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Autore: Jane41258    04/04/2011    12 recensioni
“Si sono io” rispose Sasuke Uchiha.
Erano passati dieci anni dalla distruzione dell’Organizzazione Alba, sette dall’ultima volta che avevano avute notizie di Sasuke. Morto, tutti lo credevano morto, ucciso in un attentato al Kazekage.
I ninja di Suna si erano sbagliati, o più probabilmente Sakura stava vedendo un fantasma.
“Sei un fantasma?” gli chiese.
Lui scosse la testa.
Prima ff su naruto e prima di questo genere. Per favore recensite e siate sinceri ;)!
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Sakura correva nel bosco che circondava Konoha, veloce e graziosa come una gazzella. Il sole era quasi tramontato, era difficile scorgere l’erba della morte tra le centinaia di arbusti con foglie e bacche simili. L’erba della morte, nonostante il nome poco rassicurante, era un’ottima pianta dalle foglie cuoriformi e bacche bianche da cui si ricavava un antidoto per molti veleni. La donna era andata personalmente a cercarla perché non era sicura che le sue assistenti avrebbero saputo distinguerla. Il pericolo maggiore era confonderla con le Ali dell’Angelo, mortalmente velenosa.
Scorse l’erba che cercava vicino a un cespuglio e rallentò fino a fermarsi.
Lo stormire delle foglie la distrasse. C’era qualcuno che si muoveva da un albero all’altro.
Estrasse un kunai e si guardò intorno, osservando bene le chiome. Non c’era traccia di nessuno, ma sentiva la presenza di qualcuno. Si chinò velocemente a raccogliere la piantina, pronta a scattare.
Sentì un lieve tonfo alle spalle e si voltò.
Il cuore le si fermò, il respiro le mancò, il sangue le si raggelò nelle vene.
Aveva visto un fantasma.
“Sei... sei tu?” balbettò stringendo il kunai.
Ma a cosa le sarebbe servito se lui avesse deciso di attaccarla? Non sarebbe riuscita nemmeno a graffiarlo.
“Si, sono io” rispose Sasuke Uchiha.
Erano passati dieci anni dalla distruzione dell’Organizzazione Alba, sette dall’ultima volta che avevano avute notizie di Sasuke. Morto, tutti lo credevano morto, ucciso in un attentato al Kazekage.
I ninja di Suna si erano sbagliati o, più probabilmente, Sakura stava vedendo un fantasma.
“Sei un fantasma?” gli chiese.
Lui scosse la testa.
“Stai andando a Konoha?”
Lui annuì.
“Allora devo ucciderti” concluse la donna assestando bene il suo peso.
“Puoi tentare” borbottò l’Uchiha sorridendo beffardo.
Sakura rimase immobile.
In realtà l’ultima cosa che voleva era ucciderlo.
Per tutti gli anni che lui era stato via lei non aveva vissuto, ma aveva solo arrancato cercando di sopravvivere abbastanza da rivederlo.
Ora era alto, aveva le spalle e il petto larghi, il fisico definito e asciutto, i capelli lunghi legati in una coda e il volto duro e stanco di chi ormai aveva visto e sopportato tutto, ma guardandolo negli occhi Sakura si rendeva conto che per lei non era passato un giorno dalla partenza di Sasuke, si sentiva esattamente come se avesse ancora dodici anni. Per la prima volta dopo quindici anni era presente nel suo corpo.
Percepì un caldo sollievo inondarle il petto e lasciò cadere il kunai.
“Non ci riesco” annunciò sconfitta.
“Bene” commentò lui sorridendo “Perché non ho alcuna intenzione di farti del male”.
Si avvicinò a lei con una mano alzata. Una lacrima le rigò il volto.
Sasuke aveva dimenticato quanto fosse bella, aveva dimenticato il suo viso e il suo sorriso. Non l’aveva nemmeno riconosciuta quando l’aveva intravista correre nel bosco. Ma ora ricordava e il ricordo gli faceva male come una spada.  Ricordò ogni momento passato con lei, ricordò che suo malgrado le si era affezionato, ricordò che era rimasto colpito che a una ragazza buona come lei fosse piaciuto un dannato come lui, ricordò che a sua volta si era innamorato di lei, ma non aveva permesso ai propri sentimenti di intralciare i suoi propositi di vendetta e li aveva sacrificati definitivamente quando aveva abbandonato Konoha.
Ora li sentiva bruciare quei sentimenti dentro il petto, nella testa, sotto la pelle.
E provò l’oscuro desiderio di possederla alla luce della luna e non lasciarla andare mai più.
Per calmarsi si avvicinò all’albero e si lasciò cadere con la schiena appoggiata al tronco.
“Vieni a sederti accanto a me” le disse imperiosamente.
Sakura esitò.
 “Vuoi?” aggiunse più dolcemente.
La donna annuì e si sedette esitante.
“Ti sei sposata con Naruto?” chiese l’Uchiha fissando il cielo.
“No, ha sposato Hinata.” rispose lei amareggiata.
“La piccola Hyuuga, eh? Bene” sentenziò lui.
“Una fallita per un fallito vero? E’ questo che pensi?” scattò lei.
“No, una brava ragazza per un bravo ragazzo” rispose lui.
“No, perché voglio informarti che Naruto è diventato Hokage” ribatté Sakura con orgoglio.
“E tu?”
“Sono medico ufficiale del villaggio”
Sasuke annaspò alla disperata ricerca di argomenti di conversazione per non pensare a lei nuda, in suo potere.
“Gli altri? Ino? Kiba? Rock Lee? Insomma tutti gli altri? ”
“Kiba e Ino si sono sposati l’anno scorso, Lee ha aperto una palestra e la gestisce con Gai, Neji è stato diseredato per aver rifiutato di sposare Hanabi e ora vive “nel disonore” (ma io sono contenta per loro) con Tenten, Shino è andato via per studiare nuovi strabilianti insetti, Shikamaru ha sposato Temari molto tempo fa e ha avuto da lei già due figli, Choji è diventato chef e si è fidanzato con la ragazza del ramen e Naruto e Hinata hanno tre figli.” Spiegò lei in sintesi.
“Il maestro Kakashi?” chiese esitante.
“E’ morto” rivelò seccamente l’altra.
Una piccola spina dolorosa gli trafisse il cuore.
“E tu sei sola?” continuò non sicuro di voler sapere la risposta.
“Non c’è stato nessun altro dopo di te” rispose lei.
Sasuke rimase spiazzato.
Nessun altro.
Spalancò gli occhi e trattenne il fiato, incredulo.
“A livello profondamente sentimentale intendo” si affrettò a chiarire la donna.
Sasuke sbuffò, a disagio con il proprio desiderio, e fece per alzarsi.
Sakura gli si piazzò davanti “Io ho amato solo te e ti amo ancora”.
L’uomo non riuscì più a controllarsi.
Le afferrò le braccia e la inchiodò a terra. La baciò con la stessa forza selvaggia dei sentimenti che lo scuotevano. Le sue labbra erano fresche e morbide, sapevano di ciliegie. Anche i suoi lunghi capelli rosa profumavano di fiori di ciliegio. Lui vi tuffò il viso inebriandosi del loro odore, poi le scoprì il seno con un movimento brusco e prese a baciarlo.
Sakura s’accese di una passione e senza morale. Per troppo tempo lo aveva desiderato e lo aveva immaginato dolce e idilliaco, ma la realtà superava tutte le fantasie. Aiutò freneticamente l’uomo a spogliarla, desiderosa di sentire il contatto delle pelli nude. Sasuke le sfiorò con le labbra lo stomaco e il ventre, scendendo giù nella sua intimità. Cominciò ad assaggiarla e baciarla sempre più intensamente.
Sakura chiuse gli occhi, gridò il suo nome, contrasse i muscoli delle gambe, inarcò la schiena e si aggrappò al terreno per non perdersi nel buio del piacere.
Il suo tentativo fu vano.
“Ti amo! Ti amo!” gridò mentre veniva.
Sasuke risalì, si passò la mano sulla bocca e la baciò di nuovo.
La donna lo desiderò quasi dolorosamente. Lo baciò a sua volta, gli sciolse i capelli e si premette contro di lui, ma non bastava. Lo ribaltò e cominciò a spogliarlo, impaziente di vederlo nudo. Era splendido e perfetto, come l’aveva sempre immaginato. I pettorali, gli addominali, le braccia, le gambe, la zona inguinale (che era quella di massimo interesse), tutto sembrava scolpito dalla luce della luna, ma era il volto sorridente la più grande delle meraviglie.
“Stai sorridendo” costatò, stupita, fissandolo come se fosse l’imperatore.
Lui l’accarezzò, mentre il sorriso gli si faceva più triste.
“Sasuke” mormorò lei.
La donna si riscosse e distolse lo sguardo. Fece a lui quello che lui aveva fatto a lei, con più impegno e passione che le riuscì. Era soddisfacente ed eccitante. Ma era ancora più eccitante per lui e cominciò a gemere e ansimare sotto i bollenti colpi di lingua di lei. Imprecò sottovoce e anche lui affondò le dita nel terreno, sempre più eccitato, sempre più sul punto di esplodere. Cominciò a muovere ritmicamente il bacino, ma non era abbastanza.
Afferrò Sakura bruscamente e la tirò su. Com’era leggera e liscia!
La sdraiò senza delicatezze sul terreno sassoso e salì su di lei. La penetrò con un colpo secco strappandole un urlo di dolore e piacere. La donna si aggrappò a lui per far aderire i loro corpi e assecondò le sue spinte, allargò le gambe e le incrociò dietro la testa dell’amante.
La loro passione bruciò a lungo sotto le spinte sempre più intense, sempre più profonde dell’uomo
Sempre più veloci, sempre più forti, sempre più calde.
Sakura incapace di controllarsi gridò ancora, il piacere le esplose dentro la mente e il corpo in un orgasmo memorabile. A ruota venne anche Sasuke, completamente dentro di lei, e incapace di respirare l’abbracciò all’improvviso. Crollò sul petto morbido di lei, ansimando.
La donna gli accarezzò i capelli bagnati godendo della pace, del canto degli animali notturni, del corpo nudo del suo amore appoggiato al suo.
“E’ stato fantastico” commentò.
“Decente” ammise lui “Vuoi rifarlo?”
Lei tacque ma lo baciò con trasporto, facendogli capire quello che voleva. E così fecero l’amore fino all’alba e fu come se ogni attimo durasse per l’eternità.
L’uomo alzò gli occhi al cielo, verso Venere.
“E’ quasi mattina” annunciò secco “Devo andare”.
“Dove?” chiese spontaneamente lei.
“Non a Konoha, non più. Forse in un altro Paese.”
Sakura lo osservò rivestirsi in silenzio senza reagire, come lo avrebbe osservato mentre si allontanava di nuovo e per sempre. Sapeva di non poter vivere senza di lui, ma sapeva che non avrebbe potuto fermarlo. Ormai aveva imparato.
Sasuke si voltò ma non si mosse.
Doveva dirglielo ora, perché non avrebbe avuta mai più l’occasione. Era importante che lei sapesse.
“Sakura” mormorò senza guardarla “Io ti amo”.
Lei sentì lo stomaco andare i pezzi. Gli toccò una spalla e lui si girò. Aveva gli occhi chiusi.
La donna sentì un blocco esploderle in gola e scoppiò a piangere. Ora che sapeva che lui l’amava era ancora più difficile perderlo. Avrebbe voluto trattenersi, ma non sarebbe stato giusto.
"Ti amo anch'io, ti amo anch'io!"
L’uomo spalancò gli occhi e le prese le mani.
“Vieni con me” mormorò emozionato “Ti aspetto alla sorgente”.
Lei annuì tremante.
Ma entrambi sapevano che lui non ci sarebbe stato alla sorgente e lei non vi sarebbe andata, anzi avrebbe avvertito l’Hokage che l’Uchiha era tornato e che probabilmente voleva prendersela con il villaggio.
Sasuke la strinse in un abbraccio improvviso e la baciò a lungo, perché era l’ultima volta.
E ai primi raggi del sole svanì nel folto della foresta come ogni sogno che si rispetti.

 
   
   
 
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