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Autore: BlackLilium    11/04/2011    1 recensioni
Si odiano, sono anime maledette, e quel che è peggio è che sono fratelli. Lo stesso sangue scorre nelle loro vene, quello stesso sangue infetto dall’una e dall’altra casata, che li trasformò da figli dello stesso giorno ad acerrimi nemici per l’eternità.
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: In questo capitolo mi sono ispirata alla canzone di un noto rapper in collaborazione con una giovane cantante. Parte dei dialoghi sono ripresi dal testo di quella canzone (forse non molto originale, ma ci stava a pennello…) =)
 
 
 
Il borsone era sul letto, ormai pieno.
Dalla porta socchiusa la vedeva muoversi come un criceto nella gabbia, irrequieta e frustrata. Si sistemò le treccine dietro le spalle e, con le mani sulla testa, sospirò piano, chiudendo gli occhi.
‘Che cazzo le ho fatto…’ pensò, allungando una mano verso la porta per aprirla.
L’uscio cigolò e Andy si bloccò, di spalle, le magliette in mano.
Lui avanzò di qualche passo nella stanza, colpevole e indifeso. La guardò triste, il viso severo e dispiaciuto. ‘Come ho potuto farle questo? Andy… scusami… Cristo, quanto è bella…’ pensò lui, avvicinandosi piano.
“Mark Thomas Trumper, esci di qui.”
“No, Andy, io ti devo spiegare…”
“Non c’è un bel niente da spiegare! Vattene e basta! Lasciami in pace!”
“No, tu non capisci…”
“Ma ti rendi conto?! Hai una vaga idea di come sto? Assurdo… sei solo uno stronzo! Che cazzo ti è preso, eh?”
“Non so dirti cosa sia realmente, Andy… posso solo dirti come mi ci sento! È come se avessi la lama di un coltello conficcata in gola!”
Andy ripose le magliette nel borsone.
“Mi sembra di soffocare; e poco prima di cadere, poco prima di andarmene, mi vieni in mente tu e mi resusciti.”
“E non ti sono venuta in mente mentre ti scopavi quella stronza?!” Ruggì lei, strattonando le cerniere per chiuderle.
“Cazzo, mi odi, lo so, ma amo come mi odi… aspetta! Dove stai andando?”
“Me ne vado, ti lascio!”
“No, non mi lasci! Torna indietro! Ricominceremo daccapo! Cristo… è così assurdo…”
“Perché?!” Urlò lei, guardandolo negli occhi, “Sei stato tu a rovinare tutto!”
Mark fece per prenderle il viso ma lei si dimenò, liberandosi.
“È mai possibile che quando va tutto bene, è tutto stupendo… davvero, mi sembra di volare!, ma quando va tutto male… è orribile…”
“Quando mai è andata bene, Mark? Quando mai? Se non eri a caccia, eri a combattere contro tuo fratello…” squittì lei, facendo svolazzare la lunga chioma nera.
“Per pararti il culo, signorina!”
“Ti sbagli, era anche prima di tutto questo, e non farmici sentire in colpa, te l’ho sempre detto di non preoccuparti per me.”
“Come se fosse facile!”
Tacquero un solo istante, il tempo di ricordarsi che dovevano odiarsi.
“E adesso dimmi, chi è quel coglione del pub?”
“Dai, non so nemmeno come si chiama…” mentì lei.
“Cristo! Lo odio! Ho alzato le mani su di te e non ero mai caduto così in basso, ma capisci il perché?”
“Non ti rendi conto di quanta forza hai in corpo, Mark… sai quanto ci sei andato giù pesante?” piagnucolò lei, trattenendo le lacrime.
“Andy, cazzo! Hai mai amato qualcuno così tanto da non riuscire nemmeno a respirare se ti manca?”
“Non mi dire cazzate, Mark! Se fosse davvero così non saresti stato con quella, porca puttana… hai fatto la tua scelta, basta.”
“Erano giorni che non mi parlavi più, Andy! Cosa dovevo pensare?”
“Che cazzo vuol dire, eh? Che devo essere sempre a tua disposizione? Che nel frattempo tu ti puoi scopare chi vuoi?” urlò lei, infuriata, gli occhi quasi iniettati di sangue dalla rabbia.
“Avevo giurato che non ti avrei mai fatto del male, e non avrei mai fatto nulla per ferirti, e invece… mi sento una merda, cazzo!”
“E fai bene! Perché lo sei!” Concluse lei, agguantando le maniglie del suo borsone scuro.
Mark, taciturno, cercava di fermarla, mettendole le mani nella borsa, sui fianchi, prendendole la felpa, ma niente da fare. Andy continuava a dimenarsi e a schiaffeggiare l’aria, sperando di beccare il ragazzo, senza mai però rivolgergli un solo sguardo. Non poteva guardarlo. Non doveva.
Mark riprese a parlare, cercando di convincerla: “Senti, Andy: so che abbiamo detto e fatto cose che non volevamo, e siamo ricaduti nelle stesse trame, nella stessa routine, ma tu sei come me e il tuo carattere è di merda tanto quanto il mio, però… quando si parla d’amore è tutta un’altra cosa, sei come accecata e non t’importa più nulla del resto. E tu mi ami, lo so per certo… Ehi, ti prego, torna indietro! Non è stata colpa tua, ma mia!”
“Mark, basta! È inutile.”
“Forse la nostra storia non è poi così folle come sembra… Andy! Ascoltami! Fermati!”
“No, basta! Mi sono stancata di te e delle tue stronzate!”
“Tutto ciò che so è che ti amo troppo per andarmene.”
Andy trasalì. Non gliel’aveva mai detto così esplicitamente. Tacque.
“Torna indietro, Andy. Prendi le tue cose e torna dentro.”
Tacque ancora.
“La prossima volta che mi incazzerò non alzerò nemmeno un dito su di te… e se dovesse mai venirmi l’istinto di tirare un pugno, lo darò al muro. Lo giuro!”
“La prossima volta? Non ci sarà una prossima volta! Sono stufa di questi giochi, Mark. Lasciami andare, basta. Lasciami andare.”
Andy strattonò il borsone mentre scendeva le scale, raggiungendo la porta d’entrata.
Si bloccò nel corridoio principale sotto gli occhi di Johnny, severi.
La ragazza lo guardò, seria e convinta delle sue intenzioni. Lui, appoggiato allo stipite della porta, la birra in mano, affascinante come sempre, la guardava immobile, inespressivo.
Lei insistette con lo sguardo, azzerando ogni possibile replica dell’uomo con i suoi occhi taglienti e grigi.
Lui sorseggiò dalla bottiglia scura e le fece cenno di seguirlo nella stanza adiacente.
Entrarono, lei con le braccia conserte e nessuna voglia di parlare.
Johnny andò ad un tavolo a cassettoni, ne aprì uno e tirò fuori un coltello ben affilato avvolto in una custodia di pelle.
Glielo porse senza dire una parola e richiuse il cassetto.
Il messaggio era chiaro: era d’accordo con lei, ma se se ne fosse andata, non poteva girare disarmata. Un coltello era d’obbligo.
Andy ripose l’arma in tasca e tornò a guardare Johnny.
Lui l’abbracciò e le baciò la fronte, urtandola poi fuori dalla stanza con un piccolo buffetto. Le sorrise come solo lui sapeva fare e richiuse la porta.
Il vecchio e saggio Johnny.
Andy inforcò il corridoio e si fermò all’entrata, controllando di aver preso tutto, quando Gregory le mise una mano sulla spalla.
Lei si voltò di scatto e sobbalzò.
“Andromeda, non fare così…”
“No, va tutto bene.”
“E allora quella borsa?”
“Me ne devo andare.”
“Dove?”
“Non ti deve interessare. Mark l’ha fatta grossa. Non cercare di giustificarlo. Non c’è modo e motivo di giustificarlo! Stronzo…”
“Andromeda, concediti un giorno per pensarci.”
“In un giorno perderei il senno e mi farei intortare dalle sue cazzate. Devo andarmene subito, adesso.”
“Non l’ha fatto con l’intenzione di ferirti…”
“NON DIRMI STRONZATE, GREG! Non ti scopi una lupa per sbaglio. Dovrei esserci io in quella testa maledetta, e invece no! C’è lei! C’è sempre stata lei! Non c’è motivo per cui io rimanga ancora!”
“Andromeda, fermati!”
“No! Finiscila! Dovete smetterla tutti di farvi i cazzi nostri! Voi siete lupi, vivete in branco! Io no…”
“Io non sono un lupo.”
“Ah già, dimenticavo, tu non sai da che parte stare… beh, svegliati, caro! Deciditi! Tanto è palese che mia sorella non tornerà mai da te.”
“Andromeda…”
“E già che ci sei, fatti mordere da Mashka durante una delle sue scopate fotoniche, dato che è in grado di fare solo questo! E a voi piace tanto, no?”
“Non parlare così.” Continuò lui, paziente.
“BASTA GREG! INCAZZATI ANCHE CON ME! AVANTI! L’hai fatto con mia sorella, fallo anche con me, così faccio tripletta!”
“Tu non mi hai ferito come ha fatto Cassandra.”
“Per l’anagrafe è Cassiopea, ma a quanto pare tutto vale nel vostro mondo tranne la verità. Vaffanculo a tutto! Vaffanculo a Mark! Doppio vaffanculo a Mashka e un bel vaffanculo anche a te, Gregory, che non hai nemmeno le palle di prenderti una posizione in questa merda di guerra.”
“…scusami?”
“Avanti, diciamocelo! Tu sei l’unico che potrebbe davvero fare fuori William, lui ti calcola ancora come uno dei suoi… e invece? Corri dietro ad una brunetta che non tornerà mai da te! Per piacere… mi fai pena.” Ruggì lei, inforcando l’uscita della palazzina.
“Dovresti ringraziarmi. La morte di William… sarebbe un bene, ma non del tutto.”
“Che intendi dire?” sbuffò Andy, voltandosi a guardarlo.
“Tu ami Mark, è inutile nasconderlo. Altrimenti questo suo tradimento non ti farebbe così male… ed è proprio perché ami Mark che William deve continuare a vivere.”
Andy stette a guardarlo per qualche istante, confusa: “No, non voglio saperne niente, Greg. Me ne sto andando. Basta.”
“Ma devi sapere…”
“AVEVI DETTO CHE NON C’ERANO PIU’ SEGRETI! CHE DOPO IL CASINO CON MIA SORELLA, NON C’ERA ALTRO!”
“Perdonami…”
“No! Basta! Non ti perdono, Gregory! E non voglio sapere perché William non può morire. Non so nemmenoperché dovrebbe morire!”
“È crudele. Ecco perché.”
“Non è il primo vampiro crudele della Terra. E non sarà nemmeno l’ultimo! Date corda ai Black Rose… avanti! Devo dirvelo io che una volta morto William saranno loro a prendere il suo posto? E lui è un unico individuo… loro sono un clan!”
“Un clan che non può uccidere un unico individuo, però…”
“E perché?!”
“A causa tua.”
Andy ebbe un sussulto. Perché tutto convergeva verso di lei? Maledetta quella volta che aveva incontrato Gregory… e William… e Mark. Maledetto quel giorno.
“Che cazzo vuol dire? Perché? Cosa c’entro io? Devo pure sentirmi in colpa, adesso?”
Gregory la portò fuori dalla palazzina. Non voleva che Mark sentisse, non ancora per lo meno.
La fece salire in macchina e cominciò a vagare per le strade della periferia.
“I due gemelli sono legati dal sangue, Andromeda. Per quanto possano odiarsi, i loro destini sono segnati. Essendo nati lo stesso giorno, le loro vite scorrono insieme come due fili della stessa matassa. Non possono staccarsi del tutto. E se uno dei due muore, l’altro ne risentirà parecchio.”
Andy, le braccia incrociate e il muso duro, non voleva davvero saperne più niente, ma la curiosità...
“In che modo?”
“Trasformandosi nelle creature che han deciso d’essere. Nel caso di William, un’ombra… per Mark, un lupo.”
“Un’ombra? Che significa?”
“Significa che se Mark muore, William diverrebbe un qualcosa di indefinito, difficile da catturare: un’ombra, una folata di vento, un fumo verdastro. La cosa più organica che potrebbe diventare è un corvaccio nero e gracchiante. Difficile da catturare… difficile da uccidere.”
“…e se riuscissimo ad uccidere William così com’è? Nella sua forma umana?”
“Ecco perché ho sempre cercato di impedire questa morte: non avremmo più il nostro amico Mark, ma un lupo famelico, selvaggio e sanguinario.”
Andy si portò le mani alla bocca: “E tutta la profezia della loro madre? Che cosa c’entra con questo? Cosa c’entro io in tutto ciò?”
“Cassiopea non vuole uccidere William perché sa quanto ami il fratello, e per me è lo stesso… tutti i lupi sanno di questo suo destino, tranne William e Mark. Me lo disse la loro madre, prima di morire.”
“È per questo che sei finito in galera?”
“Sì, William fece accusare me della morte di sua madre, quando invece era palese che era stato lui ad ammazzarla. E lei, con il suo cuore stretto in gola, mi disse ciò che ti ho appena raccontato. Non possiamo ucciderlo, Andromeda. Perderemmo Mark.”
Andromeda tacque. Si chiuse nel cappotto e agguantò il borsone che aveva in grembo: “Fammi scendere.”
Greg si fermò: “Nemmeno questo ti fa cambiare idea?”
“No, questo finalmente mi fa decidere.”
“Non puoi uccidere William, Andromeda.” Le disse lui, toccandole il braccio con la mano nuda.
“E tu non leggermi nella mente! Ci devo ragionare. Dobbiamo finirla con questa storia, Greg. Volete William morto? E lo avrete, ma sarò io a decidere questa volta. Io, che non ho nulla da perdere.”
“Tu…? Ma se tu sei l’unica qui che ha qualcosa per cui vivere!”
“E cosa, dimmi!”
“La vita stessa, Andromeda.”
“Una vita in solitudine non è vita. È sopravvivenza.”
“Non sei sola, Andromeda…”
“Sì che lo sono! Abbandonata dalla mia famiglia, dalla mia metà, da tutto e tutti!”
“Qui nessuno vuole allontanarti, Andromeda, ficcatelo in testa! Sei la benvenuta, ma non puoi andare avanti così, lamentandoti del nulla!...”
“Del nulla?!?”
“…ti voglio bene, Andromeda, te ne voglio un sacco, e non ti lascerò andare via. Devi fidarti di me… se non lo farà Mark, lo farò io, ti difenderò sempre, perché se non se n’è accorto lui di quanto preziosa e unica sei, me ne sono accorto io.”
Le parole del vampiro le scivolarono addosso: “Gregory, ora lasciami andare, devo rimanere da sola per un po’.”
“D’accordo. Però pensaci prima di prendere decisioni affrettate.” le toccò una guancia: “E, no, non pensare nemmeno di ammazzarti. Non risolverebbe nulla.”
Lei sospirò: “Fatti trovare fuori dalla fermata della metro di Victoria Station domani a quest’ora.”
“Perché?”
“Lo saprai domani. E se vuoi aiutare Mark, lo farai.”
 
 
-:-:-:-:-
 
 
Bonjour! Scusate il mega ritardo, chiedo venia. =)
B.L.
  
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