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Autore: Tem_93    27/03/2011    5 recensioni
Pensava che dopo essere stata con Puck sarebbe tornata la Rachel di sempre, intenta a recuperare il suo rapporto con Finn. Invece aveva deciso di ignorare le conseguenze ancora una volta, e poi un’altra e un’altra ancora.
Quando Noah le si avvicinava con quel sorriso malizioso pensava che fosse tutto un errore.
Era sbagliato, dannatamente sbagliato. Sarebbe bruciata all’inferno più e più volte per quello che stava per fare. Poi lui infilava le sue mani sotto la sua maglietta e le faceva salire fino a metà schiena, un brivido la percorreva tutta e qualsiasi pensiero svaniva. A quel punto l’unica cosa che esisteva era Noah, e lui soddisfaceva qualsiasi sua voglia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non badare alle conseguenze [non ora]
 
Rachel Berry era una stella, sapeva di esserlo e sapeva di essere destinata a Broadway. Nel suo destino c’erano anche Finn e un bambino moro e vivace di cui doveva ancora scegliere il nome. Avrebbe avuto una vita meravigliosa, avrebbe dovuto fare qualche sforzo ma sì, ne sarebbe valsa la pena. Aveva già progettato tutto, lo faceva da anni. Avrebbe avuto una grande villa a New York, con un bel giardino, un cane e due gatti. Nel week end lei e Finn sarebbero tornati a Lima per trovare le famiglie, una volta i suoi e una volta Burt e Carol.
Sì, ne era sicura sarebbe stata una vita perfetta e felice.
 
Purtroppo non aveva tenuto conto della volontà del ragazzo, si era solo fidata di lui, perché l’amava.
Lui invece l’aveva tradita, in tutti i sensi : era andato con un’altra ragazza, le aveva mentito, le aveva spezzato il cuore.
Era arrabbiata, ferita e si sentiva una sciocca.  Aveva fatto così attenzione a tutte le scelte che prendeva pensando ad ogni possibile conseguenza, eppure non era servito.
Finn aveva distrutto il futuro di Rachel, e lei ora voleva solo vendicarsi.
Per questo motivo aveva invitato a casa sua Puckerman, ovviamente lui aveva accettato.
Puck era un’ottima scelta: era sexy, facile e non si curava dei sentimenti, quindi non l’avrebbe ferito il fatto che l’usava.
 
-Hey Berry – disse Noah appena lei aprì la porta di casa.
-Ciao Noah – rispose lei sorridendo a sua volta, in modo strano però, malizioso e perverso.
-Tutto ok?- domandò lui chiudendosi la porta alle spalle per poi seguire la ragazza nella sua camera.
Lei annuì sicura, conducendolo nella sua stanza. Quando fu entrato chiuse la porta, appoggiandosi ad essa con quel sorriso ancora stampato sulle labbra.
-Sai ..- mormorò –ti ho chiamato perché avevo un problema, un prurito che solo tu puoi grattare – sbattè le palpebre più volte, abbassando lo sguardo. Puck alzò entrambe le sopracciglia.
Rachel gli si avvicinò fino ad arrivare di fronte a lui. Fece scorrere la punta del suo indice sul suo petto, seguendolo con lo sguardo, dopodiché lo alzò fissando con i suoi occhi nocciola quelli del ragazzo.
-Capisci quello che intendo?- sussurrò.
-Hey- rispose lui afferrandole il polso della mano con cui lo stava sfiorando –Sono Puckzilla, capisco certe cose-.
Sorrise sornione e avvicinò il suo viso a quello di Rachel, lentamente. Le morse il labbro inferiore facendola ridere, affondò poi le mani nei suoi boccoli castani e prese a baciarla con impeto, giocando con la sua lingua. Lei rispondeva divertita al bacio, legando le braccia intorno al suo collo e mettendosi in punta di piedi. Puck istintivamente la sollevo senza staccarsi da quelle labbra morbide e profumate, Rachel avvinghiò le gambe contro i suoi fianchi, spingendosi maggiormente verso di lui. Le mani di Noah percorsero lentamente tutta la schiena della ragazza e si infilarono indiscretamente sotto il vestito leggero.
Rachel si staccò a fatica dalle labbra del giovane, ansimando e posando una mano sul suo petto.
Puck sorrise colpevole –Scusa, l’ho fatto inconsciamente – borbottò senza lasciarla andare. Lei scosse la testa tranquillamente.
-No, mi chiedevo solo se avessi con te un preservativo- mormorò sincera lei. Le sopracciglia di Puck si alzarono per la seconda volta, ma stavolta sembrava molto più sorpreso.
- Hai bevuto per caso Berry?- domandò allibito. Lei fece di no con la testa.
-Non farò sesso con te!- sbottò lui –So che domani, quando sarai lucida, comincerai a rovinarmi la vita perché ti avrò privato della tua preziosa verginità. Potresti essere un problema- disse estremamente preoccupato. Rachel invece soffocò un risolino.
–No, giuro che sono lucida – rispose convinta, annuendo con la testa.
-Sicura?- domandò ancora.
Lei vi avvicinò al suo viso, con la punta della lingua percorse la sua guancia per arrivare vicina al suo orecchio.
-Non voglio pensare alle conseguenze. Non ora.-soffiò nel suo orecchio.
Noah era ancora fermo, Rachel invece aveva iniziato a lasciare baci caldi sul suo viso, partendo dalla bocca, definendo la mandibola marcata, scendendo sul collo e fermandosi sulla clavicola. A quel punto Noah accettò la situazione.
Velocemente fece scorrere la cerniera del vestito della ragazza, la quale sciolse le gambe tornando in piedi. Lui fece cadere il vestito per terra, perdendosi nel corpicino della mora. Lei infilò bramosa le mani sotto la maglietta di lui, aiutandolo a toglierla. I suoi addominali definiti erano irresistibili, con un a mano li graffiò leggermente, facendolo ridere. Noah la sollevò senza fatica, poggiandola poi sul letto morbido. Le si mise sopra e iniziò a leccare, mordere e baciare quella pelle liscia e profumata, facendole accelerare il respiro.
Rachel alzò il busto, facendo stendere il ragazzo, invertendo così i posti. Strinse poi le sue ginocchia contro il corpo di lui e prese a baciarlo con trasporto e avidità, scorrendo le sue mani sui suoi muscoli. Lui portò le grandi mani sulla schiena inarcata di Rachel, cercando il gancio di quel dannato reggiseno nero. Rachel intanto era intenta a slacciare il bottone dei jeans di lui, e appena esso fu fuori dall’asola, abbassò la zip, sfiorando l’erezione di Noah, che sospirò. Rachel sorrise e tornò sulle labbra del ragazzo. Finalmente il gancetto si aprì.
 
 
Rachel si stese al fianco di Noah sorridendo, stanca. Lui l’abbracciò da dietro, impedendole di rivestirsi.
Rachel sogghignò, circondando le braccia forti del ragazzo con le sue.
Stava bene. Nessun rimpianto.
Le era piaciuto, tutte e tre le volte.
Pensò che Noah era stato così dolce e passionale allo stesso tempo, aveva fatto tutto con cura perché sapeva che era la prima volta per lei. Noah le piaceva, diversamente da quello che molti credevano, era una bella persona. La sua compagnia la divertiva, oltre ad eccitarla.
Lo sentì avvicinarsi al suo orecchio.
-Sicura che fosse la prima volta Berry? Perché o menti, o sei nata per fare sesso con me – si complimentò lui, accarezzandole la spalla e il braccio esile. Lei ridacchio compiaciuta.
-Non pensare alle conseguenza più spesso- le sussurrò prima di prendere sonno.
 
 
Così in effetti fece. Rachel aveva pensato di cedere a quella voglia solo una volta. Pensava che dopo essere stata con Puck sarebbe tornata la Rachel di sempre, intenta a recuperare il suo rapporto con Finn. Invece aveva deciso di ignorare le conseguenze ancora una volta, e poi un’altra e un’altra ancora.
Quando Noah le si avvicinava con quel sorriso malizioso pensava che fosse tutto un errore.
Era sbagliato, dannatamente sbagliato. Sarebbe bruciata all’inferno più e più volte per quello che stava per fare. Poi lui infilava le sue mani sotto la sua maglietta e le faceva salire fino a metà schiena, un brivido la percorreva tutta e qualsiasi pensiero svaniva. A quel punto l’unica cosa che esisteva era Noah, e lui soddisfaceva qualsiasi sua voglia.
 
 
 
-Ma stai zitta Berry!-
-Fanculo Puckerman!- strillò lei senza voltarsi.
-Ragazzi non c’è bisogno di scaldarsi tanto per una canzone- sbottò il professore, cercando di rimettere ordine. Non capiva perché ultimamente quei due si dessero contro in continuazione. Scoppiava una lite per nulla, per la canzone scelta, per il cantante, per come uno dei due l’avesse interpretata, per futilità insomma. Gi altri ragazzi ormai si erano abituati e dopo averli divisi, i due si mettevano uno da una parte e l’altra dall’altra a braccia incrociate, imbronciati. Will Schuester non riusciva proprio a capirli.
Non poteva capire, perché non sospettava che fosse tutta una messa in scena.
A Rachel, da brava attrice, piaceva fare finta di litigare con Puck, la divertiva e teneva lontani i sospetti di tutti.
A scuola nessuno lo sapeva. Dopotutto era solo sesso, no?
Perché gli altri avrebbero dovuto sapere cosa facevano quei due insieme sotto le coperte?
Se non era una relazione seria, non c’era motivo di sbandierarlo ai cinque venti.
 
Una parte di Rachel però, quella calma e razionale, avrebbe voluto che Finn lo sapesse e ne fosse geloso, che le ragazze della scuola ne venissero a conoscenza e stessero lontane da Puck. Era un pensiero egoistico però perché in fondo lei era come tutte le altre. Era come tutte le Cheerios con cui era stato. Era come Santana.
Un improvviso interesse scaturì nulla mente di Rachel, una curiosità che voleva per uno strano motivo soddisfare. Senza pensarci tanto [ormai era abituata ] si era incamminata verso l’armadietto di Santana. L’altra quasi si spaventò nel vederla arrivare.
-Berry, quando fai questi scatti, avverti. Devo preparami psicologicamente ai tuoi maglioncini – sbottò appena le fu davanti. Rachel la guardò storto, lasciando perdere il commento.
-Vorrei chiederti una cosa- domandò abbassando gli occhi, imbarazzata.
-Prova a dire- mugugnò scocciata Santana.
-Come posso fare ingelosire Finn?- chiese con un fil di voce, torturandosi le dita.
-Fai sesso con Puckerman!- esclamò lei, come fosse la cosa più naturale –è un perfetto trombamico, fa il suo dovere perfettamente : va al sodo senza preliminari, né smancerie. Nessun sentimento nè complicazione, solo buon sesso- le spiegò chiudendo l’armadietto.
-G-grazie- disse Rachel confusa.
-Oh, lo so, sono troppo stanca per essere stronza. Ringrazia Brittany che mi ha sfinito prima- sogghignò andandosene.
 
Rachel rimase lì ferma.
Eppure Noah non era affatto così. Era romantico, era dolce, si perdeva in carezze e baci, restava abbracciato a lei ore dopo il sesso, addormentandosi come un bambino.
Con lui non era mai solo e unicamente sesso.
O Puck era cambiato molto dall’ultima volta che era stato con Santana, o era diverso solo con lei.
Quest’ultimo pensiero prese il controllo della sua mente, il suo cuore accelerò i battiti e le sue guance si colorarono di porpora.
Perché? Perché le importava che Puck fosse diverso con lei?
Perché l’aveva resa felice sapere di essere l’unica, sapere di non essere solo una sveltina?
Perché voleva essere così importante per Noah?
 
 
Quella settimana i suoi papà erano andati in viaggio in Europa.
Le avevano fatto promettere di chiudere sempre la porta a chiave e non organizzare nessuna festa. Se voleva poteva invitare i suoi amici a dormire, ma niente alcool né droghe. Rachel aveva assicurato loro che potevano fidarsi, che come sempre avrebbero ritrovato la casa in ordine e lei in salute. Allora erano partiti.
Rachel effettivamente aveva rispettato tutte le regole, seguendo anche il consiglio dei genitori.
Aveva invitato a dormire qualcuno a casa sua, un certo amico che ne era stato alquanto felice.
Si era praticamente trasferito lì ormai, era già la terza sera che restava da lei, dopotutto lasciare una ragazza in casa da sola non era sicuro, per cui restava lui a proteggerla.
Inoltre le uniche cose che mettevano in disordine erano delle lenzuola e alcuni vestiti.
 
 
Rachel si alzò dal letto, infilandosi le mutandine e la maglia di Noah che trovò per terra. Scese in cucina per bere un succo di frutta; ne prese un altro bicchiere e tornò nella camera senza fare il minimo rumore. Noah però si era già svegliato, sentendo la mancanza del corpicino della ragazza al suo fianco.
-Hey- la salutò appena rientrò sorridendole.
-Ti ho portato qualcosa da bere, se ti va- gli disse lei passandogli il bicchiere.
-Grazie- rispose lui, sorseggiando la bevanda dolce. Rachel infilò le gambe sotto le coperte e si avvicinò al corpo di lui. Noah appoggiò il bicchiere vuoto sul comodino e, sdraiandosi, l’abbracciò .
Lei si fece piccola, avvicinandosi al suo petto nudo e mettendo la testa nell’incavo della sua spalla. Lo sentì sospirare lentamente, avvertendo il torace alzarsi.
-Rach, dovrei parlarti di una cosa- mugugnò accarezzandole distrattamente la schiena
-Sì- rispose lei alzando lo sguardo.
-Ti sembrerà strano detto da me- cominciò lui, visibilmente imbarazzato –ma, con te, non è mai stato sesso- confessò, togliendo gli occhi da quelli di lei.
A Rachel il cuore cominciò a battere più forte.
-Era qualcosa di più – borbottò –perché per te provo qualcosa- si grattò la testa, insicuro – e non vorrei che finisse. Non voglio che tu torni da Finn- concluse, riportando lo sguardo su di lei.
Rachel si spinse leggermente avanti, trovando le labbra socchiuse di lui, stampandoci un dolce bacio.
-Nemmeno io Noah- sussurrò sorridendogli.
-Davvero?- domandò lui sorridendo felice. Lei annuì.
-Oh, allora potrò dire a tutti che sei solo mia- disse tirando un sospiro di sollievo. Lei ridacchiò contenta. Si voltò poi dall’altra parte, dandogli la schiena.
-Sai, devo confessarti una cosa anche io- mormorò. Puck si avvicinò posando la sua testa sulla spalla di lei.
-La prima volta, quando ti ho detto di non pensare alle conseguenze, avevo deciso di non progettarmi un futuro. Solitamente quando m’impegno in una relazione seria programmo tutta la mia vita, fino al funerale. Lo so, è strano, ma è più forte di me. Però quella volta mi ero detta “non pensarci, non vedere il tuo matrimonio con Noah”. Volevo che non ci fossero sentimenti, che fosse solo un modo per tornare da Finn. Però a fine serata, quando mi stringevi tra le tue braccia, Finn era completamente sparito. Non me ne importava più nulla. E, da ingenua e testarda, avevo già visto tutto il nostro futuro. Ti avevo detto di non pensare al dopo, invece io l’ho fatto.- disse, con un tono di scusa. Lui ridacchiò allegro.
-Il fatto che tu abbia già progettato al nostro matrimonio è uno di quei buffi motivi per cui ti amo- le sussurrò all’orecchio.
Rachel spalancò gli occhi. Si voltò verso di lui, con uno scatto.
Gli rivolse un grande sorriso, un meraviglioso sorriso alla Berry.
 
 
Rachel Berry era una stella, sapeva di esserlo e sapeva di essere destinata a Broadway.
Nel suo destino c’erano anche Noah e due gemelle more, vispe e bellissime.
Forse avrebbe dovuto fare qualche sforzo perché nulla è perfetto, ma ne sarebbe sicuramente valsa la pena. Aveva già progettato tutto, lo faceva da giorni. Avrebbe avuto una grande villa in campagna, con un grande giardino e se possibile un pony.
Nel week end lei e Noah avrebbero cucinato qualcosa di semplice, invitando le rispettive famiglie.
Sì, ora ne era sicura, quella che l’aspettava era una vita divertente e meravigliosa.
 
 
***
 
Noah e Rach vi risulteranno forse un po’ OOC; il fatto è che vedo questo lato più romantico di Noah, che tra l’altro sta uscendo anche in Glee con Lauren, e questo lato leggermente perverso di Rachel che si può notare nella 1x08.
Inoltre ho sempre sospettato che quando confessa a Finn di averlo tradito (2x09), con Puck non sia fermata ad un bacio U.U
Non ho approfondito il porn perché, primo non ne sono capace e non mi piacerebbe essere volgare, poi non è da me.
Il prossimo capitolo non sarà un continuo ma solo la stessa ff vista dalla parte di Noah, per questo mi sono impegnata a non esprimere il suo pensiero, soffermandomi solo sulle sue azioni.
Che atro dire!?
Spero vi sia piaciuta e spero che presto scriviate anche voi qualche Puckleberry =)
Besos, Miky
  
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