“Alla
fine mi ritrovo qui, chissà quante ragazze vorrebbero stare
al mio posto ed ora
sarei felice di averlo ceduto prima.
Mi
ritrovo qui stesa sul letto, senza più nulla addosso, i miei
vestiti sono
sparsi per la stanza, alcuni integri ed altri ormai a pezzi.
Sono
qui a pancia in giù sul tuo letto, con la testa appoggiata a
questo morbido cuscino
e le braccia sotto di esso.
Tu sei davanti a me, in piedi, appoggiato alla finestra, stai fumando
una sigaretta
che ora tocca ciò che fino a poco fa divorava il mio corpo.
Rivolgi poche volte lo sguardo verso di me, ti guardi intorno, guardi
la stanza
che conosci alla perfezione, muovendo quel collo che io ho tanto
toccato con le
mie labbra stanotte.
Quelle poche volte in cui mi guardi, guardi il mio corpo coperto
soltanto da un
leggero lenzuolo da cui puoi intravedere le mie forme, non mi guardi
negli
occhi. Perché?
La sigaretta è quasi finita ed io continuo a fissarti in
attesa di un incrocio
con le tue iridi.
Ad
un certo punto finalmente tu fermi il tuo sguardo sul mio, i nostri
occhi si
fissano come attratti gli uni dagli altri.
Mi guardi soddisfatto, sei soddisfatto della notte passata, e mentre ci
fissiamo come ipnotizzati una lacrima prima incastrata
tra le ciglia
decide di scivolare giù, una lacrima di tristezza.
Il tuo sguardo diventa serio, butti quel mozzicone e ti avvicini piano
a me.
Vorresti
farti ancora desiderare da me? Vorresti che io desideri il tuo corpo?
Non
sono mai stata così!
Muovendo
lentamente quel tuo corpo ancora accaldato, appoggi prima
l’una poi l’altra le
ginocchia sul letto,buttandoti in avanti e mettendoti a gattoni proprio
davanti
a me che continuo a fissarti, quasi implorandoti di farmi tornare
indietro.
I nostri sguardi non si staccano, mentre quella mia lacrima si
è infine unita
al morbido cuscino, così come ci siamo uniti noi stanotte,
dopo che tu sei
riuscito ad attirarmi col tuo fascino etereo nella ragnatela.
Continui a guardarmi, con la testa alta sulla mia, pian piano ti
avvicini
dandomi un leggero bacio non ricambiato da me, mi sfiori appena, quasi
come un
segno di affetto…amore?
Sento
le tue calde labbra che dal mio viso con dei baci scendono sul collo,
sulla
schiena.
Mi
lasci baci delicati, pian piano sposti il lenzuolo per poter baciare la
mia
carne.
Un
brivido mi percorre la schiena, lo stesso che ho provato quando ieri
sera hai
circondato il mio sottile polso con le tue mani dalle dita affusolate.
Scendi ancora, finché non arrivi a toccare con la mano il
mio fondoschiena.
Ti
fermi, non scopri più nulla. Che c’è?
Perché non vai avanti? Di cosa hai paura?
Eppure stanotte sapevi che era la mia prima volta e non ti sei fermato,
non hai
avuto la delicatezza che hai ora, la delicatezza che mi sarei
aspettata, che ho
sognato per la mia prima volta.
Sei
stato forte, mi hai fatto davvero male, eppure hai continuato a
mostrarmi la
tua forza, mentre ora hai paura di darmi un semplice bacio.
Con poca cura posizioni il lenzuolo poco sopra il mio sedere e torni al
mio
viso, mi guardi, delicatamente mi accarezzi i capelli, ti stendi vicino
a me
Con
la mano mi sfiori facendomi rabbrividire ancora e torni a metterla dove
era
prima, delicata.
Ti
avvicini sempre di più,ormai i nostri volti sono a
pochissimi centimetri di
distanza,i nostri nasi si sfiorano e continui a guardarmi.
Anche
io ti guardo, però il mio sguardo a differenza del tuo
è spento, non emana l’amore,
la gioia di ieri sera quando mi hai portato qui, lontana dalla festa di
compleanno di tuo fratello.
Sai… mi hai fatto male, non solo fisicamente.
Sto
male perché come una sciocca mi son fatta prendere da te la
verginità, come una
sciocca perché so che appena il sole si alzerà in
cielo dovrò andare via come
tutte le altre, come una delle tante.
Eppure
sembra che ora tu mi voglia proteggere. Da cosa?
Mi fa male il ventre, ho delle fitte dolorose che non sono niente
rispetto al
cuore che sanguina da ore ormai.
Mi
giro sul fianco di fronte a te,mi stringi forte.
Ho
il viso sul tuo petto,sento il tuo cuore che batte,forte.
Sento
i nostri corpi vicini, troppo vicini.
Sono
sempre stata una vinta. Ho permesso a tutti tutto, dal giorno del mio
arrivo
fino a questa notte.
Sento
il tuo respiro che leggermente mi muove i capelli e continui ad
accarezzarmi la
schiena facendomi addormentare, di nuovo.
Lo
hai sempre saputo questo mio ennesimo punto debole.
Gli
occhi…si chiudono…Ti
ritroverò…al mio…risveglio?
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Un
leggero raggio di sole mi infastidisce il sonno, mi colpisce le
palpebre
chiuse.
Allungo
una mano per cercarti e non ci sei, spero di aver sognato. Ma no!
Sento
il tuo braccio cingermi il bacino, mi ritrovo a pancia in
giù con la testa sul
tuo cuscino ormai pieno del tuo profumo a cui non resisto, non ho mai
resisti
al tuo profumo.
Non
sei più davanti a me, sei dietro di me col braccio intorno
al mio bacino e con
la testa appoggiata sulla mia schiena.
Adoro i tuoi capelli che ora
mi solleticano
dolcemente, adoro il tuo respiro che mi riscalda la pelle.
I
miei occhi chiari si fissano sulla camicia che ieri sera avevo deciso
di
indossare, dovrebbe avere tre bottoni scuciti ora.
Dovrò aggiustarla a casa, cosa che invece non
potrò fare con gli slip
strappatimi via dai tuoi denti, gli stessi denti che mi hanno lasciato
un
succhiotto sul collo che tarderà a sparire.
Un profondo sospiro mi fa sollevare di più la schiena,
svegliandoti.
Non
sento più il tuo capo gravare sul mio corpo.
Mi
sento immobile non riesco a muovermi. Perché sono
così sciocca da stare ferma? Perché
sono sempre stata così
sciocca da
stare sempre ferma?
Ti
stai riabbassando, sento il tuo fiato tornare a riscaldarmi.
Lasci
dei baci infuocati sul mio collo scoperto. Non ho i capelli corvini a
proteggermi, li hai spostati tu.
Un’altra
lacrima cade. E quel sottile raggio di sole continua a infastidire i
miei
occhi.
Se non fossi così buona, così stupida, a
quest’ora me ne sarei andata, a quest’ora
ti avrei urlato in faccia il mio dolore nel vederti per i corridoi, con
la
rossa a sbavarti dietro e la rosa così petulante nel
tentativo di essere
interessante ai tuoi occhi, per quei corridoi che attraversiamo tutti i
giorni
dove racconti ai tuoi amici con poche frasi l’ultima tipa che
hai portato nel
tuo letto, con quel tuo sorriso appena accennato e quel tuo sguardo
talmente
intenso da sciogliere chiunque. A quest’ora avrei maledetto
Ino per avermi
convinta a venire alla festa di un mio vecchio amico.
Si
amico. Perché dopotutto io, tu e tuo fratello siamo amici da
quando ho memoria.
Siamo
stati amici.
Non
ricordo se furono i nostri genitori a costringerci o no.
Cosa
ti ha spinto alle medie ad allontanarti da me? Eravamo un trio compatto
eppure tu
l’hai rotto.
Hai
smesso di baciarmi. Da quando?
Cosa
fai ora? Ti sento dietro di me ma non so cosa stai facendo.
Socchiudo
gli occhi, guardo ancora la camicetta ma in realtà non le
presto attenzione.
Mi
tornano in mente tutte le volte che Sakura e Tenten si sono avvicinate
al mio
banco per rivelarmi le tue conquiste, le tue follie con i tuoi amici, i
tuoi
ottimi risultati o il tuo pranzo della giornata.
Ho
sempre sperato che tu tornassi ad essermi amico, e la speranza
è diventata
cotta, forse amore?
Cosa
ti ha spinto a cercarmi ieri sera, a portarmi qui?
Ed
ora come posso non pensare che quando ti sarai stancato di me non mi
butterai
via? Come le altre.
Ti
sento sollevarti, una mano si posa sulla mia schiena.
Mi
vuoi far addormentare di nuovo.
Non
ho neanche avuto il coraggio di dirti almeno “ti
amo”, da dirti “bastardo” tra tutte le sciocchezze
compiute stanotte.
Una
notte che vorrei dimenticare.
E
appena mi risveglierò sarà peggio.
Dovrò rivestirmi davanti ai tuoi occhi e
andare via come se nulla fosse accaduto.
Dovrò
guardarti domani a scuola da lontano, come sempre, con le occhiate
maliziose
degli altri addosso.
Non
sarò più “l’invisibile
Hinata”. Sarò etichettata con nomi ben peggiori
mentre
tu ti vanterai della notte passata con me.
Il
sonno comincia…a
giungere…lentamente…sotto…il
tuo…tocco…Sasuke”