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Autore: ignorance    03/04/2011    3 recensioni
«E’ rarissimo trovarle in questo periodo, ma pare che questa sia arrivata in anticipo»
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Commenti dell'autrice: Hm. Non so cosa dire, seriamente. Mi è venuta su così, un parto malato e abbastanza schifiltoso, però m'è piaciuto scriverla. E... Niente, fatemi sapere cosa ne pensate, ché vi regalerei tanto ammmore :D
As usual, quindi, l'arduo parere ai posteri!
Ah, e se fa schifo -e fa schifo, credetemi- concedetemi l'attenuante, non l'ho proprio riletta, altrimenti non avrei avuto il coraggio di postarla D:
Disclaimers: Purtroppo -ahimè- i personaggi non mi appartengono, nè mai mi sono appartenuti, e ancor meno mi apparterranno D:

A Human_, che non commenta ma che so che legge. Ti farò cambiare idea, te l'ho promesso!

***

Scalciando un sassolino con la punta della scarpa, inspirò una boccata di fumo, che si modellò nella sua bocca.

Ci giocò un po’ con la lingua e si decise a lasciarlo andare, sorridendo nel vederlo scomparire nell’aria.

E’ l’unico modo per afferrare il fumo,
lasciare che ti corroda dall’interno.
Aspirarlo non troppo forte,
Per farsi male e goderne lentamente.
Poi lasciarlo andare con dispiacere,
Quasi ritrosia; sbuffarlo via
E sapere che ormai è perso è perso per sempre.

Ingoiò l’aria del vespero e spense la sigaretta, schiacciandola con il piede; si cacciò le mani in tasca e tirò un sospiro, per permettere all’ossigeno di cancellare il sapore del fumo, un po’ per volta.

Continuò a camminare, piano, con gli occhi puntati sull’asfalto.

Non era ancora il tempo delle cicale.

Ma, chissà perché, tese le orecchie per coglierne il frinire.

Eppure sapere che non se ne andrà mai.
Sapere ch’è penetrato così dentro da far male,
Che ha occupato uno spazio che sarà sempre suo.
Perché l’ha marchiato di ferite, E sanato con lappate venefiche.



E quando invece udì uno scalpiccio e un ansimare dietro di sé, sorrise.

«Sei rumoroso» ridacchiò.

La figura prese a respirare più lentamente e si appoggiò alla sua schiena con la mano.

«Sta’ zitto» bofonchiò, sbuffando dal naso «Sei tu, Ted, che non mi hai aspettato»

Ted rise e si girò a guardare l’amico, sollevando le sopraciglia nel vederlo piegato su sé stesso per riprendere fiato.

Le sue labbra si arricciarono in un ghigno.

«Ma tu non dovresti essere un super macho?» lo punzecchiò «Sai, roba tipo addominali scolpiti e chiappe super sode per via del Quidditch?»

Questi saltò in piedi e in tutta risposta gonfiò il petto.

«James Potter, è, di fatto, un super macho» s’inalberò «E’ solo colpa tua, ché sei più macho di me» si sgonfiò e lo guardò, stavolta sorridendo.

Ted si spostò una ciocca di capelli blu dalla fronte e sbuffò.

«Certo, certo. Vane lusinghe» nascose un largo sorriso girandosi dall’altra parte e borbottò, «Sarebbe il caso di andare» riprendendo a camminare.

James lo afferrò da dietro, issandosi scherzosamente alla sua schiena, come facevano da piccoli.

«Tu sei mamma koala» rideva James, arricciando il nasino all’insù. Ted ridacchiava e lo scarrozzava ovunque volesse andare, facendo finta di mangiare foglie di bambù.

«Evviva mamma Teddy!»

James gli si strinse contro, riportandolo alla realtà.

Ted rabbrividì, ringraziando la luce aranciata che mitigava il color pesca matura delle sue guance.

James gli ansimò nell’orecchio, facendolo diventare una statua di granito.

La sua risata gli scoppiò nelle orecchie.

«Ti sento un po’ teso, cagnaccio» lo apostrofò James, ridendo di gusto contro il suo collo.

Ted si scrollò nelle spalle, beccandosi una testata allucinante.

«Ho solo bisogno di una sigaretta» mentì, distogliendolo sguardo dalle mani allacciate sotto il suo collo.

James gli si affiancò, massaggiandosi la testa dolorante.

«Ne hai appena fumata una» gli fece presente, sorprendendolo «Di questo passo morirai prima di me!»

Ted non rispose, allungando il passo.

«Teddy, non ignorarmi!» lo rimbeccò James, corricchiando per dargli dietro «Lo dico solo perché sono preoccupato per te»

Quel tono accorato non voleva dire nulla di buono, per il suo autocontrollo. Ted si voltò a guardarlo, notando il broncio che si allungava pigramente sul suo viso.

«Ne abbiamo già parlato, James» bofonchiò, a disagio, guardandosi le punte dei piedi «Non posso più farne a meno»

James si limitò a fissarlo in silenzio, indecifrabile.

«Devi solo trovare un passatempo migliore» disse infine, con un sorriso abbagliante che svanì subito dopo essersi presentato sulle sue labbra.

Ted era confuso. Lo vide guardarsi intorno e correre via e sospirò.

Continuò a camminare di buona lena, ma James era scomparso.

«Dove diavolo si sarà cacciato?» borbottò, apprensivo, passandosi il palmo sulla fronte.

Cominciò a camminare sempre più veloce, fino a correre, scacciando qualsiasi altro pensiero.

Si fermò di colpo solo in vista del fiume. L’asfalto lasciava spazio all’erbetta, i cui fili si muovevano per inerzia ad ogni nuovo capriccio del venticello primaverile, mentre l’acqua scorreva placida nel suo letto.

«James!» chiamò, sicuro che l’amico fosse lì «James, che diavolo!»

Una risata scoppiò nel silenzio, e la zazzera indecente di Potter fece capolino da un cespuglio.

«Ben arrivato, Teddy!» esclamò, con gli occhi che brillavano e i denti bianchi che spiccavano sulle gengive e le labbra, rosse come ciliegie, arricciate in un largo sorriso.

Gli fece cenno di avvicinarsi, e Ted obbedì.

Si era preparato una lunga paternale, ma alla vista del sorriso disarmante di Potter si bloccò.

«Guarda cos’ho trovato» James gli si avvicinò con fare cospiratorio e, senza smettere di sorridere, gli mostrò le mani chiuse a coppa «E’ rarissimo trovarle in questo periodo, ma pare che questa sia arrivata in anticipo»

Gli permise di sbirciare e si ritrasse, soddisfatto.

«Che ne dici? Sono o non sono un vero Signore della Natura?» rise James.

Ted lo guardò, in silenzio.

«U-una cicala» boccheggiò, senza fiato.

Una cicala.

«Già. Anziché fumare, puoi venire qui tutte le volte che vuoi a sentirla cantare» James gli regalò un sorriso radioso.

Quante possibilità c’erano?

Ted guardò il suo sorriso, in silenzio, e deglutì.

«Ted…» cominciò James, preoccupato, ma Ted lo strinse tra le braccia, d’impulso.

«Ted! La cicala…»

E mentre Ted assaporava le labbra di James, una cicala frinì.

Non puoi sperare di acchiapparlo a mani nude.
Puoi solo attaccarti al filtro e assaporarlo,
Sperare che non finisca mai
E godere del dolore che ti provoca.



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Che dire? Io ve l'avevo detto, ch'era venuta su un po' così. Comunque, se mi lasciaste un parere non è che mi dispiacerebbe poi tanto *ride*. Alla prossima!
   
 
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