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Autore: Yu_Kanda    04/04/2011    6 recensioni
Lavi ha un dono: ciò che sogna si avvera. Solo che i sogni che fa sono molto particolari. Con il suo tutore, viaggia inseguendo la verità dietro quei sogni; finché non ne fa uno diverso dal solito che lo coinvolge personalmente, facendogli mentire al tutore ed infrangere tutte le regole che questi gli aveva imposto.
"Nessun sogno è mai solamente un sogno. Non i tuoi." gli aveva detto l'uomo tendendogli la mano. "Seguimi, ti insegnerò a dominarli."
[AU, YAOI, LaviYuu. Lievissimo accenno di Poker-pair]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest "Tropes & Clichés" indetto da Sysia-chan sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 2° e Vincitrice del premio "Stile" al Contest "Era un Sogno" indetto da Fabi_Fabi sul Forum di EFP]
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D. Gray-man, PURTROPPO è tutto in mano a quella pazza della Hoshino... Perché, se fosse stato altrimenti... Il manga non sarebbe diventato un'accozzaglia informe di assurdità, e Lavi sarebbe insieme a Kanda da un bel pezzo!
ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!



Frammenti di Visioni


 

Capitolo 2 : Se ti volterai a guardare, io sarò al tuo fianco

 

 

Dannato professore impiccione!” Imprecava fra sé Kanda sulla strada di casa, incredulo di essere stato assegnato con quell'irritante testa rossa che osava chiamarlo per nome.

Non bastava la sadica tendenza del professor Mikk a rifilargli ricerche in coppia con quello che lui aveva soprannominato 'moyashi', ben sapendo che lui non poteva soffrire l'insulso ragazzetto albino. Ora lo torturava anche costringendolo a fare da balia al nuovo arrivato!

Perché mai gli stava così addosso? Kanda non poteva fare a meno di chiedersi se le voci che giravano per la scuola sulle 'attività sommerse' dell'esimio professore fossero in fin dei conti fondate, considerato il comportamento sempre così ambiguo di quell'uomo e il suo modo di porsi tanto sgradevole. Non erano affari suoi dopotutto, però se insisteva a tormentarlo, allora...

- Vieni fuori da là dietro, idiota. - disse d'un tratto, voltandosi di scatto, e una vistosa capigliatura rossa fece capolino da dietro l'angolo di una casa.

- Come mi hai scoperto? - Lavi rise, tormentandosi la nuca con fare imbarazzato.

- Se ne sarebbe accorto anche un cieco. Sei un pessimo pedinatore. - affermò candidamente Kanda, sollevando un sopracciglio con aria accusatoria. - Ora dimmi perché mi stavi seguendo, o te ne faccio pentire!

- Calma, calma... Yuu. - rispose il suo persecutore; sorrise ancora, a quel modo così schifosamente accattivante, quasi cercasse di ammansirlo, e Kanda roteò gli occhi esasperato. Lo aveva chiamato di nuovo per nome! Dannazione! - Stavo... tornando a casa anche io e ti ho visto. È stato un caso.

Certo. Lo credeva forse stupido? Che scusa ridicola. Doveva liberarsi di lui.

- Non me la bevo. So che stai nel dormitorio della scuola, Lenalee si è premurata d'informarmi su dove poterti trovare, sai, se ne avessi avuto bisogno per la ricerca. - sottolineò Kanda, sul viso un ghigno molto vicino a un'espressione omicida. Avanzò di un passo verso il proprio interlocutore, fregandosi le mani e accarezzandosi il pugno con il palmo. - Allora, perché mi spii?

- Spiare, che brutta parola, Yuu... Volevo solo fare amicizia con te, è così strano? - ribatté Lavi, alzando le braccia in un gesto di resa.

- Non ho bisogno di amici. Ora levati dai piedi. - concluse Kanda.

Con quelle parole lapidarie si voltò, riprendendo a camminare per la sua strada, lasciando il seccante impiccione lì dov'era.

Che caratterino! Lavi aveva la netta impressione che non avrebbero mai legato, altro che amanti! Su quello il sogno sbagliava senz'altro. Tornò sui suoi passi; avrebbe atteso Yuu di fronte alla scuola il mattino successivo, volente o nolente. Dopotutto, non poteva sottrarsi al compito affidato loro dal professor Mikk.

 

 

E così fece. Puntualissimo, quasi venti minuti prima dell'inizio delle lezioni, si piazzò ad aspettare all'ingresso.

- Yuu! - l'ormai familiare e irritante voce raggiunse Kanda prima ancora che varcasse il cancello della Black Order Academy.

Quell'idiota era proprio cocciuto, continuava a chiamarlo per nome, ben sapendo che all'interno del perimetro scolastico non poteva aggredirlo per farlo smettere.

- Gira al largo. - gli intimò, ma il giovane per tutta risposta si affiancò a lui, sorridendo a quel suo modo disarmante.

Kanda si chiedeva se fosse realmente così stupido o facesse soltanto finta e, se era questo il caso... bè, l'idiota aveva davvero coraggio a prendersi gioco proprio di lui.

- Non essere così crudele, Yuu! - esclamò Lavi, continuando a seguirlo verso la classe. - Dobbiamo collaborare, se non prepariamo bene l'esperimento di Scienze otterremo un brutto voto.

Su quello aveva un punto a favore, purtroppo. Kanda sospirò, voltandosi finalmente a guardare il suo accompagnatore forzato.

- Sta bene. Dove e quando. - rispose, in un tono a metà fra rassegnato e irritato.

- Oh, quando vuoi tu; io non ho molto altro da fare qui, visto che ancora non conosco praticamente nessuno. - Lavi concluse la frase di nuovo con quel sorriso impossibile; pareva essere l'unica cosa vera di lui, ed era snervante. - Da te o da me?

- Da te. Il mio patrigno non vuole estranei per casa. - spiegò Kanda, un po' impacciato. Stava per entrare nell'edificio allorché un urlo inaspettato lo fece bloccare di colpo per lo shock.

- Yuu-kun!

Sentendosi chiamare in un modo che solo una certa persona osava utilizzare, il giovane sgranò gli occhi e s'irrigidì. Che ci faceva lì il suo tutore, proprio quel giorno? Si girò di scatto verso l'origine della voce e, come temeva, vide Lenalee con il fratello Komui parlare giusto con l'uomo che amava definirsi come suo padre.

- Ciao, Kanda. - lo salutò Lenalee, imitata prontamente dal fratello; poi fece un cenno all'altro studente, presentandolo a tutti. - Questo è Lavi, il ragazzo prodigio di cui vi parlavo. Ha passato l'esame di ammissione a pieni voti, vincendo persino una borsa di studio!

Lavi ridacchiò, imbarazzato da tutti quei complimenti, sentendosi improvvisamente troppo al centro dell'attenzione. Il fratello di Lenalee gli strinse la mano, congratulandosi, e subito dopo anche l'altro uomo si presentò a lui in maniera molto amichevole.

- Piacere, figliolo. Froi Tiedoll. Sono il papà di Yuu. - alla parola 'papà' la fronte di Kanda si corrugò in maniera preoccupante e il giovane serrò la mascella, ma non commentò la cosa. - Vedo che sei riuscito a fare amicizia con Yuu, questo fa di te una persona davvero speciale. - esclamò Tiedoll, dando a Lavi un'affettuosa pacca sulla spalla; stavolta l'affermazione dell'uomo ottenne una reazione.

- Non siamo amici! - sbottò Kanda, seccato dall'atteggiamento impiccione del tutore. - Smetti di fare assunzioni su di me e di parlare come se io non fossi presente!

Tiedoll gli sorrise bonariamente, cosa che contribuì a farlo infuriare ancora di più.

- Non essere così sgarbato, figliolo. Sono venuto solo per informarti che parto per un giro di conferenze. - rivelò, frugandosi in tasca con impegno ed estraendone un mazzo di chiavi. - Ti lascio in custodia tutto, se ti senti solo invita pure a casa i tuoi amici. Starò via un paio di settimane al massimo. - assicurò poi, come se per il figliastro avesse importanza sapere che non sarebbe stato via troppo a lungo. Ciò detto, gli posò entrambe le mani sulle spalle in un gesto affezionato, allargando il sorriso cordiale. - Abbi cura di te, Yuu-kun.

- Tch. - fu l'unico suono che ottenne in risposta dal giovane.

Tiedoll sospirò, rivolgendosi quindi a Komui, il quale gli strinse la mano per salutarlo.

- Parti tranquillo, Froi. Lo tengo d'occhio io, visto che Lenalee è quasi sempre con lui. - promise l'uomo, ricevendo un cenno d'assenso a significare che il destinatario della rassicurazione approvava il suo ruolo di 'supervisore'. - Fai buon viaggio! - augurò all'amico, salutando ancora mentre questo si allontanava.

- Non ho bisogno della balia! - gridò Kanda dietro al patrigno, agitando un pugno in aria fra lo stupore generale.

Lavi lo trattenne, sotto lo sguardo meravigliato di Komui. Quel ragazzo riusciva a interagire con Kanda in maniera sorprendente e il giovane non pareva rifiutarlo a priori come faceva invece con il resto del mondo.

- Calmati, Kanda-kun. Sai com'è fatto il tuo tutore, no? - Komui mise le mani in tasca, rivolgendo a Kanda uno sguardo eloquente. Il giovane lo ricambiò con uno insofferente, seccato che anche l'uomo insistesse a usare quello stesso suffisso Giapponese nel rivolgersi a lui. - Ho dovuto prometterglielo. Dai piuttosto tu un occhio a Lenalee, non mi piace che le ronzino attorno tutti quei pervertiti.

- Fratello! So badare a me stessa! - protestò subito la ragazza, assumendo un'aria imbronciata. - Ora smetti di preoccuparti per me e torna al tuo lavoro. - sentenziò; lo spinse scherzosamente via e, mentre l'uomo si allontanava a sua volta dal cortile della scuola, chiocciando un poco virile 'tutto quello che vuole la mia adorata Lenalee' a mo' di saluto, i tre studenti si scambiarono occhiate piuttosto significative.

- Tuo fratello è sempre così? - esordì Lavi appena ripresero a camminare, e quando Lenalee annuì si lasciò sfuggire un lamento. - Santo Cielo! - commentò, suscitando la risata della ragazza.

- Non è pericoloso, tranquillo. Basta saperlo prendere. - assicurò lei sorridendo.

Kanda finse di non ascoltare l'intero discorso, finché Lavi non gli buttò un braccio attorno al collo, facendolo trasalire.

- Capisco l'imbarazzo per come si comporta con te il tuo patrigno, Yuu. - disse il giovane in tono suadente, e Kanda sentì un brivido corrergli lungo la schiena. - Visto che lui non c'è, però, staremmo molto più comodi a casa tua che nella mia stanza al dormitorio. - sottolineò subito dopo, lasciando intendere la propria propensione a organizzare i loro pomeriggi di studio a casa di Kanda.

- Non se ne parla. - quest'ultimo si era talmente sbrigato a rifiutare la proposta che aveva dimenticato di sottrarsi all'atteggiamento troppo amichevole di Lavi.

Lenalee sorrise; pregustava fino d'allora un positivo evolversi dell'amicizia fra i due, viste le reazioni di Kanda nei confronti del nuovo studente. Lo conosceva meglio di chiunque altro, essendo cresciuta con lui, quindi si sentiva di affermare che il genio della scuola pareva aver già fatto breccia nel cuore di ghiaccio del giovane.

Con il suo particolare modo di porsi riusciva a spiazzarlo e per quello a risultare in un certo senso 'interessante' al contrario di tutti gli altri irritanti esseri viventi da cui era attorniato. La ragazza sospirò, deplorando il cinico modo di pensare di Kanda.

Si stava congratulando con sé stessa per l'ottimo lavoro svolto nel farli incontrare, allorché qualcuno la chiamò a gran voce: Allen, riconobbe lei ancora prima di voltarsi.

- Ehi, credevo che mi avreste aspettato! - si lamentò l'ultimo arrivato, fermandosi ansimante davanti ai tre amici. Appena riuscì a riprendere fiato, tuttavia, rimase a bocca aperta nel vedere Lavi così fraternamente avvinghiato a Kanda, il terribile non-toccarmi-o-ti-uccido Kanda Yuu. - Da quando siete così amici voi due? Mi sono perso qualcosa?

- Non sono affari tuoi, moyashi. - Kanda si liberò prontamente del braccio che ciondolava sul suo petto, lanciando un'occhiata rovente al proprietario di detto arto. Poi affrontò a muso duro il povero albino, il quale sostenne lo sguardo omicida, che minacciava d'incenerirlo sul posto, con aria di sfida.

Prima che i due contendenti passassero alle mani però, Lavi decise che era il caso di stemperare la tensione a modo suo. Ciò significava spostare le attenzioni 'poco amichevoli' di Yuu su di sé per il quieto vivere di tutti... e personale diletto, doveva ammettere. Il fantastico piano che aveva testé architettato iniziava dall'irritare Allen abbastanza da fargli dimenticare con chi stava litigando l'attimo prima.

- Moyashi? Ti chiama così? - disse in modo volutamente divertito, con una punta d'incredulità che non guastava mai, e subito ottenne la reazione desiderata.

- L'hai sentito, no? - esclamò Allen, allargando le braccia esasperato. Ora aveva tutta la sua attenzione... o così credeva, perché il ragazzo si girò di nuovo verso Kanda l'attimo successivo, continuando a lamentarsi del nomignolo. - Ficcati in testa il mio nome una buona volta! Allen, capito? Allen!

- Perché non ci provi tu a farlo, moyashi? - lo invitò Kanda per tutta risposta, sotto lo sguardo sconsolato di Lenalee.

D'accordo, fase uno fallita, constatò Lavi, tempo di cambiare tattica. Avrebbe punto Yuu sul vivo con qualche considerazione troppo personale per i suoi gusti. La buona conoscenza che aveva delle lingue orientali gli diceva senz'ombra di dubbio da dove veniva la parola usata per il soprannome incriminato... il che lo portava alla reale nazionalità di Yuu.

- Allora sei Giapponese! - esclamò, puntando trionfante il dito verso il giovane.

La domanda inaspettata lo lasciò per un momento senza parole e interruppe definitivamente l'alterco fra lui e Allen. Kanda si voltò, fronteggiandolo con aria sospettosa.

- Sì, sono Giapponese, e con questo? - ritorse, improvvisamente sulla difensiva; non riusciva a capire dove Lavi volesse arrivare con quella constatazione.

Rendendosi conto che se continuavano così non solo avrebbero tutti quanti fatto tardi a lezione, ma stavano anche dando spettacolo per gli altri studenti, Lenalee ritenne che fosse tempo di troncare l'inutile discussione.

- Tiedoll è stato qui e Lavi esprimeva la sua solidarietà. - scherzò, sfoggiando un radioso sorriso e rivolgendosi principalmente ad Allen. - Ora andiamo in classe, siamo in ritardo e ci stanno guardando tutti.

Quella rivelazione fece sì che Kanda si ricomponesse immediatamente, subito imitato da Allen. Sinceramente stupito dall'abilità della ragazza di fare leva sui punti sensibili dei due amici, Lavi le offrì la mano aperta, sulla quale lei batté la propria con aria compiaciuta.

 

 

La stanza di Lavi era realmente minuscola; Kanda non tardò a rendersi conto che avrebbe davvero fatto meglio a invitarlo a casa sua per il dannato progetto di Scienze. Inoltre, il compagno di camera non stava in silenzio un maledetto minuto, accidenti a lui! Per fortuna, dopo un'ora ininterrotta di tortura se n'era andato, lasciandoli finalmente liberi di studiare in santa pace.

Lavi s'era dimostrato uno studente in gamba fin dall'inizio. Aveva buttato giù in poco più di due ore l'intera scaletta della ricerca, fornendo anche l'elenco delle fonti da consultare per redigerla. L'idea del giardino in bottiglia veniva da lui, ma Lavi ne era stato da subito entusiasta e si era impegnato moltissimo per scegliere i tipi di terreno da usare come base e le piante da innestare in ciascun esperimento. Ora non restava loro che raccogliere le informazioni necessarie sulle rispettive 'colture', procurarsi gli 'ingredienti' e stendere la relazione man mano che montavano il giardino. Il tutto da svolgersi rigorosamente nella tranquillità della sua casa, si ripromise Kanda dopo l'esperienza terribile nel dormitorio della scuola.

Lavorare con Lavi risultò più piacevole del previsto, il giovane sapeva come metterlo a suo agio e non faceva domande inutili, al contrario. Si sforzava di venirgli incontro, pareva comprendere fin troppo bene la situazione che stava vivendo con il patrigno. Il perché non tardò a venir fuori quando Lavi raccontò del proprio tutore; di come l'avesse trovato e preso con sé dopo la morte dei genitori.

Forse si era sbagliato sul conto di quel ragazzo, forse non era la terribile seccatura che gli era parso all'inizio, al primo impatto con il suo modo di fare così aperto e il perenne sorriso.

Magari si sentiva in colpa per il modo in cui l'aveva trattato fino a quel momento, rifletté Kanda. Doveva essere per forza quella la ragione che l'aveva indotto ad accettare la proposta di festeggiare con lui il successo del loro esperimento, non c'era altra spiegazione.

L'intera classe era rimasta strabiliata dai due giardini in miniatura che avevano presentato, montati dentro grandi damigiane di vetro. Persino il professor Mikk si era mostrato colpito, facendo un'infinità di complimenti e premiando entrambi con il massimo voto. Lavi ne era stato talmente felice che gli aveva proposto di cenare insieme per celebrare l'evento e poi di andare al cinema; e lui aveva accettato senza pensarci.

Ora, a mente fredda, era pentito. Non capiva il perché si trovasse così bene in compagnia del giovane, che si prendeva con lui confidenze mai concesse a nessuno prima, eppure ricevere tutte quelle attenzioni gli faceva piacere. Doveva ammetterlo, la cosa lo turbava, ma non poteva farci nulla. I giorni passati a progettare i due giardini erano stati i più felici che avesse trascorso da che era in grado di ricordare.

 

 

La lezione di chimica con il professor Wenham si era appena conclusa, segnando anche la fine della giornata scolastica. Entrambi stavano radunando le rispettive cose per poi indossare i giacconi e avviarsi verso il luogo stabilito per l'appuntamento con gli altri amici, quando successe qualcosa che Kanda non si aspettava. Una cosa che in un certo senso confermava le voci che serpeggiavano per la scuola su alcuni eventi inquietanti.

- Ehi, Lavi. Ancora complimenti per il tuo lavoro, davvero eccezionale. - si congratulò il professor Mikk. S'avvicinò loro con la sua aria sorniona, le labbra distese in quello che poteva apparire un sorriso cordiale, ma che di fatto dava l'impressione ambigua e sgradevole di un ghigno diabolico. Almeno a lui, constatò Kanda, perché Lavi invece ricambiò il sorriso con la solita espressione ingenua, onorato del complimento. - Sono sicuro che con il tuo aiuto Kanda non potrà che migliorare. Hai talento, Lavi.

L'enfasi che l'uomo pose sul nome del compagno di classe mandò una scarica di adrenalina lungo il corpo di Kanda. Perché sentiva d'improvviso tanta rabbia e avversione verso quel professore? Il suo comportamento presuntuoso non l'aveva mai sfiorato prima, le sue battute pungenti non erano mai riuscite a provocarlo, malgrado tutti i tentativi di metterlo a disagio nei gruppi di studio. Ora appariva quasi che il loro legame d'amicizia, da lui stretto proprio con la persona che secondo i piani di Mikk doveva invece tormentarlo, gli desse profondamente fastidio.

- Grazie professore, sono davvero felice del risultato; e anche Yuu. - rispose Lavi per entrambi, indicando con la mano aperta l'amico.

Kanda strinse le labbra così forte da farle sbiancare, fino a che divennero poco più di una linea sottile, imponendosi d'ignorare la presenza del docente e l'intero discorso.

- Anche io ne sono davvero lieto, Lavi. Che ne dici di andare a festeggiare insieme il successo dell'esperimento? - continuò il professor Mikk; i suoi occhi ipnotici si fissarono in quello di Lavi, la cui mente, per un lungo istante, si sforzò di processare l'inusuale richiesta senza successo.

Davvero il professore era rimasto tanto colpito da voler cenare con lui per discuterne? O c'era qualcosa che gli sfuggiva?

- Ci dispiace, professor Mikk. Io e Lavi abbiamo già degli impegni per questa sera. - s'intromise Kanda, lanciando all'uomo uno sguardo che definire ostile era un eufemismo. - Abbiamo organizzato qualcosa con altri amici e ci aspettano.

L'occhiata divertita che ricevette a causa del proprio intervento gli fece l'effetto di un pugno nello stomaco; il fiato gli si bloccò in gola e un brivido lo percorse. Serrò la mascella, sforzandosi di apparire stoico e glaciale come sempre. Non poteva aver intuito l'attrazione che sentiva per Lavi... no, era impossibile.

- Oh, certamente. Dovevo immaginarlo, perdonatemi. - disse l'uomo; il sorriso sornione gli era ricomparso sul volto, ora rivolto a entrambi. - Non credevo aveste già legato così bene, vista la tua nota reticenza alla compagnia, Kanda.

L'aveva notato! Si era già accorto che teneva un atteggiamento diverso nei confronti di Lavi e di certo sospettava qualcosa. Esattamente, che cosa? Kanda sperò che i timori che nutriva fossero infondati, frattanto che calibrava il tono della propria replica.

- Le mie amicizie non la riguardano, signore. - rispose in tono sprezzante, guadagnandosi un'occhiata stupita da parte di Lavi.

La conversazione si stava spingendo troppo oltre per i suoi gusti, cosa che minacciava di fargli saltare i nervi da un momento all'altro.

Perché il professor Mikk si interessava a Lavi tutt'a un tratto? Le voci dicevano che lo studente bersaglio era un altro!

- Ah, quanto astio nelle tue parole, mio giovane samurai. - recitò l'uomo, fingendosi ferito dal comportamento di Kanda; si compiacque nel vedere che l'ironia presente in quell'ultimo appellativo, col quale a volte si riferiva a lui, come sempre non mancava d'irritarlo ancora di più. - Volevo solo parlare un po' con Lavi del brillante futuro scolastico che lo attende; ma se ha altri impegni, non importa. - aggiunse; il sorriso sornione si allargò, conferendo all'espressione del suo viso una luce inquietante. - Divertitevi! Ci vediamo.

Il professor Mikk accompagnò quelle parole cariche di sottintesi con un cenno di saluto fatto con la mano aperta, che sapeva ampiamente di presa in giro.

Non si fosse trovato a scuola, Kanda avrebbe sputato in terra con disprezzo. Quell'uomo era semplicemente disgustoso nel suo circuire gli studenti dei corsi che teneva, per poi sedurli. O almeno questo era ciò che si diceva di lui in ogni pettegolezzo circolante per la Black Order Academy.

La cosa che lo stupiva però, era che lo stimatissimo professor Mikk fosse ancora saldamente al suo posto, nonostante tutto; perché, bè, mancavano le prove. Già, tante dicerie e nessuno che avesse il coraggio di denunciarlo.

L'ultimo della lista poi pareva essere proprio moyashi, eppure anche lui teneva la bocca cucita! Usciva con Lenalee e al contempo se la faceva col professore! L'avrebbe volentieri pestato a sangue per quello, ma, di nuovo, non c'erano prove e moyashi si comportava come se Mikk nemmeno lo conoscesse.

- Yuu? Qualcosa non va? - Lavi gli posò una mano sulla spalla, l'aria confusa e preoccupata. - Ce l'hai con il professore per qualche ragione?

- No. - Kanda scosse la testa, curvando appena le labbra in quello che per lui era un sorriso. - È solo che... mi seccava averlo fra i piedi anche fuori dalla scuola. Non mi piace che s'immischi continuamente nella mia vita privata solo perché il mio tutore ha avuto la bella pensata di raccomandarsi con tutti gli insegnanti della dannata scuola.

Lavi tirò un respiro di sollievo. Yuu era Yuu, e basta. Aveva temuto che fosse il professor Mikk la possibile causa della sua morte... Per adesso non aveva molti indizi, Yuu era un tipo assai riservato, non frequentava nessuno a parte Lenalee (e di conseguenza Allen, visto che il ragazzetto albino le stava dietro) e ora lui. Non sembrava possibile che fosse coinvolto in qualcosa di così pericoloso da ucciderlo, quindi, malgrado odiasse doverlo ammettere, doveva essere lui stesso la chiave di tutto.

Solo non capiva come. Sospirò. Quella storia gli stava prendendo la mano, se ne rendeva conto eppure lasciava che le informazioni trasmessegli dal sogno prendessero il sopravvento sulla sua razionalità.

Era solo suggestione, lo sapeva perfettamente; ma, nonostante tutto, aveva sentito qualcosa per Yuu fin dal primo momento in cui il suo sguardo si era posato su di lui, nella mensa.

Ridicolo, assurdo, tutto quello che voleva, ma non avrebbe cambiato il fatto che aveva perso completamente la testa per il giovane Giapponese. In aggiunta, Bookman gli aveva fatto sapere che sarebbe arrivato lì molto presto.

Scosse il capo per scacciare quei pensieri sgradevoli. La serata che lo aspettava doveva essere speciale, soltanto sua e di Yuu. Avrebbero bevuto qualcosa con Lenalee e Allen, poi cena e cinema. Lavi salutò con gioia i due compagni che li aspettavano subito fuori del cancello, pregustando già i momenti che avrebbe trascorso da solo con Yuu.

Brindarono con the, succo di frutta e cioccolata calda; nessuno di loro amava gli alcolici, inoltre Lenalee e Allen erano minorenni, e anche lui si spacciava per tale, quindi non era davvero il caso. Passarono un paio d'ore fra congratulazioni per il successo dell'esperimento e chiacchiere varie, dalle quali Lavi comprese il perché della reazione di Yuu nei confronti del professor Mikk.

L'uomo era un molestatore? E lo faceva proprio nella sua scuola, sotto gli occhi di tutti? Non riusciva a crederci. Il resto del corpo studentesco però pareva crederci eccome, a giudicare dalla quantità di dicerie che giravano.

Allen poi appariva particolarmente preoccupato dalla questione, come se sapesse qualcosa di più. Avrebbe fatto molta attenzione da quel momento in avanti, si ripromise Lavi.

 

 

Quando si salutarono per andare a cena, Lavi era in fibrillazione. Non vedeva l'ora di avere di nuovo Yuu tutto per sé, eppure ne era spaventato in egual misura. Sentiva che l'altro giovane era a disagio e non voleva fare qualcosa di cui avrebbe dovuto pentirsi per il resto dei suoi giorni, perché, se anche Yuu si trovava bene con lui, non significava per forza che ricambiasse ciò che provava. O credeva di provare. O qualunque accidenti di cosa fosse che gli si agitava nel cuore.

Cribbio, non era più sicuro di niente!

Per cui, a malincuore, decise di non dirgli nulla come invece avrebbe voluto fare e si limitò a essere il solito Lavi. Sorridente, aperto, sempre pronto alla battuta. L'amico perfetto.

Sicché, l'apprensione che anche Kanda condivideva si rivelò infondata. Temeva che aver accettato di uscire con Lavi l'avesse tradito, che il giovane avesse capito quanto l'interesse che provava per lui andasse oltre la semplice amicizia e volesse parlargliene per ristabilire le distanze.

Invece niente di tutto questo si era verificato, Lavi rideva e scherzava con lui seguendo il copione standard col quale era solito tormentarlo e la cosa gli ridava fiducia e speranza.

Speranza di non doversi mai separare da lui, che restasse sempre al suo fianco, anche se come semplice amico; se lo sarebbe fatto bastare, dopotutto era stato solo fino ad allora, poteva benissimo continuare.

Già il rendersi conto di sentirsi attratto da un ragazzo era stato per lui sufficientemente traumatico. Si era sempre disinteressato così tanto di ogni cosa inerente alla sfera sentimentale che il solo pensiero di potersi innamorare non l'aveva mai nemmeno sfiorato. Figurarsi se poteva essere preparato ad accettare il fatto che l'oggetto dei suoi desideri fosse un maschio: il suo attuale unico amico nientemeno. Inoltre, una relazione avrebbe interferito con i suoi assegnamenti.

Quindi fece buon viso a cattiva sorte e cercò di concentrarsi unicamente sulla serata che avrebbero trascorso insieme, deciso a godersela come poteva, badando però a controllare le proprie reazioni per non scoprirsi.

Lavi lo portò in un ristorante Giapponese, uno di quelli che preferiva per giunta, cosa che sorprese Kanda moltissimo. Si aspettava di essere trascinato in un fast food, un pub, qualcosa di più vicino al modo di comportarsi frivolo dell'amico, nonché decisamente più economico per le loro tasche. Invece Lavi dimostrava di aver osservato bene i suoi gusti, la sua reticenza a mangiare cose troppo pasticciate, il desiderio di tranquillità durante i pasti.

Non ultima, la totale avversione che provava per la gente e quindi per i luoghi affollati, che invece all'altro giovane piacevano così tanto. Aveva rinunciato a un festeggiamento chiassoso solo per lui e Kanda si sentiva spiazzato da questa scoperta; non credeva che Lavi lo considerasse importante a tal punto, visto come lui lo trattava il più delle volte.

Che s'intendesse di cibo Giapponese poi, lo sorprese quasi di più dello scoprire che amava anche molto mangiarlo. Fu una delle cene più piacevoli della sua vita e Kanda si sentiva davvero felice, sebbene si guardasse molto attentamente dal dimostrarlo. Di solito in quel ristorante ci andava con il patrigno e uno degli amici di lui, Komui, ovviamente sempre accompagnato da Lenalee, la cui presenza non era però sufficiente a stemperare il disagio.

Il tutore, Froi Tiedoll, riusciva sempre a metterlo in imbarazzo; non rispettava mai la sua riservatezza, pretendeva di capire e sapere tutto di lui. Invece gli faceva immancabilmente andare di traverso il suo cibo preferito, ogni maledetta volta.

Cenare in quel posto con Lavi quindi gli parve un sogno; il giovane si comportava alla stregua di un bambino curioso, impaziente di assaggiare tutto ciò che non conosceva. Chiedeva di spiegare in cosa consisteva ogni pietanza, come veniva preparata, come andava consumata. Il suo uso delle bacchette era approssimativo, ma Lavi imparava in fretta, presto sarebbe stato perfetto anche in quello, non aveva dubbi.

Divisero praticamente ogni cosa scelta nel menù, persino quelle che era difficile gestire, come il ramen, che li vide impegnati in un'imbarazzante condivisione di scodella. Alla fine, Lavi insistette per brindare con del the verde, nonostante lo sguardo di disapprovazione che lui gli rivolse.

- Grazie Yuu, davvero. - gli disse Lavi appena usciti dal ristorante. - Era tanto che volevo assaggiare quelle cose.

Kanda lo fissò, incerto su cosa rispondere.

- Tch. - mugugnò infine.

Null'altro che quell'esclamazione, di cui ormai Lavi aveva imparato persino a distinguere il significato a seconda del tono col quale il giovane la pronunciava.

Yuu era imbarazzato, presumibilmente perché anche lui aveva gradito la cena e non voleva ammetterlo. Lavi sorrise, tirando per tutta risposta l'amico per la mano.

Giunti davanti al cinema, Kanda avrebbe voluto tirarsi indietro. Si sentiva come una ragazzina al primo appuntamento e la cosa non gli piaceva per niente. In primis perché odiava ritrovarsi nella parte di una donna, secondariamente perché temeva di rovinare tutto, se l'altro avesse capito cosa si agitava nel suo cuore.

Eppure anche Lavi appariva nervoso e gli lanciava sguardi molto strani. In più di un'occasione Kanda aveva avuto il sospetto che il giovane volesse prenderlo ancora per mano nel buio della sala durante il film, oppure passargli un braccio attorno alle spalle.

O peggio ancora, durante una particolare scena si era irrigidito come uno stoccafisso, perché aveva creduto stesse per baciarlo.

Invece non era successo nulla, ciò nondimeno l'aspettativa che avrebbe potuto aveva fatto sì che entrambi i giovani non prestassero alcuna attenzione al film. Fuori dalla sala, se qualcuno avesse chiesto loro cosa avevano visto, non sarebbero stati in grado di rispondere, perché non ricordavano altro che una singola scena: quella del bacio.

Nonostante la gran tensione, i timori, i sogni a occhi aperti che l'avevano tormentato per tutto il tempo, rendendosi conto che la serata volgeva al termine, Kanda dovette ammettere di essere un po' deluso che alla fine non fosse accaduto proprio niente.

Lavi rideva come al solito, facendo battute stupide su cosa si erano persi Allen e Lenalee a non unirsi a loro. Lui, dal canto suo, si scoprì a ringraziare il cielo che non l'avessero fatto. Mascherò un sospiro con uno sbuffo seccato, osservando mentre Lavi si fingeva equilibrista sul bordo del marciapiede, la fronte aggrottata in un'espressione di chiara disapprovazione. Ricevette in risposta uno di quei sorrisi che lo facevano sentire tanto strano.

- Andiamo, Yuu, ti accompagno a casa. - propose il giovane, indicando la fermata dell'autobus.

Kanda avrebbe voluto rifiutare, ma scoprì di non averne la forza. Desiderava ritardare il più possibile il momento della separazione, anche se sapeva che non sarebbe comunque avvenuto nulla da lì a casa sua.

Tuttavia, quando una volta giunti a destinazione si salutarono, Lavi lo abbracciò, ringraziandolo di aver sopportato la sua invadenza diventando suo amico.

Il salto che si permise di fargli il cuore a quella dichiarazione non piacque per niente a Kanda, così come la sua incapacità a sottrarsi al contatto fisico che di solito rifuggiva.

- Tch. Sei un idiota. - si sorprese a dire.

Lavi rise, scostandosi da lui e salutandolo mentre si allontanava dalla sua casa.

- Ci vediamo a scuola domani! - gli gridò agitando la mano.

 

 

Era di poco passata la mezzanotte quando Kanda rientrò, la testa fra le nuvole dopo la serata appena trascorsa con Lavi. Completamente concentrato sullo svestirsi e prepararsi per andare a dormire, lo squillare improvviso del telefono lo fece quasi trasalire per la sorpresa. Si voltò, perplesso, andando a sollevare il ricevitore.

- Che vuoi? - chiese in tono sgarbato nel riconoscere la voce dall'altro capo. - Non sono affari tuoi quello che faccio nel tempo libero! Che fai, mi spii adesso?

La risposta che ricevette non gli piacque affatto, sebbene ne riconoscesse la legittimità. Sapeva benissimo quale fosse il suo dovere, non vi avrebbe mancato, per chi lo prendeva?

Sbatté il ricevitore sul telefono con malagrazia, imprecando fra sé. Si era concesso un po' di svago, aveva ceduto alla tentazione d'ignorare per una serata tutte le regole che si imponeva di solito.

Che male c'era, se aveva stretto un'amicizia, fintanto che non esagerava trascurando i suoi compiti?

Imprecò ancora e, ripromettendosi di non oltrepassare mai l'ambito dello studio con Lavi, s'infilò sotto le coperte, cercando di prendere sonno.






@Redseapearl:*ringrazia per i complimenti * XD

Sì, i sogni premonitori sono un argomento molto trattato, però sempre affascinante *annuisce*

Mi piaceva l'idea di Lavi con poteri sovrannaturali, avevo in cantiere questa storia da mooolto tempo.

>>Povero Lavi: non è certo facile dover vivere con un dono simile fin da piccolo,

XD *le viene in mente solo una cosa: "Io vedo la gente morta", citazione che tra l'altro appartiene ad un film che nemmeno ho vistoXD*

>>Ma è proprio questo legame la causa della morte di Yuu. Insomma, sembra che Lavi non si renda conto che più si avvicina a Yuu (convinto che sia il solo modo per salvarlo) più lo condurrà sulla strada della morte. In pratica, l'unico modo per salvarlo sarebbe stargli lontano, ma ovviamente i sentimenti offuscano la ragione.

Esattamente XD. Ma Lavi vede più in là di questo, e sa che il destino è contorto. La sua paura è che se non ci sarà lui con Yuu ciò che ha visto si possa avverare ugualmente con qualcun altro. La Morte sa arrangiarsi, per vincere bisogna trovare il modo di gabbarla...

>>E poi, cosa non meno importante: come faremmo ad avere una storia LaviYuu, altrimenti? XDDD

Sempre vero e sacrosanto! XD

>>in cui si viaggia nel tempo e si tenta di salvare la persona amata dalla morte allora ragiono ancora in questo modo!

XD occhio ai paradossi allora! Perché il protagonista incontrerà l'altro sé stesso, come in "Ritorno al Futuro" XD

C'è un film (ma non ne ricordo il nome) in cui il protagonista non riesce ad impedire la morte di colui che voleva salvare, e ci riprova tipo 20 volte andando indietro di qualche minuto in più per ciascuna... e trovandosi davanti TUTTI gli altri sé stessi arrivati lì in successione! XDDDDDDD

>>Leggere le tue storie mi fa venire tanta voglia di scrivere a mia volta LaviYuu, il problema è che non ho la tua stessa fantasia, per cui dovresti dirmi dove trovi tutte questa idee!

u_u posso fornire spunti a getto continuo, basta chiedere XD LaviYuu fa girare il mondo, e il mio cervello è sintonizzato solo su quello!


@WindAngel: Grazie per l'apprezzamento e il supporto! XD Ogni tanto me ne esco con qualcosa di più strampalato del solito XD

>>Eheh... Lavi vuole tentare di avvicinarsi a Yu >w< così me lo farà morire ç_ç ... spero non si avveri mai il sogno!

So che magari uno come Lavi non dà molte garanzie come 'salvatore', anche se fa del suo meglio... Ma tutti noi confidiamo in lui, no? Ce la farà, c'è sempre una via d'uscita! XD (io non sono la hoshino, e meno male u_u)

   
 
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