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Autore: Misery13    04/04/2011    2 recensioni
Di due delle sorelle Black conosciamo la storia, i ‘perché’, i ‘come’ e i ‘quando’.
Ma per una di loro, la verità è non esiste.
Perché la sua vita, non è altro che una bugia.
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Molti si chiesero il perché del silenzioso matrimonio fra Lucius Malfoy e Narcissa Black.
Si sussurrava che fosse la bellezza di lei, ad aver convinto lui, o che fosse per la sua impeccabile figura, così riservata ed estremamente adatta per la moglie di un Mangiamorte. Alcuni si chiesero persino se quello scambio di fedi fosse dettato da qualcosa di più romantico e puro.
Si sbagliano.
Lucius Malfoy sposò me, Narcissa Black, per un solo motivo.
La mia innata capacità -parte vitale della mia stretta esistenza fatta di merletti e sangue- di mentire.

Seconda classificata al BB (Black Brothers) Contest di HarryPotterianaDOC
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nick (Sul forum e su EFP se diversi): Misery13 (EFP) Misery13.
Titolo: Life of a liar
Generi: Triste
Personaggi: Narcissa Black, Regulus Black, Lucius Malfoy,
Rating: Giallo
Avvertimenti: One shot
Introduzione:

Di due delle sorelle Black conosciamo la storia, i ‘perché’, i ‘come’ e i ‘quando’.

Ma per una di loro, la verità è non esiste.

Perché la sua vita, non è altro che una bugia.
NdA (facoltative): Bellatrix, ammettiamolo, è pazza. Andromeda ha sposato Ted. Ma Narcissa, cosa ha fatto per dimenticare? Questa è la mia risposta.
Prompt scelto: Pazzia
Citazione: Le donne non hanno mai niente da dire, ma come lo dicono bene! (O. Wilde)

 

 

Life of a liar

 

Molti si chiesero il perché del silenzioso matrimonio fra Lucius Malfoy e Narcissa Black.

Si sussurrava che fosse la bellezza di lei, ad aver convinto lui, o che fosse per la sua impeccabile figura, così riservata ed estremamente adatta per la moglie di un Mangiamorte. Alcuni si chiesero persino se quello scambio di fedi fosse dettato da qualcosa di più romantico e puro.

Si sbagliano.

Lucius Malfoy sposò me, Narcissa Black, per un solo motivo.

La mia innata capacità -parte vitale della mia stretta esistenza fatta di merletti e sangue- di mentire.

 

C'era una bambina, seduta su un altalena.

Seduta. No, non stravaccata, o ciondolante. Seduta compostamente per evitare ogni minima oscillazione, i piedi, calzanti scarpette di raso fino, ben puntate a terra.

Il vento le portava ogni tanto le ciocche di capelli chiari sugli occhi, o sul collo, e lei, con un gesto arrogante, li ricacciava dietro l'orecchio.

Odiava l'altalena. Non le piaceva, dondolare senza una meta, avanti e indietro. Proprio no.

Ma era seduta, e tanto valeva provare.

Su e giù. Le foglie rosso scuro, svolazzavano ai suoi piedi. Fastidio.

Ci riprovò, ma quel che ottenne fu solo terra su raso fino.

-Cissy.- una voce. Non si voltò neanche.

-Perché non vieni in casa?- era più simile allo stormire del vento, che a una domanda.

Altro fastidio.

-Perché mi piace.- mormorò alla fine, l'intensità della voce più alta di un'ottava. 

Si girò per controllare la reazione. 

Bellatrix annuì e tornò in casa.

 

C'era una festa. Una di quelle feste eleganti, rigide e pompose, travestite da incontri amichevoli e sinceri.

Vetro affilato fatto passare per delicato ghiaccio.

Come lei.

Era a suo agio, lì. Tutti mentivano, tutti.

Ricordava di non essersi mai trovata così bene in famiglia. I suoi genitori non avevano mai finto di non essere rigidi e pomposi. E subdoli, alle volte.

Camminò con un sorriso lungo il corridoio, l'aria così pesante e servizievole di villa Malfoy e riempirle le narici per ricordarle che quel luogo era stato creato per compiacere solo chi vi entrava per la prima o seconda volta, e non chi vi abitava.

Ecco: a lei non piaceva per niente.

Pensava ancora a quell'aria così tediosa e monotona, quando si ritrovò accanto al marito, stringendogli delicatamente il braccio.

Lui non si voltò, ma girò semplicemente il busto in modo da non dare le spalle ne a lei, ne all'uomo con cui stava conversando. 

Come un attore su un palcoscenico, pensò lei. 

Narcissa aspetto che avessero finito, fingendosi indifferente, prima di alzare lo sguardo e parlare:-Ti cercava mio padre.-

Lucius fece un vago segno di assenso. -Tra poco sarò da lui.-

Osservava l'altro uomo. Anche Cissy gli lanciò un'occhiata.

-Quanta fretta.- commentò in un sussurro appena udibile.

Anche la figura di cui non conosceva il nome, e che sembrava tanto interessare suo marito, sorrise.

Compiaciuta di come aveva recitato la sua parte, si sbrigò a ricambiare, per poi voltarsi. Fece tre passi, prima di fermarsi nuovamente, ascoltando.

-Le donne non hanno mai niente da dire, ma come lo dicono bene!- stava dicendo Lucius, e l'altro annuiva.

Ci fu un piccolo, veloce, infinitesimale secondo di stasi, immobile, poi il tempo ricominciò a girare e lei rimase lì.

Qualcosa l'aveva colpita -e faceva male.

Molto, molto male. Quella strana sensazione di calore, di velocità, di vita che aveva cercato di tenere a bada esplose dentro di lei, gli occhi si chiusero. 

E il ghiaccio divenne vetro. Vetro fragile, però. 

Una donna.

Non aveva più un volto, o degli occhi, o delle mani, o dei piedi. C'era solo quella parola che esplodeva assieme a quella sensazione, che girava all'infinito. Che la spostava. Andava su e giù.

Si mosse così velocemente che rischiò di cadere. 

E rompersi.


Per un secondo, Narcissa Black smise di mentire.

 

La seconda volta che disse una bugia, una bugia vera, il caldo di Agosto e le sue così improbabili foglie rosse si era dissipato nel vento di settembre e nella sua pioggia ghiacciata.

La sua mente era in fermento. 

C'era qualcosa -qualcosa- che la eccitava. Che le rendeva il mondo più semplice e facile di capire. Stava capendo il mondo, e si sentiva bene. 

Certo, sapeva che non avrebbe mai fatto parte di quel mondo.

Ma lo capiva. E riuscire a capire, era per lei qualcosa di più di vincere o divertirsi.

Lei aveva in mano il mondo, e ora poteva apparire come voleva. 

Poteva andare avanti, poteva rendersi perfetta. Lei poteva, e questo era l'importante.

Ecco come si sentiva, importante.

Anche se non era la prima delle sue sorelle, a comprare una bacchetta, anche se non era la prima ad andare a Hogwarts, sorrideva.

Importante.

Continuava a pensarci, lì, mentre stringeva a sé quel piccolo astuccio.

- ... e andrai a Serpeverde, ci mancherebbe altro! Dovremo trovarti anche un'altra divisa e ... Narcissa?-

-Madre?-

-A cosa stavi pensando?-

-A nulla, madre.-

 

Il corridoio non era più tedioso, era divenuto tetro. E incredibilmente stretto, mentre cercava di arrivare alla sua stanza, su, al primo piano.

Si sentiva così ... in trappola,

Sospirò, quando giunse finalmente dinanzi alla porta. Era pronta a togliersi quel falso sorriso e quella maschera e ad entrare, abbandonare tutto ed essere libera. Lasciare lì, per un attimo, quel piacere, quella eccitazione febbrile che le dava la menzogna.

Lo era, finché non incontrò suo cugino. E si bloccò, lo sguardo fisso nel suo.

La prima cosa che le venne in mente, fu che era cresciuto. Cresciuto davvero.

Quei diciassette anni gli pesavano sulle spalle, leggermente curve, e si rispecchiavano nei begli occhi, così fieri del proprio nome e così disgustati dagli altri che lo portavano. 

Essere l'unico Black, quello era il suo obbiettivo.

Forse, un po' si assomigliavano, loro due. 

Fu lui il primo a parlare.

-Perdonami ... Io ...- 

Indossò nuovamente la maschera, Narcissa, forse un po' troppo velocemente.

-Va tutto bene.- assicurò. 

Lui annuì distratto, guardandosi intorno, non molto a suo agio. 

-Ti serviva qualcosa?-

-No.-

-Tua madre?-

-Conosci la sua passione per il vino e i matrimoni combinati.-

Cissy annuì, con gentilezza.

-Dì addio alla tua libertà.- sogghignò, per poi lasciarsi andare a un sospiro.

Attimi sfuggirono da lei, lontani, mai vissuti.

-E' forse libero chi è schiavo delle passioni?- replicò lui, ancora un po' distante.

Sì, avevano moltissime cose in comune, Cissy e lui.

 

Regulus la ritrovò minuti dopo, accasciata accanto alla porta della sua stanza.

Non le chiese perché avesse quello sguardo, o quelle lacrime sul viso.

La aiutò ad alzarsi, riaccompagnandola dentro.

Continuava a non chiederle perché.

Glielo disse lei, indirettamente, quando vide la bacchetta a terra, e il sangue che le colava dai vestiti.

-Volevo uccidere mio figlio.-

 

Era mattina, quasi l'alba. C'erano i suoi piedi nudi sul pavimento, e poi silenzio.

C'era l'aria fresca, c'era quell'atmosfera tediosa.

C'era anche un disegno, lì, sul tavolo.

Semplice: un recinto, il mare. Scosse la testa.

Lo immaginò, i colori più tenui, la stessa aria fresca di quella mattina. Il mare.

Immaginò la sabbia.

E si immaginò, in quel disegno.

Non sulla sabbia, la marea l'avrebbe portata in acqua. E non in acqua, perché rischiare di affogare?

Era in quel suo recinto, dipinto dalle mani del figlio che tanto amava, legno fatto di sangue e merletti. E bugie.

Misery è qui gente, per annoiarvi ancora di più :D

Sì, vabbe, sono ancora entusiasta di essere arrivata seconda al Black Brothers Contest di HarryPotterianaDOC, seconda! Sì, con sta robbetta quassù, sì. Insomma, mi affido alla giudicia, non mi sembra avesse gli occhi foderati di prosciutto, quindi ... Ah, dovrei spiegare quello che ho scritto, dite?

Beh, è stato tutto un po' complicato ... Il fatto è che mi sono sempre chiesta come Narcissa abbia reagito alla fredda educazione dei Black. Bellatrix vi si è consacrata, Andromeda si è completamente allontanata, ripudiandone le idee ... E Cissy? Come ha fatto a rimanere al fianco del marito, come ha fatto a sopportare il dolore? Così è nata questa storia.

Spero vivamente che vi piaccia, vi segnalo intanto la storia di Gigettina, prima classificata a parimerito, e di InuMilla: qui e qui

Il giudizio: 

SECONDA CLASSIFICATA
Misery13 – Life of a liar
Grammatica: 9/10
Originalità: 15/15
Trama: 7.5/10
IC: 9/10
Punti prompt: 9/12
Punti citazione: 3/5
Gradimento personale: 10/10
Per un totale di 61.5 punti.
La grammatica è perfetta, l’ IC anche, l’ originalità ci sta tutta.
La trama è un po’ altalenante, in certi punti indecifrabile, ed ho faticato a collegare la scena prima dell’ ultimo flashback con l’ ultima, quella con Regulus.
Ho tolto un punto ad “altalena”, che ha avuto poca rilevanza, e due a “bacchetta”, che è stata appena citata.
La citazione è stata inserita bene, ma la avrei preferita un po’ più incisiva.
Sul gradimento, come vedi, nulla da dire. E’ una storia fantastica, mi ha messo i brividi, mi ha toccata nel profondo. Brava, brava, brava.

Misery

  
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