Ode
alla caduta…
Il
vecchio se n’è andato.
La
supplica, il lampo, la caduta.
L’ultimo
volo della fenice.
Ora
anche lui sa che non esiste cosa peggiore della morte.
Due
soavi parole, ed hai visto svanire ogni possibilità di combattere, di gioia, di
dolore.
Tutti
i sogni, i rimpianti e le speranze sono volate via
come un flebile volo di una farfalla nata in inverno.
Poi
è seguita l’oscurità.
Il nero senso dell’oblio, la cupa forza di una strada senza
ritorno.
I
miei occhi sono circondati dall’oscurità che hai dovuto conoscere, la stessa
che volevi impedirmi di assaporare.
Non
è bella, Silente?
Non
è magnifico il potere che ti avvolge quando i tuoi occhi diventano ciechi, ma
ancora capaci di vedere, i tuoi sensi si smarriscono nel silenzio della fine,
il tuo spirito ritorna alle origini.
Comprendi ora, qual era la nostra differenza?
Non
hai saputo cogliere questa bellezza nascente, e alla fine hai dovuto
assaporarne il gusto dolce-amaro troppo in fretta per comprenderla appieno.
Ascolta
i suoni che questo silenzio porta via con se.
Il respiro affannato della paura, i gemiti di una perdita,
il battito di due cuori in fuga, l’esile soffio della vita.
Se apri il tuo spirito al passaggio di quest’immobile vento,
potresti vedere delle immagini, potresti riconoscere le persone che producono
questi suoni.
Non
è magnifico?
Tutto
ciò che ho detto, parrebbe opera della mente di un pazzo, ma non è così, non lo è mai stato.
Il
mio spirito avvolto nel nulla ha trovato la sua esistenza, il
tuo spirito esistente ha incontrato il freddo tepore della dimenticanza.
Dunque questo è il mio addio, Silente.
Allontanati,
sconfitto, dalla tua essenza materiale, e porgi i miei saluti all’amata sposa,
che dovrà ancora attendere la nostra unione.
Rammendale
che presto accoglierà l’anima del tuo pupillo, mio dono per la lunga attesa.
Il
più bel gioiello per la più arcana delle dame.
Ti
sei sacrificato per salvarlo, e lo hai reso più debole.
Posso
sentire il suo spirito tremare di dolore, gemere dalla rabbia che prova nei
miei confronti.
Potter
è diverso da ciò che ti aspettavi, non è vero?
Egli
mi assomiglia, e tu sai bene che non potrà seguire per sempre i tuoi passi.
Ma i tuoi passi sono troppo simili ai miei, ed è questo che
più temi.
Temi
un essere nato per la vendetta, che ammansisce l’odio portandolo ai suoi
voleri, che dimentica il significato della parola
amore.
Solo
il tempo potrà darti una risposta professore, solo questo.
Lascia
che esso scorra tra gli esseri mortali, segnandone il destino già scritto.
Osserva
la caduta delle speranze, dei timori infondati, ed accogli disperandoti
l’ascesa al potere dell’oscurità.
Ora
abbiamo qualcosa in comune, Silente.
L’oscurità
che tanto hai disprezzato ora circonda entrambi.
Essa
ci nutre, ci consola, è la nostra consigliera.
Questa
cupa messaggera senza volto ci unisce.
Intreccia
le opere di un vivo e di un morto.
Non
è surreale?
Ora
è venuto davvero il momento di dirci addio, professor Silente.
L’eterna
dimora della mia sposa ti accoglierà, come accoglie ogni spirito che lì giunge.
Ti
saluto con un cenno del capo, mentre un sorriso nasce sul mio volto al pensiero
della tua dipartita.
Nessuno
più conosce chi realmente ero.
Nessuno
più oserà rivolgersi a me con quel nome.
Da
adesso io sono e sarò sempre
Lord
Voldemort.