Mizuky entrò di corsa nell'ufficio del suo capo. Masumi alzò la testa dai documenti che stava esaminando, estremamente stupito. Era la prima volta che la vedeva così agitata. -Mizuky si calmi. Cos'è successo per ridurla in queste condizioni?- La donna buttò sulla scrivania dei fogli. -Li guadi signore. Si sono mossi in maniera decisa. Non ha più niente, neanche la Daito!- gli comunicò crollando sulla poltrona. L'uomo prese a leggere quella relazione. Man mano che procedeva, diventava sempre più pallido. Come diamine ci erano riusciti? I Takamiya avevano preso il controllo di tutta la società, il patrimonio degli Hayami era stato requisito da loro. Non poteva crederci. E per di più, suo padre sembrava aver accettato senza nessun problema! Strinse i pugni. -Cancelli tutti i miei appuntamenti. Ammesso che ne abbia ancora.- disse alla donna in modo duro. -Che......che vuole fare.- gli chiese piano. Le lanciò uno sguardo gelido. -Mio padre dovrà darmi molte spiegazioni.-
Stava ammirando il grande albero del giardino. Forse quella era l'ultima volta che poteva farlo. Grazie alla stupidità di suo figlio, aveva dovuto rinunciare a tutto. I passi alle sue spalle lo fecero voltare. -Non credevo arrivassi così presto.- gli disse con il solito tono burbero. -Spiegami solo perché lo hai fatto.- lo aggredì. Il vecchio Hayami scoppiò a ridere. -E hai il coraggio di chiedermelo?- tornò immediatamente serio, puntando i suoi occhi freddi su di lui.- Hai osato cercare di rompere il fidanzamento con Shiori, hai intrecciato una relazione con quella ragazza e hai osato tentare di portarmi via i diritti!- gli urlò in faccia. Masumi si avvicinò a lui. -Ho solo cercato di riappropriarmi della mia vita. Ma quello che hai fatto tu è stato imperdonabile. Ti sei venduto hai Takamiya, hai buttato all'aria tutto quello che hai costruito nella tua vita. E per cosa? Per un'investimento fallito e per la paura di veder realizzato il tuo sogno. Mi fai pena.- gli disse con disgusto. Fece per andarsene, ma prima aggiunse un'ultima cosa. -Ringrazio gli dei per non essere realmente tuo figlio.-
Shiori stava bevendo del tee in compagnia di suo nonno. Un sorriso di vittoria aleggiava sul suo viso. -Il tuo piano sta procedendo alla perfezione. Anche Eisuke è dalla nostra parte. Ora Masumi dovrà per forza cedere.- disse con la massima calma. Il capostipite la guardò non troppo convinto. -Avergli tolto il patrimonio e l'azienza non vuol dire che accetti le nostre condizioni.- -Lo farà. Tiene troppo a quella piccola sgualdrina. Se non lo farà, sarà lei la prima a pagare.- -Cosa vuoi dire?- tuonò Masumi, entrando nel salone. Shiori si alzò elegantemente dal divano, dirigendosi verso di lui. -Vedo che oltre al prestigio, hai perso anche l'educazione. Beh non importa.- Gli posò una mano sul braccio, ma Masumi si scostò bruscamente. -Non ti conviene fare così.- -Smettila! Non mi hai ancora spiegato il significato delle tue parole.- disse palesemente infastidito. La donna si diresse verso la grande vetrata, con calma. Poi si voltò verso di lui. -Semplice tesoro. Ho manterrai la tua parola, oppure vedrai la tua dolce ragazzina morire. E mi assicurerò che accada sotto i tuoi occhi e senza che tu possa intervenire.- A Masumi sembrò di sprofondare in un'abisso senza fine.
Maya era riuscita a scappare dalla stretta sorveglianza di Sakurakoji. Non sopportava più la sua vicinanza. Gli dava ormai il voltastomaco. Con il suo ricatto, era riuscito a distruggere tutto quello che avevano costruito. È vero, la prima a sbagliare era stata lei, non avrebbe mai dovuto accettare di sposarlo. Ma la disperazione l'aveva spinta a quella decisione così assurda, ma mai pensava che lui si comportasse in quel modo odioso. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal vento e dal lento dondolio dell'altalena. Ripensava al suo ultimo incontro con Masumi e alle parole che gli aveva detto. Era davvero disposta a tutto per poter stare insieme a lui per sempre, ma era anche consapevole che sarebbe stato difficile, se non impossibile. -Finalmente ti ho trovata. Sai che non devi allontanarti da me.- Quella voce la fece sobbalzare. Se lo ritrovò davanti, con uno sguardo colmo d'ira. -Adesso basta Yuu! Non posso continuare in questo modo. Perché non accetti la mia decisione e basta! Sarebbe meglio sia per me, che per te.- Il ragazzo si portò velocemente di fronte a lei. La prese per le braccia, facendola alzare. -Tu mi appartieni. Sei mia da quando hai accettato di sposarmi.- le disse furioso. Maya si divincolò da lui, spostandosi lontano. -Lo sai che non è così. Con il tuo comportamento stai rovinando anche la nostra amicizia.- gli urlò. -Non mi importa. È te che voglio e te avrò.- Con quella frase la prese con la forza e la trascinò verso la sua casa. Aprì la porta e la sbatté all'interno della stanza. Maya era completamente terrorizzata. Mai l'aveva visto così. -Bene. Adesso vedremo se sei ancora così casta e pura, o se per caso hai regalato le tue grazie a quel verme.- -Yuu, ti prego. Lasciami andare.- disse tra le lacrime. La prese nuovamente. La portò con ferocia nella sua camera. -Ora prenderò ciò che mi spetta di diritto. Con o senza il tuo consenso.- disse con una voce spaventosa. Chiuse l'uscio alle sue spalle. Maya si sentì morire. Invocò mentalmente il nome e la figura di Masumi. Solo lui adesso poteva darle la forza per superare quella terribile esperienza.