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Autore: Denki Garl    06/04/2011    2 recensioni
James se la sarebbe cavata, sì. Doveva essere così.
La porta della stanza, chiusa in precedenza, s'aprì d'improvviso e Lily si trovò faccia a faccia con il Signore Oscuro.
I personaggi non mi appartengono, tutto ciò che è descritto è frutto della mia mente e non ci ricavo nulla.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Givin' a long kiss goodbye.







Harry, in quegli ultimi giorni, sembrava essere parecchio nervoso. Piangeva sempre, ed i suoi genitori non riuscivano a capire il perché.

Certo era normale, considerando che aveva solo un anno, ma era comunque insolito se si pensa che generalmente era un bambino tranquillo.

Era il 31 ottobre 1981, il cielo si era ormai tinto di blu, il sole si era coricato oltre l'orizzonte per lasciare spazio alle sue sorelle minori. Non tirava un sol soffio di vento, gli alberi spogli sembravano attendere pazientemente immobili il ritorno della primavera.

La case silenziose scorrevano ordinatamente lungo la via insolitamente deserta per essere la sera si Halloween.

Ogni anno, miriadi di maghi e streghe vagavano per la cittadella festeggiando ed esultando, ma quelli erano tempi bui. Si sconsigliava alle persone di uscire di casa dopo una certa ora, agli anziani di restare soli.

Gli uffici del ministero erano sull'orlo del collasso, tanti erano gli avvisi e le richieste d'aiuto ricevuti ogni giorno. Pareva che quel periodo fosse destinato a durare per l'eternità, nemmeno Silente aveva più idee sul da farsi.

Momentaneamente, a sentir il preside di Hogwards, l'unica cosa da fare era attendere di vedere quale sarebbe stata la prossima mossa di Voldemort, ed agire di conseguenza. Alcuni risultarono allarmati da questa decisione del mago ma altri, i più fiduciosi, sapevano che, seppur vagamente, un piano d'azione nella sua testa già c'era.



Finalmente Lily riuscì a far calmare il suo bimbo, il quale si era placidamente addormentato con la testa appoggiata alla spalla materna. James entrò nella stanza giusto in tempo per assistere alla moglie che, dopo aver messo il bambino nel suo lettino, portava una leggera coperta a coprire il piccolo Harry.


Pensò che nonostante la donna si lamentasse del suo aspetto fisico sostenendo che fosse fin troppo provato dalla stanchezza, lui la trovava bellissima. L'effetto che quegli occhi verdi e brillanti come smeraldi avevano su di lui era lo stesso ogni volta, dalla prima.

Non poteva far a meno di pensare a quanto fosse stato fortunato, e ancora non sapeva chi ringraziare per essere riuscito a conquistare il suo cuore.

Lei sorrise gentilmente avvicinandoglisi a sua volta, e le braccia del mago finirono per cingerle la vita amorevolmente. "E la madre più brava è... Lily Potter!" esclamò scherzando, ed entrambi risero divertiti.

"Questa volta mi prendo gli applausi, sì!"

Le labbra di James si posarono delicate sulla fronte liscia dell'amata, la quale si strinse un po' più forte in quell'abbraccio.

Erano diventati così rari quei momenti tra i due, che furono felici di potersi finalmente abbandonare ad un attimo di minima intimità. Negli ultimi mesi o James era parecchio impegnato al ministero, o si ritrovavano con l'Ordine, finendo così per passare in famiglia poco tempo; per non parlare di Harry che, inquieto più che mai, piangeva di continuo non lasciando ai genitori un solo secondo di tregua.

Si sciolsero dall'abbraccio impregnato d'affetto, e Lily sospirando leggermente sconsolata, prese per mano il marito. "Su... andiamo a magiar qualcosa, dai"

Lasciarono la porta aperta, e stando attenti a non far rumore scesero le scale, diretti in cucina. L'ora un po' tarda e l'eccessiva stanchezza di entrambi li fece accontentare di ciò che era avanzato dal pranzo, e sempre prestando attenzione a non svegliare il piccolo Harry, il quale aveva il sonno delicato, mangiarono conversando un po' di cose più o meno importanti.

Ebbero appena il tempo di riporre i piatti sporchi nel lavello, che le grida del figlio tornarono a riempire l'abitazione. "Vado io..." disse James, al quale seccava di lasciar fare sempre a Lily, sebbene in fine fosse sempre tra le sue braccia che Harry si calmava.

"No, tranquillo..." ribatté la donna enfatizzando le sue parole con dei gesti della mano, e ben presto fu al piano superiore, nella camera da letto. James finì di sparecchiare in velocità, e si avviò verso le scale.

Inevitabilmente passò davanti alla porta d'ingresso, alla destra della quale si trovava una finestra; le tende non erano tirate del tutto, e con la coda dell'occhio intravide una figura nera, incappucciata, camminare con un'innaturale calma in mezzo alla strada.

Si sentì invadere dal terrore, e anche se il suo cuore aveva cominciato a battere più velocemente, James aveva l'impressione che questo si fosse fermato per sempre. Le dita fredde, fin troppa saliva, deglutì e sbattendo velocemente le palpebre corse in soggiorno alla ricerca della bacchetta, dimenticando d'averla lasciata in camera.

"Lily!" gridò, e lo ripetè più volte finché la moglie non urlò di rimando. "Fuggi con Harry! Vattene via!"

La donna capì d'improvviso qual era la causa degli incessanti pianti del figlio, ma non era quello il momento adatto a fermarsi e pensarci. Prese agitatamente a cercare la bacchetta, intenzionata a pronunciare un incantesimo di protezione, prima di scappare da quella casa. James se la sarebbe cavata, sì.

Doveva essere così.

La porta della stanza, chiusa in precedenza, s'aprì d'improvviso e Lily si trovò faccia a faccia con il Signore Oscuro.

La sua presenza padrona incuteva timore, riempiva l'aria e l'appesantiva tanto che Harry aveva smesso di piangere. Gli occhietti arrossati fissavano la madre, il ditino portato alla narice per levare un po' del moccio fastidioso che imperterrito colava, lui non poteva sapere. Lui non avvertiva fino a quel punto.

L'uomo sorrise malingnamente alla vista delle lacrime che iniziarono a rigare le guance della donna. "Ti... Ti prego..."

Le sue parole parvero quasi un sussurro, tanta poca era la voce ch'ella era riuscita a scovare. Gli enormi occhi verdi sbarrati, non li levava un attimo dall'altro, per paura che in un unico momento questo avrebbe agito. Era ciò che si aspettava, ciò che chiunque avrebbe scommesso sarebbe successo.

"Oh, possiamo giungere a un compromess-"

"Mai!" lo interruppe d'istinto. Sapeva, sapeva bene che il mago era interessato solo ad Harry, ma che razza di madre sarebbe stata a lasciar morire suo figlio pur di vivere? Che razza di vita avrebbe potuto condurre dopo aver compiuto un simile gesto?

No, a consegnare suo figlio nelle mani dell'Oscuro Signore non ci pensava nemmeno; piuttosto, sarebbe morta. "Vedo che ci tieni a raggiungere il tuo impavido marito. Quello stolto, pensava di riuscire a guadagnar tempo nonostante fosse disarmato..." concluse il tutto con una risata traboccante di sadico divertimento.

Harry spostò lo sguardo, che aveva posato sull'uomo, alla madre e, notando il terrore dipinto sul suo volto, emise un suono esprimente confusione: il bimbo non capiva ciò che stava accadendo.

Voldemort alzò lentamente il braccio, puntò la bacchetta addosso alla donna che con agilità gli diede le spalle, e stringendo più forte che potè il figlio ne invocò il nome. Poi, chiudendo gli occhi per trattenere le lacrime, ne baciò la fronte.

Lì, proprio dove la vittoria dell'amore materno lasciò il segno della prima sconfitta di Lord Voldemort.

















Denki's notes:

Non ho molto da dire, sinceramente. Speravo che ben presto la Signora (= ispirazione) mi facesse visita per scrivere qualcos'altro da postare in questo fandom, e son felice di ciò che ne è uscito.
E' partito tutto da una fan fiction su Ginny e il piccolo Albus, la quale mi ha fatto venir voglia di descrivere un momento di dolcezza tra madre e figlio. In fine non è una scena esattamente felice quella descritta, ma spero comunque sia stata di vostro gradimento.
Ora, proprio ora, mi viene in mente che probabilmente la storia della cicatrice era diversa, nel libro. Sinceramente non ricordo, in caso non esitate a correggermi; anche se la storia non la modificherò, perché mi piace così com'è.
Grazie della vostra attenzione, grazie se siete arrivate fin qui, e grazie se avete intenzione di lasciarmi una recensione.
Spero che la prossima volta che posterò sarà tra meno tempo!
Un bacio,

De.
   
 
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