Una bambina piccina in mezzo al mare dorato delle spighe di grano. Ha capelli rossi ed i suoi occhi sono dello stesso colore delle spighe; sorride in modo sornione, con gli angoli della sottile bocca rivolti verso l'alto, e tiene, stretto al petto magro, un mazzolino di fiori colorati.
Il vento gentile le scompiglia la chioma corta e le fa svolazzare il vestito a pieghe bianco e rosa mentre se ne sta in piedi tra l'erba alta e secca, sembra guardare nella mia direzione. Sento di non poter sbattere le palpebre, posso solo avvicinarmi a lei con passi lenti, insicuro che stia ossservando proprio me, tra questa vastitŕ di grano giallo. Scopro di avere un corpo leggero e minuto muovendomi, degno di quello di un bambino: non faccio fatica, ma, le spighe, sono alte e mi bucano le braccia e le gambe; nonostante questo, per quanto io continui a camminare, sempre piů alla svelta, non riesco ad avvicinarmi alla piccina.
E il suo sorriso dolce si spegne lentamente, per la delusione : non riesco ad andare da lei.
Lascia portar via dal vento il mazzolino di fiori che teneva tra le dita paffute, ed allunga le braccia verso di me, incitandomi a raggiungerla. Mente riprende a sorridere per incoraggiarmi. Corro, corro, ma le distanze anzichč diminuire si allungano, finchč lei non diventa un puntino scuro tra l'erba gialla.
Grida, Germania, svegliandosi di soprassalto. Sudato ed annodato tra le lenzuola.