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Autore: EloiseImperius    29/01/2006    3 recensioni
Che succede quando nove maghi (che ben conosciamo) e un ragazzino petulante si trovano in campeggio alle Hawaii?! Che accadrà durante la super festa che si terrà su una spiaggia condivisa con un campeggio di babbani? E che c'entrano Rosso Malpelo, Renato Zero e Garagamella con quelli di HP? La risposta a queste ed altre domande (come: cosa ci fa Mago Merlino su una tavola da Surf?) le avrete solo leggendo questa storia!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella giornata di sole nel campeggio per maghi a Waikiki, nelle Hawaii

Era una bella giornata di sole nel campeggio per maghi a Waikiki, nelle Hawaii. Spirava una bella brezzolina calda, i gabbiani volavano felici nel cielo azzurro, le coccinelle ronzavano beate su profumati fiorellini, gli uccellini cinguettavano lieti fra le fronde…e Severus Piton urlava come un matto…

“Perché? Perché? Già mi tocca fare da bambinaia a questa mezza s**a! Ora mi tocca guardare anche voi due!”

“Non è che Silente non si fidava di te, è che pensava che Potter si sarebbe annoiato, stando da solo con te…per questo ci ha mandati!” rispose gaio Sirius, tirandosi in dietro la chioma e mostrando un sorriso smagliante che accecò una signorina di passaggio accanto alla loro tenda.

“Sì, - sbuffò Piton - Alain Delon e un lupo mannaro…bel divertimento!” scoccò un’occhiataccia a Lupin che scodinzolava felice, mordicchiando un osso di gomma.

“Beh, non gli ho dato io la pozione ‘Per sempre lupeschi e contenti’.”

Piton alzò le spalle con aria innocente.

“Ok…- disse poi- questo posso accettarlo, a stento, ma posso! Però…che ci fa lui qui? – sbraitò additando Hagrid che quatto quatto, puntava al mini frigo da campeggio marca Scadent; prototipo senza ricarica a Incanto Congelante – Tieni giù le mani dalle mie Coppe del Nonno!”

“Beh…- rispose Sirius accigliato – ci doveva per forza essere qualcuno in grado di tener testa a Remus…sai, nel caso si sleghi il guinzaglio.”

Piton si mise una mano sul viso.

“Spero che non ne arrivino altri, perché questa è una tenda formato gruppo, non formato mandria!”

“Salve, che bella giornata!” proruppe una voce alle loro spalle.

“Grrrrrrrrrr!”

“Severus, è goblinese? - domandò l’allegra voce, e Silente comparve da dietro la tenda, in bermuda rossi e camiciola hawaiana – Ho pensato che potevate sentirvi soli”, riprese, mentre tentava inutilmente di appropriarsi della ‘Coppa del Nonno’ che Hagrid cercava di sbaffarsi di nascosto.

“Grrrrrrrrrr!”

 

Da dietro un cespuglio, lo scarabeo Rita Skeeter osservava la scena, posato su uno strano masso, coperto di fine erbetta gialla.

“Bene – si disse – Severus Piton ex Mangiamorte ti stò alle costole! Se solo tenterai di far risorgere l’Oscuro, io Rita S., la penna che non perdona sarà la prima a farlo sapere al mondo!”

Quindi, appurato che non c’era più nulla di strano in giro, volò via (pensando: “Hihihihi! A me non sfugge mai nulla!” ) senza accorgersi che il masso su cui era stata posata, aveva mormorato per tutto il tempo…si trattava della testa bionda di Lucius Malfoy che, visto ciò che voleva, si alzò e andò a fare rapporto al suo Lord.

 

Verso l’ora di pranzo un denso fumo cominciò a levarsi e avvolgere la tenda dei nostri eroi…che per la cronaca era nella piazzola nove e trequarti.

“Ma che è sto fumo…mi da fastidio, mi si appannano gli occhiali!” esclamò Harry uscendo, seguito dagli altri.

“Non sono stato io! – sentì il bisogno di giustificarsi Hagrid – viene dalla piazzola seicentosessantasei!”

“Arti Oscure, non c’è dubbio…qui ci vuole…- disse Sirius avanzando tronfio di qualche passo – un Auror!”

“Seeee seeeee! Vai tu…” bofonchiò Piton agitando una mano.

“Lasciate fare all’Auror!” e detto questo, Sirius si incamminò giù dalla discesa che portava alla famigerata piazzola (qualche tenda sotto la loro) seminando dietro di se una scia di donne svenute, sbavanti o emananti cuoricini da ogni dove.

Nella piazzola seicentosessantasei torreggiava una sinistra tenda nera, con un enorme serpente che faceva la guardia davanti alla cerniera d’entrata; un grande calderone marca ‘Arti Oscure s.p.a.’, attorno al quale si affaccendava un inquietante ometto, era stato posto nel prato. Vedendo tutto questo l’Auror pensò:

“Bene…nulla di strano!”

L’ometto gli si avvicinò e domandò:

“Scusi che vuole? Noi stiamo praticando una ressurrez…cioè un minestrone! Stiamo facendo un minestrone!”

“Ah ha! Ti ho beccato hai detto resurrezione! - sbraitò Sirius minaccioso – A me non la si fa in barba! Chi deve risorgere?”

L’ometto afferrò da terra un fagotto, mostrando una mano priva di un dito. All’interno del fagotto c’era una creatura piccola, coperta di nere squame palpitanti e con gli occhi rossi.

“IO!” asserì la cosa.

“Checcarinoooo! Cucci cucci cuuuu!!!! - disse Sirius, facendogli il solletico e venendo morso come meritava – Lo avete il modulo con il premesso per la resurrezione?”

“Sì…il modulo…” rispose vago l’ometto.

Nel sentir ciò, Sirius si tranquillizzò.

“Bene, allora buona resurrezione, Signor…?”

“Elddir, Mot Elddir!” rispose la creatura, con uno scatto delle pupille verticali, da destra a sinistra e viceversa.

“Ok, signor Elddir! Arrivederci – salutò l’Auror, incamminandosi verso la sua piazzola e girandosi a metà strada – se avete bisogno di me, chiamatemi pure…sono il meglio…chiedete di Black, Sirius Black!”

 

  
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