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Autore: Kary91    05/04/2011    7 recensioni
[Tyroline. Post 2x14]
Sospesa
“Va bene se ho paura?”
Quella domanda infantile scaturì ingenuamente dalle labbra di Tyler, mentre il ragazzo si sforzava di controllare il tremolio della sua voce.
La vergogna si diffuse dentro di lui con insolenza, ma Cady la spazzò via all’istante stringendo con più energia la mano del ragazzo.
“Anche io ho paura.”
Ammise sorridendo con dolcezza.
“Ne ho sempre avuta e non provo vergogna a riguardo. Prima ti ho detto che trasformarsi diventerà un’abitudine, ma questo non significa che finirai per accettare ciò che la maledizione comporta. Noi siamo umani, Tyler. Se soffriamo, la nostra natura ci porta a domandarci perché siamo costretti a sopportare tutto quel dolore. Non è facile affrontarlo, ma sappi che quando succederà io sarò lì con te. Sono sufficientemente in grado di gestire al tempo stesso la paura di entrambi. Non sarai da solo Tyler. Questo posso promettertelo.”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Gilbert, Mason Lockwood, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'For better or Worse (I got you).'
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“Questa quercia è mia.”

A parlare era stata una ragazza.

Una ragazza all’apparenza poco più piccola di lui.

 

Il tono di comando nel suo timbro di voce sfiorò gli angoli delle labbra di Tyler, minacciando da far sorgere un sorriso vagamente sarcastico sul suo viso.

 

Era stata lei a colpirlo?

 

Chapter one

Counting the Stars.

 

Is it dark where you are?

Can you count the stars where you are?

Do you feel like you are

A thousand miles from home?

 

The longest Night. Howie Day

 

“Non lo sapevo.”

 

Il ragazzo diede una scrollata di spalle permettendo al suo sguardo ostile di indugiare con diffidenza sulla giovane sconosciuta.

 

Aveva una carnagione diafana, lineamenti da folletto e un paio di occhi penetranti color nocciola. La stessa tonalità del tronco di quella quercia che la ragazza stava reclamando con tanta insistenza.

 

Vi era un qualcosa di particolarmente delicato in lei. Un barlume di fragilità che faceva a pugni con l’alone di sfida emanato da quelle iridi poco più chiare delle sue.

 

La ragazza osservò con aria critica il movimento noncurante delle spalle di Tyler e sollevò leggermente il labbro superiore, lasciando intravedere un angolo di candida dentatura.

 

In quel momento, Tyler intravide fra i lineamenti femminili della giovane il riflesso ostile di una creatura sull’offensiva: un lupo.

 

Gli occhi della ragazza fiammeggiarono nella sua direzione e Tyler arretrò, colto di sorpresa da quell’improvvisa reazione.

 

Sei… Giovane."

 

Quelle due parole fuoriuscirono spontanee dalle labbra di Tyler, ma la ragazza le ignorò completamente. Quello che invece fece, fu scartare in avanti con una velocità fulminea e colpire il mento di Tyler con le nocche.

 

Dolore e sangue si mescolarono nella bocca del ragazzo, mentre un improvviso istinto aggressivo prendeva forma dentro di lui e gli occhi scuri si riducevano a due fessure.

 

Tyler si asciugò il sangue che colava a rivolo dal labbro inferiore e si avventò in direzione della ragazza, afferrandola per il collo e sbattendola con violenza contro il tronco della quercia.

 

La giovane si divincolò con furia digrignando i denti, e mentre Tyler la osservava compiaciuto, l’improvvisa consapevolezza di ciò che stava facendo, scoppiò improvvisa in un punto imprecisato del suo petto.

 

Era una ragazza, quella.

Da quando aveva preso a fare a botte con le donne?

 

Cogliendo il momentaneo attimo di esitazione del suo avversario, la ragazza-lupo si divincolò dalla presa del ragazzo e invertì le due posizioni, placcando Tyler all’albero con uno spintone violento.

Una mano chiarissima si appoggiò al collo del giovane Lockwood, facendo pressione quel tanto che bastava per far risuonare in lui un campanello d’allarme, assottigliando l’ossigeno che raggiungeva i polmoni.

 

“Omega.”

 

La ragazza sussurrò incastrando alla perfezione le iridi nocciola con quelle più scure, ma altrettanto furiose di Tyler.

 

I suoi capelli biondi e spettinati gli solleticavano il volto, ma il ragazzo riusciva solo a pensare alla sensazione di oppressione e vergogna che stava provando in quel momento.

 

…Omega?”

 

Quella parola Tyler non la conosceva, ma in un certo senso il timbro gli era familiare. Il suono di quelle cinque lettere incastonate tra loro non era piacevole, tuttavia.

 

Non faceva altro che accrescere la sensazione di sconforto divaricata dentro di lui; se fosse stato un lupo in quel momento, Tyler sapeva che si sarebbe allontanato con il capo chino e la coda tra le gambe.

 

“ L’omega è l’ultimo tassello della gerarchia dei lupi. Il membro più debole del branco. L’omega è un gradino sotto rispetto a tutti gli altri lupi e permette al branco di accrescere la propria forza interiore. Tu sei l’ultimo arrivato. Sei l’omega.”

 

Il timbro di voce della ragazza risultò quasi tagliente, a punto tale da far rabbrividire Tyler.

 

D’un tratto si sentì come svuotato. Privo di qualsiasi ostilità o desiderio di vendetta.

 

Ma era anche ferito, umiliato.

 

Si sentiva un omega.

 

Dopodiché avvenne una cosa insolita.

 

La giovane strappò con aria d’un tratto più rilassata un lembo della sua camicia a quadri e fece cenno a Tyler di sedersi, ignorando il pallore spettrale della falce di luna ormai stabilitasi nel nero della notte.

 

Il ragazzo appoggiò la schiena al tronco della quercia, avvertendo improvvisamente la stanchezza della giornata appena trascorsa condensarsi sulle sue ginocchia. In silenzio, la giovane prese posto accanto a lui ed incominciò a tamponare il labbro sanguinante di Tyler con il pezzo di stoffa. Il suo tocco era leggero e delicato: per la seconda volta, il ragazzo realizzò quanto risultasse esile e minuta quella ragazzina dai capelli biondi che con le gambe incrociate gli medicava le ferite.

 

“Le ferite vanno sempre ripulite. Non possiamo permettere che si infettino o che un membro del branco rimanga affetto da qualche malattia. Nemmeno se è l’omega.” aggiunse concedendo agli angoli delle labbra di arricciarsi in un sorriso amichevole.

 

Osservandola in quel momento, Tyler si diede mentalmente dello stupido per essersi lasciato mettere al tappeto da una creatura all’apparenza così docile e innocua: con quella postura e quel sorriso, la “ragazza-lupo” era tornata a essere una semplice ed ordinaria ragazza.

 

“Prima di me, eri tu il lupo omega?”

 

Domandò Tyler inarcando appena un sopracciglio.

La giovane scosse il capo con aria divertita.

 

“Io sono qui da troppo tempo per poter essere considerata “omega”.

 

“Da quanto?”

 

“Circa dieci anni.”

 

Tyler rimase in silenzio, osservando distratto le operazioni di medicatura.  Quella ragazza non dimostrava più di uno, forse due anni in meno di lui.

 

A dieci anni di distanza era solo una bambina: possibile che la maledizione l’avesse colpita fin già dalla più tenera età?

 

Rimuginò con un brivido d’inquietudine sull’incidente che aveva innescato quella violenta condanna nel suo corpo. Ripensò all’improvviso freddo che gli era penetrato nel cuore al riconoscere la morte fra le palpebre chiuse di Sarah.

 

No.

 

Non poteva essere.

 

“Sono Cady, comunque.”

 

La ragazza concluse appallottolando il pezzo di stoffa sporco di sangue e concedendo infine un vero e proprio sorriso al giovane che sedeva di fianco a lei.

 

Gli tese la mano. Tyler la strinse, avvertendo i pensieri appena affiorati assottigliarsi fino a scomparire: un’insolita sensazione di conforto si fece strada verso di lui, non appena quelle dita sfiorarono le sue.

 

Pensò che fosse buffo, dopotutto.

 

Lui e Cady si erano presentati come lupi, qualche minuto prima.

Adesso lo facevano come esseri umani.

 

“Tyler.”

 

Il ragazzo pronunciò il proprio nome scrutando con aria diffidente, ma in un qualche modo arrendevole, i lineamenti al contempo stesso aguzzi e delicati di Cady.

 

“Tyler Lo…

 

“Noi preferiamo lasciarli perdere i cognomi.”

 

La ragazza scosse il capo con aria fin troppo seria e Tyler venne attraversato dall’incredibile bisogno di inarcare un sopracciglio.

 

Ma non lo fece.

 

“Piacere di conoscerti, Tyler.”

 

Cady concluse stringendo con vigore la sua mano e tornando a rivolgere la sua attenzione alla volta costellata di stelle.

 

 

 

 

 

C’erano tante cose che ancora non trovavano collocazione nella confusione mentale di Tyler; troppi punti di domanda lasciati irrisolti e la paura malsana di dover trovare una soluzione a quei quesiti.

 

C’erano stati dei momenti, all’accampamento, in cui il silenzio era riuscito a placare lo stridere di quei pensieri fastidiosi, rinchiudendo Tyler in una sorta di torpore momentaneo. “Ci penserò domani” stava diventando la sua frase preferita e adorava ripeterla alla debole luce del giorno, mentre il sole filtrava ogni mattina attraverso uno dei lembi bucherellati della sua tenda.

 

E poi c’erano i momenti come quello.

 

Momenti in cui la luce tenue emanata dalle stelle e il fruscio delicato del vento risvegliavano l’animo assopito di Tyler, recuperando quel briciolo di serenità che ancora il ragazzo serbava in un angolo del cuore.

 

Anche quella sera, l’atmosfera incantevole della notte, lo accarezzò con comprensione alleviando per qualche istante il fardello di preoccupazioni che gravava su di lui.

 

Cady, al suo fianco, osservava le stelle in silenzio abbracciandosi le ginocchia: nel suo sguardo, il ragazzo riconobbe un luccichio particolare che non aveva notato in precedenza.

 

Era un brillio appena percepibile, terso di tenerezza, ma anche, Tyler si meravigliò di averlo notato, una marcata nota di nostalgia.

 

Si chiese se stesse pensando alla sua famiglia. Cady viveva con i genitori? Aveva dei fratelli o delle sorelle? Anche loro erano parte del branco?

 

Non sapeva nulla di lei.

 

Eppure, per qualche strana ragione, c’era qualcosa in quello sguardo limpido, che gli infondeva fiducia.

 

 

Tyler e Cady condividevano qualcosa che andava ben oltre il silenzio circostante e la luce soffusa delle stelle.

 

Forse era uno stato d’animo. O lo sfiorarsi di due nature affini.

 

L’unica cosa che Tyler sapeva con certezza è che quella sera sarebbe stata diversa rispetto alle precedenti.

 

Più lunga, forse.

 

Avrebbe moltiplicato le stelle da contare prima di riuscire a prendere sonno.

 

Ma alla fine, ci sarebbe riuscito.

 

Pensava a questo, mentre con uno sbadiglio, Cady adagiava la cascata di capelli biondi contro il tronco dell’albero socchiudendo gli occhi.

 

Forse anche lei si stava preparando a contare le stelle.

 

Can you count the stars where you are?

Nota dell’autrice.

Ecco qui il primo capitolo, dove facciamo conoscenza con la seconda protagonista di questo racconto: Cady.

Ho postato in fretta avendo lasciato il prologo in sospeso, ma in seguito posterò con più distanza fra i vari capitoli (lo so che siete contenti ù_ù).

Premetto che essendo io una persona con una scarsissima costanza, tenterò di rinchiudere la trama nel minor numero di capitoli possibili (circa una decina), in maniera da avere più possibilità di portarla a termine (lol). Di conseguenza i vari capitoli potrebbero talvolta essere ambientati a settimane o mesi di distanza.

Una piccola parentesi sulla canzone scelta per il titolo e la situazione iniziale: per ogni capitolo, come mia consuetudine, cercherò di legare una canzone che si sposa al tema ricorrente di quel particolare frammento. In questo caso ho trovato perfetta la combinazione con “the longest night” di Howie Day che in sostanza appartiene di diritto a Tyler, visto l’utilizzo della canzone in uno dei momenti cruciali relativi alla sua condizione di licantropo.

La canzone mi infondeva quella sensazione di “distacco dalla realtà” che può aver provato Tyler nel realizzare per la prima volta di trovarsi per la prima volta così “lontano” (non solo in termini fisici) da Mystic Falls. L’idea di contare le stelle mi piaceva tanto, perciò ho deciso di “rubarla” dalla lyric per utilizzarla come titolo del capitolo.

Concludo ringraziando le ragazze del forum, Glo,Giuls,Alys e Marty (il vostro incoraggiamento è più che prezioso per me) e la mia KimyKu per i vostri commenti, nella speranza che questo capitolo risulti per lo meno un briciolo più interessante del prologo.

Grazie di cuore.

 

Laura

   
 
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