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Autore: Sandra Voirol    10/04/2011    6 recensioni
Oggi posto una shot un pò particolare...
E' un tema molto ignorato dalla Zia Stephy...
Quindi ho pensato di chiarire la cosa dal mio punto di vista...
Ho sempre pensato...che non era possibile che fosse così cieco...
E’ STATO MOLTO DIFFICILE SCRIVERLA…
E’ abbastanza caotica di proposito...
Spero che vi piaccia...tengo molto al vostro parere...
Buona lettura...
ASPETTO LE VOSTRE OPINIONI…
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
- Questa storia fa parte della serie 'L' Anima di Edward...ma non solo'
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Buongiorno !!!!

Ho pensato che era giusto mettere in luce i pensieri e le emozioni di Charlie...dopo aver incontrato Bella dopo la sua trasformazione!!!

Quindi questo capitolo è
POV. CHARLIE !!!!

Spero che vi piaccia...

BUONA LETTURA !!!






RIVELAZIONE
 
 
POV. CHARLIE
 
 
 
“Vai da Sue, domani saremo ancora qui”.
Faccio cenno di sì con la testa, devo andare, ma è difficile andare via. Rimetto - a malincuore - Renesmee in braccio a Bella e guardo ancora all’interno della casa dei Cullen. La consapevolezza che non sono umani, che non sono normali, mi attraversa.
E capisco. Capisco che hanno deciso di mostrarmelo. Hanno cambiato atteggiamento, modo di fare, di porsi. Sono un po’ di più se stessi. Un brivido mi attraversa, è davvero troppo quello che ho visto oggi. Sospiro.
“Okay, torno domani”. Sento di dover dire qualche cosa. Non sono un uomo dalle molte parole. Ma so, che Bella ha bisogno di sapere cosa penso.
“Bells, sei sempre mia figlia…devo solo abituarmi”.
“Non ti preoccupare papà”. Con quella voce melodiosa, che non è sua.
Annuisco e mi decido ad andare via. A passo lento vado verso la macchina, salgo, metto in moto e parto.
La strada per La Push la conosco a memoria, mi posso permettere di pensare, mentre guido.
Bella non è più Bella.
Questo l’ho capito, anche se non ho voluto scendere nei particolari e questo mi mette un senso d’angoscia e anche di rabbia. Edward. E’ sempre Lui il mio problema.
Ma, se fosse rimasta la mia Bella - sarebbe morta, probabilmente. Almeno, così mi hanno fatto capire. In queste settimane sono impazzito per la preoccupazione. Carlisle mi aveva detto che Bella era molto malata e non mi permettevano di vederla.
Sono stati giorni terribili, pieni d'angoscia. Ed anche se tutto è assurdo, provo un gran sollievo. Sta bene. Questo è tutto per me.
E' una di loro. Cosa significa di preciso, non lo so . E neanche voglio saperlo. E’ diversa. Ma sembra felice.
Una bambina. E che bambina. Sono nonno. Non ci posso credere, sono nonno.
E Jake, un lupo. Quello stesso lupo che cercavo nei boschi?
Mi gira la testa. Troppe informazioni. Troppo assurde. Mi sento sulle montagne russe. Devo fermarmi sul bordo della strada. Non sono in condizione di guidare. Accosto e spengo il motore. Faccio un respiro profondo. Devo cercare di mettere ordine nel caos che ho in testa. Sono uno sceriffo, devo usare la logica.
Ti pare facile. Qui la logica non esiste. Tutto è assurdo.
Allora, prendo un respiro profondo.
Qual è la cosa più importante?
Bella. Che domande mi faccio.
Okay. Sembra felice. Sembra che sta bene. E’ pure mamma. Mamma, non ci posso pensare. Non ci voglio pensare. Condensare gli avvenimenti è impossibile. Qui di normale non c’è niente. Ma, io lo so. So che non devo sapere. Me lo dice il mio sesto senso.
Se sapessi, dovrei fare ciò che va fatto. Sono uno sceriffo. Finché ignoro i fatti, posso fingere che è tutto normale.
Normale. Che parola assurda, in questa situazione. Ma è così. Devo agire così. Per il bene di Bella. Per il bene dei Cullen. Per il bene di tutti. Di Renesmee. Sì, meno so e meglio è.
Se solo Bella mi avesse detto tutto subito. L’avrei protetta. L’avrei allontanata da tutto questo. Anche se – so - so che l’ha scelto. Con forza. Sì, lei è una tosta. Più tosta di me. Ha scelto la strada dell’impossibile.
Okay. Devo prenderne atto. Comunque, pare che almeno per adesso, non la perderò e questa è la cosa più importante. Devo accettare la situazione senza pormi troppe domande, anche se ce ne sono milioni sull’orlo del mio cervello, pronte a scatenare l’istinto dell’uomo di legge.
Ma non devo, non dovrò mai.
Devo fare il finto tonto anche con me stesso.
Cerco di calmarmi. Di riprendere il controllo delle mie emozioni. Sono un uomo normale, in una situazione che di normale non ha niente.
Ma la cosa che per me ha la precedenza assoluta, è Bella. Quindi, so cosa devo fare. Devo vivere tranquillo, come se niente fosse. E vivere la presenza di Bella, così strana, così bella, così... Come se tutto fosse, come sempre. Sì, penso sia la cosa migliore. Okay. Allora. Penso di aver fatto un po’ di chiarezza, in cosa voglio fare.
 
Ora. Anche se ho deciso di fare, come se tutto fosse perfettamente normale. Due, tre cosette da chiarire, ce l’ho.
Billy. Billy mi deve una spiegazione. Non sui fatti, ma sul perché non è stato leale con me. Il mio grande amico. La rabbia mi sale. Riavvio il motore e parto. Vado verso La Push con rinnovato vigore, ho uno scopo e le idee più chiare.
Arrivo a casa di Sue, è lì che mi aspettano per la cena. Pensare che credevo che la nostra amicizia fosse sincera e profonda. Dopo la morte di Harry, siamo stati molto vicini, Sue, Billy, Sam, io e tutti gli altri ragazzi della riserva. Sono amareggiato e molto, molto arrabbiato.
Billy sapeva e non mi ha detto niente. Com’è possibile? Non mi capacito, io non lo farei mai, se sapessi qualche cosa di preoccupante su Jake.
Scendo dalla macchina e cammino lentamente, per cercare di calmarmi, almeno quel tanto che mi permetta di avere una conversazione civile. Non devo neanche bussare. Avranno sentito il motore della mia macchina o Jake li avrà avvertiti da casa Cullen, che stavo arrivando.
Sue esce e mi abbraccia. Io tengo le mani in tasca e stringo i denti per non esplodere. Billy è dentro, sulla sedia a rotelle.
Entro e ci guardiamo negli occhi. Non riesco a parlare, a cosa serve recriminare, urlare, ormai è tardi, non si torna indietro. Non mi siedo neanche, anche se Sue mi ha tirato la sedia vicino. Sto in piedi. Con gli occhi piantati in quelli che credevo essere del mio migliore amico. Lo accusano, senza tante parole. Intanto lo sa, che sono un uomo di poche chiacchiere. E sa anche cosa sto pensando.
Dopo un lungo sguardo, china il capo e dice “Mi dispiace…”.
Una parola, una semplice parola. Ma che fa esplodere tutta la mia rabbia. Una sfuriata alla Charlie, come direbbe Bella.
“Ti dispiace ???
Billy, ma ti rendi conto???
Tu sapevi e non mi hai detto niente, niente. Capisco che sono cose segrete e non voglio saperne niente neppure ora. Ma avresti dovuto trovare il modo di avvisarmi, che Bella era in pericolo. In una situazione anormale. Potevi farmi capire che era meglio allontanarla da qui, per esempio. Per tutto questo tempo ho pensato a te come la persona a cui davo più fiducia e questo è il risultato ???
Non hai protetto neanche mia figlia, sapendo. Mi hai ignorato, non hai pensato neanche per un attimo, che fosse giusto che io sapessi cosa faceva e con chi stava mia figlia. Forse, potevi evitare che succedesse tutto questo”.
Riprendo fiato. E crollo sulla sedia che ho vicino. Lo sfogo mi ha spossato, come se tutti gli eventi della giornata mi crollassero addosso insieme nello stesso momento. Sono disperato. Nonostante tutti i pensieri fatti per strada, sono disperato. Ma è giusto così. Dopo dovrò metterci una croce sopra e fare finta di niente, per sempre. Meglio che mi sfoghi ora.
“Charlie…”. Billy mi parla con la voce sofferente.
“Charlie, ti giuro, ho sempre vegliato su di lei. Anche se non potevo dirti niente, ho controllato il più possibile che stesse bene. Come se fosse mia figlia. L’ho avvisata più di una volta, di lasciar perdere. Le ho fatto capire che la controllavo. Lei sapeva che io sapevo che lei sapeva. Qui ha sempre trovato un rifugio sicuro. Come se fosse casa sua. Se vuoi ti spiego…”.
“No! Non voglio sapere niente. Sai che non posso sapere. Avrei un milione di domande da fare e parecchie cose le capirei da solo, probabilmente. Ma non voglio sapere. E’ per il suo bene. Comunque, mi hai sempre tradito, eri mio amico”. E metto enfasi nella parola eri
Billy china il capo, sconfitto. Sa di avere torto. Ma questo atteggiamento mi fa sbollire la rabbia, alla stessa velocità con cui è arrivata. Alla Charlie, appunto. Ma non cambia comunque le cose. Anche se in fondo al mio cuore, l’affetto per Billy resiste.
“Una cosa me la devi spiegare però - o meglio - confermare. Quel giorno Billy. Il giorno in cui Jacob ha avuto l’incidente, era una cosa molto più grave vero? Io ho sentito i lupi. Tanti lupi. Ho capito che sono i ragazzi della riserva. Quel giorno…Bella…”.
Billy m'interrompe. “Charlie, quel giorno, i ragazzi della riserva e i Cullen, hanno dovuto affrontare un grande pericolo. Un pericolo che minacciava tutti noi. Ma sta tranquillo, eravamo uniti per proteggere Bella ed anche te. Avrei dato la mia vita per proteggerti. Tutto è andato bene - bè, a parte che Jake si è fatto male…”. Nei suoi occhi c’era ancora la sofferenza di un dolore passato.
“Billy…”. Il mio tono è quello che si usa con un amico, nonostante tutto.
 A questo punto interviene Sue. Lei mi conosce, sa che dovevo esplodere, prima di parlare con calma.
“Charlie, prima di tutto mangia qualche cosa. Poi ti prometto che saprò farti stare meglio. Senza dirti niente che già non sai. Fidati.”.
Alzo un sopraciglio. La mia aria scettica non la sorprende. Mi mette sotto il naso il mio piatto preferito e dice “Fidati”.
Ho sempre parlato meglio a stomaco pieno. Anche con Bells è stato sempre così. I discorsi, li abbiamo sempre fatti a pancia piena. Quindi mi arrendo e mi butto sul mio piatto. Billy m’imita, ma siamo a disagio. Non c’è l’allegria di sempre e questo pesa nell’aria intorno a noi. Tra un boccone e l’altro bofonchio qualche cosa d'incomprensibile, perfino a me.
Quando sono sazio, Sue sparecchia, si siede di fronte a me, vicino a Billy e mi prende le mani. E un segno di conforto, io l’ho fatto tante volte per lei. Ma è la prima volta che lei conforta me. E una sensazione strana mi attraversa.
“Charlie, non sei solo, ci siamo noi vicino a te”. Vedendo che sto per ribattere, precisa…
”Ci sono io, vicino a te. Non ti dirò niente che già non sai. Così rispetterò il tuo desiderio di non sapere altro. Ma, hai visto Jake - anche se non puoi dargli un nome - l’hai visto. Sai, lui non è il solo, anche i miei ragazzi Charlie. Quindi, come vedi, tutti in questa casa hanno figli speciali. E difficoltà speciali. Fosse per scelta o per discendenza, tutti dobbiamo fare i conti con il soprannaturale. Se vuoi ti starò vicina, tu lo sei stato tante volte a me. Vedrai che andrà tutto bene. Te lo prometto”.
La guardo e capisco che non sono solo, che posso anche non essere disperato e sconvolto. Che una strada c’è. E mi rassereno. Anche se so che le cose con Billy non saranno mai più le stesse.
“Grazie Sue”. E le stringo forte le mani nelle mie.

   
 
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