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Autore: Annavi    04/04/2011    1 recensioni
Due mondi diversi, un'unica passione.
Andrea Nicolson e Nick Jonas.
Una storia tutta basata sul 'Carpe diem', che verrà poco usato, tuttavia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A ben guardare l’amore nella maggior parte dei suoi effetti somiglia più all’odio che all’amicizia.

- François De La Rochefoucauld.

Questa storia è scritta da due ragazze.
Ma voi fate pure finta che ce ne sia una sola.
Buona lettura,
V. e Z.


Toc. Toc.
Un piccione mi picchietta sulla scarpa destra.
Con un gesto della mano lo scaccio e mi metto a gambe incrociate, silenziosamente.
La piazza si sta affollando e devo solo aspettare il momento giusto.
Un signore sulla quarantina mi lancia un'occhiata fugace, probabilmente domandandosi cosa io ci faccia seduta al centro del foro.
Accarezzo la custodia della mia amata e arrivo alla conclusione che il momento sia quasi arrivato.
Gli spartiti sono sparsi qua e là davanti alle mie Converse e riportano diverse annotazioni e arrangiamenti da me personalmente modificati.
Faccio scivolare lo sguardo sulla folla che mi circonda.
Apparentamente nessuno mi nota davvero, ma non è una novità.
Ormai la piazzola è abbastanza piena.
Tiro fuori la chitarra dalla mia preziosa custodia - comprata con i risparmi di tre mesi - e comincio a suonare.
Suono e basta, giusto per attirare l'attenzione.
Molti cominciano ad avvicinarsi e ben presto vengo accerchiata da una piccola èlite di persone.
La cosa che più mi colpisce ogni volta è che fra il mio 'pubblico' non ci sono distinzioni di età.
Appena ho addosso abbastanza sguardi, comincio a cantare.
Chitarra e canto.
Canzoni scritte personalmente da me, sentimenti misti ad altri.
Il cappello è fisso davanti a me, non mi aspetto che nessuno venga a regalarmi monete prima della fine dell'esebizione.
Gente che passa, gente che va': nessuno si ferma più di troppo, ma per mia fortuna viene quasi subito rimpiazzata.
E' un ciclo continuo, senza stop.
Sorrido.
Benvenuti nel mio mondo.
Il mio nome è Andrea, ho diciassette anni e suono per strada.
Ma ormai, penso che l'abbiate già intuito.


Scambio di narratore.


Italiano.
'Sono le tue origini, devi imparare la lingua da cui discendi ed è molto importante per tutti noi che tu lo faccia.'
Penso che l'italiano sia una delle lingue più difficili del mondo.
- Ripeti dopo di me: Antonio è andato a fare la spesa. - il mio insegnante interrompe il filo dei miei pensieri bruscamente.
Sospiro.
Un'occhiata veloce all'orologio, senza farmi notare.
Non ho voglia di studiare, soprattutto non questa lingua.
Non mi servirà mai e l'inglese è ormai diventato universale.
Mi sforzo di ripetere le parole del professore con scarsi risultati e il mio sguardo si trasferisce direttamente verso la luce del sole che filtra dalla finestra.
'Fino a quando non avrai imparato bene la tua lingua originaria, non potrai tornare in America.' 
Chiudo gli occhi per un secondo, lasciandomi trasportare dalla voce di mia madre. 
Lei mi manca.
'Niente concerti, niente feste, niente amici. Coraggio, più in fretta impari, più in fretta potrai andartene dall'Italia.'
Ingoio la saliva rumorosamente, non c'era pensiero più amaro.
- Concentrati, per favore! - il mio insegnante lancia un urlo esasperato. Deve aver cercato di svegliarmi dai miei pensieri più volte. - Non possiamo lavorare così. Per oggi prenditi una giornata libera, sei troppo distratto. - conclude, raccogliendo i libri di fronte a me.
Inarco un sopracciglio e un sorriso si accende immediatamente sul mio viso.
- Posso fare quello che voglio? -
Il professore borbotta un 'sì' seccato e senza nemmeno dargli il tempo di finire, raccolgo la giacca buttata malamente sul divano e mi precipito giu dalle scale.
Dopo tutto, era impossibile, tenere in gabbia Nicholas Jerry Jonas.

   
 
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