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Autore: Ulisse85    11/04/2011    2 recensioni
Aveva dieci anni. Era, è vero, ancora un bambino, ma poteva cominciare ad ascoltare le lezioni dei sacerdoti sul divino Apollo.... Era di nuovo bambino, aveva dieci anni, e ne erano passati due da quando sua madre lo aveva portato per la prima volta per quei sotterranei bui, dove aveva sentito predicare di un Messia, figlio di Dio....Si trova a Yathrib ...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva dieci anni. Era, è vero, ancora un bambino, ma poteva cominciare ad ascoltare le lezioni dei sacerdoti sul divino Apollo.

Finalmente poteva dedicarsi a ciò per cui era nato, e a chi lo aveva chiamato a sé già da tempo.

Quando era più piccolo si era gravemente ammalato ed era caduto in un sonno profondo e, nonostante le cure dei medici, non si risvegliava.

Così gli somministrarono una pozione che poteva guarirlo ma anche avere dei gravi effetti negativi: tutto sarebbe dipeso dal fatto che il bambino avesse superato o no la notte.

Le prime luci dell’alba furono anche i primi raggi solari che i suoi occhi videro, e il sorgere del Sole fu presagio e certezza della sua guarigione, e del suo risorgere a nuova vita insieme al Sole, trainato dal lucente Dio, con il suo carro di fuoco.

Il Dio lo aveva protetto, era chiaro a lui come ai suoi genitori. Fu per questo che decise che ne sarebbe divenuto sacerdote, perché il Dio che ogni giorno fa rinascere la vita sulla terra lo aveva scelto.

Il bambino crebbe e, a quindici anni, fu ammesso nella cerchia dei discepoli del sacerdote, destinati a diventare anche loro tali. Destinati a diventare sacerdoti di quello che ormai egli sentiva pienamente essere il “Suo Dio”, che ancora una volta, il giorno successivo, avrebbe trainato in alto il Sole con il suo carro lucente.

E il sole sorse. Ma in un’altra epoca.

Era di nuovo bambino, aveva dieci anni, e ne erano passati due da quando sua madre lo aveva portato per la prima volta per quei sotterranei bui, dove aveva sentito predicare di un Messia, figlio di Dio, fattosi crocifiggere per lavare i peccati dell’umanità, e stringere con essa una nuova alleanza.

Era rimasto turbato e commosso dalla storia di un amore così forte, e dall’idea di un dio non più lontano ma disposto addirittura a farsi uomo.

Era rimasto colpito anche dall’idea che ci fosse un solo e unico Dio, e gli piaceva il messaggio che i suoi discepoli, i cristiani, predicavano: era un messaggio di pace, carità e fratellanza.

Era affascinato da questa idea così diversa, che la seguì con passione, convinto fermamente di aver trovato la luce nel buio delle catacombe.

Anche se appena fanciullo, a quindici anni, era uno dei più fedeli e orgogliosi primi cristiani.

Anche troppo orgoglioso, tanto che per aver professato troppo apertamente la propria fede, venne condannato dai romani, nonostante l’età, a morte.

La notte, prima di quello che sarebbe stato il suo martirio, si addormentò tranquillo, fiducioso di sacrificarsi a testimonianza del vero Dio.

Ma forse non era giunto il suo momento.

O meglio era giunto, ma anche passato.

Da qualche secolo.

Si trova a Yathrib, la futura Medina, dove ha l’opportunità di crescere nella vera fede.

Molti, per entrare nella comunità di credenti dei seguaci di Maometto, si dovettero convertire alla verità, abbandonando il culto dei molti idoli della Kaaba, il tempio della Mecca, perché “Non vi è Dio all’infuori di Allah e Maometto è il suo profeta”.

Egli invece ebbe la fortuna di crescere, sin dagli otto-nove anni, sentendo parlare il Profeta. E comprendendo che non poteva che essere Lui quello vero, perché dell’altro aveva solo sentito parlare, mentre Questo lo poteva ascoltare direttamente.

A quindici anni, gli fu finalmente dato il permesso di partecipare alla Guerra Santa per convertire i Meccani.

Ma fu fatto prigioniero dopo poche settimane di combattimento. Già il giorno seguente sarebbe stato giustiziato, ma la sera prima dell’esecuzione era tranquillo, perché il suo contributo alla Giusta Causa, la gloria di Allah il Sublime, Luce della Luce, lo aveva dato.

Poteva quindi trascorrere serenamente la sua ultima notte sulla terra, perché poi lo aspettava il Paradiso.

Allah il Misericordioso riservava sempre un posto al suo fianco a chi si faceva Suo guerriero, a chi diffondeva la verità con la sua parola e la sua spada, convertendo o punendo gli infedeli che lo misconoscevano, e così lo offendevano.

E effettivamente dormì sereno come non mai.

Ma più a lungo di quanto si aspettasse.

Molto più a lungo.

Si svegliò nel 1875. Aveva sette anni. Il giorno successivo sarebbe stato il suo compleanno. Ed era domenica.

Il padre però, anziché portarlo a sentire le “fandonie di preti ladroni”, lo avrebbe introdotto nel suo gruppo politico.

Il padre, operaio, era un fervente marxista.

Credeva fermamente in un futuro sovvertimento del capitalismo, nella lotta alla proprietà privata, ed era un convinto ateo.

Così, ancora bambino, fu iniziato al marxismo e capì che la sua vita doveva essere indirizzata a cambiare questo mondo, o almeno a contribuire a cambiarlo, in special modo la sua società ed economia, per adeguarla a come Marx aveva indicato dovesse essere.

La società industriale, con il suo sistema capitalistico borghese, aveva portato allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e all’alienazione e alla povertà dei tanti per il vantaggio dei pochi. Ma, nella situazione presente, c’era già il germe di un cambiamento imminente, che richiedeva però la consapevolezza e l’unione di tutti gli operai, per raggiungere i comuni obiettivi.

Aveva trovato il suo scopo, il suo ideale, quasi una fede, in qualcosa di tangibile, e non in un ipotetico Dio.

Era il più giovane del partitino al quale era iscritto, ma era anche il più “credente”, tanto che la notte del 14 marzo 1883, quando Marx morì, pianse a lungo.

E il bambino si risvegliò, con ancora le guance rigate di lacrime, di nuovo a sette anni, di nuovo negli anni ’80, ma del 1900.

La sua era una famiglia laica, non era iscritta ad alcun partito politico, e così crebbe svincolato da qualsiasi influenza ideologica.

Sentì parlare vari predicatori, molti politici, alcuni ideologi.

Al liceo, studiò il pensiero dei filosofi, e vide i compagni e gli amici appassionarsi ed aderire alle più diverse dottrine politiche e religiose.

Tutti volevano rivelargli la Verità.

Ma egli sorrise sempre al sentire le varie verità e passò sempre avanti: ormai aveva capito.

Aveva capito che non c’era una vera fede, un padre degli dei, un messia o un figlio di dio sceso in terra, un grande architetto dell’universo, un tutto divino o un nulla ateo e sdivinizzato, un dio o una sua assenza, ma solo tanti uomini, ognuno dei quali doveva imparare a esistere, a vivere, a capirsi e a stare con gli altri, imparando a fare tutto questo, giorno dopo giorno, senza alcuna dottrina da seguire o ideologia alla quale conformarsi o verità assoluta e rivelata a cui credere.

E anche Dio sorrise, perché un altro suo figlio era finalmente diventato adulto.
   
 
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