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Autore: Tem_93    03/04/2011    3 recensioni
Pensava che dopo essere stata con Puck sarebbe tornata la Rachel di sempre, intenta a recuperare il suo rapporto con Finn. Invece aveva deciso di ignorare le conseguenze ancora una volta, e poi un’altra e un’altra ancora.
Quando Noah le si avvicinava con quel sorriso malizioso pensava che fosse tutto un errore.
Era sbagliato, dannatamente sbagliato. Sarebbe bruciata all’inferno più e più volte per quello che stava per fare. Poi lui infilava le sue mani sotto la sua maglietta e le faceva salire fino a metà schiena, un brivido la percorreva tutta e qualsiasi pensiero svaniva. A quel punto l’unica cosa che esisteva era Noah, e lui soddisfaceva qualsiasi sua voglia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non badare alle conseguenze [non ora] 

Noah Puckerman era l’uomo più fico su tutto il pianeta, sapeva di esserlo e sapeva di essere destinato a grandi cose. Nel suo destino non sapeva cosa c’era, oltre a tante belle ragazze. Sapeva che avrebbe avuto una gran bella vita, tranquilla e senza problemi. A lui non piaceva progettare le cose, lui viveva giorno per giorno. Non voleva pensare a cosa sarebbe successo il giorno dopo, figuriamoci qualche anno dopo. Per questo motivo non gli interessavano le relazioni stabili e i legami in generale. Non voleva dipendere da nessuno, intendeva solo essere sempre libero di fare quello che desiderava.

Oh, sì, ne era sicuro, la sua vita sarebbe stata uno spasso.
 
Purtroppo non aveva tenuto conto della sua natura umana, oltre al grande e terribile potere di forze a lui sconosciute.
Si era lasciato abbindolare da degli occhi da cerbiatta e dei boccoli castani.
No, in realtà aveva solo accettato di andare a casa sua, ma sapeva che quando c’era di mezzo la camera della Berry non era mai un buon segno.
Avrebbe dovuto aspettarselo.
Certo, forse usare il cervello e non un altro organo per pensare in quella situazione avrebbe fatto comodo.
 
Così si ritrovò davanti a casa di Rachel a suonare il suo campanello.
-Hey Berry – disse appena lei aprì la porta di casa.
-Ciao Noah – rispose lei sorridendo a sua volta. Il sorriso di Rachel aveva qualcosa di strano, notava un accento di malizia. Probabilmente aveva intenzione di architettare qualcosa per far ingelosire Hudson, pensò distrattamente Noah.
-Tutto ok?- domandò chiudendosi la porta alle spalle per poi seguire curioso la ragazza nella sua salire le scale. Lei annuì sicura.
Rachel aveva un gran bel culo. Tolse in fretta quel sorrisino che gli era affiorato sulle labbra.
Arrivarono nella camera e Rachel chiuse la porta senza far rumore; si appoggiò poi ad essa, tenendo le mani dietro la schiena e continuando a sorridere in quel modo strano.
Ah, quella camera era così rosa! Come faceva una persona a fare sesso tra pupazzi, cucini e lenzuola rosa! Ah, già.
Rachel non faceva sesso.
Un peccato, un così bel corpicino sprecato.
-Sai ..- mormorò lei attirando la sua attenzione –ti ho chiamato perché avevo un problema, un prurito che solo tu puoi grattare – sbattè le lunghe ciglia lentamente, posando poi lo sguardo per terra.
Puck alzò entrambe le sopracciglia e sgranò gli occhi.
Ok, doveva aver capito male per forza, probabilmente solo lui aveva colto il doppio senso.
Per la Berry un prurito era sicuramente una cosa come far morire di gelosia Finn, ottenere molti più assoli al Glee, far adottare a qualcuno un dolce gattino randagio, cose del genere.
Non era sicuramente il prurito che intendeva Puck, anche se lui avrebbe preferito lo fosse.
Sarebbe stato così facile far sparire quel formicolio, sarebbe stato dannatamente sexy.
No, Rachel non poteva pensare a quello a cui stava pensando lui.
Poi però lei gli si avvicinò fino ad arrivargli di fronte, fece scorrere la punta del suo indice sul suo petto, seguendolo con lo sguardo, dopodiché lo alzò fissando con quei grandi occhi accesi quelli di Noah.
-Capisci quello che intendo?- sussurrò.
Oddio. Che stesse veramente pensando a quello che pensava lui?
No, quello era da escludere, era più plausibile che volesse solo pomiciare.
-Hey- le rispose afferrandole il polso della mano con cui lo stava sfiorando –Sono Puckzilla, capisco certe cose-.
Sorrise sornione e avvicinò il suo viso a quello di Rachel, lentamente. Le morse il labbro inferiore facendola ridere, affondò poi le mani nei suoi boccoli castani e prese a baciarla con impeto, giocando con la sua lingua. Lei rispondeva divertita al bacio, legando le braccia intorno al suo collo e mettendosi in punta di piedi. Puck istintivamente la sollevo senza staccarsi da quelle labbra morbide e profumate, Rachel avvinghiò le gambe contro i suoi fianchi, spingendosi maggiormente verso di lui. Le mani di Noah percorsero lentamente tutta la schiena della ragazza e si infilarono indiscretamente sotto il vestito leggero.
Rachel si staccò a fatica dalle labbra del giovane, ansimando e posando una mano sul suo petto.
Puck sorrise colpevole –Scusa, l’ho fatto inconsciamente – borbottò senza lasciarla andare.
Ci aveva anche pensato in effetti, aveva optato per non farlo, però la tentazione era stata troppa e le sue mani avevano velocemente raggiunto le mutandine della Berry.
Lei scosse la testa, non sembrava nemmeno arrabbiata.
-No, mi chiedevo solo se avessi con te un preservativo- mormorò.
Le sopracciglia di Puck si alzarono per la seconda volta, ma stavolta era completamente allibito.
Stava scherzando?
Da quando Rachel Berry si era data al sesso? Da quando aveva deciso di non preservarsi per Finn o per qualsiasi relazione più lunga di cinque anni?
Non poteva crederci, quella piccola e sexy ebrea lo stava prendendo per i fondelli.
- Hai bevuto per caso Berry?- domandò cercando una risposta allo strano comportamento della ragazza. Lei fece di no con la testa.
-Non farò sesso con te!- sbottò Puck –So che domani, quando sarai lucida, comincerai a rovinarmi la vita perché ti avrò privato della tua preziosa verginità. Potresti essere un problema- disse estremamente preoccupato.
Sì, era preoccupato che quando Rachel si sarebbe svegliata e avesse realizzato cosa lui le aveva fatto [perché alla fine sarebbe sicuramente stata colpa sua], probabilmente lo avrebbe denunciato alla polizia per stupro, o lo avrebbe detto ai suoi papà con una sua fantastica interpretazione drammatica.
Chi mai avrebbe creduto a lui? Nessuno, sarebbe solo dovuto tornare in quel triste posto dove gli rubavano quotidianamente i muffin.
Non ne valeva la pena.
Rachel sembrava divertita dalla situazione, tanto da trattenere un risolino.
–No, giuro che sono lucida – rispose annuendo con la testa.
No, non si fidava ancora.
-Sicura?- domandò dubbioso.
Lei vi avvicinò al suo viso, con la punta della lingua percorse la sua guancia per arrivare vicina al suo orecchio.
-Non voglio pensare alle conseguenze. Non ora.-soffiò nel suo orecchio.
Ok, questo era scorretto.
Molto scorretto.
Mentre pensava a cosa fare per far girare nuovamente le rotelle a Rachel, lei aveva iniziato a lasciare baci caldi sul suo viso, partendo dalla bocca, definendo la mandibola marcata, scendendo sul collo e fermandosi sulla clavicola.
A quel punto il suo amico lì sotto si era svegliato, e senza troppe balle aveva deciso cosa fare.
In fin dei conti lui era Puckzilla, era il dio del sesso, perché privare ad una fanciulla tale piacere?
Ok, forse ne valeva la pena.
Velocemente fece scorrere la cerniera del vestito della ragazza, la quale sciolse le gambe tornando in piedi. Le fece cadere il vestito per terra, ammirando quello che prima copriva.
Da quando Rachel aveva quel fisico? E perché non l’aveva mai notato?
La cosa importante era che tra poco nessuno l’avrebbe conosciuto meglio di lui.
Lei infilò bramosa le mani sotto la maglietta di lui, aiutandolo a toglierla. Rachel posò il suo sguardo sui suoi addominali e con un a mano li graffiò leggermente, facendolo ridere.
Sicuramente non aveva mai visto nulla di tanto sexy, non di certo con Hudson.
Noah la sollevò senza fatica, poggiandola poi sul letto morbido. Le si mise sopra e iniziò a leccare, mordere e baciare quella pelle liscia e profumata. Faceva scorrere la sua lingua su ogni punto della sua pelle, soffermandosi a volte e lasciando alcuni succhiotti.
Rachel aveva un odore inebriante e maledettamente attraente.
Ma per quale motivo si stava perdendo tanto nei preliminari?
Probabilmente non l’aveva mai fatto prima, non ricordava di aver mai perso tanto tempo ad assaporare ogni piccola parte di una ragazza. Ma Rachel aveva una pelle così invitante, la voleva gustare e non voleva perdersi nulla.
Rachel alzò il busto, facendo stendere il ragazzo, invertendo così i posti. Strinse poi le sue ginocchia contro il corpo di lui e prese a baciarlo con trasporto e avidità, scorrendo le sue mani sui suoi muscoli.
Nonostante fosse la sua prima volta non era affatto timida, anzi continuava a muovere le sue soffici labbra sopra la pelle di lui, facendolo eccitare.
Lui portò le grandi mani sulla schiena inarcata di Rachel, cercando il gancio di quel dannato reggiseno nero. Rachel intanto era intenta a slacciare il bottone dei jeans di lui, e appena esso fu fuori dall’asola, abbassò la zip, sfiorando l’erezione di Noah.
Probabilmente solo in quel momento Noah realizzò che Rachel faceva sul serio, poi con grande forza di volontà concluse anche che non avrebbe potuto fare tutto quello che gli stava frullando velocemente nel cervello.
Ma, diavolo, quante cose le avrebbe voluto fare.
Rachel sorrise, sembrava soddisfatta, tornando poi sulle labbra del ragazzo. Finalmente il gancetto si aprì.
 
Rachel si stese al suo fianco e lui l’abbracciò da dietro, impedendole di rivestirsi. Ridacchiò, tenendo gli occhi chiusi e stampando alcuni baci sulla schiena calda della ragazza.
Gli era piaciuto, cavoli se gli era piaciuto.
Rachel sembrava non essere mai stanca e ogni volta sembrava s’impegnasse  di più, quasi per non fargli pesare il fatto che fosse una vergine.
Bè, ora non lo era più.
Nonostante tutti i suoi malati pensieri si era comportato bene, aveva cercato di fare le cose a modo perché dopotutto era la sua prima volta ed era Rachel. Rachel gli piaceva, era sua amica.
Non un’ amica come Santana, un’amica … più amica. Non gli sarebbe piaciuto ferirla.
Si avvicinò lentamente all’orecchio di lei.
-Sicura che fosse la prima volta Berry? Perché o menti, o sei nata per fare sesso con me – si complimentò lui, accarezzandole la spalla e il braccio esile. Lei ridacchiò, voltando la testa e cercando i suoi occhi.
-Non pensare alle conseguenza più spesso- le sussurrò prima di prendere sonno.
 
 
E Rachel non pensò alle conseguenze più e più volte in quella settimana.
Quello che però lo fece fu lui.
Come cavolo era accaduto?? Quando aveva cominciato a pensare al giorno dopo, vedendosi a casa di Rachel? Non era da lui, oh no.
Lui andava con una ragazza una volta e poi stop, doveva essere solo e puro sesso.
C’erano dei buoni motivi: non soffrire per nessuna, divertirsi con tutte, dimostrare di essere il dio del sesso.
Tutte valide ragioni.
Eppure ora non era più così, ora non voleva una ragazza a caso con cui divertirsi.
Ora voleva Rachel, e per lei accettava di farlo anche tra lenzuola rosa e pupazzi.
Questo lo faceva arrabbiare, perché aveva bisogno di lei e lui non voleva, non doveva, dipendere da nessuno. Soprattutto non da lei.
Non da una ragazza innamorata di un altro.
 
 
-Ma stai zitta Berry!-
-Fanculo Puckerman!- strillò lei senza voltarsi.
-Ragazzi non c’è bisogno di scaldarsi tanto per una canzone- sbottò il professore, cercando di rimettere ordine. Non capiva perché ultimamente quei due si dessero contro in continuazione. Scoppiava una lite per nulla, per la canzone scelta, per il cantante, per come uno dei due l’avesse interpretata, per futilità insomma. Gi altri ragazzi ormai si erano abituati e dopo averli divisi, i due si mettevano uno da una parte e l’altra dall’altra a braccia incrociate, imbronciati. Will Schuester non riusciva proprio a capirli.
Non poteva capire, perché non sospettava che fosse tutta una messa in scena.
A Puck andava bene questa recita. Nessuno a scuola lo sapevo e doveva saperlo. Lui era Puckzilla, aveva una certa reputazione da difendere, inoltre perché avrebbe dovuto dire a tutti gli altri che si faceva Rachel Berry?
Bè in realtà c’erano seri motivi per cui avrebbe dovuto farlo.
Prima di tutto perché Rachel era un’ingenua e continuava a mettersi quelle gonnelline eccessivamente corte, le quali lasciavano vedere troppo. Nonostante lei non lo sapesse molti ragazzi amavano quelle gonne, soprattutto quello che nascondevano, e Puck lo sapeva.  Non ci badava più di tanto prima, dopotutto lui lo faceva con tutte, però ora gli dava da fare.
Gli dava un gran fastidio.
A Puck però non piaceva definirlo gelosia, perché mai sarebbe dovuto essere geloso di Rachel??
Era solo sesso no?
Avrebbe dovuto dirlo a tutti anche per Hudson. Quell’imbecille, eternamente indeciso. Sapeva che prima o poi ci avrebbe riprovato, e anche questo lo irritava parecchio.
Quell’idiota scoordinato non doveva nemmeno avvicinarsi a lei.
Lui non l’amava, non l’aveva mai amata, Puck lo sapeva perché spesso gliene parlava.
Finn amava una certa parte di Rachel, amava una persona simile, una lei perfezionata. Ma lei non era così, lei era piena di difetti che tentava di nascondere, ma che alla fine tornavano a galla. Lei era logorroica, era testarda, era egocentrica, con manie di controllo e di grandezza. La maggior parte di queste cose a Finn non piacevano, se ne lamentava sempre, e Puck lo sapeva.
Per questo sarebbe voluto salire in piedi sul tavolo della mensa e urlare a tutti che Rachel era sua, che Noah Puckerman andava a letto con la Berry e ne era alquanto soddisfatto.
Avrebbe dovuto perché a lui piacevano tutte le parti di Rachel, da quelle più buffe a quelle più dolci. Gli piaceva il suo parlare all’infinito di cose futili, perché lui non era uno che parlava tanto e comunque sapeva come farla tacere; gli piaceva il suo essere testarda e voler primeggiare, perché anche lui era così; gli piacevano le sue manie di controllo perché era così carina quando si impegnava in qualcosa. A lui piaceva la Rachel imperfetta, la vera Rachel.
Diamine.
Forse l’amava.
 
Evans lo risvegliò dai suoi pensieri con una pacca sulla spalle.
-Hey Puck- lo chiamò- girano voci sul fatto che tu abbia rifiutato una ragazza!- esclamò stupito.
Ah già.
Aveva detto di no a quella bionda e carina Cheerios.
L’aveva fatto perché doveva andare a casa di Rachel, ovviamente.
Che Rachel gliel’avesse chiesto dopo che lui aveva già rifiutato la cheerleader era un’altra cosa.
Il respingere le altre ragazze che non erano Rachel era un problema recente, un grosso problema, di cui la Berry non sapeva nulla.
-Ho di meglio da fare oggi, avevo già un altro impegno – gli rispose Noah con un sorriso malizioso.
-Come pensavo!- sorrise il biondo –l’importante è che non sia mia madre!- lo avvertì uscendo dagli spogliatoi.
-Non si sa mai! E comunque ne sarebbe felice!- scherzò lui ridendo.
 
 
Quella settimana i papà di Rachel erano partiti per un viaggio.
Adorava quei due uomini! Lui e Rachel avrebbero avuto la casa libera per una settimana intera. Il problema era sua madre, come convincerla a lasciarlo fuori di casa per una settimana?
-Ma’-la chiamò –un mio compagno di squadra ha la casa libera per una settimana, ha invitato alcuni ragazzi a stare da lui- inventò.
-Prometto che non berrò troppo e non mi drogherò. Ti voglio bene- disse, baciando la fronte della madre, la quale sbuffò annuendo.
 
 
Era già la terza sera che dormiva lì.
Sentì Rachel alzarsi dal letto ed uscire silenziosamente dalla camera. Quando tornò aveva in mano qualcosa e indossava la sua maglietta, troppo larga per lei, che la rendeva maledettamente sexy.
-Hey- la salutò sorridendole.
-Ti ho portato qualcosa da bere, se ti va- gli disse lei passandogli il bicchiere.
-Grazie- rispose lui, sorseggiando la bevanda dolce. La ragazza infilò le gambe sotto le coperte e si avvicinò al corpo di lui. Noah appoggiò il bicchiere vuoto sul comodino e, sdraiandosi, l’abbracciò .
Lei si avvicinò al suo petto nudo, mettendo la testa nell’incavo della sua spalla.
Noah aveva un gran casino della testa ed era stanco di tenerselo per se. Ormai aveva capito quello che provava e, nonostante non volesse, era così. Doveva dirglielo perché aveva paura, paura che lei se ne andasse e tornasse da Finn. Oh sì, ora l’aggettivo geloso gli poteva andare bene.
Prese un grande sospiro, convincendosi.
-Rach, dovrei parlarti di una cosa- mugugnò accarezzandole distrattamente la schiena
-Sì- rispose lei alzando lo sguardo.
-Ti sembrerà strano detto da me- cominciò, visibilmente imbarazzato. Cavoli, quella era una delle cose più dure che aveva mai fatto nella sua vita.
–Ma, con te, non è mai stato sesso- confessò, togliendo gli occhi da quelli di lei, non sopportando il suo sguardo forte.
-Era qualcosa di più – borbottò –perché per te provo qualcosa- si grattò la testa, come faceva sempre quando era insicuro – e non vorrei che finisse. Non voglio che tu torni da Finn- concluse, riportando lo sguardo su di lei.
Era così, non voleva; voleva che Rachel fosse sempre e solo sua.
Rachel si spinse leggermente avanti, trovando le labbra socchiuse di lui, stampandoci un dolce bacio.
-Nemmeno io Noah- sussurrò sorridendogli.
-Davvero?- domandò lui sgranando gli occhi, sorridendo felice.
Oddio Rachel provava la stessa cosa?
In effetti lui era Puckzilla, però non pensava di aver conquistato anche lei.
La ragazza annuì.
-Oh, allora potrò dire a tutti che sei solo mia- disse tirando un sospiro di sollievo.
L’avrebbe fatto il giorno dopo, Rachel avrebbe potuto opporsi quanto voleva, ma lui l’avrebbe urlato in quella mensa.
Lei ridacchiò, voltandosi poi dall’altra parte, dandogli la schiena.
-Sai, devo confessarti una cosa anche io- mormorò.
Puck si avvicinò posando la sua testa sulla spalla di lei.
-La prima volta, quando ti ho detto di non pensare alle conseguenze, avevo deciso di non progettarmi un futuro. Solitamente quando m’impegno in una relazione seria programmo tutta la mia vita, fino al funerale. Lo so, è strano, ma è più forte di me.-
Puck lo sapeva, sorrise.
-Però quella volta mi ero detta “non pensarci, non vedere il tuo matrimonio con Noah”.Volevo che non ci fossero sentimenti, che fosse solo un modo per tornare da Finn.-
Diavolo, si era illuso. Come aveva potuto pensare che volesse realmente stare con lui. Lei amava Finn, Noah non sapeva come, ma lo amava. Abbassò gli occhi deluso, convinto che avesse finito.
-Però a fine serata, quando mi stringevi tra le tue braccia, Finn era completamente sparito. Non me ne importava più nulla. E, da ingenua e testarda, avevo già visto tutto il nostro futuro. Ti avevo detto di non pensare al dopo, invece io l’ho fatto.- disse, con un tono di scusa.
Ed era un problema? Era quello che voleva, quello che aveva appena pensato di aver perso.
Ridacchiò allegro.
-Il fatto che tu abbia già progettato al nostro matrimonio è uno di quei buffi motivi per cui ti amo- le sussurrò all’orecchio.
L’aveva detto? L’aveva veramente detto?
Rachel voltò verso di lui, con uno scatto e gli rivolse un grande sorriso, un meraviglioso sorriso alla Berry. Uno di quei sorrisi per cui Puck aveva deciso che lei era e doveva essere sua.
 
Noah Puckerman era l’uomo più fico su tutto il pianeta, sapeva di esserlo e sapeva di essere destinato a grandi cose. Nel suo destino non sapeva cosa c’era, oltre a Rachel. Sapeva che avrebbe avuto una strana vita, incasinata e piena di problemi. A lui non piaceva progettare le cose, lui viveva giorno per giorno, anche perché c’era chi progettava per lui non solo il giorno dopo, ma tutti gli anni a venire. Non voleva dipendere da nessuno, intendeva solo essere sempre libero di fare quello che desiderava, ma quando Rachel gli chiedeva una cosa, posava le sue labbra sulle sue o gli sorrideva, avrebbe accettato di fare qualsiasi cosa.
Oh, sì, ne era sicuro, quella seccatura gli avrebbe reso la vita un inferno, ma avrebbe preferito bruciarsi in eterno piuttosto che farne a meno.
 
***
 
Ecco fatta anche la versione di Noah.
Il “terribile potere di forze a lui sconosciute” è il potere dell’ammore U.U
La ff è dedicata a Kathlyn, anche se lei ha deciso di schiavizzami XD L’unica soddisfazione è che io e Dreamgirl91 abbiamo cresciuto questa nuova autrice Puckleberry con tanto ammore :)
Ah e ribadisco, voi che non scrivete ff Pucleberry [o Brittana] cosa aspettate?
Oggi sono anche particolarmente buona quindi se avete richieste di ff chiedete pure, accetto ogni richiesta a parte il Barfie U.U
Spero non ci siano errori di battitura ;)
Besos, Miky
  
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