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Autore: _ninive_    10/04/2011    1 recensioni
Ray, occhi azzurri, sguardo serio. Sulle labbra ancora il ricordo di quella ragazza, Maya, che l'ha tradito e poi è partita... Eppure è passato un anno. Lui è sempre lo stesso, irriverente, sfrontato, ma sente la mancanza di qualcosa che è volata via nel vento. E poi, il bacio di quella ragazza misteriosa, coperta da una maschera, perfetto, unico, fascinoso, ma senza nome o volto. Solo due occhi lontani, grigi, e un braccialetto d'argento. Nuove amicizie, sensazioni, ma sempre lo stesso passato che ritorna. E allora cosa scegliere? IL SEGUITO DI "TRA MARE E CIELO" ma capibile anche per chi non ha seguito la storia. Gruppo su Facebook CON GLI OCCHI DI RAY. FATEMI SAPERE SE VI PIACE!
"Si può essere attratti da qualcuno in maniera così incondizionata da non preoccuparsi delle conseguenze?
Le sue labbra cercano quelle di Ray, le trovano, le stringono, le mordono, dolci. Le lingue lottano, indomabili, al tempo coi respiri, coi profumi, con la voglia…
Poi, veloce come era arrivata, si allontana da lui, corre via. Lui cerca di afferrarla per un polso, ma il suo braccio scivola via.
La vede sparire dietro le porte di un ascensore, rivolgergli un ultimo sguardo d’argento oltre i buchi della maschera.
Ray non ricorda di aver mai visto occhi così belli, eppure così tremendamente lontani. " leggete e commentate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tra mare e cielo'
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bcoabcoqucouMorena abbassa il private glass e si passa il mascara sulle ciglia già lunghe. Indossa un vestito bianco perlato che le stringe dolcemente in vita, scollato e corto. Mi sembra di averlo già visto da qualche parte. Chiude il mascara e lo butta in una borsa ai suoi piedi. Da una ravvivata ai capelli, se li lega alti sopra la testa e ci infila un elastico bianco con un fiore.
Io continuo a guidare, ma ogni tanto la guardo. È molto bella. Ma quello lo è sempre. “Accelera, Ray, siamo in fottutissimo ritardo. In chiesa avranno già cominciato. Cavolo, sei il testimone!”
Si toglie le scarpe da tennis e le lancia dietro.
“Ehi, attenta, ancora un po’ e spacchi i finestrini!”
“Shh!”
Si infila un paio di scarpe nere, col tacco vertiginoso.
“Ma ci sai camminare su quelle?”
Lei non risponde. Cerca disperata nella borsa. Trova una forcina celeste e se le mette per fermare la coda.
“Non mi hai detto neanche se sto bene o male, vestito così!”
“Sembri persino serio” dice, guardandomi. Indosso il completo che mi ha regalato Marty, con una giacca nera e un fiore bianco nel taschino.
“Sembro un pinguino?”
“Che dici! Sei molto carino, ti sta benissimo la camicia.”
“Le camicie sono il mio forte. Adoro sganciarle.”
“Spiritoso…”
Prende un grosso pennello da trucco e del phard dalla borsa, e si passa il pennello sulle guance già rosse. Io lancio un’occhiata alle sue gambe perfette, e rischio di investire una signora. È assurdo quanto possa essere camaleontica. È due facce della stessa medaglia: da un lato, il maschiaccio col cappello, dall’altro la ragazza sexy.
Arriviamo alla chiesa, e tutti sono già dentro. “Cazzo, muoviti Ray.”
Scende dall’auto in un baleno. Corre più veloce di me anche se ha i tacchi. Cavolo, per essere una che non li usa mai, ci cammina benissimo.
Entriamo in chiesa, e le nostre mani si cercano, come sempre.
“Vai, Ray, manchi solo tu” mi sussurra lei, poi mi da un bacio sulla guancia e mi spinge avanti. Io mi posiziono, sperando, invano, che nessuno abbia notato il mio ritardo. Lo sguardo infuriato di Ste mi trafigge, io gli faccio l’occhiolino e si scioglie, riprendendo l’espressione orgogliosa e felice che aveva prima. Indossa uno smoking bianco panna. Samu è raggiante, con le lacrime agli occhi. Il suo vestito bianco è molto semplice, come è lei, con un leggero riflesso azzurro. È molto bella.
Sere al mio fianco non smette di piangere, stretta in un abitino rosa. In prima fila noto mia madre, vestita di blu, in lacrime, che mi saluta con la mano, e mio padre, sorridente e orgoglioso, mi lancia un’occhiata di rimprovero per il mio ritardo, ma che poi mi saluta. Chissà a che ora sono arrivati. Marty, seduta accanto a lui, indossa il vestito blu che ha comprato con me, e ha piccole roselline tra i capelli corti arricciati. Il resto dei miei amici non c’è, è in viaggio, come avevano detto. Scorgo un sacco di persone che mi salutano, ognuno di loro messo in tiro, felice di un giorno speciale per mio fratello e Samu. I testimoni di Samu sono due cugini francesi, venuti appositamente per il matrimonio, gemelli, alti e biondi, che non capiscono una mazza di quello che dice il prete. Il mio sguardo si perde oltre la folla, per vedere lei, Morena, che mi sorride, illuminata da un raggio di sole che entra dalla vetrata, splendente sopra tutti gli altri. Ricambio il sorriso, e penso che oggi è il giorno giusto per fare chiarezza, per dirle quello che penso.
Firmo, deciso, dove mi fanno segno, e attendo che finisca la cerimonia. Gli sposi si scambiano un bacio, e, finalmente, escono fuori dalla chiesa sotto una pioggia di riso, e auguri, tenendosi per mano e sorridendosi a vicenda, felici. Io mi metto da parte, e una fila si forma davanti a loro, pronta a fare milioni di auguri sinceri.
“Ehi, principe, aspetta qualcuno?”
Riconosco la voce di Morena, e sorrido. Mi volto e le do un bacio sulla guancia. “Si, la mia principessa.”
“Allora la lascio in pace.”
“E chi le dice che non è qui, davanti ai miei occhi?”
Lei ride e non fa in tempo a dire nulla, che le squilla il telefono.
“Scusa, torno subito.”
Io la guardo allontanarsi nella piazza, e Marty si avvicina.
“Sento i soldi tintinnare nel mio portafoglio” mi dice, in un tono cantilenante.
“Ma che dici, tu non hai un portafoglio, usi solo carte di credito.”
“Ma Ray, è metaforico!”
“E comunque, non so se vincerò la scommessa.”
“Perché?”
“Marty, guardala. È bella, simpatica, intelligente, un po’ malinconica, è vero, ma la sto scoprendo giorno per giorno. Io… non so più cosa voglio, davvero.”
“Te lo leggo negli occhi cosa vuoi. Tu vuoi lei, ma… c’è qualcosa che ti blocca.”
“E non so nemmeno io cos’è.”
Marty sorride e mi abbraccia. “Fai quello che ti dice il cuore, tesoro. Io ti starò vicino, comunque.”
“Lo so, Marty. È per questo che ti adoro.”
“Morena indossa uno dei miei vestiti, l’ho comprato con te.”
“Cavolo, è vero!”
“Mi ha chiamato ieri notte, sul tardi. All’inizio non lo voleva, perché ha detto che costava più di tutto il suo guardaroba…”

Morena risponde al cellulare, scocciata.
“Pronto?”
“Morena…”
“Ciao, Leo.”
“Sei ancora viva quindi?”
“Si, scusa se non mi sono fatta sentire, è solo che…”
“Che?”
Vorrebbe spiegargli tutto, ogni singolo sentimento per Ray, e invece si limita a sospirare, triste. “Non possiamo più vederci, Leo.”
Leo sta zitto, dall’altra parte della cornetta. Poi: “Perché? Hai trovato qualcun altro da usare?”
“Non dire cazzate, lo sai che non ti ho usato. Io sono sbagliata per te, tu meriti qualcuno di più…”
“Non tirarmi fuori queste storie patetiche, per favore. Non sono stupido, lo sai. Sii sincera.”
Ma Morena è sincera. E sa anche che lui non le crederà mai.
“Tu ti accontenti di baci rubati. Prendimi sul serio, lo sai che non posso essere una persona diversa, lo sai che sono così. Scusami, tu… sei una delle cose migliori che mi sia mai capitata, ma… non posso.”
“Ho sempre cercato di capirti, Morena. Mi basta averti accanto, lo sai.”
“Ti accontenti, te lo ripeto.”
“Tu mi basti.”
“Io non basto neanche a me stessa, come posso soddisfare te? Leo, ti prego, non arrabbiarti e non insistere.”
“Io sono qui. Qualsiasi scelta tu faccia.”
“Non devi.”
“Almeno questo posso farlo. Devo farlo.”
Morena si siede su una panchina, aspettando quella frase, aspettando la catastrofe. Che arriva. “Morena, io mi sono innamorato di te.”
“Oh, Leo, ti prego… scusami. Non parlare più, per favore. Mi dispiace di non... scusami. Ora devo andare.”
“Ciao, More.”
“Ciao, Leo.”
Morena chiude la chiamata e guarda la piazza gremita di gente in festa. I suoi occhi trovano lui, quel ragazzo bellissimo, col sorriso mozzafiato, col fisico perfetto, solare, intelligente, mordace, ma anche serio, che le ha rubato il cuore. Avrebbe voluto parlare a Leo di lui, sarebbe stato un ottimo amico. Ma la colpa era sua, che l’aveva baciato, che si era infilata nelle sue lenzuola come un serpente, in una rete fitta di segreti e frasi non dette. Rimette il cellulare in borsa e si avvicina a Ray, sentendo dopo ogni passo svanire quel peso che le attanaglia il cuore.

“Tutto ok, piccolina?”
“Si, tutto bene, grazie.”
“Vieni, ti presento i miei.”
Morena segue Ray, che le prende la mano. Lei pensa che la gente potrebbe pensare che ci sia qualcosa tra loro due, ma a lei non dispiace. Sente il suo cuore battere forte, troppo forte.
“More, lei è mia Mamma, Adele, e mio padre, quello che parla al telefono là in fondo, Andrea.”
Morena sorride, educata, a una donna bionda, con gli occhi celesti, spiccicata a Stefano, il fratello di Ray, molto bella. Lei abbraccia il figlio e stringe la mano a Morena. “Ciao, cara. Sei la ragazza di Ray?”
“No, mamma, e non metterla in imbarazzo.”
Adele ride. “Scusate, sia me che mio marito. È un bel po’ impegnato, lo sai, Ray. Siamo stanchissimi, siamo arrivati col volo delle sei dall’Australia.”
“Caspita, che figo.”
Ray stringe la mano a Morena, che ridacchia. Vorrebbe allontanarsi da tutto quel casino di mani e auguri, rifugiarsi in qualche posto e stare da solo con lei, ma deve fare la bella faccia e aspettare.
“Eh si, ma piuttosto logorante, stare lontano dalla famiglia nove mesi all’anno. A proposito, Ray, sei diventato più muscoloso!”
Morena ridacchia per quel piccolo ritratto familiare. Il padre, capelli neri e occhi azzurri, si avvicina e abbraccia Ray, poi domanda: “ E questa bellissima ragazza chi è?”
“Tesoro non è la ragazza di Ray, se è questo che stavi pensando. Si chiama Morena.”
“Ma che bel nome…”
“Mia madre è per metà spagnola, era il nome di sua nonna.”
Ray si stupisce, perché non conosce questo particolare della vita di Morena. Rimangono a parlare altri dieci minuti, poi si avviano insieme verso il ristorante.
Morena risale in macchina con Ray, si aggancia la cintura e sorride. “Sai, tuo padre è in versione te tra vent’anni.”
“Me lo dicono tutti. Allora non sarò tanto male.”
Ray guida e canticchia la canzone alla radio, Fare a meno di te di Neffa e J-Ax.
“Un giorno è come vuoi, un giorno non è facile, avermi sempre accanto a te… fortuna che tu sei, più avanti dei miei limiti, e che sei saggia più di me… mmm… non dire mai bye bye non dire mai vai via, resta insieme a me io non chiedo di meglio, tanto oramai già sai che sei e sarai mia, davanti a noi un mondo di strade che si aprono… e anche se io sto cercando ancora mille scuse… è chiaro che ora io non posso più fare a meno di te… io non voglio più bruciare nella cenere di una sconosciuta anche fosse Venere, non ne voglio più saperne io non posso più… fare a meno di te… ogni giorno farsi una ragazza facile, non ha reso mai un uomo meno fragile, non le voglio più vedere, io non posso più fare a meno di te…”
Morena ride, immaginando che quella canzone sia dedicata a lei, senza sapere che è così. Ray continua a canticchiare. “Tipe mezze nude, e mezze Gucci e Prada, sgamano i ricconi manco avessero il radar, altre tipe invece fan le bigotte, se c’hai la tipa arrivano a frotte tutta la notte… ma queste pensano che non le vedo, ‘ste reginette dell’eros,sanno di plastica peggio che il Lego, ci stavo dentro e non nego, in pieno trip del mio ego schiavo del piacere e di un placebo… c’è ancora gente che, parla di sesso debole, ma non ha conosciuto te… mmm…”
Ray lascia la canzone a metà, perché sono arrivati.
“Cazzo, tuo fratello si tiene bene.”
Ray ride, sentendo Morena stupirsi della bellezza del ristorante. “Regalo di mio padre.”
Entrano e fanno un giro intorno alla piscina, ridendo.
“Ti rendi conto che non siamo mai andati al mare di giorno? Solo di notte. Non ci abbronzeremo mai!”
“Ma se sei tu che non ci vuoi andare!”
“Ray, ma chi te lo dice? Sono riuscita a vestirmi così,” indica il suo vestito bianco, che secondo Ray le sta magnificamente bene, con aria stralunata “posso benissimo mettermi in costume. Sempre che la spiaggia sia vuota!”
Ray la prende in braccio e fa finta di buttarla nella piscina, lei si tiene forte a lui, ridendo come lui non l’aveva mai vista ridere. E sono di nuovo vicini. Lui le da un bacio sul naso, sorridendole, dolce, e Morena arrossisce, col cuore che batte di nuovo a mille.
“Vieni, andiamo a sederci a tavola.”
Si posizionano vicino agli sposi, di fronte ai genitori di Ray. Marty saluta al tavolo vicino, e fa la linguaccia a Ray, che risponde con un ghigno senza farsi vedere. Poi sente la mano di Morena posizionarsi sul suo ginocchio, sotto la tovaglia, e lui gliela stringe, dandole un bacio sul collo.
Mangiano gli antipasti e il primo, e Ray ride perché Morena non riesce ad aprire una cozza con la forchetta e il coltello. Allora lo fa lui per lei, servendogliela, amorevole.
Finiscono il dolce, che per una volta sia Ray che Serena mangiano, probabilmente ripromettendosi di digiunare il giorno dopo, quando fuori il sole è quasi calato.
Cominciano a cantare al karaoke. Tutti si tappano le orecchie mentre Stefano canta Gianna, e applaudono quando è Marty a cantare Cambiare. Poi cominciano a ballare nella sala accanto al ristorante. Dopo due giri con sua madre e sua sorella, prende la mano a Morena, e le chiede di ballare. La canzone è lenta, e Ray pensa che non ci sia nulla di meglio per stringerla a sé.
Ballano vicini, lentamente, mentre Ray la bacia sul collo, delicato, come se fosse una bambola di cristallo, fragile.
Morena sente il suo respiro sulla pelle, le mani intorno alla vita, si sente bene, al sicuro, protetta, serena.
“Vieni, usciamo.”
Escono e si siedono sui gradini, a guardare i fuochi d’artificio, mentre Marty flirta con uno dei due gemelli francesi, parlandogli un po’ in inglese, un po’ in francese e un po’ in tedesco, lasciandolo frastornato.
Andrea da un colpetto leggero ad Adele, e le fa segno di guardare in direzione di Ray e Morena.
“Secondo te c’è qualcosa?”
“Sicuro qualcosa c’è. Di molto indefinito, coi contorni sfumati, certo. Però è percepibile. È strano vedere Ray che ha così tante attenzioni per una ragazza. La tratta come se fosse un tesoro prezioso, è dolce.”
“Già, di solito le usa come pezze da piedi.”
“Andre, di cosa ti lamenti? È la tua copia alla sua età.”
Andrea sorride e mette una mano sotto il mento alla moglie. “Finché qualcuno non mi ha cambiato la vita.”
Adele gli da un bacio, guardando Samuela e Stefano ballare in mezzo alla pista.
“La tua benedizione, questo paio di occhi azzurri.”

Marty si avvicina a me e a Morena. Sono le ventuno, e penso si aver passato una giornata bellissima.
“Ray, ti rubo Morena. Dobbiamo fare un gioco tra donne! A dopo!”
“E io che faccio?”
“Ma che ne so!”
Morena se ne va via, trascinata da Marty, dopo avermi lanciato uno sguardo interrogativo. Mi siedo fuori, su delle panchine, le cuffie nelle orecchie, per non pensare.
Una macchina nera si ferma di fronte a me, nel parcheggio.
Un paio di gambe perfette fanno capolino dal sedile di dietro, seguite dal resto del corpo.
Una ragazza si materializza di fronte a me. Capelli lunghi, né lisci né ricci, frangetta che va sugli occhi castani, bellissimi. Labbra grandi, zigomi alti, sopraciglia arcuate.
Mi sorride, stretta in un vestito nero che mette in risalto le curve perfette.
“Ciao, Ray.”
Leggermente abbronzata, esattamente come la ricordavo, ma molto più donna.
“Maya.”
Lei ride, mettendo in mostra i denti bianchi e perfetti. “Sono tornata.”

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Che ve ne pare? Grazie a chi ha letto e messo nelle storie seguite/preferite/da ricordare la mia storia.... VI AMO! XD Grazie a chi commenta... Fatemi sapere.. =)
_ninive_


 

  
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