-Ti lascio.
-.. mh?..
-Ti lascio. Ho detto.
-.. Daisy..?
-Beh?!
-Beh cosa?! Cristo, uno sta prendendo tranquillamente appunti di storia per i
cazzi suoi, e tu.. tu mi fai prendere 'sti spaventi.. ma vai a cagare và..
-Non scherzavo mica.
-CHE COSA?!?!
-STUPIDO!!!!!
*
-Bella pensata davvero.
-Eh..?
-Intendo, urlare in mezzo a tutta la classe. Complimenti.
-Non che tu sia stata da meno..
-Beh, almeno adesso siamo fuori dalla classe, e soli per giunta..
-Appunto. Ora spiegami. Scherzavi, no?
-No.
-.. no..?
-NO! Devo dirtelo in ostrogoto?!
-Almeno spiegami perché!
-Non ti tange minimamente, vedo..
-Non è questo, è che non voglio iniziare a perdere la calma.
-"Iniziare"..?
-Eh già. Poi se continuo è peggio.
-Intendi che mi picchieresti, brutto stronzo?!
-No, affatto. Intendo tutt'altro. Comunque dimmi.
-No, prima voglio sentire cosa intendevi.
-OH, CHE PALLE! Intendevo che ci starei male, ecco.
-E..?
-E piangerei.
-Oh.
-Già. Ora dimmi.
-Niente.. è che la trovo una cazzata, tutto qui.
-Una.. cazzata? Geografia? Bastava dirmelo, e saltavamo lezione senza alcuni
tipo di pro..
-LO SAI, e anche bene, a cosa mi riferisco!
-Mh..?
-Ma la vuoi finire?! LA VUOI FINIRE DI FAR FINTA DI NIENTE?! IO..
-Ah.. intendi lo sputo in faccia al governo?
-Sì.
-Beh, io lo farò. Se vuoi vieni. Se no rimani pure a casa, io non ti costringo
certo ad urlare per salvare il paese e la tua dignità.
-Mi vuoi dar retta per una volta..? Io.. INSOMMA, stupido, siamo sotto regime!
SOTTO REGIME!
-Appunto.. vuoi esserlo ancora?
-Ma perché non vuoi capire, Dio?
-Sei tu che, dal mio punto di vista, non capisci.
-Bene.
-Bene.
-Dunque vuoi morire?
-Ma che c'entra col fatto tu voglia lasciarmi?! Solo perché non condividi le
mie idee politiche?!
-No, cretino. E' che voglio stare con te per sempre.
-.. scusa ma non fila un granché..
-Ecco.. pensavo che.. magari se ti minaccio di lasciarti..
-..?
-.. tu non ci andrai..
-E..?
-E ti salverai la vita.
-Ma..
-E poi, - lo interruppe- se ti lascio, almeno non sarò la ragazza di un
cadavere. Non ti piangerò, perché non sarai più nulla per me. Più nulla.
-Dai, asciugati quei lacrimoni, scema.. nessuno può sconfiggere ME! Nemmeno il governo cinese può fermare il sottoscritto!
-Stupido.. - singhiozzò, nascondendosi orgogliosa, sul suo petto, però - Non
capisci niente! Non capisci mai niente!
Lui la circondò con le braccia, portando una mano ad accarezzare la lucente
testolina corvina. Con gesti dolci e delicati.
Dio, era proprio crudele..
-Smettila.. e smettila!
-Sei tu che ti sei aggrappata a me..
-Sì.. ma tu.. tu.. - un singhiozzò la mise a tacere definitivamente, mentre
gorgoglii sconnessi uscivano dalla sua gola, ormai incapace di emanare parole.
-Dai, scema. Cosa vuoi che succeda? Al limite arriverà la polizia, e in quel
momento, tranquilla che me la darò a gambe!
-..
-.. non mi credi, eh?
-..
-Su, guardami - le sollevò piano piano il viso bagnato con un dito, sempre
lisciandole i capelli d'ebano - Daisy, dai, mostrami quegli occhioni - le
sorrise.
Sollevò lo sguardo straziato verso quel viso che era ormai la pendola del tempo
dei suoi respiri.
-.. Mark..
-Sorridimi..
-Suona un'implorazione, Mark.. suona una supplica.
-Perché TE NE STO IMPLORANDO, io. Ti supplico. Sorridi.
-Come posso..?
-Sorridi. Dai, sorridi! La rovesceremo 'sta dittatura del cazzo! Stai a vedere
che il governo di Pechino non si piegherà davanti a migliaia di studenti in
rivolta?!
-.. forse..
-Rivoluzioni ne fanno ovunque. GIURO CHE LO BUTTO GIU' DAL TRONO!
-Oh, un giorno potrò dire che sono la ragazza di Colui che cambiò il mondo..
-Smettila di fare la sarcastica! Sei pazzesca, ci riesci anche con le lacrime..
-Lo sapevi dall'inizio che sono scema!
-Sì. Per questo, io ti amo.
-.. sì?..
-Sì. Non te l'avevo mai detto?
-Mh, no.
-Importa? Lo sapevi già.
-Mh? Come puoi dirlo?
-Perché Daisy.. lo capisci quando qualcuno ti ama. Si capisce dai suoi occhi.
Si illuminano, quando vedono i tuoi, perché è del loro riflesso che vivono.
-.. vivi...
-..
-.. per favore.. vivi..
-Margherita, io vivo per un ideale. Se non lo grido, non.. non sono io.
-Lo so..
-Un giorno ho letto da qualche parte una cosa..
-Cioè?
-Che se per vivere devi stare seduto in silenzio, allora..
-.. allora.. che.. che cosa? - deglutì - Non lasciami, non lasciarmi.. -
mormorò.
-.. allora..
Ecco.
Preferisco ricordare solo fino a quella frase.
Sì, l'ho appena visto alla televisione, il mio Mark.
Era bellissimo! Meraviglioso, davvero. Vivo come non l'ho mai visto.
Perché io.. io non lo so, che cosa sia il combattere in nome di un credo.
Ce l'ho il mio caratteraccio, eh, è che i miei m'hanno insegnato nelle
questioni importanti sia sempre meglio sottomettersi al più forte.
Ho imparato a non considerarla codardia, ma la naturale reazione ad un mondo in
cui un idealista morirà soltanto, senza nemmeno troppo consenso popolare o
glorie.
Bisogna saperci stare, al mondo, specie in un mondo in cui un regime comunista
ammazza chiunque alzi lo sguardo a un cielo più azzurro, meno sporco dei
nostri.
Non ci sono idee sacre per cui combattere, per cui diventare eroi.
Ci sono solo inutili ribellioni, spinte da motivazioni sicuramente valide, ma
destinate ad essere seppellite nel profondo delle nostre gole.
Lui mi diceva che se nella storia tutti avessero ragionato in "tal modo
contorto", a quest'ora le donne occidentali non avrebbero il voto nè una
dignità, i poveri nemmeno, e ci sarebbe ancora la tratta degli schiavi.
Giusto. Giusto davvero. Ma a qual prezzo? Le vite di quante persone hanno
lasciato questa fetida Terra?
Io alla mia vita ci tengo. Resisto al regime finché posso, e se vivo abbastanza
bene non ho ragione d'insorgere. Non è un grosso problema. Semmai di chi verrà
dopo di me, se le condizioni peggioreranno; ma sarei la prima a cavalcare
destrieri di nuvole in questo caso, davvero.
Solo che per ora preferisco attenermi a questi egoistici, codardi e comodi
ragionamenti.
Sì.
Ed è qualcosa su cui abbiamo sempre litigato, io e lui, io e quello stupido,
dai lati opposti di un banco di scuola alla ricreazione, spezzettando la stessa
merenda al cioccolato che dividevamo ogni giorno.
Perché lui.. lui sogna così tanto.
E i sogni sono una cosa meravigliosa, perché lì sei onnipotente ed eterno,
regni, sconfiggi ed emergi variopinto da un mondo di grigi. Brilli.
Lui brilla.
Luccica, splende, sfavilla.
Ma è un semplice bagliore.
Svanito l'incanto del miraggio, rimane solo un profondissimo sonno, in cui non
ci sono lucciole, ma solamente la consapevolezza d'aver perso un mondo in cui
eri incarnazione di dio e umile uomo.
Ho paura anche di questo sonno, per lui.
Quando capirà che le mie idee che tanto biasima, sono le uniche che lo faranno
sopravvivere, e che possano risparmiargli il bruciore d'una sconfitta cocente
quando la sua forza di volontà, seppure la più forte del mondo, non sarà
nulla contro la forza di chi ambisce allo stesso livello d'altezza, però più
nero, più umido e molliccio, e contemporaneamente così indistruttibile.
Farei di tutto perché non venga distrutto nei suoi dogmi, davvero.
Ed è stato così bello, così infinitamente commovente, vederlo in piazza,
così, tra mille altre teste in perenne movimento come le onde d'un mare, in
quell'oceano in cui sarebbe stato la goccia più pura, una perla nella candida
conchiglia.
Un maremoto che, davvero, m'infuse della certezza della sua vittoria.
Mark avrebbe comunque vinto. Avrebbe vinto perché si vedeva dai suoi occhi,
trovarsi lì, proprio *lì*, tra gente il cui cuore batteva sul filo della sua
stessa melodia, tra bandiere e striscioni come fulmini, nell'aria elettrica, tra
le deliziose urla che si scioglievano tra le stelle, che lanciavano arcobaleni,
che erano più distruttivi di mille guerre, tra persone che erano il suo
esercito.. l'essere lì, era il suo trionfo.
Davvero, per qualche minuto mi sono sentita satura di libertà. Di guerra. Ma
non la guerra che dà sangue, la guerra che sfonda le barriere. La porta
d'accesso ad ogni Paradiso.
Ero lì, trepidante, a respirare forte ansiosa, a gridare, a saltare, a sentirmi
ingoiare il cielo sopra la mia terra e i raggi del sole che quel giorno
brillava, brillava splendidamente, davvero piena, piena di una vita che
comprendevo solo in quel momento.
Lui me l'aveva sempre detto.
Chissà la sensazione di sentirsi sempre così traboccanti di potere e di voce.
Fantastico.
Ricordai quando mi raccontò che avrebbe valicato il portale del canto, quando
mi raccontò che aveva un sogno, quando mi disse che sarebbe stato la sua
realtà.
-Noi abbiamo un orgoglio, una dignità, la ragione. Tutte cose che a quel povero
idiota mancano del tutto..
Discuteva animatamente con i suoi compagni, si tenevano la mano con sorrisi
febbricitanti, con occhi che brillavano, che un po' spaventavano, con quella
decisione nei passi che mi stupiva ogni volta di più. Ritrovi nelle cantine in
cui stavo sempre vicina alla fioca luce delle candele, grida che sapevano di
turchesi, mani alzate così in alto da parermi ostentate, canti di distruzione
d'ogni catena, salti, grida, un'unione che trascendeva il divino. Davvero.
Vederlo lì a realizzare la sua vita, fu forse più bello per me, che per lui.
Un'immagine incantevole di quando sogno e realtà combaciano del tutto. L'apice
della vita umana, la realizzazione di una delle più tenere utopie, ma lui, il
mio Mark dalla volontà eterna, lui c'era riuscito.
Allora, mi dissi, allora avevo fatto bene a non lasciarlo.
Avrei detto che ero la ragazza di uno che ha cambiato il mondo.
E sarei stata felice perfino di pentirmi delle mie orribili idee.
.. e poi eccoli, la concretizzazione dei miei
sogni unita alla realtà, eccoli i cannoni. Eccoli quegli schifosi bastardi.
Sì, eccolo lì Mark, che riusciva a fuggire. Perché lo vedevo. Lo vedevo con i
*miei* occhi.
E se anche non l'avessi visto me l'avrebbe fatto splendere in faccia qualsiasi
giornale, ma chi non vide il momento in cui il mio Mark prendeva le piene redini
del successo?
Meraviglioso. Il momento più alto della sua vita.
Non dimenticherò mai, finché vivrò, la sua espressione tesa, i suoi occhi
sgranati dall'eccitazione, le sue pupille dilatate dalla sorpresa, la sua bocca
sanguinante perché si mordeva il labbro così forte, tutta la gente che
osservava il suo splendore in quel momento. Io l'ho trovato bellissimo, perché
la sua gloria sopraggiungeva come una valanga, e la mia realtà era presente.
Era come se ci fossi anch'io, ed era.. celestiale, davvero, sapere che per un
momento i nostri cieli avevano avuto lo stesso colore rosso sangue d'un tramonto
indimenticabile, di quelli passati mano nella mano impotenti e imbevuti di
potere di fronte a tanto splendore. Ero travolta da tanta bellezza.
Incantevole la scena in cui la testa prese enormi ali, di piume infinite,
pesanti allo stremo.
Infine anche il mio angelo era caduto, però ammettiamolo, era volato alto.
Altissimo.
-.. allora alzati, grida e muori...
(Nda: Era da tanto che volevo scrivere su questo contesto! Ne sono proprio contenta è_é. Questa la dedico a quello che è appena diventato mio fratello *_*, così, tanto per suggellare il legame *_*! Ah.. Inv.. sì, parlo di te ù.ù! So che avrei dovuto mettere nomi cinesi ma proprio non ne conosco ._.''. Non fateci caso °.°''.)