Mi guardo attorno, socchiudendo appena gli occhi; è come se qualcosa li stesse pungendo, dritto nella pupilla; un ago freddo che appanna la vista.
E' una stanza desolata, lo so, me lo dicono tutti, o almeno me lo dicevano. Una piccola discarica privata, nascosta in un piccolo appartamento di una piccola cittadina sperduta da qualche parte, in un immenso stato. Non può contare poi molto, no?
Eppure... eppure è qui, che sento il mio cuore sollevarsi, che mi lascio scappare un respiro di sollievo. Sai come dicono, Casa è dov'è il tuo cuore. Beh, il mio cuore è qui; inizia a battere qui.
Questo è il mio posto, accocolata sul divano sfondato, di un rosso scuro e sporco, e sui suoi cuscini disordinati; guardando dall'alto tutti i piccoli frammenti di vetro verde sparsi sul pavimento, che brillavano ammiccanti.
Alzo lo sguardo verso il soffitto grigio, seguo con gli occhi la sottile crepa che lo attraversa; vorrei avere più tempo per dire addio al posto che mi ha accolto così tante volte, senza mai chiedere nulla in cambio.
Mi scosto i capelli sospirando, e mi butto lo zaino rossastro sulla spalla, scacciando i pezzi di bottiglia che vi erano rimasti attaccati.
Un pensiero mi balena per la testa, solitario. Forse dovrei lasciare un promemoria... sai, uno di quei quadratini di carta giallastra. Non camminare a piedi nudi.
Scuoto la testa, scacciando quell'idea assurda.
Non è più un problema mio. Quella non è più casa mia. Sorrido appena, non mi sarei più accucciata in un angolo a piangere. No, quella parte della mia vita è finita, una nuova pagina bianca mi aspetta, un nuovo capitolo pronto per essere scritto.
E' inutile rimuginare sul passato, si perde solo tempo.
Sbuffo tra me e me, chiudendomi la porta dietro le spalle e scendo le scale di corsa.