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Autore: Hymy__    03/04/2011    0 recensioni
Tratto dall'8° cap.
"Sapete, potrebbe capitare a voi un giorno. Uscirete con gli amici, berrete un drink, forse due, e passerete una bella serata al chiaro di luna. Non accetterete un passaggio dal vostro caro amico perchè vorrete fare due passi per schiarirvi le idee, e vi incamminerete verso casa. Un tizio vi guarderà prendere la vostra stradina per la vostra abitazione, e vi seguirà. Non importa la causa, ma solo l'effetto che essa provoca."
Vi sentite al sicuro nelle ombre? Vi sentite coraggiosi?
Genere: Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Fin da piccoli ci insegnano a rispettare le regole, i dieci comandamenti, gli insegnamenti di Gesù, fino ad arrivare alla vita di scuola, dove non si può mangiare la cicca durante la lezione, né disturbare. Ci insegnano a portare rispetto, dicono. Ma in realtà siamo succubi della nostra stessa vita, quando dovremo esserne i protagonisti. Essere protagonista significa riuscire nei nostri intenti, nei nostri progetti, senza pensare alle conseguenze, o a chi portare rispetto e a chi no.                                     
In ogni storia c’è un protagonista, che può essere sia buono che cattivo, ma senza di lui la vicenda non può continuare. Si ferma a “C’era una volta”.                                       
In questa storia, in questa realtà, la protagonista è Sam. L’unico suo problema è che ne è lui il regista.

Sam non scorderà mai più la sua faccia, i suoi denti marci, così tante volte presi in giro. Si costrinse a guardarlo, a sfidarlo, ma sapeva fin troppo bene che era in trappola.      
Era legata alle catene che di solito si usano per i cavalli, e notava con semplice orrore che la porta era dietro di lui, fatta di acciaio. Pensò che non era adatta a stare lì, che sarebbe stata meglio in una banca, tanto appariva pesante e imponente. La piccola finestra sopra di lei non era niente in confronto. C’era puzza di chiuso, di vomito e di pelle bruciata.                                                          
Nella sua mente riecheggiava solo la sua risata, quella risata perfida che aveva sentito tante volte a scuola, mentre lui diceva che gliel’avrebbe fatta pagare per tutte le cattiverie che lei gli aveva fatto.                                 

Dovete capire che lui non era davvero perfido. Nessuno lo è. Era solo un ragazzo fatto schiavo dalla sua vita. Si era lasciato sopraffare dalla parte malvagia che vive in ognuno di noi, non era riuscito a resistere all’affascinante quanto terribile mondo del male.                                  
 State attenti in futuro, tutti possono caderci dentro e sprofondare in un pozzo senza fine, dal quale non c’è ritorno. 

Scusate davvero per la mia assenza, ma mi sono fatta risentire, più carica che mai! :D
  
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