Nick autore efp e
forum: Koishan Sokujo/Airo-pearl
Titolo: Papà…
Fandom: Originale
Personaggi: Nessuno
Frasi usate:
7) Fermati Piero,
fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso, dei morti
in
battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio una croce.
(da La
guerra di Piero)
8) Sparagli Piero,
sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo
vedrai
esangue cadere in terra a coprire il suo sangue. (da La guerra di Piero)
51)Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma son mille papaveri rossi (da La Guerra di Piero)
Genere: Introspettivo, sentimentale,
triste
Raiting: giallo
Note dell'autore: il raiting
è
giallo solo per pura precauzione, parlare della guerra non è
facile e non
vorrei urtare la sensibilità di qualcuno.
Papà’…
<< Ciao,
papà. >> finalmente sei tornato
da me. << Ti ho aspettato a lungo. >>
Ora sono qui, accanto alla tua
tomba, e l’unica cosa che posso fare è
pregare con tutte le mie forze, affinché tu possa trovare la
pace.
In questa
fredda giornata d’autunno le foglie ingiallite cadono proprio
come le mie
lacrime. So che ti avevo promesso di essere forte, so che se mi vedessi
così
non smetteresti di preoccuparti, ma proprio non riesco a trattenerle.
Devi
scusarmi papà, non riesco a comportarmi bene neanche questa
volta.
Avevo undici
anni quando sei partito per compiere il tuo dovere, anzi no, la tua
missione di
vita. E’ così che l’hai sempre chiamata.
La mamma ti ha sempre supplicato di
non andare, diceva che tu potevi renderti utile anche qui. Ma tu sei
partito,
per i tuoi motivi, per i tuoi ideali e per te stesso.
Alla fine
avete divorziato, mamma piangeva quel giorno. Diceva che era per il mio
bene,
così avrei sofferto di meno il distacco. Come se questo
potesse in qualche modo
scalfire lo sconfinato amore che provo per te.
Fermati Piero, fermati adesso
lascia che
il vento ti passi un po' addosso, dei morti in battaglia ti porti la
voce, chi
diede la vita ebbe in cambio una croce.
Vivere per
morire, morire per vivere. Mi sono sempre chiesta che senso avesse la
vita di
un militare. Me lo chiedo ancora oggi.
Non hai mai
perso occasione per aiutare un tuo amico a ritornare dalla sua
famiglia, ma non
hai saputo fare altrettanto per te stesso. Desideravo soltanto aprire
la porta
di casa e vedere il tuo volto, sempre sorridente, vedere la tua
inseparabile
valigia e il regalo che portavi per entrambe. Nulla di questo
è mai avvenuto.
Hai dato una possibilità agli altri ma mai a te stesso.
Senza dubbi o
esitazioni, dicevi che i tuoi compagni cadevano ogni giorno e che
quindi dovevi
restare con loro. Ed ecco cosa ti sei ritrovato alla fine, solo una
fredda
bianca lastra di marmo.
Perché dovevi
essere un militare? Perché non un operaio? Perché
la gente muore ogni secondo
che passa? Perché bisogna uccidere una persona che neppure
conosci?
Perché,
papà?
Sparagli
Piero, sparagli ora e dopo un colpo
sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a
coprire
il suo sangue.
Mi hanno
detto come sei morto. Da vero eroe. Hai cercato di salvare due bambini
senza
però uccidere un soldato nemico. Tu non potevi, era comunque
un essere umano.
Non andavi lì con l’intento di togliere una vita
ma di salvarla. Un tuo compagno,
che era lì con te, mi ha detto tutto. Mi ha raccontato di
quando hai soccorso i
due infanti rimasti intrappolati sotto le macerie e di come non hai
esitato a
gettarti nel fuoco nemico. Poi, d’improvviso un rumore. Ti
sei voltato e l’hai
visto. Era un ragazzo di circa ventidue anni con il fucile in mano.
Stringevi
la pistola nella mano destra, avresti potuto sparare e tutto sarebbe
finito lì.
Ma tu non hai potuto. Hai visto quegli occhi giovani e spaventati, il
tremore
delle sue mani e il futuro che aveva davanti. Fu in quel momento che
decidesti,
non l’avresti ucciso. Purtroppo la guerra è guerra
e lui non ha potuto esimersi
dal suo “compito”. Ti ha sparato, ti ha colpito, ti
ha fatto male… e ti ha
ucciso.
Chi mai potrà
insegnarmi a non fare del male? Chi mai
m’insegnerà che la guerra è inutile?
Oh papà…
Quando sei
partito mi hai detto di fare la brava, di pensare alla mamma e di
essere forte.
Non sono riuscita a mantenere nessuna di queste promesse. Chiedevo
sempre di
te, ti spedivo tante lettere a cui non ti era facile rispondere e
facevo i
capricci per vedere un tuo video o delle foto. Pensavo solo a te,
no… non
proprio… pensavo solo a me.
Mi
preoccupavo del mio dolore senza considerare nessuno. Ne la mamma, ne
nessun’altro.
Come sono
stata egoista, scusami papà. Non ho mai neanche lontanamente
immaginato quanto
dolore ti portassero le mie lettere. Non riuscivo a comprendere il
significato
della parola “missione”. Non l’ho mai
realmente capito.
Devo chiedere
perdono a te e alla mamma. Non sono stata capace neppure di mostrarmi
forte per
tutte e due. Alla fine è stata lei a sorreggermi e non il
contrario.
Che delusione
che sono stata… non per te… ma per me stessa.
Oggi, a distanza di cinque anni,
finalmente capisco tutto. Il mio unico rammarico, il mio unico dolore,
la mia
unica angoscia è non potertelo dire. Non poter pronunciare
quelle parole che un
figlio da sempre desidera dire al proprio genitore:
“Papà, sono orgogliosa di
te.”
Non ho potuto
lasciartele di persona e quindi dovrai accontentarti di sentirle qui.
In questo
cimitero, dove si affacciano le spighe di grano maturo con cui giocavi
da
bambino e circondati dai tuoi amati papaveri rossi.
Gli stessi
fiori che ora fanno bella mostra sulla tua lapide. Nel linguaggio dei
fiori
significano “consolazione”. Buffo, no? Chi avrebbe
mai detto, che i petali
scarlatti da te preferiti, avrebbero dovuto consolare la tua bambina un
giorno?
Probabilmente nessuno.
Ora devo
proprio andare, non posso far aspettare ancora la mamma. Prima,
però, voglio
farti un’ultima promessa: queste sono le ultime lacrime che
mi vedrai versare
per te. Da ora in avanti e per tutto il resto della mia vita mi vedrai
sorridere, sempre e comunque.
<< E’
ora dei saluti, addio papà. Spero che ti piaccia
l’incisione che io e la mamma
abbiamo lasciato sulla tua tomba, direi che ti si addice no?
>>
Addio…
Mentre cammino
circondata dagli alberi tristi e un po’ spogli, ripenso alla
frase che è stata
scritta, ispirata a quel grande uomo che sei:
<< Dormi sepolto
in un campo di grano non è la rosa non è il
tulipano che ti fan veglia
dall'ombra dei fossi ma son mille papaveri rossi. >>
Fine.
Salve
a tutti popolo di
efp.
Questa
brevissima storia
è stata scritta per un concorso.
Io
non ho conoscenti in
guerra quindi non posso capire i sentimenti di chi invece ha un parente
militare.
Spero
di non aver urtato
i sentimenti di qualcuno, non me lo perdonerei.
È
stata scritta di getto
ed è poco curata, lo ammetto, per tanto, se vi sembrasse
superficiale è perché
forse lo è.
Ringrazio
Ray08, la
giudice del contest, e chiunque leggera questo scempio. Senza
dimenticare chi
la inserirà da qualche parte.
Grazie
a tutti.
Saluti da Koishan la
folle. ^^