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Autore: pinzy81    09/04/2011    1 recensioni
Dedicata a Giovanna e al "suo" giorno speciale
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN GIORNO SPECIALE
 
 
 
  Dedicata a Giovanna
E al “suo” giorno speciale
 
 
 
 
Sempre testarda, “impossibile” la sua parola preferita, si era convinta che tutto andasse per il meglio.
Stava infilando il vestito bianco che a distanza di pochi minuti l'avrebbe accompagnata lungo la navata del Duomo, aiutata da tutto uno stuolo di donne sempre pronte a sorreggerla e comprenderla.
Ma la sua mente era da un'altra parte: non il pensiero dei bambini, probabilmente già pronti, “mangiati e vestiti” che la aspettavano in chiesa; non gli invitati che frementi attendevano sul sagrato che la cerimonia avesse inizio; non i parenti che avevano assistito a tutta quella follia che era stata la sua situazione amorosa e che adesso si concretizzava… Solo lui.
Il pensiero correva veloce, zigzagando tra un velo forse troppo lungo ed un corsetto che le faceva venir meno l'aria nei polmoni, verso quell'uomo che era la sua colonna portante, il suo migliore amico, la spalla su cui piangere.
Lui che in quegli anni aveva fatto intendere tutto meno che l'amasse, ma che custodiva un sentimento profondo e duraturo che mostrava solo a lei e a i loro piccoli marmocchi.
Lui che cercava sempre di accontentarla, assistendola nelle sue ronde stancanti in giro per centri commerciali, ascoltandola cantare a squarciagola le canzoni smielate di Gigi D'Alessio, calmandola quando le questioni della normale routine quotidiana la opprimevano.
Lui che non si voleva legare a niente ed a nessuno, che l'aveva vista e desiderata dal principio, ma che troppo orgoglioso o forse solo intimidito dalla forza del suo carattere, aveva fatto di tutto per allontanarsi.
Ma non era possibile, era entrato in un turbine con lei, un tornado di emozioni e di avvenimenti durante i quali cercava sempre di mostrarsi meno coinvolto possibile.
Le nascite e le perdite, unirsi e separarsi, i sorrisi e i pianti avevano fatto di loro quello che erano ora: erano cresciuti insieme, maturati, passati dalla fase giovanile a quella adulta e ora si accingevano ad aggiungere un anello alla catena della loro vita insieme.
Sarebbe stato facile affrontare quel momento per loro?
Lei se la faceva sotto: era agitata e confusa. Respirava a malapena e stava sbiancando, ma nessuno sembrava accorgersene. Tutti troppo impegnati a far andare le cose come desiderava la sposa.
E se lui ci avesse ripensato?
E se non lo avesse trovato alla fine del corridoio formato dalle panche della chiesa?
<< Fuori. Tutti fuori per favore. >> chiese implorante ad un numero imprecisato di donnine che la guardavano allibite, senza capire se stesse scherzando o dicendo veramente.
<< Fuori. >> disse ancora sperando di essere creduta.
Obbedienti e poco convinte, mamma & co. si riversarono fuori della grande stanza da letto.
Ora era sola e poteva farsi prendere dal panico.
Il respiro si fece affannoso e le lacrime si affacciarono pericolosamente sulle sue ciglia, oggi più nere che mai.
“Respira, respira, respira.” pensava mentre si sorreggeva ad una delle poltroncine nella camera.
TOC-TOC.
<< Si? >> E adesso chi era?
Non aveva forse pregato tutti di lasciarla da sola?
<< Giò posso entrare? Va tutto bene? >> Un musetto vispo e con occhi lucidi di emozione si affacciò all’uscio della porta.
Ma subito lo sguardo dell’amica passò dall’allegro al preoccupato. La ragazza entrò di corsa chiudendosi la porta alle spalle.
<< Giò , sembri un cadavere! Ma che hai fatto? Non mi sembri propriamente felice. >> disse alla promessa sposa sfiorandole la spalla nuda.
Sembrava che la futura signora non aspettasse altro che attenzioni. Iniziò a frignare come una bambinetta lamentosa. Il petto le si alzava ed abbassava ritmicamente.
<< Calmati tesoro, che succede? >> chiese la nuova arrivata imponendole di sedersi.
<< E se cambiasse idea? >> furono le uniche parole che riuscì a dire Giovanna.
L’amica si bloccò con aria perplessa, spostò istintivamente la testa di lato e poi… Le sbottò a ridere in piena faccia dopo aver provato a trattenere le risa.
<< Ahahaha!!! Giò, sei troppo forte! >> disse tenendosi la pancia.
La sposa era sull’orlo di una crisi di nervi. Non aveva parole per rispondere per le rime all’amica, ma in quel momento l’avrebbe volentieri azzannata alla giugulare.
<< Si può sapere cos’hai da ridere? Guarda che dico sul serio. >>
La ragazza, asciugandosi le lacrime col dorso della mano, si ricompose.
<< Ma si può sapere di che cosa stai parlando, amica mia? >> domandò più calma.
<< E se non si presentasse? Non potrei sopportarlo… >>
<< Ma sei impazzita? >> L’invitata le si portò di fronte e, prendendola per le mani, la fissò negli occhi. << Sei splendida oggi e lui ti ama. Avete due bambini che sono una meraviglia, una famiglia che vi ama e degli amici che vi sopportano… >> disse facendole l’occhiolino. << … E forse non dovrei dirtelo, ma prima sono passata da lui ed era agitatissimo. Probabilmente aveva la tua stessa paura. >>
I singhiozzi della sposa si stavano acquietando; le lacrime per fortuna non erano ancora debordate dagli occhi.
<< Era preoccupato che io non lo raggiungessi? >> Si stava calmando.
<< Si, un po’. Sai che cosa gli ho detto? >>
<< No, che cosa? >> chiese curiosa.
<< Che non ti meritava, ma che per sua fortuna avevi deciso di dividere la tua vita con lui. Perciò la cosa migliore che poteva fare era quella di darsi una mossa e non ritardare all’appuntamento in chiesa, o gli avrei piantato il mio tacco 12 nel sedere! >>
Giovanna le si buttò tra le braccia con uno slancio degno di un centometrista.
<< Grazie! Ti voglio bene. >> disse finalmente con il sorriso sulle labbra.
L’amica rispose calorosamente all’abbraccio. << Figurati tesoro. >> E separandosi… << Ora sbrighiamoci, o quel povero ragazzo impazzirà! >>
Giovanna si voltò verso il grande specchio che rifletteva interamente la sua sinuosa figura, mise entrambe le mani sul cuore e fece un grosso respiro.
<< Meno male che sei arrivata, mi stava venendo una crisi di panico. Ero già in iperventilazione! >> disse guardandola negli occhi e sorridendo.
<< Sono a tua completa disposizione. >> disse la ragazza facendo un inchino elegante.
La sposa si voltò di nuovo verso lo specchio e prese ad aggiustarsi un capello fuoriuscito dall’acconciatura. Ma fu subito scossa da un’energica pacca sul didietro.
<< E non stare lì a cercare la perfezione! Non devi sembrare una bambola di porcellana o il nostro sposino avrà paura di stringerti fra le sue braccia! >>
E dopo l’ennesimo occhiolino aprì la porta e uscì in silenzio, ma non prima di aver detto una cosa all’amica. << Ti voglio bene anche io, Josephine! >>
Decisa, la sposa uscì dalla camera e, preso il bouquet, raggiunse il padre emozionato in macchina.
Il cuore le batteva all’impazzata e il respiro era un tantino accelerato, ma nemmeno l’ombra del panico provato prima.
Poi finalmente la piazza della chiesa.
Suo padre le aprì lo sportello e l’aiutò a scendere, mentre gli ultimi invitati si affrettavano a prendere posto nel Duomo.
Un ultimo respiro ed ecco le note che davano il via al loro ingresso.
I suoi occhi si dovettero abituare un momento alla differenza tra la luce solare esterna e la penombra interna all’edificio, ma appena lo sbrilluccichio abbandonò il suo campo visivo lo vide e tutto riprese posto.
Non c’era paura, non c’era tensione, non c’era incertezza, solo lui che sorridente l’attendeva all’altare, pronto a donargli il suo cuore.
 
 
Un grazie speciale a jakefan per il beta reading.
   
 
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