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Autore: Kate_88    11/04/2011    8 recensioni
In secondo superiore nulla è facile, ancor meno se ci sono le prime difficoltà, gli amori e un nuovo nemico che non è per niente facile. Tutto cambia quando si cresce e sapere che un giorno si dovrà indossare una corona, grava ancora di più sulla schiena della povera Usagi.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Minako/Marta, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 16 – Gli occhi con cui guardarti.



Haruka silente osservava fuori dalla finestra, perdendosi nel paesaggio marino che si mostrava agitato, richiamando l'attenzione vanitoso.
La brezza marina carezzava i capelli corti di quella ragazza un po' mascolina che si concedeva qualche lacrima.
Erano ormai giorni che si crogiolava nei sensi di colpa, sfogandosi correndo in moto o in macchina lasciando le altre coinquiline in uno stato di preoccupazione.
Le parole dette a Seiya quella sera, le parole che era stata in grado di dire davanti agli occhi di Usagi, quella ragazza a cui teneva particolarmente e che voleva proteggere, risuonavano nella sua mente e la martellavano con i sensi di colpa.
Lei che non piangeva mai si era sfogata con Michiru, chiedendosi con quali occhi avrebbe nuovamente guardato Usagi, dopo aver detto quelle parole ed aver fatto capire che non si sarebbe dispiaciuta per quel ragazzo.
Michiru non s'avvicinava molto alla compagna, lasciandola un po' sola e sfruttando quei giorni per portare Hotaru al parco e farla svagare un po' dopo l'ultimo scontro.
Hotaru era piccola e non era facile andare avanti con il peso del mondo sulle spalle, così come non lo era per tutte le Sailor.
Setsuna rimase a casa e dopo aver terminato una telefonata, raggiunse Haruka in garage dove stava lucidando la moto.
« Ripresa? »
« Credo che per un po' sia meglio se non mi faccia vedere. »
« Cos'è il nemico ha preso la tua forza ed il tuo carattere? »
Setsuna se ne stava poggiata contro lo stipite della porta, con le braccia incrociate ed uno sguardo che tradiva una certa eccitazione.
« Cosa intendi? Usagi mi odierà, non posso stare bene. Dubito che sia felice di vedermi combattere al suo fianco. »
« Da quando sottovaluti così quella ragazza? Te lo ricordi tempo fa, quando pensava che Mamoru fosse negli Usa e non riusciva a sfogarsi con nessuno? »
Haruka tacque e i ricordi si fecero vivi, presenti...


Usagi aveva ricevuto l'ennesima card con delle stelle, immagini astronomiche, simboli che attribuiva a Mamoru, card che vedeva come cartoline dagli Usa seppure non riportassero nessuna parola, simbolo o timbro postale.
La solitudine aveva messo le basi nel corpo di Usagi che di fronte alle amiche non riusciva a sfogarsi, a dire quello che provava così da non far pesare anche alle compagne quell'assenza.
Se ne stava seduta su una panchina al parco, situata quasi sul bordo della strada quando una moto si fermò quasi impennando.
Haruka si tolse il casco ed osservò quella ragazza che sul volto aveva i segni della solitudine, della tristezza e della paura per quell'assenza.
« Usagi monta su... »
« Haruka... »
« Avanti, salta su senza dire nulla. »
Usagi non replicò alla ragazza e montò in sella stringendosi alla ragazza.
Forse Haruka aveva capito tutto al primo sguardo, forse il loro rapporto era più stretto di quanto si pensasse, tuttavia Usagi pianse contro la schiena della ragazza, versò tutte le lacrime mentre il vento le muoveva i capelli, l'aria di Tokyo lasciava spazio alla brezza marina, il sole salutava quella parte di mondo per lasciare la parte di protagonista alla Luna.
Lunghe lacrime, ore in moto fin quando il serbatoio permetteva, fin quando il corpo non si fosse stancato.
S'addormentò contro la schiena di Haruka, esausta per tutte quelle lacrime versate, esausta per quella situazione che si mostrava più grande di lei.


« Dovresti smetterla di sottovalutare Usagi. Io credo che non le dispiacerebbe vederti e poi non hai dato tu il colpo di grazia a Seiya. »
« Diamond... non avrei mai creduto che volesse davvero proteggere Usagi. Credevo volesse sfruttare nuovamente il suo potere. »
Haruka continuava a lucidare la moto, parlando con Setsuna finchè non squillò il cellulare a quest'ultima.
« Si arrivo. » si limitò a dire attaccando subito, sentendo su di se lo sguardo dell'amica.
« Sbaglio o ultimamente ti vedo particolarmente euforica? »
« Ma no, che dici. Senti io vado, ho delle commissioni da sbrigare. Vai a trovare Usagi eh! »
« Si ora vado. »
Con un cenno della mano salutò Setsuna e montò in moto, stavolta diretta alla scuola di Usagi, certa di poterla trovare lì.


Setsuna arrivò a scuola in tarda mattinata, quando ormai gli studenti erano in ricreazione ed i professori si concedevano qualche attimo di pausa, lontani dal caos delle ore precedenti.
Spesso mangiavano in un giardino un po' dismesso, dove gli studenti non andavano mai, preferendo l'erba vicino ai campi da baseball oppure i posti all'ombra sotto gli alberi dei giardini curati.
Diamond stava parlando con alcuni colleghi quando arrivò Setsuna che le fece segno d'avvicinarsi.
« Andiamo in infermeria. È vuota. »
« Sembri una studentessa invaghita. » la riprese Diamond mentre seguiva quella donna che, nascondendosi allo sguardo dell'uomo arrossì.

Stare ferma lì, alla porta del tempo, per Sailor Pluto non era facile.
Rinunciava ad ogni piacere della vita per compiacere la regina, per aiutarla a preservare la pace.
Si sentiva a volte felice per quel compito, a volte tremendamente triste.
Di fronte a se, lo spazio e il tempo rendevano tutto vuoto ed alle sue spalle c'era quella porta che altro non era che il passaggio dal nulla al tutto.
La guerra incombeva oltre quella porta, lì dove la regina e l'uomo che amava lottavano per mantenere la pace: quell'uomo che era re, che portava il nome di Endymion e che lei portava nel cuore per la solidarietà che spesso gli aveva mostrato.
Si sentiva sporca a provare quei sentimenti eppure non riusciva a capire come mai il pensiero di quell'uomo la facesse sentire meno sola, come se ogni volta che sentiva di crollare, lui le tendesse la mano.
Non capiva e l'unico punto di congiunzione che aveva con il re era Chibiusa, la small lady, quella bambina che come lei si sentiva sola, avvertendo pesante le responsabilità di una piccola principessa.
Chibiusa era tutta la madre, eppure lei non la odiava, anzi provava un senso di dolcezza e un calore nel cuore ogni volta che quella bambina le sorrideva, la chiamava per nome o le tendeva la mano.
Col tempo si sentì di nuovo sola, capendo che quel sentimento provato per il re era solo gratitudine.
La guerra continuava a distruggere quel mondo dietro di lei, poi l'arrivo di Diana l'avvertì che questa volta era la Small Lady ad essere in pericolo e non ci pensò due volte: abbandonò la porta del tempo infrangendo un tabù e raggiunse il campo di battaglia per aiutare le sue compagne: lei era una guerriera Sailor e voleva lottare con loro.
Lì di fronte a lei non c'era solo la distruzione ma anche la small lady nelle vesti di cattiva e Diamond, ribellatosi al Death phantom, accecato dalla rabbia e l'ambizione.
Eppure era così bello.
Cattivo e bello, con quei cristalli in mano e la paura di vedere la sua andare in frantumi, perchè la paura di Diamond era quella di aver gettato la sua vita a rincorrere una donna che non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti: la regina.
Sailor Pluto osservò ancora quell'uomo e con lo sguardo determinato e le lacrime agli occhi, fermò il tempo causando la sua stessa morte.
Chiuse gli occhi quella volta, ricordando il volto di Diamond e i racconti di Chibiusa su quell'uomo perfido che cercava solo la mamma.


« Allora, come va con Usagi? » domandò Setsuna chiudendo la porta dell'infermeria.
« A scuola è stata assente, ora è tornata ma ci limitiamo ad un rapporto tra professore ed alunna. »
« Dovresti parlarle. » mormorò Setsuna poggiandosi alla cattedra dell'infermiera.
« L'ho ucciso »
« Non avevi scelta »
« Potrebbe pensare che io sia quello di un tempo »
« Diamond sei un idiota! Sai, devo proprio dirtelo! Sei un idiota! » Setsuna tornò eretta, stavolta decisa a parlare, incrociando le braccia al petto e mostrando un'espressione matura « Un tempo l'hai quasi uccisa perchè tu avevi paura di morire, perchè tu una volta scoperto che eri stato manovrato hai avuto paura della morte. Hai tentato di averla, di forzarla, le volevi fare del male eppure non ti ha odiato. Hai fatto del male alle sue amiche, agli abitanti di Crystal Tokyo ma lei non ti ha mai odiata anzi, ti ha aiutato a tornare in vita e pensi che potrebbe odiarti ora, per aver salvato la vita non solo a lei bensì a tutti? Perchè ogni volta fai così? Sii uomo per una volta non fare il codardo! »
« Senti chi parla di codardia. Tu per prima che osservi quell'uomo in silenzio consapevole che nulla cambierà. »
« Non sai cosa osservano i miei occhi. Non sai cosa posso avere nel cuore. Al momento cerco d'assopire ogni mio sentimento perchè Usagi è in pericolo ed io voglio salvare lei, voglio salvare Mamoru ed un giorno vorrei essere con loro a palazzo a cullare la piccola principessa quando loro saranno impegnati, perchè voglio che cresca felice e non si senta mai sola. »
Setsuna uscì dall'infermeria senza neanche salutare Diamond.
Una luce in quella scuola tuttavia si muoveva, attirando l'attenzione degli studenti: una lucciola che di giorno brillava e sembrava cercare qualcosa.


La campanella suonò ed Usagi si sbrigò ad uscire, salutando le altre che avevano gli allenamenti ai club.
Al cancello stavolta non trovò Mamoru, visto che aveva il turno in ospedale, bensì vide Haruka poggiata alla sua moto.
Le sorrise con dolcezza e si avvicinò.
« Haruka come mai qui? Attendi Setsuna? »
« No perchè è qui? »
« Si l'ho intravista con Diamond... »
« Sei arrabbiata? »
Usagi osservava Haruka e scosse il capo in segno di negazione.
« Non posso essere arrabbiata con te e non lo sono neanche con Diamond. Ho sbagliato io e me ne assumo tutte le colpe. Spero solo che ci sia un modo per farli tornare. »
« Usa io volevo chiederti scu... »
« No per favore, non chiedermi scusa. Io ho avuto paura che tu non volessi più vedermi Haruka. Per me sei importante. »
Haruka si guardò intorno, un po' imbarazzata, poi si avvicinò ad Usagi e l'abbracciò.
L'affetto per quella ragazza era troppo grande per essere messo in discussione da un singolo episodio ed Usagi non avrebbe mai voluto perdere quella donna che rappresentava quasi una sorella maggiore.
Haruka c'era sempre stata nei momenti bui, non avrebbe mai voluto perderla.
Usagi rimase abbracciata ad Haruka per un po', ignorando gli sguardi degli altri, godendo quell'istante un po' materno, un po' amichevole, finchè una particolare Luce dal tetto non attirò l'attenzione di tutti.

Tanos devi trovare menti brillanti. Ne abbiamo bisogno!
« Mia padrona stia tranquilla. Quei due sono stati una perdita di tempo ma hanno indebolito il gruppo Sailor. Adesso ho trovato una nuova mente. L'ho seguita per un po', stia tranquilla. »
Chi è?
« È una sorpresa. Manderò una mia creatura. Vedrà che riusciremo ad indebolire Sailor Moon, a darvi tante menti brillanti ed infine... »
Tanos mi aspetto molto da te. Sei il mio fedele servitore.
Tanos sorrise ed aprì il libro di favole, pronunciò la formula Magica e la Bella Addormentata uscì dalle pagine.
« Vai all'istituto Juban » e non disse altro vedendo sparire la sua creatura dal sorriso deformato.



Ragazzi spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Ho voluto lasciare un pò di spazio a dei personaggi che al momento sembravano secondari e che invece hanno importanza nella vita di Usagi che come sappiamo sarà futura regina.
Abbiamo anche scoperto che l'obiettivo di Tanos è alla fine Sailor Moon.
In seguito scopriremo il perchè!
A presto e ringraziando tutti coloro che seguono, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi qui ed anche su altre storie scritte da me!


Un bacione, 


Kate
   
 
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