrà di preciso al nonno di Kagome. Mi piacciono molto le tue recensioni, ti rivolgi direttamente ai personaggi, le trovo molto simpatiche. Comunque quei pochi errori che trovi all’interno della storia, sono procurati dal mio computer, in quanto cretino, e non mi riconosce molte parole e ogni volta avrei voglia di buttarlo dalla finestra, ma poi mi riprendo perché se no non potrei deliziarvi con le mie parole e mi arrendo alla sconfitta contro il mio pc. Sono contenta che tu abbia avuto la possibilità di leggere la mia fan fiction. Grazie per il sostegno che le tue parole mi danno.

Alys93: mi fa molto piacere che la mia storia ti sta appassionando, anche a me. Sono contenta delle tue recensioni, sapere che ti arrabbia con il pozzo e la sfera è troppo divertente. Comunque Sesshomaru non utilizza Tenseiga, spiegherò poi come ha fatto a riportare in vita il padre e Izayoi. Il pozzo è cattivo ma non troppo …. Tommaso lascialo perdere perché lo odiano tutti, io in cima, però se non ci fosse lui, Inuyasha non potrebbe sfogarsi no? Ops … mi sono scoperta un po’. Ti spiego perché Tommaso non può essere usato come bersaglio: perché l’istruttore che osservava i suoi movimenti l’avrebbe denunciata alla polizia, e poi come fa Inuyasha senza la sua perfetta metà? Comunque grazie per le lunghissime recensioni che mi lasci.

Mei91: grazie per la tua recensione, mi fa piacere che ti piace la storia, in quel momento ero giù di morale, per questo la fan fiction ha questi toni malinconici. Se continuerai a leggere la storia, le cose si riprenderanno.

E adesso vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia, so che può sembrare malinconica, però ho intensione di aggiungere qualcosa di buffo, anche per strapparvi un semplice sorriso, oltre le ire verso il pozzo, la sfera e quel testardo di Tommaso. Vi ringrazio di cuore. Baci Franky91.

  
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