Ad Ale HP, che sa sognare.
Luna era tornata a sognare
Luna si era appena svegliata. Erano le due di mattina, e casa sua non le era mai apparsa così distante.
Dopo
aver passato un brutto periodo nei sotterranei di Malfoy Manor come
prigioniera e dopo aver vissuto a Villa Conchiglia, era arrivata a
combattere alla grande battaglia di Hogwarts. Poi, una volta finito
tutto, aveva cercato di tornare a casa.
Suo
padre, Xenophilius Lovergood, era impazzito dopo aver segnalato la
visita da parte di Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger ai
Mangiamorte, che lo avevano torturato fino ai limiti della
sanità mentale per poi dirgli che la figlia era morta.
Xenophilius
aveva allora iniziato a vagare per le colline urlando il nome della
figlia a squarciagola, piangendo. Dopo sua moglie, ora anche sua
figlia. Senza di lei non riusciva a sopravvivere, non aveva più
alcun motivo per restare.
L’uomo
era svenuto nei pressi della Tana, e non si era più svegliato.
Luna era tornata a casa Weasley e quando aveva trovato suo padre
incosciente sdraiato sul letto aveva trattenuto a stento le lacrime.
Luna si alzò, percorse lentamente i corridoi e le scale della Tana e giunse nella stanza dove si trovava suo padre.
Aprì lentamente la porta.
Un
letto matrimoniale era completamente inondato dalla luce della luna,
che faceva sembrare l’uomo uno spettro. Luna richiuse
accuratamente la porta, poi si avvicinò lentamente al padre.
“Papà,
sono io, la tua Luna... no, non sono più io, non
più” mormorò, piangendo silenziosamente, facendo
vagare lo sguardo per la campagna.
Luna era cambiata. Le poche volte che si faceva vedere per la casa, non
parlava né mangiava. Era lo spettro di sé stessa. La cosa
che però era più preoccupante era che Luna non era
più… Luna.
Non era più sulle nuvole.
I
suoi occhi, che un tempo erano sempre sognanti e sorridenti, ora erano
rossi dal pianto ed estremamente “reali”. Non sembravano
più gli occhi di una bambina, ma quelli di un’adulta.
In
quel periodo oramai mentiva per qualsiasi cosa. Lei, quella che diceva
sempre la verità anche se era scomoda. "No papà, non sono
più io. Non ne vale la pena. A cosa serve sognare, a cosa? Dopo
tutto quello che ho visto, papà, non ne ho più la forza".
Tornò ad osservare i lineamenti del padre.
Erano
più scavati dell’ultima volta che l’aveva visto. Ma
quand’era l’ultima volta che l’aveva visto? Era
passato così tanto tempo…
In
quel momento il tempo sembrò fermarsi. Luna non avvertì
più il movimento che le sollevava e le riabbassava la mano sul
petto del padre. Non sentiva più nemmeno il battito.
"Papà... alla fine te ne sei andato anche tu, eh? Forse hai
fatto bene. Al tuo posto lo avrei fatto anche io. Trova la mamma
lassù. Trovala, e vivi con lei l’eternità che hai
davanti ora".
Luna
accarezzò il viso del padre per l’ultima volta, poi
uscì dalla stanza. Scese altre scale ed uscì
all’aria aperta. Inspirò profondamente, ed a piedi nudi
iniziò a camminare.
Come aveva fatto suo padre, solo che lei sapeva dove andare.
Si fermò, le macerie di casa sua davanti a lei. Cadde in ginocchio, iniziando a piangere con la testa tra le mani.
Quando sollevò lo sguardo, davanti a sé vide suo padre.
Era nel fiore dell’età, con i capelli morbidi e
candidi, e stringeva forte al suo fianco sua madre.
Loro le sorrisero. Luna sorrise loro.
Sorrise, dopo tanto tempo.
"Mamma,
papà..tornerò quella che ero. Tornerò a sognare.
Lo farò per me stessa. E per voi. Ve lo prometto".
Luna non riuscì a capire se stava sognando o no. L’unica cosa di cui fu sicura era che sarebbe tornata a sognare.
La luna illuminò i suoi occhi. Che brillarono.
Luna era tornata a sognare.
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Una storia nata per caso. Una storia tutta per la mia Ale HP. Questa volta anche io ho pensato a te, ed a Luna. Ti Voglio Bene.
Derret