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Autore: Airlys    06/04/2011    2 recensioni
La sua presenza ogni giorno era diventata una costante.
E sembrava una cosa sciocca, perché anche lui non aveva idea di chi fosse lei.
Però il vederlo tutti i giorni era diventato qualcosa di fisso.
E la calmava.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nimphadora Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ehi :) Facciamo un passo indietro e andiamo a quando Ninfadora Tonks frequentava Hogwarts, prima di conoscere Remus.
Cosa sarebbe potuto succedere?

 

 

 

 

 

 

Cappellino.

{I’m delirious,
Are you serious?
What goes on in your head,
I’m just curious.
‘Cos I’m hanging here,
Got me dangled here.
Think your love,
oh your love has got off my head.
}
[Love you anyway by Boyzone]

L’aveva visto passare per i corridoi del castello tante di quelle volte che ormai ne aveva perso il conto.
In nessuna di queste l’aveva, però, degnato di uno sguardo.
Quando qualcuno lo indicava, sussurrandone piano il soprannome -ancora non conosceva il suo nome- per non farsi sentire, non alzava mai la testa per volgerla nella direzione indicata. Mai. Non perché si credesse superiore, assolutamente no. Solo non le interessava.
Non spiccava certo per  la sua bellezza, credeva. Non l’aveva neanche mai visto scherzare con qualcuno, se ci pensava.
In realtà non sapeva alcunché di lui. Solo che frequentava la sua stessa scuola. Per quanto ne sapesse poteva anche provenire da Marte ed avere genitori alieni.
In effetti, non si era mai accorta di lui.
Mai, in sei anni.
Un giorno, però, qualcosa era cambiato.
Era solo successo che l’aveva guardato.
Non negli occhi.
 Però, da lontano, così, uno sguardo glielo aveva dato.
Non successe niente. Non era un film babbano, quello. Nessuna scintilla. Nessun amore a prima vista tra due sconosciuti. Sarebbe stato anche noioso.
Così, quel giorno, l’aveva guardato. Non osservato.
Un’occhiata fugace e tutto lì.
Aveva un cappellino invernale ben calcato in testa –a giudicare da quello doveva avere origini babbane, o essere un babbanofilo, comunque-, gli occhiali –forse-  una maglietta colorata e un paio di pantaloni scuri. Non indossava la veste.
Si era dovuta ricredere sul fatto che non fosse bello. In quel momento le sembrò carino. Nulla di più.
Il giorno dopo non lo vide.
Non le mancò. Del resto non sapeva nemmeno chi fosse.

Ricominciò a vederlo quasi ogni giorno.
Notò che aveva cambiato il cappellino. Era diventato uno di quelli estivi, uno di quelli con la visiera larga per ripararsi dal sole, pieno di disegni. Era arrivata la primavera ad Hogwarts. Lo teneva al contrario. La visiera era dietro.
Non sapeva ancora chi fosse, in realtà, e diverse volte lo confondeva con altre persone.
Poi, un giorno, lo guardò un attimo in più, sempre da un punto piuttosto lontano.
Le sembrava più carino –solo un po’-...e poi... le ricordava qualcuno.
 Quel giorno aveva gli occhiali. Notò che i capelli erano di un castano molto chiaro, la mascella squadrata.
Lo vide anche il giorno dopo, poi non più.
Questa volta le sembrò strano non vederlo in giro.

Qualche giorno più tardi, una settimana o giù di lì, lo incontrò ancora.
Questa volta da più vicino, ma ancora non lo guardò negli occhi.
Non ci riusciva, perché era cambiato qualcosa.
La sua presenza ogni giorno era diventata una costante.
E sembrava una cosa sciocca, perché anche lui non aveva idea di chi fosse lei.
Però il vederlo tutti i giorni era diventato qualcosa di fisso.
E la calmava.

Poco tempo dopo, quando lo incrociò ancora, lo stava cercando.
Ogni volta che lo vedeva il suo cuore riprendeva a battere. Per davvero.
Le era sembrato morto per molto tempo, allora aveva  pensato di andare a cercarlo, quell’ossigeno che lo faceva battere.
Anche se era sottoforma di ragazzo con cappellino.

Così, ogni giorno, andava in cerca di quel ragazzo.
Non era più alto di lei e rideva.
L’aveva finalmente visto ridere con qualcuno e aveva sorriso anche lei.
Si potrebbe dire che ne era diventata dipendente.
Strano, vero?
Oh, il suo nome l’aveva scoperto.
Ci era voluto un bel po’ di coraggio, ma l’aveva scoperto.
Si chiamava come quel ragazzo che le piaceva quando era più piccola.
Quel ragazzo le era piaciuto per più di otto anni. Senza scherzare.
Iniziò a pensare che quel nome la perseguitasse.
E un po’ le faceva male. Sovrapporre quella figura a quella dell’altro ragazzo non era facile.
Però ci avrebbe provato.

Finalmente arrivò il giorno in cui lo vide negli occhi.
Anche questo fu casuale.
Aveva sempre la speranza di incontrarlo, certo, ma non lo stava cercando.
Non lo aveva mai seguito, in effetti.
Comunque, quel giorno stava camminando in una direzione con una sua amica, quando questa cambiò improvvisamente strada.
Si voltò completamente, camminando nel senso opposto.
Ecco.
Fu in quel momento.
Quando anche lei si voltò per seguirla, lo vide camminare nella direzione opposta alla sua.
Quella che stava percorrendo prima.
Fu un’occhiata veloce, ma lo guardò negli occhi.
Erano belli, aveva pensato.
Forse aveva anche sorriso, non riesce a ricordarselo.
L’unica cosa che sa è che il suo cuore perse parecchi battiti in quel momento.
Ne fu felice lo stesso.
Si sentì viva in quel momento. E mentalmente lo ringraziò per quello.
Lo stesso giorno, più tardi, alla fine delle lezioni, si girò, per caso e lo rivide.
Sorrise, senza farsi vedere dalla persona con cui stava parlando.
Non lo confondeva più con nessuno.
Lo avrebbe riconosciuto sempre, da quel giorno in poi.

Forse un giorno avrebbe trovato il coraggio di parlargli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie per essere arrivati fin qui :)

   
 
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