Perché
“Perché
non mi hai ascoltato?”
“Tu,
perché non
mi ascolti mai! Credi di sembrare più interessante,
più importante, più divertente,
più intelligente?”
“Perché
mi stai sputando addosso queste crudeli
insinuazioni? E poi dici che sono io, il cattivo di turno!”
“Vorrei sapere perché ora rivolti la colpa a
me!”
“Risponditi da
sola.”
“Forse perché ce l’ho sempre
avuta?”
“Ma che
acutezza!”
“Perché
continui a prendertela con me? Ogni medico ha le
sue idee e ce le avrà sempre. Sembra quasi che tu voglia
farmela pagare!”
Non risponde, codardo.
“No, guarda, non
dirmelo proprio, tanto è così.”
“Perché, Cristiana?”
“Ma perché cosa? Non sei tu a dovermi delle
spiegazioni?”
“Perché
non riesco ad odiarti?”
Abbassi le spalle,
impietrita.
Muta.
Perché non si risponde alle proprie domande.
Note: temo che il finale non sia comprensibile completamente, perciò cerco di chiarirlo un attimo: ho scritto "proprie domande", perché l'ultima domanda, posta da Malosti, in realtà è potenzialmente attribuibile anche alla Gandini, che appunto non risponde perché è consapevole di chiedersi a sua volta, ogni giorno, perché non riesce ad odiare lui.