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Autore: FraRose    11/04/2011    5 recensioni
Le vicende più assurde tra la coppia più bella di sempre: Damon Salvatore & Elena Gilbert.
Tratto dal 7° Capitolo:
“Bene. Vuoi sfidarmi, Stefan?”, ghignò Damon.
“Oh sì, Damon”, rispose malvagiamente Stefan.
Damon scoppiò in una risata maligna: “Lo sai che vincerò io. Perché io vinco sempre”
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8. Incomprensioni

 

 

 

“Buongiorno cari telespettatori! Siamo in diretta dallo studio di Valloacapire, l’unico programma che aiuta i coniugi americani a capirsi l’un l’altro. Oggi abbiamo una coppia di Nashville, il signor Browne e la signora Browne. Qual è il vostro problema, signori Browne?”, domandò una ragazza bionda assurdamente entusiasta del suo lavoro.

I coniugi, seduti sulle poltrone e con sguardi rabbiosi, risposero in coro: “Non ci capiamo”, sbottarono. La ragazza sorrise: “Naturale! Siete qui per questo! Per questo il programma si chiama Valloacapire, perché appunto non vi capite! Signora Browne, cosa la disturba del comportamento del signor Browne?”, riprese a blaterare la bionda. Doveva chiamarsi Bree, in teoria.

Damon Salvatore lasciò cadere la testa all’indietro, centrando in pieno il muro. “Ahi!”, si lamentò mentre un rumore sinistro infranse la quiete domestica. Damon lo ignorò e cercò di concentrarsi su quel programma in stile “Uomini e Donne”. Porcherie della televisione moderna.

Afferrò il bicchiere pieno di sangue che si trovava sul tavolino accanto al divano bianco e immacolato.

“… non capisco perché mio marito pretende che durante i nostri rapporti… ehm, intimi, ci sia una terza persona di sesso obbligatoriamente femminile che collabori con noi...”, stava dicendo quella vecchia dai capelli bianchi e così crespi che sembrava che qualcuno le avesse messo sopra la testa un ferro da stiro.

Appena sentì quelle parole Damon sputò il sangue che stava bevendo per l’attacco di ridarella che lo invase. Dio, se certa gente era stupida. Era più intelligente Stefan di quella povera suora.

“Ahahahahahahahahahahahahahah!”, ululò Damon, divertito.

Intanto Elena, che stava cucinando un’ottima torta di mele, venne distratta da quella risata impazzita del vampiro che si era sposata due anni prima. Lo amava tanto, ma a volte proprio non lo capiva. Ponendosi mille domande, afferrò la terrina continuando ad amalgamare bene l’impasto, e si diresse verso il soggiorno.

“Damon che succ ahhhhhhhhhhh!”, urlò poi. I suoi occhi si spalancarono come due palle da calcio, inorriditi alla vista del muro crepato e del sangue che colava dal divano. In alcuni punti era già secco e impregnato nel tessuto.

“Amore! Guarda questa qui! Non si rende nemmeno conto che… ahahahahahahahahahah”, continuò Damon, sbattendo i piedi per terra dal divertimento. Ad un certo punto si mise a dare anche pacche sul divano, facendo schizzare il sangue dappertutto.

“Damon!”, strillò isterica Elena.

“Ahahahahahahahahahah!”, fu la risposta del vampiro, che ormai schiaffeggiava il povero divano con i cuscini.

“Damon!”, urlò ancora Elena.

“Uhhhh ahahahahahahahahahahahahahah!”, rideva lui. Ora saltava in piedi sul divano, con il serio rischio di sfondarlo. Gli occhi di Elena seguivano i movimenti di Damon, su e giù, su e giù, fino a quando….

“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!, gridarono in coro Damon e Elena. Damon perché era scivolato dal divano centrando in pieno il bicchiere pieno di sangue e Elena perché era ricoperta di B positivo dalla testa ai piedi.

“Se avete dei problemi non esitate a contattarci! Vedrete che li risolverete al più presto! A domani, sempre qui su Mouse Life, il canale per chi non sa cosa fare!”. La faccia della bionda scomparve così come quel sorriso ebete stampato in faccia.

“Bene! Chiamiamo il canale degli sfigati, io ne ho proprio bisogno!”, ringhiò Elena afferrando il telefono per poi scomparire in cucina a buttare il suo impasto dalle sfumature cremisi nello scarico del lavandino.

“Oh no. Uomini e Donne no!”, riusciva solamente a pensare Damon. Ma doveva andare così: Stefan l’avrebbe visto su un programma per sfigati. Che umiliazione.

 

Ore 8:30, studi della Mouse Life

 

“Buongiorno cari telespettatori! Siamo in diretta dallo studio di Valloacapire, l’unico programma che aiuta i coniugi americani a capirsi l’un l’altro. Oggi abbiamo una coppia di… Mystic Falls, il signor Salvatore e la signora Salvatore. Qual è il vostro problema, signori Salvatore?”, chiese la solita cammella bionda. Damon si era costretto a imparare il suo nome: Bree. Ma non riusciva ancora a entrargli in testa.

Lui e Elena risposero in coro: “Non ci capiamo”. Era tutto costruito, fino a quel punto dell’interrogatorio. I produttori avevano detto che dovevano fare così. Quando avevano dato le indicazioni, Elena aveva annuito seriamente mentre Damon progettava come ammazzarli senza che le altre persone lì attorno se ne accorgessero.

“Naturale! Siete qui per questo! Per questo il programma si chiama Valloacapire, perché appunto non vi capite! Signora Salvatore, cosa la disturba del comportamento del signor Salvatore?”, domandò la cammella. No, ops: Bree.

Elena parve riflettere un attimo, poi rispose: “Tutto”.

Damon scosse la testa, semidisperato e divertito da quella situazione ridicola.

Bree – sorriso – da – cavalla allargò la bocca mostrando delle pale bianche rivoltate verso l’esterno: “Per questi casi assolutamente disperati”, e fece una faccia così ridicolmente seria che fece scoppiare a ridere Damon, “abbiamo la dottoressa psicologa laureanda in psicologia della mente umana e nel rapporto fra i sessi, la migliore dottoressa dell’ospedale di Richmond dove lavora dal 1977 con impegno e premura nei confronti dei suoi pazienti…”.

“Salve, grazie mille”, tagliò corto la dottoressa laureanda in psicologia che Bree – occhi – a – lampione aveva presentato in tutti i modi possibili senza nemmeno dire il suo nome.

Damon e Elena risposero al saluto della dottoressa con un sorriso.

“Consiglio per i signori Salvatore una terapia di questo tipo”, disse solamente la povera vecchia occhialuta. Tese un foglio che Bree afferrò facendolo cadere appena lo sfiorò. “Oh che sbadata che sono!”, esclamò e poi rise come una cavalla impazzita.

“Bene! Ecco quello che dovrete fare secondo la dottoressa psicologa laureanda in psicologia della mente…”, cominciò di nuovo, ma Damon non ne poté più e la interruppe: “Ci può dire come si chiama la dottoressa laureanda?”, sbottò.

Bree lo guardò spalancando gli occhi; sembrava che avesse incastonate due mele verdi nelle orbite al posto di due normali e comuni occhi umani. “La dottoressa psicologa laureanda in psicologia della mente umana e nel rapporto fra i sessi, la migliore dottoressa dell’ospedale di Richmond dove lavora dal 1977 con impegno e premura nei confronti dei suoi pazienti si chiama Mary Froofy”, concluse lei, facendo cadere la cartelletta che aveva in mano. Altra risata da cavalla.

“Grazie”, dissero grati in coro Damon e Elena.

“Prego. Dicevo. Viene consigliata una terapia del seguente tipo: i signori Salvatori presentano chiari tipi di incomprensione coniugale. Per questo è consigliabile uno scambio di vestiti per un giorno intero, mangiare le cose che mangia il partner, dormire secondo i ritmi del partner, fare le attività del partner. In poche parole, dovete essere il vostro partner per un giorno. Vi filmeremo e poi il vostro video andrà in onda a Valloacapire!”, spiegò ancora Bree.

Damon e Elena impallidirono fino ad assumere un colorito termosifone, poi annuirono dando l’impressione che avessero un nodo all’osso del collo particolarmente doloroso.

Uscirono dallo studio con l’idea che il seguente sarebbe stato un giorno molto, molto pesante.

 

Ore 9:00, casa Salvatore

 

Driiiin! Driiiin!

“Ma che cazzo…”, sbottò Damon.

Si guardò attorno e vide che Elena non c’era accanto a sé. Ma che ore erano?

Guardò la sveglia e vide che erano le 9 di mattina! Ma di solito lui si alzava circa cinque ore prima.

“Amore! È pronta la colazione!”, strillò Elena. Ma che aveva? Di solito quella era la sua battuta. Poi ricordò quella stupida tipa del programma televisivo e capì che Elena lo aveva preso sul serio. Forse un pochino troppo sul serio.

“Arrivo!”, miagolò lui in stile Elena appena alzata. Ciabattò scendendo le scale come faceva sempre la sua cara mogliettina, a lui in genere non dava fastidio. Ma sapeva perfettamente che Elena non sopportava quando gli altri facevano quei rumori con le pantofole, però nonostante questo amava farli lei.

Vide Elena digrignare i denti alla sua entrata e lui sbatté i piedi ancora più forte: voleva farle perdere il controllo. Letteralmente.

“Damon. Smettila”, ordinò autoritaria.

Lui sorrise: “Tu lo fai sempre. E io non ti avrei detto di smetterla quindi”, e ciabattò ancora di più.

La vide prendere un profondo respiro.

Damon osservò che Elena aveva preparato quello che di solito preparava lui per lei. Peccato che questa volta il regolamento diceva chiaramente che lui doveva mangiare ciò che di solito mangiava lei e lei quello che di solito mangiava lui.

Elena però questo non lo aveva capito, infatti afferrò un bicchiere di vetro scintillante e si versò un po’ di succo all’ananas. “Alt!”, la fermò Damon sghignazzando.

Elena si ritrovò con il bicchiere appoggiato sulle labbra, inclinato leggermente. Con un sospiro lo sistemò sul tavolo e sbottò: “Perché, che hai ora? Non posso nemmeno bere il mio solito e amato succo di frutta?”.

Damon sorrise: “No. Oggi tu sei me e io sono te, quindi…” e afferrò il bicchiere. Se lo portò alla bocca e bevve il succo, concludendo con un schiocco soddisfatto incredibilmente simile a quello che di solito faceva Elena.

Intanto lei stava pensando con timore al bicchiere di fronte a lei: pieno di fluido sangue rosso. Elena non voleva sentire i globuli rossi sulla sua lingua, non voleva proprio. Ma non voleva nemmeno perdere contro Damon.

Prese il bicchiere mascherando l’angoscia e fingendosi audace e lo ingurgitò il più velocemente possibile per evitare di dover sopportare troppo quel sapore ferroso, dolciastro ma anche leggermente amarognolo. Una vera e autentica porcheria. Peggio del brodo della Star.  

Mascherò il disgusto con un sorriso, poi se ne andò tutta soddisfatta in camera.

 

Nel pomeriggio…

 

“Dove sono i miei vestiti?”, urlò Elena in preda al panico. Era un’ora che li cercava dappertutto: sotto al letto, sopra alla scrivania, dentro l’armadio, fuori sul poggiolo. Dove diavolo erano la sua t-shirt verde scollata e i suoi amati jeans?

Damon intanto malediceva tutti i poveri santi dell’universo per aver inventato le scarpe con i tacchi.

“Damon!”, strillò isterica Elena. I suoi passi si avvicinarono sempre di più alla stanza di Damon, poi la porta si spalancò: “Damon hai visto… arghhh!”, concluse Elena inorridita.

Damon era davanti a lei, vestito con i suoi vestiti, le sue scarpe, il suo intimo.

“Amore. Prima di tutto vorrei informarti che questo reggiseno è piuttosto stretto e che ho fatto una fatica tremenda ad agganciarlo. Secondo, queste mutandine mi si incastrano . Terzo, queste calze sono così poco elastiche che le ho strappate sulla coscia, mi dispiace tanto. Quarto, questa maglietta è così scollata che mi si vede tutto. Quinto, queste dannate scarpe mi fanno male ai talloni. Sesto, non vedo l’ora che questa giornata sia finita. Settimo: per qualche cazzo di ragione hai voluto partecipare a questo idiota programma? Almeno ci dessero un milione di dollari invece niente… ci fa solamente andare di matto!”, concluse Damon finendo per urlare anche lui.

Elena impallidì di fronte ai vestiti che lei avrebbe dovuto indossare. Senza dire una parola si avvicinò al letto di Damon e si spogliò. Poi indossò la t-shirt nera e larga di Damon, i pantaloni neri di Damon, gli stivali di Damon, gli occhiali da sole di Damon.

Risultato: sembrava una specie di dark sfigata che tentava invano di farsi notare in modo positivo dalla gente. Più che altro, assomigliava a una povera drogata vagabonda e orfana che era stufa di stare nell’orfanatrofio.

Damon la fissò un attimo, tentando di non ridere: “Elena, amore. Sei… molto, come dire… non saprei”, borbottò lui, voltandosi per lasciarsi andare al suo attacco di ridarella.

Elena imprecò tra sé e scese le scale inciampando nei suoi stessi pantaloni.

 

Damon voleva vincere questa lotta con Elena, per questo la sfidò ulteriormente. Avrebbe usufruito della sua profumeria. E di qualche rossetto e lucidalabbra.

Il vampiro andò nel bagno e si chiuse dentro, come faceva spesso la sua cara mogliettina. Frugò negli armadietti e prese a caso qualche barattolo di creme, balsami, trucchi.

Trovò un tubetto con scritto “crema idratante”. Ne mise un po’ sul palmo della mano e l’applicò su tutto il viso. Notò con una smorfia che il suo colorito pallido era meno singolare del solito.

Afferrò a caso qualche matita e, facendo fatica a non cavarsi un occhio, si colorò la palpebra di nero. Il risultato che ottenne non era esattamente quello che di solito otteneva Elena, ma ci aveva provato. E l’importante è mettere impegno nelle cose che si fanno.

Trovò una matita verde e decise che sarebbe stata fica attorno alle labbra, anche se Elena non l’aveva mai messa e probabilmente non lo avrebbe mai fatto in futuro nemmeno se Damon si fosse messo a baciarle i piedi.

Il balsamo senza risciacquo lo attirava come una calamita; dopotutto “senza risciacquo” significava che non avrebbe dovuto nemmeno lavarsi i capelli. Ingegnoso. Perché no? Prese una noce di prodotto sul palmo della mano e se la applicò sulla chioma nera.

Si sentì i capelli diventare freddi e bagnati. Che avesse sbagliato qualcosa?

“Damon!”, urlò Elena per l’ennesima volta.

Il vampiro impallidì e tentò in tutti i modi possibili di nascondere il casino che aveva nei capelli: infatti erano un po’ bianchi, un po’ unti, un po’ sporchi ma anche puliti. Non era proprio il caso di farsi vedere da Elena, che lo avrebbe smascherato in un attimo. Afferrò una spazzola che stava in un angolo e si spazzolò per bene i capelli, sperando che quella porcheria fluida bianca della Pantene si diradasse.

“Damon, dove sei?”, urlò ancora una volta Elena. Poi la porta del bagno si spalancò e Elena vide Damon con i capelli che sembravano bagnati tutti in faccia. Accanto a lui, la bottiglietta di balsamo per i capelli lisci. In mano, la spazzola di… oh no. Bonnie.

“Damon!”, strillò isterica Elena indicando la spazzola che Damon teneva in mano.

Lui si preparò a sentirsi dire la predica della giornata, ma vide Elena balbettare. Cosa aveva ora?

“Hai usato quella spazzola?”, chiese lei tremando. Damon annuì.

“Damon era di Bonnie”, sussurrò Elena. E allora? La streghetta non aveva mica la forfora contagiosa!

“E allora? Che cosa centra Bonnie ora?”, sbottò Damon.

“Damon, lei in questo momento ha i… i…”, disse Elena.

I cosa? “Che cosa ha la fata Merlina?”, ringhiò Damon.

Elena lo guardò impaurita: “I… pidocchi!”, concluse.

Damon non seppe cosa dire. Era una cosa grave? Erano mortali, come i tumori e quelle cose lì? Cosa erano questi pidocchi? “E che sono?”, domandò lui sbuffando.

“Animali”, rispose Elena andando già a cercare gel e shampoo e pettinina.

“Non farmi ridere. Li faccio fuori in un secondo, io!”, esclamò Damon dandosi arie.

“Tu dici?”, domandò Elena armata di gel puzzolente e pinzette per capelli.

Dliiin dlooon.

Damon e Elena si guardarono: che ore erano?

L’orologio segnava le 19.00. Ossia l’ora in cui Bree e la compagnia sarebbero venuti a registrare qualche momento della loro vita “scambiata”, per poterla trasmettere il giorno dopo sulla rete nazionale. “Merda”, dissero in coro.

Damon con i capelli sugli occhi e Elena vestita come una dark si presentarono alla porta così lentamente che sembrava davvero che casa Salvatore si fosse trasformata in una casa per celebrazioni funebri.

“Salve, siamo di Valloacapire!”, annunciò Bree la bionda.

“Salve!”, salutarono in coro Damon e Elena.

“Allora, possiamo farvi qualche domanda e riprendervi mentre vivete la vostra normale vita scambiata?”, domandò allegra la famosa conduttrice televisiva.

Damon e Elena si scambiarono un’occhiata e chiusero la porta in faccia a Bree in sincrono.

Sul tavolo nel soggiorno regnava un’emoteca, Elena era vestita come una povera sfigata e Damon aveva matita verde sbavata lungo la bocca.

“Che facciamo?”, dissero ansiosi Damon e Elena prima di correre a sistemare almeno una parte del casino che regnava in quel palazzo di casa dove si ritrovavano a vivere.

 

 

 

[… Continua…]

 

Angolino della Matta Fra o.O

 

Ciao! Eccomi qui, dopo secoli di ritardo. Innanzitutto vi voglio davvero ringraziare per tutto il sostegno che mi date. Davvero, grazie mille.

Sono piuttosto di fretta, quindi spero che mi perdonerete se non inserisco l’angolo della pubblicità occulta come dice la mitica Glo e se non vi ringrazio una ad una.

Questa OneShot è follemente folle, Damon con i pidocchi mi è venuta proprio ora dopo aver bevuto un Actimel (non so cosa c’entri, ma è andata proprio così). Comunque presto scriverò il seguito della OS e la prossima volta… udite e udite: vi ricordate l’episodio del robottino? Ahahahah Glo sarà contenta, perché scriverò la continuazione. Tenetevi pronte, il pulsante viola ci porterà tutte alla follia senza ritorno. Ahahah! Che matte!

Ok, giochiamo a questo giochetto. Ogni volta vi segnalerò una storiellina diversa, e quindi… questa volta tocca a “I WANT YOU” di   damngirl20 (qui!). Bella bella.

Ne approfitto per segnalarvi le mie follie:  Elena con un sogno un po’ speciale. E Damon che ruolo ha in tutto questo? Venite qui e appassionatevi a un qualcosa che di serio ha!

E poi il mio pazzo crossover tra Twilight e The Vampire Diaries (qui!).

Grazie tantissime a tutti che leggono questa raccolta di follie.

Bacioni Fra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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