E poi arriva il momento della partenza. Quel momento in cui devi
tornare da dove sei venuto, sapendo di tornare alla solita routine. Sai
che non camminerai più sotto le stelle di Parigi, che non
vedrai più la Tour Eiffel illuminata, che non potrai
più navigare sulle acque della Senna. Sai che non potrai
più andare a letto alle 3 perchè prima facevi
casino coi compagni di stanza, che non potrai più
sgattaiolare nelle stanze altrui, e non potrai più essere
felice di aver fottuto il professore. Sai che non potrai più
dormire in cinque in un letto, che non dovrai più dormire
sul pavimento pur di stare con le persone cui vuoi bene. Sai che non
andrai tutte i giorni a pranzo da Mcdonald's e prendere l'insalata, e
sai che rimpiangerai le solite patatine della cena di Rocco. Sai che
non scriverai tutti i giorni al tuo compagno che non è
venuto in gita, che non ruberai il cappello ad un tuo amico
mettendotelo in testa, che non ascolterai i problemi sentimentali degli
altri dando consigli, tenendoti stretti i tuoi. Sai che non tormenterai
tutti i giorni la Marty e la Flavia appolaiandoti sul sedile facendo
loro il solletivo, che non saluterai dal pullman gente sconosciuta, che
non lancerai pane durante la cena non visto dai prof. Sai che non ti
potrai più appendere alle tendine, che non sentire
più le battute del Federico, e sai che rimpiangerai anche
quelle pietose. Sai che ti mancherà vedere la Maieutica
fumare, ti mancherà esultare per un goal sentito da una
telecronaca francese. Ti mancherà vagare senza meta per le
vie di una "ridente" cittadine della Borgogna, ti mancherà
la foto truzza che non volevi fare nella galleria degli specchi di
Versailles. E ti mancheranno i giardini, il gelato a forma di
ghiacciolo, l'anatra nel laghetto e le foto con i compagni.
Ti siedi sul pullman, chiudi gli occhi e ti addormenti, pensando:
"GRAZIE PARIGI, GRAZIE DI TUTTO!"