Film > Altro - Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Karyon    07/04/2011    1 recensioni
[Braveheart - Prequel]
«Tieni…» fece William, dopo essersi chinato sul prato per un attimo: tra le dite teneva una coroncina fatta con lo stelo di alcuni fiori, così piccola da farci entrare solo un dito.
Marron lo guardò, senza capire.
«A Roma esiste l’usanza di donare un anello ad una donna, quando pensi sia lei quella che debba starti accanto tutta la vita» spiegò.
Genere: Drammatico, Fluff, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Campagna per il “The Fandom Show” : 
Quando il fandom ti chiama non puoi non rispondere! Fandom Show
, è un' idea del «Collection of Starlight», said Mr Fanfiction Contest, «since 01.06.08». 
Progetto di immane casino in cui scrivere storie con tipologia, personaggi, warnings, rating, genere totalmente a caso. 
Follia pura ♥ Partecipate!   

 
Titolo: Ius Primae Noctis.
Genere: Storico, fluff, drammatico.
Warnings: What if…?, prequel.
Rating: Giallo.
Nda: Ho un bel po’ di note, allora. Per il T.F.S.: il prequel riguarda praticamente i 17/18 anni di William Wallace, considerando un suo ritorno da Roma, per il matrimonio del fratello di Marron (totalmente what if).
La scena della promessa di matrimoni,o deriva ovviamente dalle nostre usanze matrimoniali, non sistenti in Scozia all’epoca.
A livello storico, però, ci sono un po’ di imprecisioni.
Il 1297 è il periodo della Battaglia di Stirling Bridge (al Nord di Lanark), dove gli inglesi furono totalmente sconfitti dagli scozzesi. Secondo pochissime fonti dell’epoca, William Wollace aveva solo 17 anni all’epoca e vi partecipò; tuttavia nel film, William Wollace è già molto adulto all’epoca, quindi sicuramente c’è stata una traslazione di date e io ho preferito far finta che William non avesse partecipato a quella particolare guerra.
Per lo Ius Primae Noctis: nonostante quello che tutto il Mondo pensa, era solo una tassa che la oppia doveva pagare al Re per sposarsi, non certo il diritto di giacere con la futura sposa.
 
 
1297
Il suono delle cornamuse risuonava nella fresca aria della sera, mentre la pioggia dava a tutti una tregua, abbassandosi d’intensità fino a trasformarsi in un velo sottile sulle loro teste.
Si poteva dire bel tempo, per la Scozia.
La tenuta dei MacClannough era una delle più grandi a Lanark e – in quei giorni – era agghindata a festa.
Uomini in tartan, donne con gli abiti della domenica del Signore e luci tutt’intorno, tra gli alberi, come se la natura partecipasse alla celebrazione.
Il primogenito dei MacClannough, Adam, aveva deciso di unirsi in matrimonio con Hannah del clan Andarson e tutto il paese era accorso a prendere parte a quello che si preannunciava un evento.
Lo era sempre, quando qualcosa di bello arrivava a gettare una luce sui tempi bui che stavano vivendo; i dettagli disseminati qua e là come grani durante la semina, mostravano qualcosa di diverso –che giaceva sotto la cenere della pace forzata – a chi sapeva ben guardare: rughe di tensione sul volti un po’ pallidi, occhiate nervose ai campi aperti che guardavano all’Inghilterra o alla futura sposa, discorsi appena sussurrati sulle guerre al Nord del paese.
Perché c’era la guerra, lì fuori e tutt’intorno, dove migliaia di connazionali morivano per assicurare una terra unita e finalmente libera a loro e i loro successori. E loro erano lì a festeggiare, a ricreare un oasi di normalità nello scempio.
«Ehi, Will? Che fai lì impalato?»
Amish, suo amico di infanzia e di “battaglie”, gli si avvicino con un gran sorriso sul viso pallido e lentigginoso.
Will scrollò le spalle «Penso».
«E a cosa?»
Ma Amish già lo sapeva, perché William Wollace non pensava ad altro, da quando – anni prima – tutti i nobili del paese erano stati impiccati a tradimento alle travi del soffitto dai funzionari inglesi.
Quasi nelal speranza di distrarlo da quei cupi pensieri, Amish indicò qualcuno nella folla che danzava «Guarda là» gli fece, concitato. «E’ tornata Marron!»
Marron MacClannough, sorella di Adam e quindi figlia di uno dei clan più imponenti del paese.
Tuttavia per William rimaneva sempre la ragazzina che le aveva donato il cardo il giorno in cui la morte era entrata in casa sua. Ora aveva sedici anni ed era bellissima, più di quanto l’aveva immaginata nei suo sogni durante le notti romane, presso i suoi zii.
Si avvicinò a lui, oscillando i lunghissimi capelli scuri; nero sull’azzurro chiaro del vestito lungo dalla foggia semplice.
E sorrise.
«Ciao, Will… sei tornato» gli fece.
Aveva sempre un buon profumo, come di viole.
William annuì, mentre Amish pensò bene di defilarsi prontamente, andando a reclamare un altro po’ di cibo.
Quasi senza parlare, decisero automaticamente di passeggiare lungo lo steccato della tenuta, un po’ lontani dalla folla, ma non troppo da destare sospetti alla famiglia.
«Parlami di Roma» continuò Marron, con gli occhi luminosi, innaturali nel cielo torbido di quella sera.
William provò a scrollarsi di dosso le voci ormai ricorrenti di guerre e battaglie – sembrava che tutto il Mondo fosse sull’orlo del precipizio – e ripensò ai primi tempi, quando la città lo aveva avvolto in un manto di fascino inimmaginabile.
Voleva che Roma rivivesse nelle sue parole, si ricostruisse al massimo del suo splendore, per lei.
Cominciò a parlare con voce trasognata, senza perdere l’animo pratico che lo contraddistingueva; le parlò in francese e in latino, le insegnò le parole più musicali che conosceva.
Marron ascoltò e bevve le sue parole come un sogno, mentre le nuvole sembravano diradarsi fuori e dentro di lei, lasciando il posto a qualcosa di diverso: più parlava, più capiva.
Quel ragazzo, quell’uomo – perché tutte quelle esperienze non potevano non averlo fatto maturare, tanto da farla sentire piccola in confronto – era la persona che voleva accanto a lei, per tutta la vita.
«Tieni…» fece William, dopo essersi chinato sul prato per un attimo: tra le dite teneva una coroncina fatta con lo stelo di alcuni fiori, così piccola da farci entrare solo un dito.
Marron lo guardò, senza capire.
«A Roma esiste l’usanza di donare un anello ad una donna, quando pensi sia lei quella che debba starti accanto tutta la vita» spiegò.
«Un anello?» Soffiò lei, mentre William gli prendeva la mano sinistra.
«Sì. L’anello circolare simboleggia l’unione, l’anulare sinistro l’amore… a Roma si dice che ci sia un’arteria che attraversa tutto il corpo, fino al cuore» continuò, mentre con una mano le accarezzava l’anulare, risalendo fino al petto.
Marron trattenne il respiro, poi annuì brevemente, mentre lui le infilava l’anello senza parlare. Non sapeva cos’era un arteria e non conosceva quelle usanze, però il suo istinto le diceva di accettare, di accettare quello sguardo che la faceva tremare fino dentro l’anima.
William sorrise brevemente «Questa è una promessa» sussurrò, senza osare baciarla in presenza di tutta quella gente.
Tuttavia doveva saperlo, doveva riconoscerlo dai segni disseminati nell’aria come presagi, che quello non era tempo per la pace, neanche per una piccola oasi costruita a forza tra le macerie.
Echi lontani preannunciavano l’arrivo di una tempesta, le insegne del re d’Inghilterra – Edoardo I plantageneto – svettavano nella pioggia, che aveva ricominciato a scrosciare copiosamente.
William guardò alla festa, dove un’ aria di panico si era diffusa rapidamente e occhiate nervose si rivolgevano verso Adam e la novella sposa.
William guardò Marron, in silenzio: sapeva cosa volevano dire, quelle bandiere, sapeva che lo Ius Primae Noctis era ormai diventata legge; sapeva che, a causa delle vittorie che gli scozzesi stavano riportando a Stirling Bridge, gli inglesi avrebbero riversato la loro vendetta sui piccoli villaggi vicino e su di loro.
Lo sapeva, ma non poteva abbassare la testa.
Guardò Marron e le sussurrò di andare verso casa, di chiudersi dentro e non uscire fino a quando non glielo avesse detto, come per proteggerla dalle parole che l’emissario reale avrebbe detto.
Tuttavia sapeva anche che era inutile, perché un giorno – prima o poi – loro avrebbero dovuto affrontare lo stesso destino.
E quel giorno, William lo sapeva, sarebbe stato pronto a dare alle fiamme l’intera Scozia, piuttosto che svenderla pezzo pezzo al plantageneto.
Marron gli lanciò un’ultima terrorizzata occhiata, prima di dileguarsi in una delle casette della tenuta di famiglia.
E, William sapeva anche quello, avrebbe dichiarato guerra a tutta l’Inghilterra, piuttosto che vedere Marron sparire con uno degli ufficiali del Re, a donare il suo bene più grande per una legge dimenticata  da Dio e dagli uomini.
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro - Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Karyon