Aster
Capitolo
4.
Per
la prima volta è Jim quello in imbarazzo. Un rossore affiora
sulle guance, e
distoglie lo sguardo. Ma perché dico “ prima volta
”?
Mi
sembrano passate settimane mentre sono qui solo da mezza giornata.
<<
Ehm, di qua si arriva alla piazza. >> dice.
Fa strada, e i rumori
ovattati della notte non
vengono interrotti; io in particolare, non ho la minima intenzione di
rovinare
l’atmosfera.
<<
Eccoci. >> Di già?
Penso,
preoccupata che il viaggio sia stato così breve.
L’altissima
quercia delinea sul lastricato un ombra perfetta, e le sue foglie si
muovono
appena, di qua e di là, di qua e di là, come se
venissero cullate dal vento; il
loro frusciare si aggiunge alla sinfonia del villaggio.
Teasel,
il mio cavallo,è stato sciolto ed ora riposa sereno sotto
Quercia; il
carrozzone è immobile, circondato da lucciole, sembra che
sia sempre stato lì;
la luce bianca smorza ogni colore e contemporaneamente crea contrasti
tra il
bianco e il nero.
<<
Ma qui è sempre tutto così…
>> non trovo un aggettivo adatto a descrivere
questa visione. È armoniosa, completa, perfetta, magica;
c’è l’atmosfera delle
notti in cui ti svegli senza motivo, ti alzi e non puoi più
riaddormentarti
perché la luna ti ha stregato; è una notte
sospesa in aria nell’istante dove
tutto trova la propria pace interiore e può riposare sereno
per l’eternità. È …
<<
Irreale? >> suggerisce Jim.
<<
Esatto. >>
<<
No, non sempre. Capita ogni tanto, solo quando viene a trovarci una
persona
molto speciale… - Jim mi guarda, valutando se dirmi o non
dirmi chi è la
suddetta - …che
vive in campagna. Oggi
non c’era, ma sono sicuro che la incontrerai presto, non si
perderebbe mai una
maga errante ed il suo “scrigno mobile”.
>> è pensieroso; si vede subito
che ha una teoria che mi riguarda, ma non ne parla.
<<
Posso entrare? >> chiede poi indicando il carrozzone.
Faccio un cenno
affermativo e, dopo essermi avvicinata piano per non svegliare Teasel,
apro la
serratura della porticina in legno scuro; con una manovella sulla
destra
comincio ad alzare la serranda. Appare una grande vetrina organizzata
in
scaffali, e su ognuno sono riposte decine e decine di gioielli, pietre
preziose
o gingilli di vario genere.
<<
Wow... >> sento dire dietro di me.
<<
Vieni Jim, entra pure. >> abbasso la testa a causa della
porta bassa e
schiocco le dita. Dieci candele si accendono in contemporanea e
illuminano un
tesoro degno di una regina. Le mensole sulla sinistra sono catalogate
per tipo
di pietra: in basso delle ampolle colorate ed eleganti sono riccamente
decorate
in diaspro oceanico burattato; accanto, una decina di piccoli carillon
d’argento dalle dolci melodie hanno l’interno in
diaspro verde, rosso e giallo;
un vasetto grande quanto una tazza da latte metteva allegria con il suo
vivace
diaspro leopardo.
La
mensola appena sopra – quella delle onici e dei quarzi
– era affollata da
articoli da bigiotteria mischiati ad amuleti magici; tra essi spicca
una
collana d’argento. Sul ciondolo sferico sono incisi complessi
disegni
arzigogolati, con inserti in lucidissima onice nera. Ciò che
rende magico
questo oggetto è un’ onice bianca, candida e
perfettamente circolare,
incastonata nella parte superiore del monile.
Probabilmente
l’artista non era un mago molto esperto, perché la
suddetta pietra non è per
nulla adatta ai sortilegi di lunga durata, tuttavia l’uomo da
cui la comprai mi
disse che lo aveva aiutato durante un periodaccio, scacciando i brutti
pensieri.
Mantenendomi
su questa linea, ho fatto un incantesimo purificatore alla sferetta,
così
adesso può rischiarare le ombre e le oscurità che
corrompono i cuori delle
persone.
D’un
tratto un asse scricchiola dietro di me e lancio un gridolino. Jim fa
un balzo
all’indietro perché anche lui si era perso nei
riflessi di cristalli e vetrine,
scordandosi della mia presenza.
<<
Scusami Jim, è che non sono abituata agli ospiti!!
>>
<<
Ah, fa niente, mi hai solo spaventato un po’.
>> dice tirando un sospiro
di sollievo. Si passa una mano sul viso e l’altra si poggia
sul bancone sul
quale c’è la cassa, la quale, essendo difettosa,
apre di colpo il cassetto.
DLING! E di nuovo Jim sobbalza, ma stavolta fa cadere una pila di
boccette in
cristallo colorato.
<<
SIMENDRAT! >> dico
tendendo il
braccio verso i corpi in caduta libera. Si bloccano
all’istante; mi avvicino e
svelta li rimetto a posto. Jim boccheggia: ha capito poco o nulla di
quello che
è successo.
Cerca
i miei occhi scarlatti, cerca un indizio, cerca risposte, cerca la
verità.
<<
Ok, sono un confuso. Non ho mai visto fare nulla del genere. E
poi… che lingua
era quella?? >> Ha degli occhi così
belli e irresistibili, così
grandi e
luminosi, così supplichevoli
e
bisognosi di sapere!
<<
Karaelìano Kriptico dell’est. >>
rispondo in automatico. Forse è perché non
riesco più a pensare razionalmente. <<
… una lingua molto utile in campo magico…
>> aggiungo per sminuire le parole “
Karaelìano Kriptico ”, che -ne sono
certa- sembra
troppo complicata per
essere uscita dalla bocca di una vagabonda.
<<
Non credo che in questo negozio ci sia abbastanza spazio per entrambi.
>>
Jim si strofina il collo e si muove verso la porta, evitando di toccare
qualsiasi cosa.
<<
Aspetta… >> dico piano.
Non
voglio che vada via, voglio che rimanga qui per sempre.
<<
Jim, un momento… >> alzo un po’ la
voce per farmi sentire da Lui; ho una voglia
matta di assaporare le Sue labbra, di accarezzare il Suo viso e i Suoi
capelli.
Ragazza,
fermati.
Ragiona.
Quella
piccola parte razionale di me non ha torto: non so neanche se ci
rimarrò IO qui,
come faccio a volerlo fare insieme a Jim? Gli ormoni di cui solo ora
scopro l’esistenza
sono incredibilmente pericolosi.
Quindi
abbandono il piano originale ( e totalmente folle ) di baciarlo, mi
avvicino lentamente, e dico solo:
<<
Buonanotte, Jim. >>
Lui
sorride siceramente, ma il mio cuore non impazzisce come la prima
volta,
trattengo il fiato per qualche secondo e torno a respirare normale.
<<
Buonanotte, Aster. >> mi guarda ancora per qualche
istante e poi s’incammina
verso casa Perwinkle.
Sono certa che stanotte non dormirò.
Lo
so,lo so,
sono in strasuperultraritardo, ma -capitemi- mi sono rotta il polso
sinistro
cadendo, e ho perso la voglia di fare ogni cosa!! Comunque come sto
andando??
Riuscite ad inquadrare Aster come un adolescente normale ora? Devo dire
che
questo capitolo (per essere il frutto di un mese di lavoro)
è piuttosto
mediocre, ma il parere dell’autrice non conta mai davvero.
Potrebbe essere
anche il capitolo più brutto del mondo, perciò vi
prego di dirmelo, almeno
eviterò di ripetere lo stesso errore! Un
bacio marty
occhiblu