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Autore: DarkAeris    04/04/2011    2 recensioni
Un pensiero ai Creatori e, in particolare, una mia visione personale del rapporto Godric/Salazar.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Questa storia ha inizio in un tempo in cui la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, tanto rinomata, non era ancora stata costruita e la sua grandezza non era presente nemmeno nelle menti dei suoi ideatori.
Era un pomeriggio di primavera, e un vento leggero dal dolce profumo di fiori si spandeva in tutte le strade della Gran Bretagna, portando con sé sospiri di giovani innamorati e speranze degli adulti, che confidavano nelle loro vacanze, ormai prossime.
Quel giorno, un ragazzo, dalla lunga capigliatura bionda, vagava per i prati, giocando con dei piccoli gatti babbani, che in quell’area dell’Inghilterra dove abitava, erano frequenti quasi quanto gli gnomi.
Viveva a qualche chilometro dalla strada che stava percorrendo, in una villa molto grande, circondata da imponenti alberi e protetta da vari incantesimi, che la nascondevano al vicinato babbano, nell’eventualità di domande scomode sull’improvvisa apparizione di una abitazione nel bel mezzo di una campagna, per anni rimasta desolata.
Il ragazzo camminava, assorto nei suoi pensieri, che prevedevano un campo estivo il cui scopo era quello, come lo avevano definito i suoi genitori, di “ imparare finalmente qualcosa del mondo della magia, invece di interessarsi solo agli incantesimi divertenti!”.
Il biondo sbuffò, togliendosi distrattamente alcuni peli che i gatti gli avevano lasciato sulla felpa di colore rosso scarlatto.
Non riusciva a comprendere il perché di tutto questo interesse per la cultura, visto che, fino a quell’anno, era stato decisamente dotato nell’imparare incantesimi e questo gli era sempre bastato.
Ma i suoi erano stati categorici, perciò doveva abituarsi all’idea che presto avrebbe incontrato altri ragazzi della sua età e, con loro, avrebbe dovuto passare l’intera estate, a studiare materie poco interessanti e a imparare a memoria tutti gli incantesimi vietati ad una persona “per bene”, che probabilmente erano tutti quelli che conosceva.
Sconsolato, raggiunse casa sua, aprì la porta e salì le scale che lo portavano nella proprio camera, dove, una volta sdraiatosi sul morbido materasso, cominciò a riflettere su tutti i lati del campo estivo che avrebbe odiato e ne trovò talmente tanti che sprofondò nel cuscino, in preda allo sconforto più profondo.
Ma visto che non era nel suo carattere arrendersi, né tanto meno dimostrare paura o viltà, decise che avrebbe sfoderato il suo sorriso più grande in occasione dell’incontro con gli altri studenti, perché non avrebbe mai permesso loro di pensare di avere a che fare con un bambino impaurito!
Decisamente rinfrancato, afferrò uno dei libri di avventura che teneva nel comodino vicino al letto e iniziò a leggerlo, con la mente finalmente sgombra e una nuova luce, definibile come speranza, che gli si accendeva nel petto.
Proprio mentre la stanchezza stava per prendere il sopravvento, una voce femminile tuonò dal piano di sotto:
- E’ pronto!-
Il biondo saltò dal letto, ancora scosso per il brusco risveglio e si diresse al piano di sotto.
La madre e il padre lo aspettavano già seduti al loro posto in tavola, servendosi la loro porzione di roast beef.
Il ragazzo si accomodò, prese le posate ed iniziò a mangiare, fermandosi ogni tanto, per parlare con i genitori, che, dopo le tipiche domande rispetto alla giornata appena passata, iniziarono ad approfondire il discorso sul campo e, cosa che li stupì alquanto, quella sera non ebbero in risposta, dal loro figlio, dei brontolii, ma bensì una sicurezza tutta nuova, che li rese molto contenti.
A fine pasto tutti i membri della famiglia si recarono nelle loro stanze, stanchi e appesantiti dal cibo e, prima che il giovane chiudesse la porta, la madre gli disse:
-Sono fiera di te, Godric…-
   
 
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