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Autore: Julietts    03/04/2011    2 recensioni
Da qualche parte, intorno alla Champs-Elysées, fiumi si gente passavano da un lato all’altro della strada, i volti confusi nell’aria gelida di quel novembre arrivato troppo presto, mentre un vento caotico fatto di voci, risa e pianti, si mescolava alla pioggerella sottile che solcava il cielo con la sua presenza debole ma intensa.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva. Gocce piccole, insignificanti, solcavano l’aria di quel freddo sabato di novembre, come tante piccole lacrime salate di un pittore che non vedrà mai finito il suo quadro più bello.
Stephanie camminava, nuovamente, per le Champs-Elysées. I suoi pensieri correvano leggiadri sulle vetrine dei negozi, sui volti che passavano, guardava tutto, ma non vedeva nulla.
Veniva in realtà più che altro spinta da un angolo all’altro, così, da persone tutte indaffarate e di fretta che avevano chissà quali così importanti impegni da portare a termine. Lei di fretta non ne aveva. Passava di lì, quasi per caso. O forse non quasi per caso, ma sicuramente senza un motivo apparente. Perché un motivo, anche se non se ne rendeva conto, c’era. Ufficialmente, però, doveva comprare una scatola di cioccolatini per la vecchia zia Marie, che avrebbe compiuto ottant’anni qualche settimana più in là.
La ragazza continuava a percorrere la via, comunque, ignorando tutte le pasticcerie. Perché di comprare i cioccolatini se ne era proprio scordata. Raggiunse un angolo della strada, raggiunse delle panchine. Le panchine. Vi si sedette su una a caso, chiuse gli occhi e penso insistentemente a un concetto che non riusciva a fluirle via dalla testa.
‘Che-cavolo-ci-faccio-qui’.
Niente, si disse, niente. Niente.
Ricordò poi, quando non molti giorni prima si era seduta su una panchina di quelle, incontrando quel Jo che l’aveva catturata nella sua rete fatta di fascino e mistero. Ed improvvisamente, capì tutto.
Ma Stephanie non era una ragazza superficiale, non era una qualunque. Aveva la testa sulle spalle, sì. Sì. E non si sarebbe innamorata, ma neanche interessata, ad un ragazzo che non conosceva nemmeno e che, di quei tempi, poteva benissimo essere uno stupratore, o un maniaco.
Quindi, si alzò, abbandonando quel desiderio profondo e impronunciabile su quella panchina tra le tante panchine, di cui non avrebbe mai voluto ricordarsi. E con delusione, se ne andò, ripercorrendo la grande via, verso una pasticceria economica. Tornando a essere la solita Stephanie, senza sogni, senza desideri, annoiata da una vita che non le apparteneva totalmente. E con delusione per se stessa, per sognare l’irraggiungibile, entrò nel primo negozio di dolci che trovò e comprò un pacchettino di cioccolatini scadente e triste. Ma tanto, non le importava. Proprio per niente.
E con delusione, uscì da quel negozio, e stancata dai suoi stessi rimproveri, fece un altro giro, per la via, sempre senza un motivo, facendo finta di non sentire la morsa allo stomaco che la cingeva.
E fingendo, soprattutto, che quella delusione non fosse per non averlo rivisto.
  
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