“Allora?”. Il piede di Damon batte nervosamente sul pavimento di fronte alla porta di quella che dovrebbe essere la sua casa. Dovrebbe. Perché adesso è di Elena. Stefan è già dentro e le tiene un braccio intorno alla vita, guardandolo divertito. Damon stringe i denti e si sente uno stupido. Stupido. Stupido ragazzino. Non dovrebbe essere nervoso. Perché poi? Elena non oserebbe mai. Non può non invitarlo ad entrare. Quella è casa sua, dannazione. Eppure. Per un breve momento quel pensiero terrificante gli si insinua nelle vene e nel cervello, mentre lei lo guarda con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate sul petto, studiandolo con la testa leggermente inclinata da un lato. “Uhm, sento che dovrei pensarci di più, sai? Non è mai sicuro invitare Damon Salvatore nella propria casa.” Un angolo della sua bocca si solleva in un sorriso beffardo e Damon stringe forte i pugni cercando di trattenersi dal dire qualsiasi cosa potrebbe poi rimpiangere nei cinque secondi successivi. Resta ancora lì, immobile. In attesa. Poi Elena si scioglie in una risata genuina. “Entra pure, Damon.” Un sospiro di sollievo che non riesce a trattenere gli sfugge dalle labbra quando il suo piede destro varca finalmente la soglia.

“Vieni con me.” Damon lo sussurra piano all'orecchio di Elena, mentre lei guarda distratta fuori dalla grande porta finestra del salone. Stefan è andato a dare la caccia a qualche altro povero ed innocente animale del bosco e la casa è tutta per loro due. Lei lo guarda interrogativa, ma lascia che lui le prenda una mano e la conduca al piano superiore, per tutto il corridoio, per poi fermarsi di fronte all'ultima porta. “Chiudi gli occhi.” “Cosa? Damon...” “Shh. Non parlare. Chiudi gli occhi.” Elena gli obbedisce, privandosi della vista. Si sente trascinare oltre la porta, per qualche passo. Poi Damon si ferma e lei con lui. “Adesso puoi aprirli.” La bocca di Elena si schiude in un'espressione di puro stupore. Quella davanti ai suoi occhi è una camera da letto. Un'enorme camera da letto. Grande quasi quanto quella di Damon. Per due lati è circondata da finestre che la renderono estremamente luminosa. L'arredamento è moderno e alquanto minimalista, sui toni del bianco. Il grande letto appoggiato al muro ha un baldacchino con delle leggerissime tende bianche che ricadono morbide ai quattro lati. “Ti piace?”. Elena si volta verso Damon in tempo per poter godere del sorriso dolce che gli illumina il viso. I suoi occhi brillano ed Elena pensa che sono pochissime le volte in cui si è trovata davanti questo Damon. “E' stupenda.” “E' tua.” “Cosa?” Lui scrolla noncurante le spalle. “Non ho bisogno di una stanza, posso...” “Dormire con Stefan, si. Lo so.” Finisce Damon per lei, mentre il suo stomaco si contorce un po' per il dolore. “Però ho pensato che dovendo vivere qui avessi bisogno di un posto solo per te. Per le tue cose. I tuoi vestiti. Per quando vorrai stare sola. Scrivere nel tuo diario.” Elena lo guarda completamente attonita. Le attenzioni di Damon hanno la capacità di lasciarla sempre senza parole. È come se sapesse sempre esattamente ciò di cui lei ha bisogno. Lei gli sorride sinceramente. “Grazie.” E' tutto quello che riesce a dirgli. I suoi occhi scuri adesso sono lucidi ed emozionati. Lui si limita a strizzarle un occhio, prima di lasciarla sola. Elena si siede sul letto, continuando ad ammirare la sua nuova camera. È solo quando si sofferma a sfiorare con le dita le lenzuola candide che la nota. Un'unica rosa rossa delicatamente appoggiata su uno dei cuscini. Sorride ancora, Elena, mentre si perde ad assaporarne il profumo e poi la stringe al petto, lasciandosi cadere sul morbido materasso sotto di lei.