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Autore: Franca    30/01/2006    1 recensioni
-ragazze- esordì una tipa con lunghi capelli d’oro mentre si metteva le scarpe -è arrivato un nuovo ragazzo in classe mia… ed è piuttosto caruccio…- sorrise maliziosamente; Francesca si mise la giacca ed uscì dalla stanza, mentre la ragazza cominciava a descrivere un ragazzo chiamato Giovanni Guardino. P.S.... XFAVORE COMMENTATE!!!! (tutto è ben accetto)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LI CAPITOLO

 

LI CAPITOLO

 

Giovanni osservò con attenzione i movimenti del fratello, tenendo stretto a sé la sorellina ancora singhiozzante. Si girò verso Francesca, le sorrise debolmente e pose a terra la sorella che si buttò sul divano.

Giovanni si avvicinò alla ragazza e le diede un bacio frettoloso sulla guancia.

-aiutami- le sussurrò nell’orecchio sedendosi vicino a lei.

-ma Giò, forse è meglio che vada a questo pun..-

-no, stai qua per favore, stammi vicina..- la supplicò Giovanni.

Francesca prese la mano del ragazzo mentre Paolo tornava in soggiorno e si sedeva davanti a loro.

-la mamma come sta?- chiese al fratello.

-bene- rispose freddamente Giovanni, guardando la televisione che Silvia aveva appena acceso.

-ma quando torna…….?- chiese cauto Paolo

-fra poco- fu la risposta gelida di Giovanni.

Passarono 10 minuti in un totale silenzio imbarazzante, mentre Silvia cercava di non incontrare lo sguardo di Paolo che le sorrideva affettuosamente. E dal canto suo, Giovanni osservava ogni minimo movimento di Paolo con la coda dell’occhio, come se si aspettasse che potesse buttarsi sulla sorellina e picchiarla.

Dopo un buon quarto d’ora la porta d’ingresso si aprì. Entrò Simona coi sacchetti della spesa in mano.

-ciao ragazzi….- disse ancora prima di aver visto Paolo – Giò aiutami a portare i sacc…- alzò lo sguardo e vide il figlio maggiore. Si bloccò di colpo, pietrificata. Una ciocca di capelli le usciva disordinatamente dalla coda ben fatta e la sciarpa le cadeva sulla giacca.

-MAMMA!!- urlò Paolo lanciandosi sulla madre e abbracciandola.

Simona si divincolò dalla stretta del figlio e mormorò –presto andatevi a lavare le mani che mangiamo-

Giovanni andò ad aiutarla, mentre Paolo guardava la madre col suo solito sorriso ebete sulla faccia.

-o che tardi!! Io dovrei tornare a casa… ciao a tutti, ciao Giò, ciao Silvia.. ciao…- disse timidamente Francesca rivolta verso Paolo.

-ciao Francesca! Piacere di averti conosciuta!- le rispose allegro Paolo aprendole la porta.

-TI CHIAMO DOPO FRA!- le urlò Giovanni, mentre preparava la tavola.

Simona stava preparando, anzi, cercando di preparare la cena. I suoi gesti erano meccanici e nervosi e si mordeva il labbro, senza degnare di uno sguardo il nuovo arrivato.

-cosa mangiamo mamma?- cercò di disgelare la situazione Giovanni.

-la pizza- rispose nervosamente Simona, prima di rischiare di far cadere un bicchiere.

-amo la pizza!- disse Paolo sedendosi a tavola. –anche tu vero Silviotta?- chiese alla sorellina che gli rispose di si con gli occhi spalancati dalla paura.

Mangiarono silenziosi.

-dove abiti?- chiese Simona, cercando di controllare la voce.

-a Bolzano, con mia moglie- rispose Paolo intento a mangiare la pizza.

-moglie?- chiese bevendo Simona. Giovanni notò che la mano le tremava.

-ho sposato Sara un anno fa- rispose veloce Paolo.

-non sapevamo- disse a denti stretti sua madre.

-che bella casa! Veramente bella!- cambiò discorso Paolo

-grazie- risposero contemporaneamente Giovanni e Simona.

-chi l’ha addobbata cosi bene?- continuò Paolo osservando l’albero dietro a loro.

-IO!- alzò la mano Silvia, orgogliosa, dimenticandosi di chi aveva davanti.

-che brava! Sei stata proprio brava amore!- le rispose Paolo sorridendole.

Silvia lo guardò sfuggevole e continuò a mangiare nervosamente la pizza.

 La mattina dopo Giovanni si mise di buon’ora a finire i compiti. Ormai mancava una settimana all’inizio della scuola. La sera prima era riuscito a chiamare Francesca, chiudendosi in bagno, evitando domande maliziose che il fratello gli avrebbe sicuramente fatto.

Paolo si sarebbe fermato solo quella giornata e sarebbe partito la sera stessa. “manca poco, manca poco…..! pensava Giovanni.

 

Mentre cercava di raccogliere idee sul tragico tema che doveva fare :”pensieri sotto l’albero di Natale”, si aprì di scatto la porta.

Giovanni si volse ancora perso nei suoi pensieri.

Sull’uscio c’era un uomo, non tanto alto ma parecchio robusto. Era biondi e grandi occhi azzurri lo guardavano. Teneva una palla di basket in mano e sotto la felpa, si intravedeva un po’ di pancetta… suo padre.

 

gli sorrise –sono tornato presto dal lavoro oggi. Che te ne pare di fare una partitina?? Dovrei un po’ dimagrire…- disse indicando la pancetta

-papà!- esclamò felice Giovanni

-Giò, cosa stai dicendo…..-

A poco a poco l’immagine del padre si dissolse e Giovanni si accorse che sull’uscio c’era Paolo, non il padre, che lo guardava con aria interrogativa.

-Giò stai bene? Ho sentito male o mi hai chiamato… papà?- gli chiese preoccupato Paolo.

Giovanni non ci poteva credere. Aveva appena avuto una visione di suo padre dopo 5 anni dalla sua scomparsa e per di più l’aveva scambiato per.. suo fratello.

-no no sto bene, scusa sono un po’ stanco- rispose fugace Giovanni girandosi verso il computer e divampando.

-allora vuoi giocare?- gli richiese Paolo, tornando alla sua vocetta allegra.

-no, devo studiare- fu la risposta secca di Giovanni.

Paolo si girò, uscì e chiuse piano la porta.

 

 

Quel pomeriggio Giovanni andò a casa di Francesca e le raccontò del fatto successo la mattina.

-ho visto mio padre al posto di mio fratello! Come se fosse stata una visione! È pazzesco…-

-Bè Giò mi sembra normale, poi se dici che gli assomiglia particolarmente….-

-troppo- lo interruppe Giovanni, serio.

-però cerca di vivere queste ultime ore che è a casa vostra serenamente ok? Se no è una tortura..- gli consigliò Francesca.

-.non posso fare buon viso a cattivo gioco, Fra… quando lo guardo negli occhi vedo…-

-tuo padre?- lo interruppe Francesca.

-no. Rivedo davanti a me le scene di quando lui.. lui.. picchiava mia madre- rispose in un sibilo Giovanni.

-pensa che domani, anzi stasera non ci sarà già più eh??- gli disse affettuosamente passando una mano fra i capelli del ragazzo.

Giovanni abbozzò un sorriso. Si guardò in giro e vide la gabbietta del coniglio.

-ah! – disse osservando il batuffolo bianco. –mi sono dimenticato di chiedertelo.. come l’hai chiamato poi il coniglio?-

Francesca si indirizzò verso la gabbietta, la aprì e ne estrasse l’animaletto.

-lui….- disse la ragazza portandolo verso Giovanni –è Ettore!-

Giovanni sorrise

-dai un bacino a Giò Ettore…- disse Francesca cercando di avvicinare il coniglio al viso del ragazzo.

-no.. no… Fra.. dai- lo respinse Giovanni. Neanche Ettore sembrava troppo felice.

“almeno non puzza” pensò Giovanni osservando Francesca che rimetteva amorevolmente Ettore in gabbia.

 

 

 

  
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