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Autore: Etoile_Noir    06/04/2011    1 recensioni
Non sento Brian da un secolo. Io gli scrivo ogni settimana, come mi aveva chiesto, ma lui che fa? Bè, lui non fa niente. Non chiama, non scrive messaggi, lettere o email. Non è nemmeno tornato ad Huntington come aveva promesso. Se qualcuno vi dice che una storia a distanza può funzionare, non credetegli, perchè non è vero. Le storie d'amore non sono facili e sopratutto non sono fiabe a lieto fine.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio ancora chi mi continua a seguire. Purtroppo ho dei problemi con la connessione internet, spero di risolverli al più presto... Enjoy it!





5.
Rissa, rissa, rissa!


"Annika, come mai scappi, stai per partire per l'isola dei pirati con Pippi?" Dopo essere uscita per prima dell'aula di letteratura inglese, retrocedo di qualche passo solo per fulminare il coglione che ha parlato.E' Brian e chi può essere se non lui... sì esatto, è riuscito a farsi cambiare l'orario facendo gli occhi dolci a quella bastarda della segretaria.
E ci risiamo con l'ironia sul nome. Mi fa estremamente infuriare quando la gente mi prende per il culo dopo l'appello, e ancora di più se questa persona è Brian. Lo conosco da pochissimo, ma lui non pare importare di questo fatto, scherza e parla con me prendendo confidenza e assumendo atteggiamenti che con altre persone ho messo anni a conquistare.
Oltre al fatto che ha qualcosa che ti rapisce, ha un carattere stupendo, adoro passare del tempo insieme a lui.
"L'ho sentita miliardi di volta questa battuta di merda. Non fai ridere, Haner"
"Pippi pippi pippi il mio nome fa un po' ridere ma voi riderete per quello che farò" canta attirando l'attenzione di tutti cercando di soffocare le risate.
"Dacci un taglio", intimo io. Non sono dell'umore per queste cazzate. Ho appena saputo che c'è un ballo venerdì prossimo e non si può proprio evitare secondo le leggi insulse di questa scuola.
"Ma io mi stavo divertendo!"
"Basta, metallaro da strapazzo. Neanche i capelli lunghi hai, guarda lì, quanti tubetti di gel hai usato stamattina?"
"Non c'è bisogno di essere così stronza. E non sono un metallaro io."
"Allora come spieghi la maglia dei Pantera?", gli chiedo curiosa. Non ho niente contro i Pantera, sono stati per un bel po' di tempo uno dei miei gruppi preferiti, ma non è esattamente un gruppo popolare tra gli adolescenti posh di Huntington beach.
"Mi andava di metterla?"
"Certo. Come a me andava di tingermi di nuovo i capelli di un colore normale"
Esattamente, mi sono dovuta tingere i capelli di castano perchè la consulente scolastica dopo avermi chiamato nel suo ufficio mi ha obbligato a farlo, minacciandomi con cinque ore di punizione e una sospensione. Tutti ne erano stati estremamente contenti, e pensare che io l'avevo fatto solo per rompere i coglioni a mia sorella Ashley.
" Senti una cosa" inizio io "se io sono Annika, tu sei Pippi. E non fare quella faccia, guarda, che basta che ti tingi i capelli di rosso, fai le treccine e poi se vuoi ti disegno io le lentiggini con il pennarello"
"Ti sembro una ragazzina io?", fa tutto gonfio e minaccioso.
"Magari lo sei, non ho mai controllato personalmente" Urtare il suo grande ego maschile sta decisamente diventando il mio passatempo preferito. Si porta le mani alla cintura di cuoio nero, sfilandola dal primo buco.“Vuoi controllare ora?”
“Considerando che siamo nel corridoio della scuola dove ci sono un sacco di persone, professori inclusi, direi che non è una buona idea” Sono tra l'allibito e il divertito, Brian non ha veramente limiti.
“Chissene della gente. Ti piacerebbe eh?” Allarga ancora un po' la cintura, spaventandomi ulteriormente. Non è che ho paura di quello che avrei potuto avere davanti, del gesto in sé, ma delle conseguenze.
“Brian, no” uso il tono di voce più serio e spaventato del mio repertorio, ma a lui non è che importi molto, continua a ghignare, sfidandomi con gli occhi.
“Un'altra volta, allora” mugugna con la testa china mentre cerca di sistemarsi i pantaloni ” Comunque sei noiosa"
“E tu un esibizionista coglione. Siamo pari no?" dico con un sorriso stampato sul volto
"Mhh... non sai quanto vorrei levarti dalla faccia quel sorrisino impertinente, signorina" sta sorridendo anche lui mentre parla, si sente dal tono di voce.
"Non ci credo, alla fine anche tu adori il mio sorriso"
"Certo, perchè tanto i denti non sono tuoi, li hai comprati dal dentista" Sempre a prendere in giro la gente, vero Gates?
"Già insieme alle tette e al mio nuovo culo" gli rispondo di rimando "Tesorino tu sei solo invidioso perchè non potrai avere queste meraviglie"dico imitando Tracy Bell, la più grande gallina, per non dire altro, della scuola e quel suo finto accento da persona posata e sofisticata.
"No ti prego non tirare fuori Tracy Bell ora, non posso sopportarla. Ne ho già abbastanza dei suoi annunci all'altoparlante di mattina. Qualcuno dovrebbe attaccarle la mononucleosi...ma probabilmente ne è già immune da tempo... Nel caso possiamo tagliarle la lingua"
"Ah non vai a letto con qualsiasi essere che respiri? Questa è una rivelazione, Brian! Senti," guaro il corridoio vuoto attorno a noi, sette minuti sono davvero pochi per bisticciare con Brian "devo scappare in classe, ci vediamo in giro okay?"
"Questo è un colpo basso, me la paghi.." E mi lascia il gesto del 'ti vedo' impresso nella testa.

Corro in classe in fretta e furia per accomodarmi vicino a Rachel. Mi guarda male, sembra avercela con me ancor più di prima, non che abbia tutti i torti sta volta l'ho lasciata sola a sistemare le apparecchiature.
"Eri con quel teppista?"
Non posso far altro che tacere ed annuire, colpevole, perchè parlare mi metterebbe ancor più in cattiva luce. "Credevo fossi un'altra persona. Da quando sei partita non sei più la stessa, sei cambiata e in peggio, e guarda qui ora.... Ti sei impazzita tutto ad un tratto, Annika Raynolds?" Sta letteralmente urlando in mezzo all' aula di chimica.
"Raynolds e Sanchez, è evidente che non qui non riuscirete a risolvere i vostri problemi qui senza, non voglio che spacchiate altre provette. Andate dalla consulente, Ora!"
E' la prima volta che un professore si arrabbia così tanto con me, sono sempre stata quella pazza ma tranquilla. Creare problemi a scuola non è proprio il mio stile. Cammino in silenzio, i libri al petto, e il muso lungo, tanto c'è Rachel che parla per tutti e due.
"Ma hai idea di chi frequenti quello lì? Ti dice niente il nome Matthew Sanders eh?"
Sta alzando la voce di nuovo.
"Non ho idea di chi cazzo sia questo Sanders... Ci sono come minimo dieci Sanders in questa scuola, Santo Dio, Rachel!"
"Picchia la gente, l'hanno scorso ha mandato all'ospedale uno" Entro, mi siedo e subito dopo le urlo contro, non capendo realmente qual'è il punto.
"Non c'ero io l'hanno scorso qui, non lo so!!"
La consulente scolastica, o 'miss-sono-laureata-in-psicologia' come dico io, cerca di attirare la nostra attenzione in qualsiasi modo, vuole farci smettere ma non c'è niente da fare, io sono zitta ma ci vuole molto di più che qualche urlo e qualche minaccia per fermare Rachel quando si arrabbia. Miss Null è una che ti rimane impressa anche se stai portando avanti un litigio, ha la pelle abbronzata, occhi scuri e capelli tinti di biondo, il tutto arricchito da un chilo di cerone e cosmetici vari. Non è sempre stata così, era una semplice ragazza di campagna che è stata corrotta dai lussi di Orange Country, ed ora sembra solo la brutta copia di una barbie.
"Appunto che non c'eri l'anno scorso! Mi hai lasciato qui da sola, io contavo su di te! Mi avevi detto che ci saresti sempre stata per me anche al college! E non è vero, non ti sei fatta sentire per MESI. Com'è possibile?" E' infuriata, ma la cosa non mi tocca, non ha ragione lei, può sbraitare quanto vuole, ma il torto non sta solo dalla mia parte, questa volta
"Il telefono funziona per entrambe Rach, se volevi chiamarmi bastava che digitassi il numero eh. Io avevo pensato che avessi trovato altro da fare che sentire la tua amica che si era trasferita in Arizona, sei tu che hai iniziato a rispondere freddamente ai messaggi. Io ti ho sempre pensata, non ti avevo dimenticata, sappilo"
Credo di averla lasciata senza parole, non ne sono sicura ma ehi, io ci ho provato, ho detto quello che dovevo dire.
"Sì... ma ora... guarda con chi esci!! E' un teppista"
"E tu per lui sei una stupida fighetta!", constato io senza alzare la voce o incazzarmi come ha fatto lei, "Sono solo stupidi pregiudizi, etichette che la gente dà secondo le mere apparenze per cercare di dividere il mondo in piccoli comparti stretti e capire se ne esiste almeno uno a cui può appartenere... ma la verità è che alla fine nessuno sente di appartenere a quei comparti o che le eticchette gli appartengano. Non siamo solo le nostre etichette, non ci rispecchiano,è solo una farsa. Tu non sei un fighetta e lui non è un teppista e anche se lo foste, voi non lo sapete perchè non vi conoscete. La gente deve smettere di giudicare dalle apparenze, è razzista"
"Eccola, la maestrina, devi sempre farmi sentire quella stupida non è vero?" Iniziamo di nuovo, lei che mi rinfaccia le cose, non riesce proprio a capire che certi commenti sono casi isolati, per il suo bene e non per farla stare male.
"Non sei stupida, sei solo emotiva, tutto qui"
"Quindi sono stupida" Perfetto ci mancava solo il muso, ora siamo apposto, ha fatto tutto quello che doveva fare, adesso se aggiungo altro, sono morta.
"Ragazze, posso parlare?", la consulente ha addirittura paura dopo quello che abbiamo combinato "Mi dite chi siete e chi vi ha mandato qui?"
"Io sono Annie Raynolds, ci siamo già viste qualche giorno fa, lei è Rachel Sanchez e ci ha mandato qui il professor Brown", rispondo io per tutte e due.
"Che cos'avete fatto?",chiede lei senza ancor individuato la vera causa della nostra visita. Mi dicono che è alto il livello di comunicazione tra i docenti in questa scuola, avrei potuto benissimo vagare per la scuola per la restante ora di lezione senza che nessuno se ne accorgesse. Il professor Brown non ci ha dato nemmeno un foglio con cui riscontrare che effettivamente avevamo dei problemi, non che ce ne fosse bisogno, ma un pezzo di carta è sempre meglio di niente.
"Lei mi ha attaccato di fronte a tutta la classe e mi ha sgridato perchè è gelosa e mi sa che sbbiamo rotto alcune provette, non so però quante siano"
"Ehi, non sono gelosa",sbotta Rachel "Perchè l'hai attaccata?" La consulente si mette in mezzo per l'ennesima volta, e senza bisogno di girare attorno il problema sta volta. Forse pensa che io sia quella che sta a manovrare tutto, ma non è chiaramente così dato che è lei che ha iniziato tutto, che ha parlato initterottamente per dieci minuti.
"Non l'ho attaccata, ho solo alzato un pochino la voce, ero un po' fuori di me per tutto quello che è successo. Come già sa, si è trasferita lo scorso anno a Phoenix ed è ritornata e sta con questi criminali", spiega restando sulla difensiva la mia amica.
"Non sono dei criminali..Io non conosco questo Sanders,come al solito non hai ascoltato una sola parola di quello che ti ho detto prima, vero, Rachel?", la rimprovero.
"Vero, il signor Haner è un tipo a posto, e Sanders ha avuto alcuni problemi infatti passa ogni tanto di qui", ci confessa in tono confidenziale. Non è assolutamente californiana, ha questo stupido accento del sud che mi dà ai nervi. Dove l'ha presa la sua laurea, in Mississipi-del-cazzo- landia?
"Vedi te l'avevo detto", ribatte Rachel, non vuole nemmeno pensarci all'idea di smettere questo litigio del cazzo. Non so se rispondendole ancor più tranquillamente di prima, lo capirà o no che è inutile continuare a far così... Non ne ho idea, ma ci provo lo stesso. "Una rissa se la fanno tutti. Stai calma. Nessuno è santo qui, sennò staremmo in un altro posto invece che qui alla Ocean View"
Oddio, ho usato 'stai calma', le cose si mettono male. Non serve a niente dire di stare calma ad una persona che è incazzata nera, peggiora la situazione e le fa scoppiare.
"Sono cose che succedono sì, ma possono finire con risultati disastrosi, è una fortuna uscirne con un occhio nero. Non dovrebbero mai iniziarne di risse, e se ne vedete iniziare qualcuna, chiamate aiuto. Non si sa mai cosa nasconde la gente sotto i vestiti", tiene a precisare la nostra consulente con un tono ben più che preoccupato. In questo momento amo la signorina Null.
"Lo terremo presente, non è vero Sanchez?"
Non risponde, deve essersi incantata su qualche cosa, conoscendola sul viso troppo truccato della persona che ci sta davanti.
"Vero Sanchez?" ripeto aggiungendo una gomitata al mio schema di azione.
"Ragazze io vi consiglio di andare in caffetteria, prendervi qualcosa, parlare chiarirvi una buona volta. Ci sono molte cose irrisolte di cui dovete parlare"
"Io voglio tornare in classe" diciamo all'unisono io e Rach.
"No, in classe non ci tornate rischiate di rompere le attrezzature perchè è chiaro che non avete la concetrazione per utilizzarle e non romperle. Quindi vi scrivo un permesso e vi voglio vedere prima che inizino le lezioni lunedì"
Dopo averci accompagnato alla porta, ci ricorda consegnandoci i permessi che dobbiamo tornare. Il perfetto inizio d'anno, il mio primo casino della carriera scolastica nella prima settimana dell' ultimo anno e il bello è che sta avendo delle conseguenze gigantesche e non sono stata nemmeno io a causarlo. Tutta colpa di Rachel.
Vado a recuperare di fretta tutti i libri che mi servono per studiare nel weekend e la trovo seduta sul cofano della mia macchina. Ho una honda civic del 95, mi lascia usare la mamma, è quasi troppo per me per parcheggiarla in giro durante le mie uscite.
"Cosa ci fai lì, vuoi scendere?"
"Non scendo finchè non parliamo" Peso le parole una ad una prima di pronunciare, cosa che prima non succedeva con lei, era una delle poche persone a cui potevo dire tutto e in qualsiasi modo, senza conseguenze " Non voglio litigare di nuovo, lasciami solo il tempo per pensarci ancora un pochino, Quello che è successo non mi ha fatto di certo calmare su tutta questa situazione. Potrei dire cose che non voglio"
"E cosa vorresti dirmi, sentiamo..."
"Rach, non iniziare..Lo sai quello che voglio dire, quando si è arrabbiati si dicono cose che non si pensano veramente"
"Anche quando si è ubriachi, ma poi si sa che è la verità", sibila acida lei.
"Succede perchè la barriera del superego viene allentata..."
"Che?" Mi diverto troppo a spiazzare la gente, è uno dei miei passatempi preferiti perchè le reazioni sono impagabili poi mi è servito per distrarla, è quello che volevo, ora posso parlare di fandonie senza senso e poi tornarmene a casa evitando così un'altra scenata "Freud... ne abbiamo parlato a letteratura nella mia vecchia scuola.."
"Ah, discorsi tra i drogati messicani... Ho capito"
"Smettila" la minaccio io con un occhiata
"Stavo scherzando..."
La guardo scendere traquillamente dalla mia macchina, come niente fosse, e prima che se ne vada le ricordo "Ci vediamo lunedì qui, vieni prima così ne riparliamo"
"Come vuole, boss", scherza Rachel, volendo avere come al solito l'ultima parola su tutto.
  
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