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Autore: Sakurina    06/04/2011    2 recensioni
Un anno dopo la battaglia finale dei Cybodies, i componenti dell'ex brigata Kiraboshi Juuji e il Bel Ragazzo Galattico si ritrovano a dover affrontare il futuro e la loro giovinezza.
Ma sarà difficile affrontare i fantasmi del passato, i dolori del presente e le incertezze del futuro.
Cap #1: Filament.
Cap #2: Adult Bank.
Cap #3: Bougainvilleae.
Cap #4: Science Guild.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Mau yuki wa, hoshi no kakera

Mau yuki wahoshi no kakera.

[The fluttering snowflakes are pieces of the stars.]

tentai ni te wo nobashite

[If you reach out to the skies.]

ikigau negai kanjiteiru ne

[You feel wishes come and go.]

subete wa ima monocrome no naka.

[All caught in a Monochrome.]

 

«Adult Bank«

 

La ragazza si fermò, scostando lo sguardo dalla valigia ancora aperta sul letto alla finestra che si affacciava direttamente sul mare, illuminato a fuoco dal sole che si inabissava nel suo sonno quotidiano.

Che succede, Simone?” le domandò la donna, mal celando una vena di malinconia.

“Nulla, Signora. Mi era parso di sentire qualcuno cantare, ma probabilmente mi sbagliavo.

“Capisco. Hai solo quel bagaglio per il viaggio?” le chiese Kanako, avvicinandosi a lei e fissando quasi scioccata quel misero trolley che non avrebbe contenuto neppure un decimo dei suoi abiti.

“Sì, Signora, è tutto qui.” Rispose pacatamente la ragazza dal volto angelico, fissando con espressione enigmatica il suo bagaglio.

Kanako divise il suo sguardo perplesso fra la valigia e la ragazza per un paio di volte, prima di sospirare e lasciarsi cadere sul letto.

“Hai ancora molta roba nell’armadio.

Simone lanciò un’occhiata fulminea e intensa alla ragazza che sedeva al suo fianco, scrutandola sottecchi.

Quella frase era chiaramente da interpretare come un non hai preso abbastanza roba per levarti dai piedi.

“Non mi serve più di questo per una settimana in Francia.

Quella frase era chiaramente da interpretare come un la mia roba resta qui perché non ho intenzione di levarmi dai piedi.

“Certo che sei proprio testarda, Simone…”

Se lo dice lei, Signora. Ma questo è ciò che desidero. Se intende cacciarmi dalla nave mi cercherò una sistemazione altrove.” Ribatté la biondina, dandole le spalle per avvicinarsi alla porta.

“Non è quello che intendevo e lo sai.” Si alzò in piedi Kanako, perentoria. “Solo che Simone, ora che i Cybodies sono stati distrutti… non ha più senso restare qui. Soprattutto per te. Tu hai la possibilità di riprendere i tuoi studi in Francia e di accedere così ad una prestigiosa università francese… questo ti assicurerebbe un futuro radioso e di successo. Cosa pensi di ottenere restando a fare la segretaria su una nave attraccata in un’isola sperduta?!

“Non saprei, Signora. Non mi sono mai posta il problema finora. Rispose pacatamente Simone, come se la dissertazione sul suo futuro non le appartenesse o non le interessasse minimamente.

“Dovresti pensare un po’ più a te stessa e al tuo futuro, Simone.

“Lo stesso vale per lei, Signora. Con permesso.

Non riuscendo a trattenere quell’ultima frecciatina, Simone preferì defilarsi immediatamente fuori dalla sua stanza, sperando che quella donna avesse finalmente recepito il messaggio.

 

«««

 

Era bizzarro il tempismo col quale era stata organizzata quella festa d’addio a scuola. Era chiaramente per i senpai, ma Simone non riusciva a sentirsi chiamata in causa, almeno in piccola parte.

Questo non è un addio, tornerò sicuramente dalla Francia.

Chissà perché, sentiva la necessità di ripeterselo più e più volte.

L’idea di quel viaggio nella sua mente era chiara e delineata: andare, passare un po’ di tempo con la madre e la sorella, ritornare. Una settimana per un tuffo nel passato, prima di rincasare in quella nave che ormai sentiva più sua della sua vera casa, persa in un magnetico sentimento conflittuale di amore-odio che non sarebbe mai riuscita a spiegarsi.

“Ciao, Simone-chan.”

Una voce soave, calda, fin troppo conosciuta, la richiamò dai suoi pensieri.

“Salve Takuto-san.”

Si inchinò lievemente la ragazza, cercando di nascondere un lieve rossore nato d’istinto sulle sue gote.

“Mi fa particolarmente piacere incontrarti. Sai prima ho parlato con Takashi e mi ha detto che domattina partirai col primo battello. Ritorni in Francia?” le chiese il ragazzo, con tono piuttosto dispiaciuto.

Mh, sì, ma solo per poco tempo.” Lo rassicurò la biondina, felice di sentirsi rivolgere quelle parole.

“Capisco… scusa se ho pensato subito male, ma sai, dopo quello che è successo un anno fa… ormai non mi sono ancora abituato alle partenze.” Sorrise amaramente Takuto, grattandosi la nuca imbarazzato “E sinceramente Takashi mi sembrava un po’ giù di morale e non ho potuto fare a meno di ritrovarmi in lui. Quindi devo aver dedotto male, mi spiace.”

A quelle parole, il cuore di Simone perse un battito.

“Oh capisco, mi spiace per l’equivoco. Sai per caso dove è andato Takashi?” gli domandò lei, mostrando una certa apprensione.

Mh… no, mi spiace, non saprei… ad ogni modo sono sicuro che ci raggiungerà alla festa! Dai, sbrighiamoci che sta per iniziare! Sarà un’occasione anche per salutarti, anche se partirai per poco tempo!” detto questo, Takuto sfoderò uno dei suoi sorrisi più irresistibili – ormai stava imparando anche da solo a catalogarli – e prese per la mano la ragazza che, arrossendo, non riuscì ad opporre resistenza e si fece trascinare al party senza protestare.

 

«««

 

“Non credi che sia triste restare qui da solo?”

Chissà perché, sentire quella voce fin troppo conosciuta sbucare dalle tenebre non lo sorprese per niente.

“No, la luna stanotte è incantevole, Signora.

“Ma non batte la bellezza di Simone alla festa di stasera, te lo posso garantire, Takashi. Sorrise la ragazza, ravvivandosi la folta chioma con un gesto ricolmo di grazia.

Takashi sospirò, piegando le labbra in una smorfia triste, senza però distogliere lo sguardo dal riflesso argentato dell’astro che si specchiava nelle acque marine di fronte a lui. Era rimasto tutta la sera lì, su quella spiaggia solitaria, a contemplare il morire del sole e il sorgere della luna, accompagnato da un grazioso canto lontano e dal fremere del suo cuore dolorante.

“Non tornerà più, vero?” chiese improvvisamente il ragazzo, con un tono che lo fece apparire più un sospiro che una domanda.

“Tornerà per te, se glielo permetterai. Ma è davvero questo ciò che vuoi per lei, Takashi?” sorrise Kanako, regalandogli uno sguardo che aveva più del materno che del consolatorio “Per quanto mi riguarda, di uomini egoisti… ne ho già conosciuti abbastanza, e sinceramente non penso di aver mai rivisto in te questa tipologia di uomo. Però so che hai bisogno di Simone, tanto quanto lei ha bisogno di te. E forse è proprio in un momento come questo che devi dimostrare di essere tu l’uomo.”

Fin troppo chiaro e semplice. Come tutto, visto dalla parte di Kanako.

E lui la conosceva, la sua padrona, fin troppo bene. E dopo la vicenda dei Cybodies, aveva imparato a capirla più a fondo e a motivare molte delle sue stravaganti decisioni, ammettendo oramai di trovarla sempre nel giusto.

Se diceva che Simone doveva restare in Francia, così doveva essere.

Ma il suo cuore si frantumava istante dopo istante solo accarezzandolo, quel pensiero.

 

«««

 

Takuto-kun, perché non andiamo a farci una nuotata in piscina?”

Eccola che riattaccava. Era impressionante come in un anno la tenacia di Kanako non fosse diminuita minimamente.

Mh… non so se è una buona idea… insomma… Simone, dille qualcosa anche tu…”

Cercò di aggrapparsi agli specchi Takuto – che a causa della scomparsa di Takashi dalla festa, nel nome della cavalleria, si era offerto di accompagnare le donzelle al loro vascello – ma venne allegramente ignorato da Simone, che nulla poteva contro la volontà della sua padrona.

“Sono sicura che Simone dovrà andare a sistemare le sue ultime cose in camera prima della partenza, non è vero?” le ammiccò Kanako, trascinando per un braccio il malcapitato Bel Ragazzo Galattico verso le acque della sua piscina infestata dall’alligatore.

“Sì, Signora.” Si congedò la biondina, lasciando un po’ a malincuore – doveva ammetterlo – il povero Takuto nelle mani della sua padrona.

Si diresse molto lentamente verso la sua stanza, ma non poté negare a se stessa lo sfizio di sbirciare in quella di Takashi: vuota.

Il cuore della ragazza si strinse in una morsa di ghiaccio: aveva deciso di ignorarla la notte prima della partenza? Per quale motivo? Non era affatto da lui. Che la padrona gli avesse detto qualcosa? Anche se fosse, Takashi non era tipo da farsi abbindolare così facilmente.

Se ne andò sconsolata, pronta a passare una notte insonne, preda di dubbi e rimorsi.

Solo un lieve bagliore lunare illuminava la sua camera quella sera. Sussultò quando vide una sagoma nera in controluce seduta sul suo letto.

Takashi… mi hai fatto paura.”

Ma lui non le rispose.

Turbata, Simone allungò la mano intenzionata ad accendere la luce, ma con uno scatto fulmineo il ragazzo la anticipò, bloccandole entrambe le mani e sbattendola con forza contro il muro.

T-Takashi…”

Zitta, Simone, lasciami parlare. Io penso… che tu debba restare in Francia.

“Te l’ha detto la padrona?”

“Me lo dice il mio… cuore.”

“Tutto questo non ha senso. Ora lasciami andare.

“Non posso.”

“Sarò io e solamente io a decidere della mia vita.

“Io non ti voglio più, Simone.”

E allora lasciami andare.”

“Giurami che resterai in Francia.”

“Giurami che non mi ami.”

All’udire quella risposta, Takashi strinse di più la presa sui polsi della ragazza e la schiacciò al muro col suo corpo, unendo le loro labbra in un bacio di passione e disperazione quasi violento. L’intensità di quella unione li portò a spezzarla quasi subito, alla ricerca di aria, e i due si fissarono, boccheggianti.

“Non si risponde ad un giuramento con un altro giuramento, Simone.

“Tanto meno con un bacio, Takashi.”

“Voglio che tu viva una vita felice laggiù, al tuo posto.

“Il mio posto ora è qui, e vorrei che fosse al tuo fianco… lo vorrei davvero.

“Sei un’egoista, Simone.”

“Vorrei che lo fossi anche tu…” sussurrò la ragazza, prima lanciarsi in avanti alla bramosa ricerca delle labbra del compagno, che non ebbero obiezioni a riguardo.

Takashi sciolse la presa ai polsi della biondina, e lasciò che le sue braccia le cingessero la sottile vita, attirandola a sé con una forza sorprendente per un tipetto sottile come lui.

Percepì le lacrime di Simone scivolare sul suo volto, bagnando anche il suo, e si premurò di asciugargliele dolcemente col dorso della mano non appena la ebbe stesa sul letto, sotto di lui.

Quella era la risposta, quella che nessuno dei due voleva, ma che a quanto pare era necessario prendere.

Perché era ora di crescere e di cambiare vita, perché quell’isola di felicità e prigionia non era nient’altro che un vicolo cieco per il futuro.

E in quella ultima notte d’amore rinchiusero tutto lo strazio, la rabbia, la sofferenza in un angolo di cuore, per tramutarli in passione e amore che sarebbero serviti ad alleviare – o forse solo a peggiorare – il dolore dell’imminente separazione.

 

E Kanako poté sorridere amaramente soddisfatta, quando la mattina seguente Simone lasciò la nave, carica di tre valigie e abbandonando la sua stanza – e il cuore di chi vi restava – nella vacuità più totale.

 

«««

 

« Coming next: Bougainvilleae«

 

 

 

Grazie infinite a Tynuccia per la recensione, e al mio lama e al mio Ginga Bishounen preferito per il support *___*

È tutta dedicata a voi <3

Alla prossima <3

Luly

  
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